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Forum » MALAGIUSTIZIA IN ITALIA » CASI FAMOSI E NON FAMOSI DI MALAGIUSTIZIA IN ITALIA » FANTASMAGORIA DELLA MALAGIUSTIZIA GENOVESE esempio 1 (Descrizione dei reati dei magistrati nel proc. N.6403/03)
FANTASMAGORIA DELLA MALAGIUSTIZIA GENOVESE esempio 1
dibattitopubblDate: Mercoledì, 04/05/2011, 21:27 | Message # 1
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http://fantasmagoriadellamalagiustizia1.blogspot.it/

Il racconto è in via di inserimento
 
dibattitopubblDate: Mercoledì, 04/05/2011, 21:56 | Message # 2
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PIANTINA DEL POSTO E DEGLI SPOSTAMENTI

(PROPORZIONI NON SONO OSSERVATE NON AVENDO IO UNA PREPARAZIONE SPECIFICA IN DISEGNO-PLANIMENTIRIA)

 
dibattitopubblDate: Mercoledì, 04/05/2011, 22:41 | Message # 3
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ATTO SECONDO - QUERELA-CALUNNIA DELLE MIANO SILVIA, CORSO FIORELLA E PAOLA GARGANO DEL 11/08/2003 E DIFFERENZE NELLE DICHIARAZIONI

Il giorno seguente alla consegna, il 11/08/2003, la Miano e le sue colleghe la Gargano e la Corso si sono rivolti ai Carabinieri di Borghetto di Vara per fare una querela e calunniare. Si vede i reportage dei mass media gli hanno fatto venire lo stato di rabbia ossessivo e ha prodotto il desiderio di mentire e calunniare. Le donne hanno cambiato la versione dei fatti e hanno dichiarato le cose diverse da quelle dichiarate il giorno prima ai Carabinieri di Genova:

- io sono stata accusata-calunniata di avere detto: "ECCO LA VENDITRICE DEI BAMBINI, VERGOGNATI, GUARDATE COM’E’ CON LA MINIGONNA!" (qua traspira quello che l’assistente sociale Miano pensa di sé stessa – io non la conoscevo all’epoca, non sapevo della sua presenza sul posto, aspettavo un’altra persona - la Faganelli, la Miano non si era avvicinata a me e non si era presentata, non abbiamo parlato, non abbiamo scambiato una parola. Affermazione "VENDITRICE DEI BAMBINI" – è una confessione! Ecco perché ha organizzato il sequestro dei miei figli! Li voleva vendere! E di minigonna cosa dire… quando una madre mette le minigonne nere lucide strech con dei fiori rossi fuoco il Tribunale dei minori provvede subito a levare la patria potestà a allontanare i bambini… Invece i miei figli hanno passato una giornata intera con la donna in un abbigliamento non adatto alla presenza dei bambini… Tutti sappiamo che le donne che vestono minigonne desiderano essere guardate e valutate! Però io non sono un uomo e non mi interessano le donne in minigonne e loro cosce. Forse la Miano era rimasta dellusa che nessuno guardava la sua minigonna e pezi do corpo esposti, bohhh…, è un’enigma da psicanalisi…).

- mio ex marito è stato accusato di avere detto: "MISS PECHINO, HAI VIOLATO LA CONVENZIONE PER I DIRITTI DEI BAMBINI E LA SENTENZA DEL TRIBUNALE, NON HAI ESEGUITO LA SENTENZA DEL TRIBUNALE" – Preciso solo che il Tribunale non ha mai emesso alcun tipo di sentenza, solo due decreti irregolari in base della citazione con il difetto di nullità. Mio ex marito non poteva usare la parola "sentenza" in quanto non esistevano.

- un signore (G.M. che non era presente nel momento di consegna, ma arrivato dopo) è stato accusato di avere detto nel momento della consegna: "Maledette" (!!!).

- una signora (A.A. non presente al momento della consegna, insegnante che lavora coi bambini e giovani) è stata calunniata di avere detto nel momento della consegna: "VAFFANCULO, FACCE DI TROIA".

- un GIORNALISTA DEL "Secolo XIX" 70-enne e stato accusato di avere detto: "STUPIDA FAI LE COSE DA STUPIDA".

- un altro signore ancora S.B. : "FATE SCHIFO, FATE UN LAVORO SPORCO, VERGONATEVI".
Boooh… si vede che erano infuriatissime per avere perso bambini (la merce?)… hanno dedicato la notte per invetare le calunnie e false accuse.

Fate attenzione, non c’è una parola sulle frasi del tipo "TORNATE A ZAPPARE LA TERRA, SIETE DELLE ROVINA FAMIGLIE, VOI ED IL TRIBUNALE DEI MINORI NON AVERE MODO D'ESISTERE" dette il giorno prima ai Carabinieri di Genova!

Anche ai Carabinieri di Borghetto di Vara le donne hanno mentito di essere affidatarie dei bambini. Inoltre le donne hanno dichiarato che io sarei stata identificata dai Carabinieri di Genova, sapendo perfettamente che non lo sono stata.
La querela è stata firmata da tutte tre donne, quindi loro sono pienamente consapevoli e responsabili delle proprie dichiarazioni.

DIFFERENZE NELLE DICHIARAZIONI AI CARABINIERI DI GENOVA E QUELLI DI BORGHETTO DI VARA ATTESTANTI MENZOGNE E IL REATO DI FALSO IDEOLOGICO E CALUNNIA

Paragoniamo:
10/08/2003 verbale dei Carabinieri: "Durante l’attesa della partenza del pullman la Miano e la Corso venivano avvicinate da un gruppo di giornalisti che scattavano le foto e dal presunto padre dei bambini che a dire della Miano voleva salire sul pullman per poter partire con i figli. Visto il rifiuto della Miano alle volontà del padre identificato in Mercier Antonio Alberto … veniva fatto oggetto assieme alla Corso di insulti, alcuni dei quali fatti anche dai giornalisti e da altre persone ivi poresenti, per tanto richiedeva il nostro intervento".
11/08/2003 dichiarazioni firmate da tutte tre donne: "Verso le ore 18.00 ci siamo recati … come previsto in base degli accordi con il console dell’ambasciata Estone … presente ai fatti. Qui trovavamo un nutrito gruppo delle persone tra cui diversi giornalisti e fotografi oltre la madre Babenko Olga e le altre persone sopra citate che immediatamente inziavano ad insultarci di fronte ai minori e precisamente: …".

Allora, dov’è la verità: gli ipotetici insulti sarebbero partiti dopo che la Miano ha rifiutato al padre di salire sul pullman o immediatamente con l’arrivo delle donne sul posto della consegna? Ma in realtà non erano arrivate insieme fino al posto della consegna, erano insieme solo fino alle file dei pullman! In mezzo ai pullman si sono divise! E la gente pensava che erano agenti di polizia e salvatrici dei bambini!

Come tutti noi sappiamo, una persona onesta non cambia la versione dei fatti.In base di questa differenza-contraddizione si doveva iniziare il procedimento per il falso ideologico nelle dichiarazioni alle Autorità Giudiziarie. Il che è stato omesso.

Anche dalle prove fotografiche (guardi il post delle foto) si vede che le donne non erano arrivate insieme sul posto della consegna: la Corso e la Gargano si trovavano dietro alle nostre spalle nel momento della consegna dei bambini, se loro fossero arrivate coi bambini, sarebbero nella direzione opposta da dove sono arrivati i bambini, vicino ai pullman e non sul marciapiede, il che attesta che erano arrivate prima e senza bambini. Quindi, nessuno poteva insultare loro "immediatamente" e tutti insieme, visto che non erano arrivate sul posto della consegna contemporaneamente e/o insieme. Loro erano arrivate insieme solo fino alla prima fila dei pullman e macchine (sul posto c’erano tanti pullman, nacchine e moto in 3 file) e dopo si sono divise. La gente presente sul posto della consegna non poteva vedere il loro arrivo proprio a causa di 3 file dei pullman, loro sono state viste da alcuni fotografi e dalla gente che li fotografava da lontano intorno al posto della consegna. I bambini sono apparsi sul posto della consegna uscendo improvvisamente da soli dall’indietro di un pullman e hanno subito corso verso di noi e noi verso loro, in quel momento le Corso e la Gargano erano già dietro le nostre spalle e la Miano era rimasta dietro al pullman senza apparire al pubblico o vicino ai pullman. La Miano non ci conosceva all’epoca e aveva il dovere di identificarci e di prendere le nostre firme attestanti l’avvenuta consegna dei bambini. Di fatto la Miano & C° non sapevano chi aveva preso i bambini. Infatti, hanno pensato che sig.ra Abruzzo sarei io.

Due persone indentificate dai Carabinieri non erano presenti sul posto nel momento di consegna, e quindi, non potevano "immediatamente insultare" a causa di loro assenza.

 
dibattitopubblDate: Mercoledì, 04/05/2011, 22:54 | Message # 4
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Note legali: il tribunale minorile non ha mai emesso sentenze nel mio caso! Esistono due decreti illegali, emessi senza processo in seguito al reato di corruzione/concussione, non aventi efficacia legale, i quali non potevano essere eseguiti. I Carabinieri hanno omesso di chiedere alla Miano le copie dei decreti per verificare se dice verità o mente, il che è una gravissima omissione.
I reati dei magistrati del tribunale minorile coinvolto si descrivono qui: http://dibattitopubbl.ucoz.com/forum/69-32-1 .
 
dibattitopubblDate: Mercoledì, 04/05/2011, 23:00 | Message # 5
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ATTO TERZO - OMISSIONE DELLE INDAGINI DA PARTE DEL PUBBLICO MINISTERO SABRINA MONTEVERDE

Art. 358 C.P. - il pubblico ministero compie ogni attività necessaria ai fini indicati nell'art.326 (finalità delle indagini penali) e svolge altresì accertamenti su fatti e circostanze a favore della persona sottoposta alle indagini.

Art. 348 C.P.P. - Assicurazione delle fonti di prova. 1. Anche successivcamente alla comunicazione della notizia di reato la polizia giudiziaria continua a svolgere le funzioni indicate nell'art. 55 raccogliendo in specie ogni elemento utile alla ricostruzione del fatto e alla indeividualizzazione del colpevole. 2. A dine indicato nel comma 1, procede, tra l'altro: ... b). alla ricerca delle persone in grado di riferire su circostanze rilevanti per la ricostruzione dei fatti.

Art. 327 C.P.P. - Il pubblico ministero dirige le indagini e dispone direttamente della polizia giudiziaria,... .

I Carabinieri di Genova hanno identificato un gruppo di persone rimaste sul posto della consegna dei bambini dopo la consegna, tutti elencati nel verbale. La presenza del console Estone si indica su tutti i documenti. Gli autisti dei pullman erano presenti sul posto sono testimoni. Però nessuno di queste persone è stato sentito, i Carabinieri stessi non sono stati sentiti con lo scopo di chiarire i punti non chiari della loro relazione e per spiegari le attività di indagini intrparese per scrivere affermazioni sul verbale. Ciò attesta una totale omissione delle indagini da parte del Pubblico Ministero Dr.ssa Sabrina Monteverde, il che è il reato di omissione degli atti d’ufficio.

Il console Estone è un testimone affidabilissimo. Non è stato sentito perché avrebbe testimoniato contro l’assistente sociale Miano e avrebbe dimostrato il reato di calunnia e falso ideologico di questa donna? Cosa devo pensare?

Non è stato chiarito perché la Miano ha chiamato Carabinieri e non la Polizia mentre la consegna dei bambini avveniva praticamente sotto le finestre della Questura di Genova: perché era consapevole che non poteva mentire agli agenti di Polizia in quanto sussisteva il rischio che essi assistevano alla consegna dalle finestre e avrebbero subito constatato il falso? Gli agenti di Polizia di Genova avrebbero potuto arrivare sul posto entro 5 minuti dalla chiamata, semplicemente attraversando la strada.

Comunque, dal 2003 fino al 2007 nessuno dei testimoni è stato sentito, nessun tipo di indagine è stato fatto. Se indagini fossero stati fatti il reato di calunnia della Miano sarebbe stato subito constatato e non ci sarebbe stato un sperpero del denaro dello Stato italiano per il processo.

La p.m. Monteverde ha mandato la pratica avanti senza avere prova alcuna della verità del denunciato dalle Miano, Corso e Gargano. Non ha fatto alcun tipo di attività per stabilire la verita dei fatti e per trovare le prove a discarico delle persone calunniate.

Quando un cittadino presenta una querela deve presentare anche le prove. Come mai l’assistente sociale Miano è esonerata dal presentare le prove? Conoscenze giuste?

Quando le Corso e Gargano hanno ritirato la querela, la p.m. doveva già sospettare la malafede di queste donne e di chiarire il motivo del ritiro della querela. Queste donne sono state passate come testimoni e lora attendibilità non è stata sottoposta ad alcun dubbio mentre sono DIPENDENTI della Miano e rischiano perdere il posto di lavoro se non eseguono gli ordini della Miano. Le donne erano complici della Miano nel reato di sequestro, sottrazione e maltrattamenti dei minori – anche questo non è stato valutato.

Le differenze nelle dichiarazioni delle donne il 10/08/2003 e il 11/08/2003 non sono state messe in dovuta evidenza. Non sono state effettuater le veriufiche per controllare la verità del dichiarato dalla Miano & C°. Non è stata preparata la descrizione della dinamica della consegna dei minori, non è stato specificato che la consegna dei bambini era suddivisa in quattro fasi: preparativi, consegna vera e propria, periodo prima dell'arrivo dei Carabinieri e il periodo di presenza dei Carabinieri sul posto. Non è stata neanche fatta la cartina del posto e lo schema di spostamenti. Sinceramente non capisco per che cosa percepisce lo stipendio questa p.m..

Mancato avviso alle persone querelate-calunniate del fatto di essere indagate

Nessuno delle persone querelate-calunniate sapeva dell’esistenza della querela e della necessità di trovare i testimoni per la propria difesa. Tutti i calunniati hanno saputo del procedimento solo nella primavera del 2007, io l'ho saputo da una telefonata anonima d'estate 2007 – dopo 4 anni dagli eventi, il che ha creato delle difficoltà notevoli nella ricerca dei testimoni nelle condizioni quando la Publico Ministero ha totalmente omesso le indagini. Il che ha leso il diritto alla difesa e al giusto processo garantiti dalla Costituzione italiana.

Falso della Miano & C° nelle dichiarazioni ai Carabinieri:

Il 10/08/2003 la Miano ha dichiarato il seguente falso ideologico ai Carabinieri non realtivo alle questioni di accuse:

- di essere affidataria dei bambini,
- che "bambini in compagnia della madre dovevano partire per raggiungere una struttura idonea alla loro accoglienza in Germania".

Il 11/08/2003 le Miano, Corso e Gargano hanno dichiarato ai Carabninieri di Borghetto di Vara il seguente falso ideologico:

- che io sarei identificata dai Carabinieri di Genova (sic!).

- che esisterebbe un decreto del Tribunale dei minori di Genova pervenuto al comune il 8/08/2003 di autorizzo "di rientro dei minori … con la madre Babenko Olga in Estonia e quindi disponendo che i minori rimanessero affidati al servizio sociale del comune di Sesta Godano fino al momento della loro partenza" – tale decreto non è stato mai trasmesso per la notifica, quindi non esisteva. Negli atti del procedimento manca questo "decreto" e gli atti di sua trasmissione per la notifica e notifica. Forse esisteva qualche tipo di corrispondenza privata tra la Miano e Faganelli. Non poteva esistere "rientro" ma la partenza, il termine "rientro" concerne l’Italia – la patria dei bambini, il posto dove sono nati e cresciuti. Sì, i miei figli ritenevano d’essere italiani in base del sangue paterno e il posto di nascita, adesso ritengono che essere italiani è vergognoso e non ne vogliono sapere nulla (grazie ai giudici che fino ad oggi non hanno punito criminali i cui hanno compiuto reati contro miei figli, avere giustizia è importante). La Miano aveva il dovere di organizzare la partenza dei bambini fuori dall’Italia, per questo la donna doveva restituire documenti miei e quelli dei bmabini rubati il 1/07/2003 e di organizzare il viaggio. Di quale "partenza" parla la Miano se non l’aveva mai organizzato?

- che i minori sarebbero ospitati presso istituto Madre Benedetra Cambiaggio di Voghera "in seguito del rifiuto della madre a un inserimento in altra struttura insieme ai bambini come previsto in due sentenze del Tribunale dei minori di Genova" – di sentenze non è stata neanche una. Decreti con tale contenuto non sono mai stati trasmessi per la notifica dal tribunale e la Miano non ha presentato loro copie e atti di trasmissione per la notifica e di notifica.

- che io avrei chiesto al bambino: "E’ vero che questa signora è stata cattiva con te" e che il bambino avrebbe risposto: "No, è stata molto gentile" - in realtà la Miano non si era avvicinata a me e io non sapevo della sua presenza, non sapevo che è stata lei a portare i bambini sul posto finche non avevo visto dei reportage TV.

- che io in diverse occasioni avrei "organizzato le proteste utilizzando manifesti diffamatori nei confrotni di vari operatori del sociale… presentando diverse denunce alle A.G. per i fatti inesistenti" - è una vera ingiuria e diffamazione della mia persona, in quanto non ho mai organizzato le proteste ma le azioni utili ed efficaci per liberare i figli dal sequestro ( è evidente, li ho liberati mente altri cittadini che protestano non li vedano da anni), nessuno mi ha mai denunciato per diffamazione, in primis la Miano stessa, e le querele da me presentate sono tutte per i reati concreti veramente compiuti. Il fatto che autorità giudiziarie fino ad oggi non hanno effettuato processi dimostra solo reato di omissione di atti d’ufficio e dei doveri istituzionali da parte delle autorità. Dal punto di vista logico è impossibile presentare una querela per "un fatto inesistente", o si fa una querela per un reato o si compie il reato di calunnia. Contro di me non ci sono procedimento per calunnia e se ci saranno dimostrerò la mia buona fede.

- che io e il padre dei bambini c’eravamo messi "in diverse pose assieme ai minori" davanti ai fotografi - un bambino piangente in braccio ai genitori non significa "mettersi in pose". Si vede che la Miano era irritata che bambini piangevano e abbraciavano noi genitori e parenti, e che noi li abbraciavamo in risposta, e lo ha ritenuto "mettersi in posa".

La p.m. aveva il dovere di richiedere dalla Miano le prove di tutte queste affermazioni, però non lo ha fatto, favoreggiando con ciò alla Miano e aiutandola nel reato di calunnia e falso ideologico. La figura del p.m. nel'ordinamento giudiziario è ideata per stabilire la verità dei fatti, un p.m. che non lo fa compie reato.

Perché la Pubblico Ministero ha permesso all’assistente sociale Miano – un pubblico ufficiale – di mentire impunimente? Conoscenze giuste? Regali? Se avessi mentito io... ai-ai-ai! avrei già ricevuto qualche condanna!!! In Italia possono mentire e testimoniare il falso solo assistenti sociali e loro colleghi!

 
dibattitopubblDate: Mercoledì, 04/05/2011, 23:05 | Message # 6
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ATTO QUARTO - ATTO DI CITAZIONE IN GIUDIZIO CONTIENE FALSO IDEOLOGICO DOLOSO E DINEGA IL DIRITTO DI PRESUNZIONE DI INNOCENZA

La Pubblico Ministero Sabrina Monteverde ha indicato il falso ideologico sull’atto di citazione in giudizio con lo scopo di favoreggiare l’assistente sociale Miano Silvia.
Sull’atto di citazione in giudizio è stato trascritto che la Miano sarebbe l’affidataria dei miei figli mentre in realtà non lo era a causa di asenza dei decreti regolari e aventi l’efficaccia legale. Non si indica che la Miano non ha la laurea e esercita il mestiere dell'assistente sociale senza avere senza avere requisiti previsti dalla legge (il che potrebbe essere inquadrato come esercizio abusivo del mestiere).

La Miano con le sue colleghe Corso e Gargano hanno eseguito il decreto irregolare e non avente efficacia legale del 6/06/2003 (di detenzione carceraria dei minori in una struttura carceraria segreta e di affidamento dei minori ad un affidatatio ignoto senza un motivo), compiendo i reato di abuso d’ufficio, sottrazione dei minori e seqestro di persona (con conseguente richiesta di denaro per la liberazione). Anche il 10/08/2003 i bambini si trovavano in loro compagnia abusivamente e illegalmente.

In più la pubblico ministero ha presentato le accuse come fatti veramente accaduti e non come fatti che devono essere provati, denigrando e umiliando in partenza tutte le persone calunniate, negando il diritto alla presunzione dell’innocenza (art. 24 costituzione).

Così, il processo era partito con un forte favoreggiamento alla Miano Silvia e le sue colleghe - complici dei reati precedenti.

Seguono 3 delle 4 pagine dell'atto di citazione a giudizio (la pagina 2 è omessa in quanto descrive le frasi attribuite alle persone calunniate con loro dati personali). Dall'atto si vede la pubblico ministero ha completamente omesso indagini, che le Miano,Corso e Gargano sono state inquadrate come testimoni (mentre dovevano indicare loro i testimoni per provare il proprio dichiarato), il carabiniere si indica giustamente come testimone.

 
dibattitopubblDate: Mercoledì, 04/05/2011, 23:09 | Message # 7
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ATTO QUINTO - OMISSIONE DOLOSA DELLA NOTIFICA DA PARTE DEI CARABINIERI DI SESTA GODANO E MANCATO CONTATTO DA PARTE DELL’AVVOCATO ASSEGNATO D’UFFICIO

L'atto di citazione in giudizio era stato mandato per la notifica ai Carabinieri di Sesta Godano, al maresciallo Giovanni Rossi, nonostante ricevo ormai da anni tutte le notifiche presso Carabinieri di Chiavari di che ci sono avvisi anche in rete. Il maresciallo Rossi ha omesso di telefonarmi e di avvisarmi della notifica, o di portarmela di persona, avendo lo scopo di farmi diventare contumace al processo.

L'uffciale dell'anagrafe del comune di Sesta Godano Sig.ra Angela Rossi ha contributo nell'ingannare le Autorità Giudiziarie, contribuendo con una lettera nella quale dichiara il falso ideologico che io sarei irreperibile e che mi hanno cancellato la residenza per irreperibilità (preciso: per proclamare la mia irreperibilità non è stato fatto neanche un accertamento previsto dalla legge e la proclamazione illegale di irreprebilità non è altro che il reato di falso ideologico e abuso d’ufficio, il comune ha da anni il mio numero telefonico). Sembra veramente essere in un paese di quarto mondo, dove non si conosce il termine "osservare la legge".

Preciso che i Carabinieri e amministrazione comunale di Sesta Godano sanno perfettamente come trovarmi dal momento di occupazione della mia abitazione da parte dei criminali, in quanto sono stati avvisati perfino con delle lettere A.R. fatte speciale per loro! Ho chiesto più volte a queste persone di smettere di mentire e di dichiarare il falso sulla mia reperibilità, però si vede che loro hanno bisogno di mentire ossessivamente e patologicamente! Ognio volta quando loro dichiarazno il falso io faccio querele previste dalla legge avvsando autorità giudiziarie del comportamento illegale di queste persone, però nessun processo è ancora partito. Il reato è chiaro e preciso, come mai non partono processi? Corruzione/concussione in mezzo? Bohh, ditemi voi – italiani…

Ho saputo dell'udienza per caso, da una telefonata anonima, che mi avvisava dell'esistenza del processo: "Dottoressa Babenko, c’è un altro processo segreto contro di Lei, chiami per informazioni nella cancelleria… ".
Preciso, che a Chiavari hanno già tentato di organizzarmi due processi segreti, e mi hanno dichiarato irreperibile tramite ricerca sul cognome "BABAENKO" e seguente cancellazione a mano della lettera "A" in più senza apostille prevista dalla legge - rischiavo seriamente di essere condannata in contumaccia, però sono riuscita a subentrare in tempo utile e vincere contro miei calunniatori assistente soicale Margarita Sadowsky e don Rinaldo Rocca. Anche in quel caso avevo ricevuto una telefonata anonima.

Saranno puniti Carabinieri e amministrazione di Sesta Godano per dolosa e repetuta omissione delle notifiche? Credo che no. Sembra che è la categoria che ha il diritto di violare la legge impunemente!

Segue la copia del documento con il quale sono stata falsamente dichiarata irreperibile in un processo presso tribinale di Chiavari (in base delle calunnie dell'assistente sociale Margherita Sadowsky, sono già assolta con formula piena), si vede che sul posto di BABENKO e scritto BABAENKO ed è presente la correzione a mano senza apostille prevista dalla legge. Preciso che ho regolare carta di soggiorno (annche se per cittadini comunitari non serve, l'ho fatta lo stesso), ho avuto regolare residenza concessa dal comune di Sesta Godano dopo severissimi controlli della mia persona anche per assenza delle malattie mentali e infettive (sic!) e ho svolto attività lavorative regolarmente registrate preso autorità italiane competenti mentre nel testo di indica che non risulto da nessuna parte.

Persona responsabile per la falsificazione fino ad oggi non è stata punita. Evviva l'impunità e falsificazioni negli atti giudiziari!

 
dibattitopubblDate: Mercoledì, 04/05/2011, 23:10 | Message # 8
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Avvocato assegnato d’ufficio

Nell’atto di giudizio mi è astato assegnato l’avvocato per la difesa: FRANCO STURLA, Genova viale Sauli 5/5. Questo avvocato non si era minimamente preoccupato di contattarmi mettendomi sotto il rischio della condanna ingiusta in contumacia.
Capisco che i miei dati personali non si indicano né sulla querela delle Miano/Corso/Gargano né sulla relazione dei Carabinieri, né sull’atto di citazione in giudizio – in quanto sono estranea ai fatti e non sono stata identificata dai Carabinieri.
Omettendo di identificarmi i di inserire i miei dati personali nell’atto di citazione a giudizio, la Pubblico Ministero voleva mettermi in situazione pregiudizievole di contumace e di privarmi della possibilità e del diritto di difesa, però l’avvocato doveva fare una ricerca tramite registri dei permessi e di carte di soggiorno (tutti gli stranieri sono iscritti in questi registri) e semplicemente digitando il mio nome nella ricerca sull’internet – vi subito appare la mia pubblica dichiarazione di reperibilità, fatta speciale per evitare di non essere trovata.

Con grande fatica sono riuscita a reperire il processo in questione e a sapere chi è l’avvocato assegnatomi. L’avvocato non ha voluto seguire la pratica personalmente e l’ha assegnata ad una sua collega – Debora Bracco. Essendo in buona fede e sapendo di essere stata calunniata non mi ero preoccupata – non potevo neanche immaginare la possibilità di ricevere ingiuistamente e illegalmente una condanna.

Comunque, consiglio a tutti di comunicare subito all’ordine degli avvocati e al giudice quando un avvocato assegnato non vuole occuparsi personalmente della pratica e la passa ai colleghi. L’avvocato Bracco mi ha tradito e non ha fatto il proprio dovere, di che racconterò più avanti in ordine cronologico. Dico solo che avevo portato 2 testimoni per me e gli altri coimputati non hanno portato testimoni, però sulle sentenze non si indica che testimoni sono miei e non degli altri (!), l’avvocato stessa mi ha detto: "Ma giudice non sapeva che i testimoni sono Suoi!" (sic!) – a cosa serve l’avvocato allora? Testimoni esplicitamente testimoniano per me, dicendo che non ho fatto quello di che sono accusata e che non ero come mi ha descritto la mia controparte, e giudice fa finta di non capirlo? Ma è tribunale o qualche manicomio?

 
dibattitopubblDate: Mercoledì, 04/05/2011, 23:14 | Message # 9
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ATTO SESTO - LA PRIMA UDIENZA DA GIUDICE DI PACE FILIPPO SANTARELLA - estorsione del denato in cambio del ritiro della querela

28/02/2008

ASSISTENTE SOCIALE DEL COMUNE DI SESTA GODANO LA MIANO SILVIA ESTORCE IL DENARO IN CAMBIO DEL RITIRO DELLA QUERELA E GIUDICE FILIPPO SANTARELLA SE NE FREGA DELLA LEGGE E NON LO IMPEDISCE

Art. 152 comma 4 Codice Penale: la remissione della querela non può essere sottoposta sotto termini o condizioni. Nell’atto di remissione può essere fatta rinuncia al diritto alle restituizioni e al risarcimento del danno.

E’ stato fatto un vero mercato su questa udienza! La Miano Silvia e le sue due compagne non si erano presentate, c’erano solo 2 avvocati della Miano (interessante, li paga la Miano da sola o spende i soldi del comune o dello Stato?). Abbiamo scoperto che la Corso e La Gargano hanno ritirato la querela per poter testimoniare per la Miano – in quanto le donne hanno dichiarato il falso, non hanno potuto trovare alcun testimone, nessuno era disposto a mentire … quindi si sono arrangiati trasformandosi dalle querelanti in testimoni. Ma si può? Quanto è affidabile la testimonianza del genere?Gli avvocati della Miano hanno annunciato che la Miano ritira la querela solo in cambio di denaro. In più del denaro la Miano ha chiesto le lettere delle scuse per gli insulti inventati da lei stessa!

L’avvocato Bracco Debora a me assegnato d’ufficio ha fatto tanti tentativi per convincermi di pagare il denaro estorso dalla calunniatrice e di scrivere la lettera delle scuse per parole mai dette. Io sono stata ferma sul fatto di non avere commesso alcun reato, di essere stata sempre rispettosa della legge, di non essere disposta di pagare le somme estorse per il ritiro della querela-calunnia in quanto la legge italiana prevede che il ritiro della querela deve essere incondizionato e non in cambio di pagamento di denaro e delle lettere delle scuse per i reati non commessi. Ero disposta ad accettare il ritiro della querela incondizionato, così come lo prevede la legge. E non avevo paura del processo in quanto non ho commesso alcun reato, infatti non sono stata neanche identificata dai carabinieri in quanto totalmente estranea ai fatti, a differenza dagli altri coimputati.

Delle persone calunniate erano presenti solo io, mio ex marito e sig. G.M.. Loro si sono resi disponibili di pagare le somme richieste, pur di eliminare il fastidio del processo, sottolineando la loro innocenza. Mio ex marito era disposto di scrivere anche la lettere con le "scuse" (più tardi, ridendo, mi aveva detto che con tanto dispiacere ha perso quest'occasione in quanto desiderava elencare tutti i reati commesse dalla donna in forma delle scuse e di mandare questa lettera alla stampa). Sig. G.M. si era rifutato categoricamente di scrivere la lettera delle scuse, in quanto non aveva commesso alcun reato. Gli altri calunniati non c'erano e non è stato possibile sapere cosa pensano loro su una tale "offerta". Gli avvocati della Miano si erano rifiutati di accettare la disponibilità del sig. G.M. e di mio ex marito e hanno pompesamente annunciato che la Miano voleva il denaro e le scuse da tutti, o tutti o niente.

Mio ex marito è semiparalizzato, il giudice lo ha visto come lo hanno visto tutti, però non aveva ripreso la Miano per l'estorsione del denaro da un invalido fisico. Il mio ex marito ha avuto la paralisi a causa di vita senza tetto dopo l'occupazione dell'abitazione dai banditi, in quanto la Miano stessa gli ha negato l'accesso a qualsiasi tipo di serizi previsti dallo Stato italiano alle vittime della criminalità – anche se è cittadino italiano. La vita sulla strada lascia sempre danni.

Si aspettava che il giudice con tutta la dignità che dovrebbe avere un giudice, avrebbe ordinato alla Miano di fornire al mio ex marito tutti i servizi previsti per i casi del genere e che avrebbe offerto alla Miano di non estorcere il denaro da lui, in quanto già nelle difficoltà estreme. Però lo si aspettava invano... Il giudice faveva il mercato con la bravura dei venditori, fregandosi della legge e invitando insistemente gli innocenti di autoincolparsi del reato mai commesso e di regalare alla Miano il denaro che voleva avere.

E’ stato molto deludente e ha fatto venire i sentimenti sgradevoli, che il giudice non ha ricordato agli avvocati della Miano che la legge prevede che il ritiro della querela deve essere incondizionato senza estorsione del denaro o delle lettere di scuse per reati non commessi. E’ molto brutto quando un giudice non osserva la legge e non la applica.

Chi mi spiega perché il giudice non ha chiesto di osservare la legge e ha accettato le pretese contrarie alla legge degli avvocati della Miano Silvia? Ma la legge allora a cosa serve?

 
dibattitopubblDate: Mercoledì, 04/05/2011, 23:18 | Message # 10
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ATTO VII - SECONDA UDIENZA – IL GIUDICE DR. FILIPPO SANTARELLA RIDE E SI DIVERTE

SECONDA UDIENZA – IL GIUDICE FILIPPO SANTARELLA RIDE E SI DIVERTE ASCOLTANDO LA PARTE CALUNNIATRICE E NON PRENDE IN CONSIDERZIONE LA TESTIMONIANZA DEL CARABINIERE CONTRARIA ALLA PARTE CALUNNIATRICE

AVVOCATI OMETTONO DI FARE LE DOMANDE ALLA PARTE CALUNNIATRICE E CITTADINI CALUNNIATI NON HANNO IL POTERE DI INTERVENIRE A CAUSA DELLA LEGGE DIFETTOSA E INGIUSTA

Il 27/03/2008 è stata effettuata la seconda udienza dedicata all’ascolto della parte accusatrice.

Delle persone calunniate erano presenti solo io e la sig.ra A.A., in ruolo di Pubblico Ministero era una certa Dr.ssa Lombardo e non la Sabrina Monteverde.
Prima dell’udienza in corridoio d’attesa le Miano, Corso e Gargano rileggevano la loro querela del 11/08/2003 e si accordavano vivacemente e rumorosamente sulle dichiarazioni da fare. Non mi hanno riconosciuto e si erano accomodati vicino a me. Quanto il mio avvocato mi ha chiamato per nome si erano alzate tutte rosse e spostate in fondo del corridoio.

Avvocato Mario Scopesi mi copre degli insulti e giudice e p.m. non intervengono per la tutela di miei diritti, della legalità e di buon costume in generale

L’udienza è iniziata con insulti e diffamazioni nei miei confronti da parte dell’avvocato della Miano Silvia di nome Mario Scopesi. L’avvocato si è permesso di affermare che io avrei una tendenza a delinquere (!), compiendo il reato di falso ideologico doloso e di diffamazione, in quanto dagli atti del processo sapeva perfettamente non sono mai stata condannata nella vita mia e che ho già vinto due processi a mio carico (in base delle calunnie dell’assistente sociale Margerita Sadowsky e don Rocca Rinaldo), dimostrando la mia buona fede, onestà e il rispetto della legge. Nei processi penali gli imputati hanno il dovere di presentare la certificazione delle condanne penali o di assenza degli stessi. Avevo presentato certificati di assenza delle condanne rilasciati sia dalle Autorità Estoni sia dalle Autorità Italiane. Quindi, da parte dell’avvocato è stato un’offesa consapevole e dolosa del mio onore e della reputazione con lo scopo di ingannare il giudice e il Pubblico ministero e di diffamarmi davanti tutti i presenti.

Ripreso da parte del mio avvocato sul fatto di mentire spudoratamente e dolosamente, lo Scopsi si è "giustificato" che ritiene che in Italia le querele presentate dai cittadini sono reati e che le querele che ho fatto io contro reati della Miano Silvia sarebbero secondo lui reati – con tutto ciò che la Miano non ha mai fatto una controquerela. Giudice aveva chiesto se la Miano abbia mai fatto qualche querela e se si sentiva lesa da qualche mia querela, su di che lo Scopesi con un sorriso storto chiariva che no. A questo punto il giudice ha cominciato a ridere e a sorridere, divertendosi e omettendo di riprendere l’avvocato per le menzogne, falso ideologico e offese del mio onore e della reputazione in danno alla Giustizia. Anche la Pubblico Ministero ha omesso di provvedere nei confronti della menzogna dell’avvocato e delle offese nei miei confronti.
Né giudice né pubblico ministeroné avvocato Bracco non hanno chiesto dall’avvocato Scopesi di porrmi le scuse immediate, dovute in questa occasione. Tutte queste persone mi davano la "signora" sul posto di "dottoressa" umiliandomi e mettendo sullo stesso livello della Miano, la cui non è laureata. Mi sembrava di essere in mezzo ai razzisti-estremisti e omissioni del giudice e della p.m. non erano altro che descriminazione razziale basato sull’odio razziale.
L'avvocato Bracco era rimasta inerte e non ha provveduto per la mia difesa, io in qualità della persona accusata non avevo il diritto di parola, appena volevo proteggere il mio onore la p.m. diceva in maniera non rispettosa che non ho diritto di parlare (!!!). Dopo l'idienza avevo chiesto all'avvocato Bracco di provvedere con querela per ingiuria/diffamazione contro lo Scopesi e per altro ravvisabile (tipo falsa testimonianza o falsa dichiarazione alle autorità), l'avvocato mi prometteva però dopo non ha fatto nulla.

"Memoria" calunniatoria e diffamatoria dell’avvocato Scopesi

Lo Scopesi non si era limitato di insultarmi verbalmente ma ha anche consegnato al giudice e al p.m. una specie di "memoria", nella quale ha elencato una parte di istanze, esposti, querele, ricorsi e altro presentato da mia famiglia in seguito all’occupazione della mia abitazione da parte dei criminali, deviando lo stato reale delle cose e ommetendo di indicare i fatti contrari all’interesse della Miano. Istanze sono state indicate come lettere, querele come esposti o lettere, ricorsi nella sede civile come "denunze" o esposti, e altro del genere. L’avvocato ha accuratamente omesso di indicare i nomi delle persone da me querelate e gli articoli penali dei reati esplicitamente denunciati. Lo Scopesi ha volutamente falsificato il contenuto dei documenti da lui descritti.

L’avvocato ha indicato il falso sull’esistenza dei processi pendenti a mio carico, nascondendo accuratamente che io avevo già vinto questi processi (sempre quei due processi in base delle calunnie della Margerita Sadowsky e don Rocca Rinaldo).

Nella memoria sono presenti anche insulti pesanti molto sporchi nei miei confronti, fatti con evidente odio razziale. Appena ho avuto questa "memoria" ho fatto querela penale contro lo Scopesi per reati di ingiuria, falso ideologico, diffamazione e altro ravvisabile senza aspettare che lo faccesse avvocato d'ufficio.

Lo Scopesi ha usato insulti contro di me in quanto non aveva alcuna prova in favore della sua assistita e ha scelto di insultarmi, offendendo l’onore e la reputazione mia e di tutta la mia famiglia. Altri coimputati non sono stati insultati – il che conferma amcora una volta che le azioni dell’avvocato sono state guidate dall’odio razziale ed erano indirizzati a provocare l’odio nei miei confronti anche nel giudice stesso e nei tutti altri italiani presenti.

Forse lo Scopesi pensava che non capisco l’Italiano ed era sicuro di potermi insultare senza che mi accorgessi.
La "memoria" è di 10 pagine, 10 pagine di invenzioni, falsità e gioco di fantasia malsana – ma quanto tempo bisognava perdere per scriverla!? Un lavorone che richiede parecchio tempo!

Come si vede lo Scopesi si era buttato nel promuovere gli interessi della Miano Silvia in maniera molto calda, personale e altamente altruistica, abbassandosi di aggiungere le proprie menzogne alle menzogne della Miano – di solito gli avvocati non mentono per loro clienti, limitandosi a riferire solo menzogne dei loro clienti senza essere coinvolti… La Miano si dichiara di essere una donna sposata… bohh… situazione curiosa dal punto di vista psicologico.

Lo Scopesi ha omesso di consegnare una copia della "memoria" in questione a me e al mio avvocato subitosull’udeinza, per questo non l’avuto subito. L’avvocato Bracco doveva preparare una memoria di risposta, però non l’ha mai fatto, in seguito si era giustificata che la "memoria" non riguardava le questioni di causa.

Ascolto della parte calunniatrice e del carabiniere-testimone

Dopo aggressioni verbali nei miei confronti da parte dello Scopesi sono stati sentiti calunniatrici Miano, Corso e Gargano e carabiniere-testimone. A queste persone non sono state fatte domande utili per chiarire la verità dei fatti, in particolare qundo entravano in contraddizione tra di loro e contro sé stessi. Ascoltando contraddizioni e falsità deliranti il giudice Santarella rideva apertamente nonostante la questione riguarda il sequestro e trattamenti disumani e degradanti a due bambini.
Il 22/01/2008 aveva inviato un'e-mail all'avvocato Bracco con l'elenco delle domande da fare alla controparte e al carabiniere con lo scopo di evidenziare la verità dei fatti. L'avvocato Bracco mi assicurava che ha preso domande in considerazione e che aveva preparato anche tante altre domande. Sull'udienza, però, l'avvocato non ha fatto nessuna di queste domande alla controparte, ledendo gravemente i miei diritti. Sentendo le dichiarazioni della controparte e del carabiniere nella testa apparivando ulteriori domande indispensabili ai sensi della rivelazione della verità. Io suggerivo alcune domande al mio avvocato, però non le ha fatte.

Purtroppo in Italia le persone imputate non hanno il diritto di porre le domande ai testimoni e a i propri calunniatori/accusatori, il che rappresenta una gravissima mancanza nel diritto italiano, in quanto vanno lesi diritti alla difesa, all’indagine, alla definizione della verità e alla giuistizia in generale.

L'art. 498 p.1 C.P.P. prevede: "Le domande sono rivolte direttamente dal pubblico ministero o dal difensore che ha chiesto l'esame del testimone". Cittadini accusati di fatto non hanno diritto alla difesa quando avvocati lavorano male o addirittura tradiscono.

L'art. 6 p.3 lett.D della L. 848/1955 (convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo) invece prevede: "In particolare, ogni accusato h adiritto di ESAMINARE E FAR ESAMINARE i testimoni a carico ed ottenere la convocazione e l'esame dei testimoni a discarico nelle stesse condizioni dei testimoni a carico".
Come si vede, c'è un gravissimo contrasto in danno ai cittadini accusati e al dirritto alla difesa tra due leggi italiane: codice di procedura penale e la convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo. L'esame della parte accusatrice è stato omesso e conseguentemente è stato leso il mio diritto ad un equo processo
.

La pubblico ministero aveva le domande che suggerivano le risposte e tutti gli avvocati presenti, tranne quelli della Miano, protestavano a voce alta, chedendo la p.m. di rispettare la legge e di non fare le domande contententi le risposte e conducenti le persone di fare le risposte volute dalla p.m.. Pressioni particolari sono state fatte nei confronti del carabiniere: la p.m. l'aveva obbligato a confermare di avere assistito a tutti gli eventi descritti nel verbale sul posto di chiedere se il verbale è stato scritto interamente dalle parole della Miano o se ha assistito a qualcosa. Il carabiniere inizialmente cofermava tutto richiesto dalla p.m. e dopo specificava di non ricordare (sic!).

Prima di sentire la parte calunniatrice e il testimone non è stata chiarita la dinamica degli eventi anche se era sstata da me depostiata agli atti insieme con la piantina del posto - si vede che la parte calunniatrice veniva favoreggiata e tutti gli elementi a suo sfavore venivano "scartati" senza motivazione prevista dalla legge.
Il testo seguente si basa sul verbale dell’udienza. Purtroppo il verbale non rispecchia tutte le cose dette (io stendevo il mio e dopo ho paragonato i due scritti, quello del tribunale è solo 1/30 o anche meno di tutto il detto). Il che attesta che cittadini devono venire con le attrezzature di registrazione sulle udienze per tutelare i propri diritti, in quanto cancellire possono omettere l'importante e anche cambiare le frasi a proprio piacimento.
Nonostante situazione inequa e ingiusta il carabiniere esplicitamente testimoniava la mia estraneità ai fatti (non sono stata indicata con un dito e identificata, non ero presente sul posto degli eventi), la Miano diceva esplicitamente che tutte le persone che l'avrebbero insultata sono stati indentificati conducendo sempre alla mia estraneità ai fatti in quanto non identificata, testimoni a carico affermavano di non ricordare se avevo detto qaulcosa e una delle due addirituttura di non ricordare se la Miano è stata insultata e che tutte le persone che avrebbe insultato sono stati identificati e non si erano allontanati dal posto degli eventi - mentre io ero andata via dopo 5 minuti.

Dichiarazioni della Gargano Paola – autista

La Gargano Paola è una donna estremamente primitiva, di corporatura molto robusta, abbondante di corpo, la cui ha lo stile di comportamente maschile. A differenza del 2003 la Gargano ha tagliato via i capelli e aveva il taglio da uomo.
La donna non capiva bene la lingua italiana, per esempio non sapeva cosa significa il verbo "identificare", quindi le venivano fatte domande in forma molto primitiva, per esempio "identificare" le è stato spiegato come "i carabinieri hanno guardato i Suoi documenti?".
La donna ha più volte ripetuto la parolaccia "troia/troie", dimostrando una forte abitudine e domestichezza all’uso delle parole del genere.
Ho sentito il sentimento di orrore pensando che i miei figli sono stati in compagnia di questa donna nel periodo di sequestro e che hanno passato una giornata intera in sua compagnia in giorno della consegna. Il giudice, invece, ha cominicato a ridachiare, gli sembrava buffo e divertente, che una tale donna ha avuto in possesso i miei figli senza un regolare permesso del tribunale dei minori. Non credo che il giudice avrebbe permesso a questa donna di avere accesso ai propri figli o nipotini.
Alla Gargano non è stato chiesto il motivo del ritito della querela, il motivo per il quale non ha ripetuto la versione dei fatti presentata da lei stessa nella querela ai Carabinieri il 11/08/2003, anche se l’aveva riletta immediatamente prima dell’udienza nel corridoio in unità con le Miano e Corso. Non le è stato chiesto di collocare i presunti insulti nelle quattro fasi degli eventi e di disegnare la piantina del posto indicando tutti gli spostamenti. Il che era logicamente indispensabile per chiarire la verità. Nessuno degli avvocati-difensori ha insistito per la definizione di questi fatti.
La Gargano rispondeva sulle domande della Pubblico Ministero senza raccontare prima i fatti spontaneamente, in quanto non era in grado di esporre i fatti in forma di un racconto libero (purtroppo, le domande non si indicano sul verbale):

"Eravano tutti insieme, io, la Miano, la Corso, i due bambini, la madre dei bambini, il console estone con altra gente che non conoscevo. Ci hanno accolto in malomodo con atteggiamento di sfida. Molta confusione. Molte parole forti. C’era una signora con un cartello, un uomo che scattava le foto."

"IO CONOSCEVO LA SIGNORA BABENKO. NON RICORDO SE HA DETTO QUALCOSA. RICORDO LE FRASI MA NON CHI LE HA PRONUNCIATE. LE PERSONE ERANO 4 O 5, IO ERO UN PO’ DISTACCATA. HO SENTITO UNA FRASE INDIRIZZATA ALLA SIGNORA MIANO CHE AVEVA UN VESTITO STILE CINESE "LA TROIA DI PECHINO". UN SIGNORE CON UN BAMBINO PER LA MANO HA SPUTATO PER TERRA E HA DETTO "BRUTTE TROIE". NON HO SENTITO NULLA DAL SIGNORE CHE SCATTAVA LE FOTO, GLI HO CHIESTO PER PIACERE DI NON FARE FOTO".

Come si vede dalla foto della consegna, la Gargano si trovava dietro alla mia famgilia nel momento della consegna, il che corrisponde al "io ero un po’ distaccata". Prima che apparissero i bambini la Gargano e la Corso di trovavano sul marciapiede vicino a me e mio ex marito, a destra da noi, venendo sul posto della consegna prima della Miano, lasciando la Miano e bambini dietro o in mezzo di tre file di pullman e autoveicoli. Quando i bambini sono apparsi sul posto della consegna da dietro uno dei pullman, noi c’eravamo corsi incontro a loro e loro incontro a noi, c’eravamo incontrati già sulla strada, le Gargano e la Corso si sono rimaste sul marciapede e si trovavano di fatto dietro di noi, alla distanza di 2-3 metri, come sembra dalla foto. Nel momento dell’arrivo dei bambini eravamo vicino, se io o mio ex marito avessimo detto qualcosa contro la Miano, la cui non consocevamo e di cui avremmo pensato che sarebbe un’agente di forse dell’ordine se l’avessimo vista, loro l’avrebbero perfettamente sentito. Preciso anche che abbiamo fatto delle esclamazioni tipo "tesoro, amore di papà/mamma" quando abbiamo visto bambini, però nessuna delle donne ha riferito queste frasi.

"NON RICORDO SE HA DETTO QUALCOSA" è una pura menzogna, in quanto stando dietro di me la Gargano doveva sentitre tutto, in particolare le espressioni d’amore espressi verso bambini.

Affermazione sull’attegiamento di sfida attesta le paure interne psicologiche della Gargano, in quanto le persone, che le ha viste arrivare dalla piazza della Vittoria verso le file dei pullman, ha pensato che fossero agenti di Polizia e salvatrici dei bambini dalle mani dei sequestratori. L’affermazione della Gargano attesta la comprensione e consapevolezza della stessa della gravità dei reati compiuti.
Dalla Gargano non è stato chiesto di specificare cosa la stessa intendeva sotto "l’attegiamento della sfida" e come mai ha valutato la situazione in un tale strano modo visto che sul posto era un via-vai di gente e caos.

Rispondendo sulla domanda del P.M.:
"NON MI SEMBRA DI AVERE VISTO LA SIGNORA MIANO CON QUALCUNO" – il che contradice alla frase inziale "Eravano tutti insieme, io, la Miano, la Corso, i due bambini, la madre dei bambini, il console estone…".

"Mercier, lo avevo già consociuto, non ricordo cosa ha detto ma l’atteggiamento era lo stesso degli altri, era un tono concitato, non ricordo se ha fatto delle offese, non sono in grado di dirlo per via della concitazione".
Se abbraciava i figli, l’atteggiamento non poteva essere "lo stesso degli altri".

"Ho sentito la donna con il cartello dire "Ci avete portato via i bambini, avete violato le convenzioni". Ho sentito frasi ingiuriose nei confronti del … (illegibile, forse "gruppo"). Non sono in grado di dire se la signora con il cartello abbia pronunciato frasi ingiuriose nei confronti della Miano".

"I contestatari erano 4 o 6. C’erano anche altre persone che aspettavano la corriera".

Le risposte della Gargano alle domande degli avvocati (anche le domande degli avvocati non sono trascritte sul verbale):
"RICORDO CHE SONO STATE DETTE FRASI INGIURIOSE MA NON NEL DETTAGLIO".
Ricordano che "i contestatari erano 4 o 6" la Gargano poteva tranquillamente ricordare i dettagli. In caso contrario non poteva ricordare la quantità dei "contestatari".

"HO SENTITO LE FRASI INGIURIOSE DI CUI NON RICORDO LE PAROLE ESATTE NE CHI DEI PRESENTI LE ABBIA PRONUNICATE".
Rispondendo sulla prima domanda (guardi su) la Gargano ha risposto: "HO SENTITO UNA FRASE INDIRIZZATA ALLA SIGNORA MIANO CHE AVEVA UN VESTITO STILE CINESE "LA TROIA DI PECHINO". UN SIGNORE CON UN BAMBINO PER LA MANO HA SPUTATO PER TERRA E HA DETTO "BRUTTE TROIE"".

"NON RICORDO SE LA FRASE ESATTA SIA STATA "MISS PECHINO HAI VIOLATO LA CONVENZIONE DEI DIRITTI".

"LA SIGNORA BABENKO MI ERA STATA INDICATA COME LA MADRE DEI BAMBINI, PRIMA DEI FATTI AVEVO INCONTRATO SOLO IL SIG. MERCIER. I BAMBINI LI ABBIAMO CONSEGNATI APPENA ARRIVATI. IL PULLMAN è PARTITO DOPO CIRCA 30 MINUTI. I CARABINIERI SONO INTERVENUTI DOPO UN PO’. MI SEMBRA CHE FOSSERO PRESENTI ALLA PARTENZA DEL PULLMAN."
In questa frase la Gargano afferma che non mi conosceva, che non mi ha mai incontrato, che io le sono stata indicata da qualcuno (non è stato chiesto da chi). Invece rispondendo sulle prime domande la Gargano ha detto: "IO CONOSCEVO LA SIGNORA BABENKO". Una tale contraddizione attesta il fatto di falso dichiarazioni. Prima mi conoscevva, dopo io le sono stata indicata da qualcuno come madre. Non le è stato chiesto dove e quando avrebbe "incontrato" il mio ex marito. Cinque minuti sono sembrate alla donna di essere l’intera mezz’ora, cos’ succede solo nei casi della coscienza sporca.
Prima la Gargano dice che i Carabinieri erano arrivato dopo un po’ dopo la partenza del pullman e dopo che le sembra che fossero presenti alla partenza del pullman.

E ancora le risposte della Gargano:

"CON LA PRESENZA DEI CARABINIERI SI SONO CALMATE LE ACQUE"

"SI TUTTO IL GRUPPO AVEVA L’ATTEGIAMENTO DI SFIDA E HO SENTITO VOCI DI UOMINI E DONNE" .

"NON POSSO ATTRIBUIRE LE FRASI ALLE PERSONE PERCHé NON LE CONOSCO".
Invece il 11/08/2003 la Gargano ha chiaramente e dettagliatamente attribuito le seguenti frasi alle persone da lei querelati: "ECCO LA VENDITRICE DEI BAMBINI, VERGOGNATI, GUARDATE COM’E’ CON LA MINIGONNA!", "MISS PECHINO, HAI VIOLATO LA CONVENZIONE PER I DIRITTI DEI BAMBINI E LA SENTENZA DEL TRIBUNALE, NON HAI ESEGUITO LA SENTENZA DEL TRIBUNALE", "Maledette", "VAFFANCULO, FACCE DI TROIA", "STUPIDA FAI LE COSE DA STUPIDA", "FATE SCHIFO, FATE UN LAVORO SPORCO, VERGONATEVI" – ad ogni persona è stata attiribuita la frase specifica. Sotto la querela c’è la sua firma. Prima dell’udienza nel corridoio d’attesa la Gargano ha riletto la propria querela in unità con le Corso e Miano, perché non ha ripetuto e non ha confermato davanti al giudice il dichiarato ai Carabinieri il 11/08/2003??? Nel 2003 nella versione dei fatti presentata ai Carabinieri di Borghetto di Vara solo la signora A.A. è stata accusata di dire la frase "faccie da troia", invece nel 2008 sono state accusate le persone imprecisate.
Dopo l’arrivo dei Carabinieri la Gargano ha passato più di un ora nella compagnia delle persone indicate con il dito dalla Miano, discutendo (immagino) sulle questioni di comportamento aggressivo della Miano. In questi casi le persone si ricordano e come! Non si ricordano solo dopo brevi incontri di 5-10 minuti quando non si parla tanto.
Nell’arco della testimonianza la Gargano è stata più volte avvertita dal giudice dell’obbligo di dire la verità, però il giudice lo diceva ridacchiando…

Dichiarazioni della Fiorella Corso – educatrice-operatrice

Anche la Corso ha dimostrato una dimestichezza con le imprecazioni, ripetendole più volte e volentieri. Anche alla Corso non è stato chiesto il motivo del ritito della querela e perché non ha ripetuto la versione dei fatti presentata da lei stessa nella querela ai Carabinieri il 11/08/2003, anche se l’aveva riletta immediatamente prima dell’udienza nel corridoio in unità con le Miano e Gargano. Non le è stato chiesto di collocare i presunti insulti nelle quattro fasi degli eventi e di disegnare la piantina del posto indicando tutti gli spostamenti. Alla Corso non sono state fatte le domande, neanche una. Si vede che il giudice e la Pubblico Ministero non volevano arrivare alle utleriori contraddizioni nelle dichiarazioni. Dal mio punto di vista è stato un puro e aperto favoreggiamento alla Miano. Io sussuravo al mio avvocato le domande che volevo porre alla donna, però l’avvocato non ha voluto farle.

Ecco la dichiarazione–racconto della Corso:

"Ero con la Miano e con la Gargano in piazza della Vittoria dove abbiamo incontrato il console, c’era la Babenko e il Mercier e un’altra decina di persone, forse 15. Ricordo queste persone per attegiamenti irruenti nei nostri confronti. Ci sono state parolacce e insulti. … Riconosco presente in aula sola la Babenko, c’erano forse più donne. .. ricordo solo la signora col cartello. Dicevano "Vergognatevi" e insultavano anche "Troia", poi ricordo qualcuno che ha sputato".
Alla Corso non è stato chiesto cosa intende con "attegiamenti irruenti" e in quale maniera qualcuno poteva sapere che lei e le colleghe erano dei Servizi sociali e non agenti di Polizia. Se la Corso ha riconosciuto me, allora lei doveva riconoscere anche la sig.ra A.A., in qunto ha visto questa signora più tempo di averevisto me nella vita e ha perfino parlato con lei (la Corso ha visto me solo il 29/05/2003 per il tempo di 5 minuti, senza dirmi una parola, e mai più).

"NON RICORDO LE PAROLACCE. NON RICORDO LE FRASI NEI CONFRONTI DELLE ISTITUZIONI O DEL TRIBUNALE DEI MINORI. NON POSSO ESSERE CERTA AL 100% SE LA DONNA CON CARTELLO ABBIA INGIURIATO. TUTTI HANNO DETTO QUALCOSA. QUALCUNO HA INGIURIATO. HO SENTITO VOCI DI DONNA CHE INGIURIAVA MA NON SO DIRE CHI FOSSE, C’ERA MOLTA CONFUSIONE. NON RICORDO FRASI PRECISE."
La parola "troia" è una parolaccia. La Corso è entrata anche in contraddizione con il Carabiniere realtivamente alle frasi contro il Tribunale dei minori.

"La persona che ha sputato era un uomo, era del gruppo davanti all’autobus. IO ERO POCO PIU’ DISTANTE, non mi ha sputato adosso, ha sputato verso dove eravamo noi. NON RICORDO GESTI OFFENSIVI NEI NOSTRI CONFRONTI. C’era qualche giornalsita o persone che scattavano fotografie, erano parecchie. Non ricordo se la Miano abbia interloquito con chi scattava foto, non ricordo se è stata ingiuriata."
La Corso attesta che al momento della consegna "era poco più distante", cioè conferma la situazione ritratta dalla foto del momento di consegna. Non è stato chiarito se l’uomo abbia sputato prima dell’arrivo dei Carabinieri o dopo. Se un uomo dal gruppo davanti all’autobus (cioè uno dei passegeri) abbia sputato verso le Corso e Gargano nel momento di consegna dei bambini, lo sputo allora era diretto anche verso la mia famiglia e verso i miei figli – noi ervamo più vicino al bus delle Corso/Gargano, le cui erano sul marciapiede dietro le nostre spalle. Caso strano, non avevo visto sputare nella mia direzione… bohhh… si vede, ero troppo occupata dei figli o l’epsiodio sià avvenuto dopo l’arrivo dei Carabinieri, quando non ero già presente. All’inizio delle dichiarazioni la Corso aveva elencato i presunti insulti (guardi su), però alla fine ha detto della Miano: "non ricordo se è stata ingiuriata."

"NON RICORDO SE LA BABENKO ABBIA INSULTATO LA MIANO NE RICORDO SE L’ABBIA FATTO IL MERCIER."
Come nel caso della Gargano, stando inizialmente a fianco di noi e dopo dietro le nostre spalle, la Corso ha sicuramente sentito tutto. Come la Gargano, la Corso non accennato una parola sulle frasi d’amore e d’affetto esclamate da noi ai bambini dal primo momento che li abbiamo visti.

"Quelli che ho visto io arano tutti lì, non ho visto nessuno allontanarsi. Era una confusione immensa, non so dire se erano 10 di preciso, non posso escludere nulla, sono passari 5 anni".
Bohh, ma 10 persone possono creare "confusione immensa"??? Se la Corso è cosi sicura che nessuno si è allontanato, come può affermare di non ricordare le frasi precise e le persone che le avrebbero detto? In quanto mi ero allontanata dopo 5 minuti con tutti i miei parenti, anche questa frase attesta la mia estraneità ai fatti.

Come la Gargano, la Corso non ha neanche accennato sulle frasi da lei stessa indicate e firmate nella querela del 11/08/2003: "ECCO LA VENDITRICE DEI BAMBINI, VERGOGNATI, GUARDATE COM’E’ CON LA MINIGONNA!", "MISS PECHINO, HAI VIOLATO LA CONVENZIONE PER I DIRITTI DEI BAMBINI E LA SENTENZA DEL TRIBUNALE, NON HAI ESEGUITO LA SENTENZA DEL TRIBUNALE", "Maledette", "VAFFANCULO, FACCE DI TROIA", "STUPIDA FAI LE COSE DA STUPIDA", "FATE SCHIFO, FATE UN LAVORO SPORCO, VERGONATEVI", attribuite a ogni persona precisa. Nel 2003 nella versione dei fatti presentata ai Carabinieri di Borghetto di Vara solo la signora A.A. è stata accusata di dire la frase "faccie da troia", invece nel 2008 sono state accusate le persone imprecisate.

Dichiarazioni dell’assistente sociale Miano Silvia

La Miano ha mentito e ha dichiarato il più disparato falso ideologico, come fa da anni nelle sedi diverse. Ometto di indicarte qua le menzogne sulle modalità di preparazione del reato di sequestro dei miei figli, le giustificazioni per vari reati e mezogne e bugie patologiche non rigiuardanti direttamente la consegna dei bambini. Queste bugie della Miano si elencano da parte, in quanto non credo che interessino qualcuno tranne me stessa e la mia famiglia. Indico qua sotto solo le dichiarazioni della Miano relativamente alla consegna dei minori fatte sull’udienza.

Inizialmente la Miano ha fatto un racconto nello stile libero:

"SULLA PIAZZA DELLA VITTORIA ABBIAMO NOTATO UNA MAREA DI PERSONE CON I CARTELLI, HO CHIAMATO CARABINIERI PERCHE’ LI IDENTIFICASSERO, L’OGGETTO DELLA PROTESTA ERAVAMO NOI, IL TRIBUNALE DEI MINORI, ERANO PRESENTI ALCUNI MEMBRI DELL’ASSOCIAZIONE DEI FIGLI DI GENITORI SEPARATI. QUELLI CHE SI SONO RIVOLTI A NOI ERANO ALMENO 10, QUELLI CHE CONOSCEVO ERANO SIGNORA BABENKO E SIGNOR MERCIER. HANNO INIZIATO AD INSULTARCI."
Stesse college della Miano hanno dicharato di non avere visto una "marea di persone coi cartelli", ma una sola donna con un cartello, questa donna non è stata notata da nessun’altra persona, anche Carabinieri non l’hanno visto.
Il personale della Questura di Genova non si era accorto della "marea di gente coi cartelli" praticamente sotto lproprie finestre e non ha effettuato effettuato alcun intervento come è di consueto nei casi di manifestazioni abusive, le regole prevedono che i manifestanti devono avere il permesso della questura per manifestare, in particolare se sono "una marea". A tutti era perfettamente chiaro che la Miano mente.
La Miano all’epoca non ci conosceva bene, infatti il 29/05/2003 nell’arco di una aggressione fisica preparata nei miei confronti è stata colpita un’altra donna proprio perché la Miano e la Corso non mi consocevano bene e non riuscivano a riconoscermi, uguale come non consocevano il mio ex marito. Loro sapevano che eravamo là per prendere i figli in cosegna, però non sapevano distinguerci dalle altre persone.
La Gargano ha affermato che i "contestatari" erano "4 o 6".
Il 10/08/2003 la Miano ha dichiarato che esisterebbe un "dissidio" tra lei e genitori dei bambini, che mio ex marito voleva salire sul pulman "per poter partire con i figli", che la Miano gli avrebbe rifiutato e che per questo motivo "veniva fatto oggetto assieme alla Corso di insulti" tramite frasi: "TORNATE A ZAPPARE LA TERRA, SIETE DELLE ROVINA FAMIGLIE, VOI ED IL TRIBUNALE DEI MINORI NON AVERE MODO D'ESISTERE", dal verbale dei Carabinieri: "Durante l’attesa della partenza del pullman la Miano e la Corso venivano avvicinate da un gruppo di giornalisti che scattavano le foto e dal presunto padre dei bambini che a dire della Miano voleva salire sul pullman per poter partire con i figli. Visto il rifiuto della Miano alle volontà del padre identificato in Mercier Antonio Alberto … veniva fatto oggetto assieme alla Corso di insulti, alcuni dei quali fatti anche dai giornalisti e da altre persone ivi poresenti, per tanto richiedeva il nostro intervento".
Il 11/08/2003 la Miano ha asserito: "Qui trovavamo un nutrito gruppo delle persone tra cui diversi giornalisti e fotografi oltre la madre Babenko Olga e le altre persone sopra citate che immediatamente inziavano ad insultarci di fronte ai minori…" , la Miano in unità con le corso e Gargano hanno attribuito alle persone diverse frasi precise. Non una parola su una marea di perosne con i cartelli.

Alla Miano non è stato chiesto il motivo di tali differenze nelle dichiarazioni.

Preciso dinuovo, che la Miano non era arrivata sul posto di consegna contemporaneamente con le Corso/Gargano, le cui si trovavano dietro alle nostre spalle nel momento della consegna. La Miano coi bambini era in mezzo a tre file di pillman e macchine e ha mandato bambini da soli sul posto della consegna da dietro di uno dei pullman. Nessuno poteva insultare le donne contemporaneamente o insieme, al plurale.

Rispondendo ad una domanda di Pubblico Ministero (non riportata sul verbale dell’udienza) la Miano ha affermato:

"LA SIGNORA BABENKO ERA MOLTO AGITATA, HA PRESO SUBITO LA BAMBINA PER MANO, HA DETTO DELLE PAROLACCE, IL SIGNOR MERCIER FACEVA DI TUTTO PER AGITARLA ANCORA DI Più. C’ERA UN GRAN CONFUSIONE. MERCIER MI HA DETTO "GUARDATI VERGOGNATI MISS PECHINO" REPUTASI DEL VESTITO CHE INDOSSAVO. LA SIGNORA CI HA DATO DELLE TROIE. MERCIER SI E’RIVOLTO A ME CON QUELLA FRASE COME SE IO AVESSI UN VESTITO POCO CONSONO."
Asserire che io sarei stata agitata è un grave ingiuria e offesa del mio onore da parte della Miano. Agitata, infuriata e arrabiata era la stessa Miano, era lei che perdeva il frutto del reato, io ero felice di avere liberato i figli dal sequestro. La Miano ha proiettato i propri sentimenti su di me.
La foto del momento della consegna attesta che io non avevo preso la bambina per la mano, ma che la bambina mi era saltata nelle braccia, e io la tenevo tra le braccia, baciandola.
La Miano, come le sue compagne, ha omesso di indicare le frasi d’amore e di affetto dette ai bambini da me, da mio ex marito, dagli altri familiari e dagli amici dei bambini.
Alla Miano non è stato chiesto di descrivere cosa di concreto faceva il mio ex marito con lo scopo "di agitarmi ancora di più". Abbraciava il bambino? Dava baci ai bambini? Diceva ai bambini: "Tutto passato, tutto finito, tesoro mio. Vuoi bere? Vuoi un cioccolatino?"?

"Io ricordo che c’era una signora con un cartello che non era la Babenko tra i 50 e 60 anni che ci disse "Vaffanculo facce da troie" e disse qualche frase su Tribunale dei minori e del lavoro sporco che facciamo, le persone sono state identificate queste persone, ricordo che c’era un uomo con un bambino per mano."

"LE DONNE ERANO DUE, LA BABENKO E UN'ALTRA SIGNORA".
E’ una mengozna esagerata, in quanto una tale affermazione vuol dire che tutte le persone che prendevano tanti pullman e clienti del bar, nonché le persone che passegiavano, erano tutti gli uomini. La foto della consegna attesta esplicitamente che che ditero le mie spalle c’era un’altra donna, non so chi sia. In più c’era la nonna dei bambini, la compagna di mio fratello, due zie, altre mie parenti il grado della parrentela di cui sono in difficolta di indicare a causa di insuffieciente consocenza dell’italiano sulle questioni di parentela, madri di alcuni bambini-amici dei miei figli. Sig.ra A.A. accusata dalla Miano era arrivata dopo la consegna dei bambini, quando il pullman stava per partire.

"NON RICORDO CHI, MA QUALCUNO DISSE "FATE UN LAVORO SPORCO", non ricordo se a dire frase stato un uomo o una donna".

"NON RICORDO QUALE OFFESA SPECIFICA MI RIVOLSE LA BABENKO, LE FRASI CHE HO SENTITO SONO STATE "VAFFANCULO TROIE, FACCIA DA TROIA, FATE UN LAVORO SPORCO, VERGOGNATEVI".
Perché queste frasi non sono stati riferite ai Carabinieri il 10/07/2003 e perché il 11/07/2003 hanno la Miano e le colleghe hanno affermato che solo sig.ra A.A. ha usato la frase contenente il termine "troia"? Era un evidente contraddizione, però né giudice né P.M. hanno provveduto a contestarlo e alzare la questione di falso ideologico, calunnia e diffamazione da parte della Miano.

"Quando sono arrivati carabinieri le persone continuavano, non si sono calmate"

"NON RICORDO GESTI OFFENSIVI DA PARTE DELLA BABENKO".

"L’uomo che sputava per terra … (illegibilie) parole come "troia, facce da troie…".

"Ho chiesto all’uomo che scattava le foto di smetterla di fare le foto, non ricordo se ha pronunciato le frasi ingiuriose".

"Non posso dire se la donna presente fosse la stessa persona presente oggi in aula (sig.ra A.A.) l’ho vista una volta sola".
La Miano ha visto tutte le persone identificate sul posto nell’arco di tempo più lungo del tempo complessivo di avere visto me nella vita, come mai ricorda me e non ricorda le persone con chi ha passato più tempo che con me me e con chi ha discusso vivacemente?

"Se ho firmato la querela è perché ero sicura di quello che firmavo".

"RICORDO DELLA FRASE DELLA BABENKO CHE MI HA RIVOLTO DI CUI IN CAPO DI IMPUTAZIONE. L’ATRA DONNA PRESENTE E CHE è STATA IDENTIFICATA IN MIA PRESENZA HA DETTO "MALEDETTE, MALEDETTE". RICORDO I NOMI, TUTTI FURONO IDENTIFICATI IN MIA PRESENZA".
Io non sono stata identificata. La Miano non è stata neanche in grado di ricordare la frase a me attribuita, in quanto non riesce a ricordare bene proprie menzogne, evitando di rispondere alla domanda della p.m. e limitandosi di affermare di ricordare senza spiegare cosa. Io, invece, ricordo precisamente tuttti gli insulti, ingiurie e diffamazioni ricevute dalla Miano sia in via vernbale sia in forma scritta. Una persona che veramente riceve insulti non li dimentica facilmente.

Risposte alle domande degli avvocati:

"Nei miei coloqui con il sig. Mercier e la Babenko sono stati sempre gentili" – sotto colloqui si intendono i processi giudiziari e momenti in cui la Miano ha compiuto i reati.

"Io ricordo la frase "Miss Pechino" perché questa frase detta da Mercier fece infuriare la Babenko… Non ricordo altri insulti dal Mercier".
Non ho mai sentito una frase del genere e tale frase non mi poteva "infuriare". Tale frase e un prodotto della mente della persona con gravi problemi psichiatrici.

"Se ho firmato che c’è ne sono stati altri insulti tipo "maledette" sicuramente ce ne sono stati".

"Ricordo che era pomeriggio, forse intorno alle 18.00. Io di solito arrivo sempre un po’ in anticipo, sicuramente sono arrivata in anticipo almeno alle 17.00, 17.15. I Carabinieri li ho chiamati appena mi sono resa conto di quello che stava acccadendo".
E cosa stava accadendo? I bambini si sono apparsi sul posto della consegna alle 17.55 non accompagnati da nessuno, le Corso/Gargano si erano già in mezzo all’altra gente e vicino a me a mio ex marito.

"Con il console ci siamo stati 5 minuti prima ed insieme abbiamo incontrato la Babenko, che ha preso i bambini insieme a Mercier e nel tratempo insultava" – alla Miano non è stato chiesto il posto preciso dove avrebbe incontrato il console. Sulla foto dell’arrivo delle Miano/Corso/Gargano verso le file dei pullman dalla piazaa della Vittoria si vede che le donne erano senza console e senza alcun uomo-accompagnatore.

"IO NON SO SE HO INDICATO IO LA BABENKO AI CARABINIERI O SE SONO ANDATI LORO A COLPO SICURO. C’ERA UNA CERTA SITUAZIONE. I CARABINIERI HANNO IDENTIFICATO ALCUNE PERSONE E NON ALTRE, NON RICORDO SE SONO STATA IO A IDENTIFICARLE O GLI STESSI CARABINIERI VEDENDOLE PARTICOLARMENTE AGITATE".
La Miano sapeva perfettamente che io non sono stata identificata, in quanto non conoscendomi mi aveva scambiato con la sig.ra A.A. e l'aveva aggredito, sono stati proprio Carabinieri a spiegare alla Miano che sig.ra non sono io fornendo il nome dell asignora alla Miano. Questa affermazione attesta la tendenza della Miano di mentire in maniera patologica. A cosa serve una tale buggia, o la buggia su una "marea di persone con i cartelli"? Menzogna per il gusto di mentire? Queste bugie delal Miano erano evidenti a tutti, però il guidice ha omesso di provvedere di valutare un tale comportamento della Miano.
C’è da sottolienare che era proprio la Miano particolarmente agitata, forse l’unica pesona veramente agitata sul posto degli eventi, la cui urlando "sono assistente sociale" infilava il dito in viso alle persone che le erano capitate per caso e aggredendo sig.ra A.A. scambiandola per me.

"PARTITO IL PULLMAN CON LA BABENKO E FINITO TUTTO".
I Carabinieri sono arrivati dopo la partenza del pullman. Qua la Miano mente spudoratamente e questa menzogna attesta il falso della Miano.

"Con i suoi figli la Babenko ha parlato italiano. Io non l’ho sentito parlare in estone".
Così la Miano ha risposto ad uno degli avvocati, il cui le ha fatto la trappola in risposta agli asserimenti della stessa che io avrei chiesto al bambino se la Miano lo trattava bene. Se la Miano si fossi trovata vicino a me, lei non avrebbe potuto capire cosa dicevamo io e i miei parenti ai bambini, in quanto noi parliamo coi bambini in nostra lingua nativa e non in italiano, che per noi è una lingua estranea, straniera. Solo il padre dei bambini e i suoi parenti parlano con bambini in italiano.
Io non sapevo che la Miano si trovava sul posto in quanto la stessa non si era avvicinata e non si era presentata, quindi non potevo chiedere nulla su di lei al bambino, il cui tra l’altro piangeva.

"Ricordo che c’erano 2 donne e 3 o 4 uomini" – la marea di persone è diminuita nell’arco del racconto.
La Miano ha dimostrato di ricordare molto bene i nomi delle persone, come mai non ricorda le frasi, le quali ha atrribuito a queste persone? La vertità è facile da ricordare e le bugie non si ricordano?

 
dibattitopubblDate: Mercoledì, 04/05/2011, 23:18 | Message # 11
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Testimonianza del Carabiniere contraria alle dichiarazioni della parte calunniatorice

Il Carabiniere in passato aveva identificato le persone indicate dalla Miano con il dito e aveva steso il verbale. Io, miei figli e parenti, amici dei figli e loro genitori e il console Estone non siamo stati identificati, in quanto già non presenti sul posto.
Il Carabiniere non è stato in grado di spiegare se aveva scrito il verbale dalle parole della Miano o se abbia veramente assistito a qualcosa, in quanto è passato troppo tempo e lui non poteva più ricordare. Era il dovere di Pubblico Ministero Sabrina Monteverde di sentire subito in 2003 i Carabinieri i cui hanno steso il verbale, però la Pubblico Ministero l’ha omesso e si è persa la possibilità di chiarire i fatti e di avere una testimonianza chiara e precisa su tutta la situazione.
Siccome il carabiniere non ricordava più gli eventi, gli hanno dato da leggere il verbale, lui lo ha letto e ha raccontato quello che aveva letto, non essendo però in grado di specificare se abbia veramente visto qualcosa o se il verbale è stato scritto interamente dalle parole della Miano.

Il Carabiniere ha dichiarato; "…la centrale operativa ha chiamato la pattuglia… perché c’erano due signore con dei bambini. Ho identificato la signora che ha chiesto l’intervento, Miano Silvia, e poi identificato l’altra, Corso Fiorella. Sul posto c’erano dei giornalisti, credo, perché facevano fotografie. Ricordo che ho identificato tutte le persone. L’intervento è stato richiesto perché c’era un assistente sociale con due bambini e c’era una signora che c’era la mamma dei bambini. Ho identificato le persone che facevano parte del gruppo".
Alla contraddizone "Ricordo che ho identificato tutte le persone" - "Ho identificato le persone che facevano parte del gruppo" non è stata data la dovuta attenzione. Sono stati identificati tutti o solo un gruppo di persone? Il gruppo si è formato dopo che la Miano ha indicato le persone con il dito o il gruppo esisteva già al momento dell’arrivo dei Carabinieri? Perché non sono stati identificati i bambini, i cui erano con l’assistente sociale? Quanti bambini erano presenti sul posto? Cosa fotografavano fotografi se sul posto non c’era già quasi nessuno e bambini interessati dal sequestro sono stati consegnati e portati via dalla madre e dai parenti?
Comunque, mancata mia identificazione tra le persone del gruppo attesta che io non apparteneva al gruppo.

Sulla domanda del Pubblico Ministero se abbia identificato anche i genitori dei bambini il Carabiniere ha risposto: "Ho identificato anche i genitori. La madre era con l’assistente sociale. Mi sembra che il padre fosse straniero. La richiedente mi ha indicato qualcuno, ma non ricordo".
Al Carabiniere non è stata fatta la domanda chi delle persone identificate era la madre dei bambini visto che l’unica donna identificata, tranne le Miano e Corso, è la sig.ra A.A. e non io. Neanche Gargano è stata identificata.

Il cancelliere l’estensore del verbale ha indicato: "Il Pubblico Ministero legge i pezzi della relazione di servizio al teste il quale conferma".

Su una delle domande di uno degli avvocati presenti il Carabiniere ha detto: "Non ricordo se la madre dei bambini sia stata indicata tra coloro che insultavano. In mia presenza ho sentito quello che ho riportato".

Sulla domanda del Pubblico Ministero se sentriva le frasi "Tornate zappare la terra, voi del Tribunale dei minori non avete il modo di esistere, siete delle rovina famiglie", il Carabiniere confermava:
"Quando sono arrivato c’era molta confusione. Io ho sentito "Tornate zappare la terra, voi del Tribunale dei minori non avete il modo di esistere, siete delle rovina famiglie". Ricordo di avere sentito le frasi quando sono arrivato sul posto. … Le ho sentite nel gruppo, Non ricordo chi abbia pronunciate le frasi, non volgio sbagliare le persone, sono le quattro da me citate. Erano un gruppetto: B., M., A. e M.").
Da questa frase si puà concludere che il gruppo che ipoteticamente pronunciava qualcosa era di 4 persone. Il Carabiniere ha dichiarato che aveva identificato tutte le persone, quindi si può concludere che al momento del suo arrivo sul posto erano rimaste 10 persone: 7 identificate e le Miano, Corso e Gargano. Se il Carabiniere ha identificato tutti, perché non è stata identificata la Gargano? E i passeggeri di pullman? Clienti del bar? I bambini? Come possibile che sole 10 persone creavano "molta confusione"?
La domanda se il Carabiniere ha visto bambini con la Miano o no, non è stata fatta.

Dopo su una delle domande il Carabiniere ha risposto: "Le persone parlavano tutte insieme e tutti dicevano la stessa cosa, confermo tutto quello che ho scritto. Avevo già generalizzato le persone e dopo la generalizzazione hanno contiuniato ad ingiuriare. Io cercavo di sedare la cosa. Non ricordo la persona precisa. Io li ho invitati molte volte alla calma. C’era molta gente, io ceravo di generalizzare, di calmare le persone, udivo cose contemporaneamente".

Al Carabiniere non è stato chiesto se ha visto un signore con un bambino per la mano (in quanto le Miano/Corso/Gargano hanno accusato un signore con un bambino) e perché non è stata chiarita l’identità di questo bambino se era presente.

Per l’ultimo il Carabiniere ha confermato che il mio nome non c’è nell’elenco delle persone identificate e che quindi non mi ha identificato, il che attesta esplicitamente o che non ero presente o che la Miano non mi ha indicato con il dito, non avedo alcun tipo di pretesa contro di me.

Dopo il Carabiniere diceva di non vedere me tra i presenti. Guardandomi il Carabiniere ha confermato di non avermi mai visto. Il che attesta che i Carabinieri erano arrivati dopo la partenza del pullman, con il quale eravamo partiti io, i miei figli, i nonni dei bambini e gli altri parenti, alcuni amici dei bambini e loro genitori.

Come è stato evidenziato, davanti al Carabiniere non sono state pronunciate le frasi contenenti il termine "troia" e altri insulti simili, che io non appartenvo al gruppo accusato e non mi trovavo sul posto. Inoltre I Carabinieri non hanno visto né marea di gente con cartelli né una donna con un cartello.

 
dibattitopubblDate: Mercoledì, 04/05/2011, 23:39 | Message # 12
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Seguono pagine essenziali del verbale dell'udienza

Affermazioni della Miano:

 
dibattitopubblDate: Mercoledì, 04/05/2011, 23:41 | Message # 13
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Affermazioni della Gagano

 
dibattitopubblDate: Mercoledì, 04/05/2011, 23:43 | Message # 14
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Affermazioni della Corso

 
dibattitopubblDate: Mercoledì, 04/05/2011, 23:48 | Message # 15
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Testimonianza del carabiniere

 
dibattitopubblDate: Mercoledì, 04/05/2011, 23:51 | Message # 16
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INTERVALLO I - resoconto delle contraddizioni nelle dichiarazioni della parte calunniatrice e loro contrasto con carabiniere

CONTRADDIZONI NELLE DICHIARAZIONI DELLA PARTE CALUNNIATRICE (MIANO, CORSO E GARGANO) E DEL CARABINIERE

Qui sotto sono messi in paragone le dichiarazioni della parte calunniatrice e del carabiniere. Le frasi si trascrivono dal verbale dell'udienza. Si precisa che non è stato stabilito se il verbale redatto dai carabinieri è stato steso solamente dalle parole della Miano o se il carabiniere ha veramente assistito a qualcosa, la p.m. ha estorso le dichiarazioni frettolose dal carabiniere tramite domande contenenti le risposte e suggerimenti, il che è proibito dalla legge.

ACCUSE DI INGIURIA

Udienza 27/03/2008

Miano Silvia
MERCIER MI HA DETTO “GUARDATI VERGOGNATI MISS PECHINO” REPUTASI DEL VESTITO CHE INDOSSAVO. LA SIGNORA CI HA DATO DELLE TROIE. MERCIER SI E’RIVOLTO A ME CON QUELLA FRASE COME SE IO AVESSI UN VESTITO POCO CONSONO.
NON RICORDO CHI, MA QUALCUNO DISSE “FATE UN LAVORO SPORCO”, non ricordo se a dire frase stato un uomo o una donna. NON RICORDO QUALE OFFESA SPECIFICA MI RIVOLSE LA BABENKO, LE FRASI CHE HO SENTITO SONO STATE “VAFFANCULO TROIE, FACCIA DA TROIA, FATE UN LAVORO SPORCO, VERGOGNATEVI. NON RICORDO GESTI OFFENSIVI DA PARTE DELLA BABENKO.
L’uomo che sputava per terra … (illegibilie) parole come “troia, facce da troie….
La signora Babenko era molto agitata, ha preso la bambina per la mano, ha detto delle parolacce, il signor Mercier ha fatto di tutto per arrabbiarla ancora di più (si ricorda che la prova della foto attesta che avevo preso la bambina in braccio e la bacciavo, avendo la bocca occupata, alla Miano non è stato chiesto di descrivere presunti sintomi della presunta agitazione e che cosa faceva il mio ex marito “per agitarmi ancora di più” – il che sarebeb stato nolto utile con lo scopo di stabilire la verità dei fatti)
…c’era una signora con un cartello che non era la Babenko tra 50 e 60 anni che ci disse: “Vaffanculo troie” e amcje qualche frase sul tribunale dei minoriu e del lavoro sporco che facciamo. LE PERSONE SONO STATE IDENTIFICATE QUESTE PERSONE; Io ricordo la frase “Miss Pechino” perché questa frase detta da Mercier fece infuriare la Babenko… (sic! L’unica persona che poteva infuriarsi da una frase del genere era la Miano stessa), Se ho firmato che c’è ne sono stati altri tipo “maledette” sicuramente ce ne sono stati.

Rispondendo sulla domanda della p.m. “Signora, ma lei ricorda almeno la frase attribuita alla sig.ra Babenko in capo di imputazione? La può dire, per cortesia?”:
RICORDO DELLA FRASE DELLA BABENKO CHE MI HA RIVOLTO DI CUI IN CAPO DI IMPUTAZIONE. L’ATRA DONNA PRESENTE E CHE è STATA IDENTIFICATA IN MIA PRESENZA HA DETTO “MALEDETTE, MALEDETTE”. RICORDO I NOMI, TUTTI FURONO IDENTIFICATI IN MIA PRESENZA (come si vede, la Miano non ricordava la frase a me falsamente attribuita e non ha risposto alla domanda della p.m., la domanda era su di me e non sull’altra donna).

Gargano Paola:
HO SENTITO UNA FRASE INDIRIZZATA ALLA SIGNORA MIANO CHE AVEVA UN VESTITO STILE CINESE “LA TROIA DI PECHINO”; NON RICORDO SE LA FRASE ESATTA SIA STATA “MISS PECHINO HAI VIOLATO LA CONVENZIONE DEI DIRITTI”, RICORDO CHE SONO STATE DETTE FRASI INGIURIOSE MA NON NEL DETTAGLIO; HO SENTITO LE FRASI INGIURIOSE DI CUI NON RICORDO LE PAROLE ESATTE NE CHI DEI PRESENTI LE ABBIA PRONUNICATE.
UN SIGNORE CON UN BAMBINO PER LA MANO HA SPUTATO PER TERRA E HA DETTO “BRUTTE TROIE”; RICORDO LE FRASI MA NON CHI LE HA PRONUNCIATE.
SI TUTTO IL GRUPPO AVEVA L’ATTEGIAMENTO DI SFIDA E HO SENTITO VOCI DI UOMINI E DONNE (Non è stato chiarito cosa intendeva la donan con il termine “atteggiamento di sfida” e in cosa consisteva).

Corso Fiorella:
Ci sono state parolacce i insulti. NON RICORDO LE PAROLACCE. QUALCUNO HA INGIURIATO. NON RICORDO FRASI PRECISE. Dicevano “Vergognatevi” e insultavano anche “Troia”, poi ricordo qualcuno che ha sputato, NON RICORDO GESTI OFFENSIVI NEI NOSTRI CONFRONTI. Non ricordo se la Miano abbia interloquito con chi scattava foto, non ricordo se è stata ingiuriata. NON RICORDO LE FRASI NEI CONFRONTI DELLE ISTITUZIONI O DEL TRIBUNALE DEI MINORI.
Ricordo queste persone per attegiamenti irruenti nei nostri confronti (non sono state chieste delucidazioni).

Carabiniere (non è stato chiarito se ha sentito veramente le frasi o le ha trascritte dalle parole delle Miano & C°, domande della p.m. suggerivano le risposte):
Io ho sentito “Tornate zappare la terra, voi del Tribunale dei minori non avete il modo di esistere, siete delle rovina famiglie”. Ricordo di avere sentito le frasi quando sono arrivato sul posto. Le persone parlavano tutte insieme e tutti dicevano la stessa cosa. Erano un grupetto: Bracco, Moretti, Abruzzo, Moro.
(Come si vede, il carabiniere non ha assolutamente sentito termini “troia” e altro asserito dalle Miano, Corso e Gargano).

11/08/2003

querela delle Miano, Corso e Gargano fatta e firmata in unità da tutte tre davanti ai Carabinieri di Borghetto di Vara

Le donne hanno fermamente e senza alcun tipo di dubbio attributo le frasi alle persone:
Qui trovavamo un nutrito gruppo delle persone tra cui diversi giornalisti e fotografi oltre la madre Babenko Olga e le altre persone sopra citate che immediatamente inziavano ad insultarci di fronte ai minori…
ECCO LA VENDITRICE DEI BAMBINI, VERGOGNATI, GUARDATE COM’E’ CON LA MINIGONNA! – la frase attribuita a me;
MISS PECHINO, HAI VIOLATO LA CONVENZIONE PER I DIRITTI DEI BAMBINI E LA SENTENZA DEL TRIBUNALE, NON HAI ESEGUITO LA SENTENZA DEL TRIBUNALE – frase attribuita al mio ex marito;
Maledette – frase attribuito al sig. M.;
VAFFANCULO, FACCE DI TROIA – frase attribuita alla sig.ra A.;
STUPIDA FAI LE COSE DA STUPIDA – frase attribuita aò sig. M.;
FATE SCHIFO, FATE UN LAVORO SPORCO, VERGONATEVI – frase attribuita al sig. B.

Come si vede, sull’udienza hanno cambiato totalmente la versione dei fatti, mentre il 11/08/2003 le donen hanno dichiarato che l afrase con il termine “troia” è stata usata solo dalla sig.ra A., il 27/03/2008 l’hanno attribuito alle altre persone. La frase attribuita a me e “stupida” non sono state neanche accennate.

10/08/2003

dichiarazioni delle Miano e Corso ai Carabinieri di Genova, riferite nel verbale:

Durante l’attesa della partenza del pullman la Miano e la Corso venivano avvicinate da un gruppo di giornalisti che scattavano le foto e dal presunto padre dei bambini che a dire della Miano voleva salire sul pullman per poter partire con i figli. Visto il rifiuto della Miano alle volontà del padre identificato in Mercier Antonio Alberto … veniva fatto oggetto assieme alla Corso di insulti, alcuni dei quali fatti anche dai giornalisti e da altre persone ivi poresenti, per tanto richiedeva il nostro intervento…
Frasi offensive presunte: TORNATE A ZAPPARE LA TERRA, SIETE DELLE ROVINA FAMIGLIE, VOI ED IL TRIBUNALE DEI MINORI NON AVERE MODO D'ESISTERE.

COME SAREBBERO PARTITI INSULTI, IL MOTIVO

27/03/2008

Miano:
IN PIAZZA DELLA VITTORIA ABBIAMO NOTATO UNA MAREA DI GENTE CON I CARTELLI, HO CHIAMATO CARABINIERI PERCHE’ LI IDENTIFICASSERO, L’OGGETTO DELLA PROTESTA ERAVAMO NOI, IL TRIBUNALE DEI MINORI, QUELLI CHE SI SONO RIVOLTI A NOI ERANO ALMENO 10, QUELLI CHE CONOSCEVO IO ERANO LA SIGNORA BABENKO E SIGNOR MERCIER, HANNO INIZIATO AD INSULTARCI.
(come si vede, il 27/03/2008 la Miano non ha formnito alcun motivo perchè presunti insulti avrebbero potuto partire e ha nascosto il fatto di conoscerci talmente poco di non essere in grado di riconoscerci a cuasa della scarsita dei contatti precedenti, infatti la Miano aveva scambiato sig.ra A. con me ew non conoscendo il mio ex marito lo ha chimato “presunto padre dei bambini”).

Gargano:
Ci hanno accolto in malamodo con attegiamento di sfida.
(Ha omesso di indicare il motico, non è stato chiarito se erano sentimento suoi i quali lei ha proiettato sugli altri).

Corso:
Non ha specificato.

11/08/2003

querela delle Miano, Corso e Gargano fatta e firmata in unità da tutte tre davanti ai Carabinieri di Borghetto di Vara

Qui trovavamo un nutrito gruppo delle persone tra cui diversi giornalisti e fotografi oltre la madre Babenko Olga e le altre persone sopra citate che immediatamente inziavano ad insultarci di fronte ai minori…
(Non hanno fornito un motivo).

10/08/2003

dichiarazioni delle Miano e Corso ai Carabinieri di Genova, riferite nel verbale:

Durante l’attesa della partenza del pullman la Miano e la Corso venivano avvicinate da un gruppo di giornalisti che scattavano le foto e dal presunto padre dei bambini che a dire della Miano voleva salire sul pullman per poter partire con i figli. Visto il rifiuto della Miano alle volontà del padre identificato in Mercier Antonio Alberto … veniva fatto oggetto assieme alla Corso di insulti, alcuni dei quali fatti anche dai giornalisti e da altre persone ivi presenti, per tanto richiedeva il nostro intervento…

QUANTITA’ DELLA GENTE PRESENTE E POSIZIONE DELLE PERSONE

Udienza 27/03/2008

Gargano Paola:
“Eravano tutti insieme, io, la Miano, la Corso, i due bambini, la madre dei bambini, il console estone con altra gente che non conoscevo… Io ero un po’ distaccata”. NON MI SEMBRA DI AVERE VISTO LA SIGNORA MIANO CON QUALCUNO (quindi, non erano tutte insieme e la Miano non si era avvicinata a nessuno).
C’era una signora con un cartello, un uomo che scattava le foto. Molta confusione. LE PERSONE ERANO 4 O 5. I contestatari erano 4 o 6. C’erano anche altre persone che aspettavano la corriera.
(Affermando di essere stata “distaccata” la Gargano nega di essere stata “insieme”).

Corso Fiorella:
“Ero con la Miano e con la Gargano in piazza della Vittoria dove abbiamo incontrato il console, c’era la Babenko e il Mercier e un’altra decina di persone, forse 15... Io ero poco più distante”. Riconosco presente in aula sola la Babenko, c’erano forse più donne. .. ricordo solo la signora col cartello. C’era qualche giornalsita o persone che scattavano fotografie, erano parecchie. Era una confusione immensa, non so dire se erano 10 di preciso, non posso escludere nulla, sono passari 5 anni.
(Affermando di essere stata “poco distante” la Corso nega di essere stata “con”).

Miano Silvia:
IN PIAZZA DELLA VITTORIA ABBIAMO NOTATO UNA MAREA DI GENTE CON I CARTELLI. LE DONNE ERANO DUE, LA BABENKO E UN’ALTRA SIGNORA. Ricordo che c’erano 2 donne e 3 o 4 uomini.
QUELLI CHE SI SONO RIVOLTI A NOI ERANO ALMENO 10.
(Come si vede, la Miano ha spudoratamente cambiato la versione dei fatti nell’arco della propria testimenzogna, affermare che in una marea di persone sarebbero solo due donne è un massimo di spudoratezza, una massima mancanza di rispetto alle autorità giudiziarie. Nessun altro tranne la Miano ha visto “una marea di gente”).

Carabiniere:
Quando sono arrivato c’era molta confusione. Sul posto c’erano dei giornalisti, credo, perché facevano fotografie. Ricordo che ho identificato tutte le persone. C’era molta gente. Ho identificato le persone che facevano parte del gruppo.

CHI AVREBBE INGIURIATO

Udienza 27/03/2008

Miano Silvia:
QUELLI CHE SI SONO RIVOLTI A NOI ERANO ALMENO 10; RICORDO I NOMI, TUTTI FURONO IDENTIFICATI IN MIA PRESENZA … NON RICORDO SE SONO STATA IO A IDENTIFICARLE O GLI STESSI CARABINIERI.
…le persone sono state identificate queste persone,
(Si precisa che la Miano stessa afferma che le persone che avrebbero ipoteticamente ingiuriato sono state identificate tutte, io non lo sono stata, il che conferma la mia estraneità ai fatti e il reato di calunnia della Miano).

Gargano
Mercier, lo avevo già consociuto, non ricordo cosa ha detto…non ricordo se ha fatto delle offese, non sono in grado di dirlo per via della concitazione.
NON HO SENTITO NULLA DAL SIGNORE CHE SCATTAVA LE FOTO;
IO CONOSCEVO LA SIGNORA BABENKO. NON RICORDO SE HA DETTO QUALCOSA. RICORDO LE FRASI MA NON CHI LE HA PRONUNCIATE…. LA SIGNORA BABENKO MI ERA STATA INDICATA COME LA MADRE DEI BAMBINI, PRIMA DEI FATTI AVEVO INCONTRATO SOLO IL SIG. MERCIER.
NON POSSO ATTRIBUIRE LE FRASI ALLE PERSONE PERCHé NON LE CONOSCO.

Corso:
NON RICORDO SE LA BABENKO ABBIA INSULTATO LA MIANO NE RICORDO SE L’ABBIA FATTO IL MERCIER
TUTTI HANNO DETTO QUALCOSA. QUALCUNO HA INGIURIATO. HO SENTITO VOCI DI DONNA CHE INGIURIAVA MA NON SO DIRE CHI FOSSE, C’ERA MOLTA CONFUSIONE. NON RICORDO FRASI PRECISE. NON POSSO ESSERE CERTA AL 100% SE LA DONNA CON CARTELLO ABBIA INGIURIATO. NON RICORDO GESTI OFFENSIVI NEI NOSTRI CONFRONTI. QUELLI CHE HO VISTO IO ERANO TUTTI LI, NON HO VISTO NESSUNO ALLONTANARSI.
(Si ricorda che le Corso e Gargano erano dietro alle spalle di mia famiglia nel momento della consegna e hanno perfrettamente visto e sentito tutto, tra cui parole d’amore ai bambini in lingue diverse, inoltre mi ero subito allontanata dal posto della consegna appena ricevuto i figli).

Miano:
HO SENTITO LE FRASI INGIURIOSE DI CUI NON RICORDO LE PAROLE ESATTE NE CHI DEI PRESENTI LE ABBIA PRONUNICATE;
SI TUTTO IL GRUPPO AVEVA L’ATTEGIAMENTO DI SFIDA E HO SENTITO VOCI DI UOMINI E DONNE.

Carabiniere:
Ricordo di avere sentito le frasi quando sono arrivato sul posto. … Le ho sentite nel gruppo, Non ricordo chi abbia pronunciate le frasi, non volgio sbagliare le persone, sono le quattro da me citate. Erano un gruppetto: Br., Mo., A., M.. Le persone parlavano tutte insieme e tutti dicevano la stessa cosa, confermo tutto quello che ho scritto. Non ricordo se la madre dei bambini sia stata indicata tra coloro che insultavano. Non ricordo la Babenko. Non vedo nella mia relazione il nome della Babenko. Non la vedo.

11/08/2003

querela delle Miano, Corso e Gargano fatta e firmata in unità da tutte tre davanti ai Carabinieri di Borghetto di Vara

Il 11/08/2003 le Miano, Corso e Gargano hanno firmato la querela, nella quale hanno fermamente attribuito le frasi precise alle sei persone precise senza dire di non essere in grado di attribuire le frasi alle persone.

10/08/2003

Ai Carabinieri di Genovan sono stati indicati 4 persone, i cui avrebbero insultato tramite frasi contro il tribunale dei minori “Tornate a zappare la terra, siete delle rovina famiglie, voi e il tribunale dei minori non avere modo di esistere”.

FRASI CONTRO IL TRIBUNALE DEI MINORI

Udienza 27/03/2008:

Corso Fiorella:
NON RICORDO LE FRASI NEI CONFRONTI DELLE ISTITUZIONI O DEL TRIBUNALE DEI MINORI.

Carabiniere (dopo avere riletto il verbale):
Io ho sentito “Tornate zappare la terra, voi del Tribunale dei minori non avete il modo di esistere, siete delle rovina famiglie”.

11/08/2003

querela delle Miano, Corso e Gargano fatta e firmata in unità da tutte tre davanti ai Carabinieri di Borghetto di Vara

Nessun tipo di accenno sulle frasi contro il tribunale dei minori.

10/08/2003

Miano/Corso:
“Tornate zappare la terra, voi del Tribunlae dei minori non avete il modo di esistere, siete delle rovina famiglie”.
Carabinieri:
Hanno trascritto sul verbale le frasi “Tornate zappare la terra, voi del Tribunlae dei minori non avete il modo di esistere, siete delle rovina famiglie”. Non è stato stabilito se le hanno sentite o se le hanno trascritte dalel parole della Miano.

DICHIARAZIONI RELATIVAMENTE ALLA DONNA CON UN CARTELLO

Udienza 27/03/2008:

Corso Fiorella:
Ricordo solo la signora col cartello;
NON POSSO ESSERE CERTA AL 100% SE LA DONNA CON CARTELLO ABBIA INGIURIATO.

Gargano Paola:
C’era una signora con un cartello; Ho sentito la donna con il cartello dire “Ci avete portato via i bambini, avete violato le convenzioni”. Non sono in grado di dire se la signora con il cartello abbia pronunciato frasi ingiuriose nei confronti della Miano.

Miano Silvia:
Marea di gente coi cartelli. Io ricordo che c’era una signora con un cartello che non era la Babenko tra i 50 e 60 anni che ci disse “Vaffanculo facce da troie” e disse qualche frase su Tribunale dei minori e del lavoro sporco che facciamo.

Carabiniere:
Nessun accenno sulla donna con un cartello e/o sulla “marea di persone coi cartelli” e sui termini imprecativi del tipo “troia” o altro né sul verbale né nella testimonianza.

11/08/2003

Miano, Corso, Gargano: nessun acceno sulla donna con un cartello nella loro querela né sulla marea di persone coi cartelli.

10/08/2003

Miano e Corso: nessun accenno ai Carabinieri sulla presenza di una donna o delle persone coi cartelli.

CONFUSIONE

Miano:
Tumulto che c’era
Corso:
Era una confusione immensa
Gargano:
Molta confusione
Carabiniere:
Quando ero arrivato c’era molta confusione

SI E’ CAMBIATA LA SITUAZIONE CON L’ARRIVO DEI CARABINIERI?

Gargano Paola:
CON LA PRESENZA DEI CARABINIERI SI SONO CALMATE LE ACQUE

Fiorella Corso:
Non è stato chiesto.

Miano Silvia:
Quando sono arrivati carabinieri le persone continuavano, non si sono calmate.

Carabiniere:
“Avevo già genralizzato le persone e dopo la generalizzazione hanno continuato ad ingiuriare”.

 
dibattitopubblDate: Mercoledì, 04/05/2011, 23:53 | Message # 17
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INTERVALLO II - " ACCUSE" CONTRO DI ME

10/08/2003 – giornata della consegna dei minori

Davanti ai Carabinieri di Genova io non sono stata accusata di nulla. Il mio cognome non si indica nel testo del verbale dei carabinieri in quanto la Miano & C° non avevano nulla contro di me e non mi hanno indicato ai carabinieri, non mi hanno accusato di nulla, carabinieri stessi non hanno trovato necessario identificarmi (nel caso se ero ancora presente sul posto).
Accuse contro altre persone si basavano sul fatto che mio ex marito ed alcuni giornalisti avrebbero avvicinato la Miano durante l’attesa della partenza del pullman, il mio ex mairto a dire della Miano voleva salire sul pullman coi figli e che quando la Miano glielo avrebbe negato sarebbe “diventata l’oggetto degli insulti” insieme con la Corso (Gargano no). (Ovviamente, la Miano non aveva alcun tipo di potere di proibire o impedire alle persone di salire su un mezzo pubblico, un tale comportamente sarebbe stato proprio la violazione dell’ordine pubblico).
Non facevo parte del gruppo delle persone accusate (che si era creato sul posto dalle persone a cui sono stati presi documenti con lo scopo di identificazione).
Le Miano e Corso minacciavano giornalisti di una persecuzione tramite querele ingiuste, costringendo loro a non pubblicare articoli di cronaca della consegna dei bambini, il che si indica nel testo del verbale dei carabinieri.

11/08/2003

Le Miano, Corso e Gargano hanno mentito ai Carabinieri di Borghetto di Vara sul fatto di mia identificazione da parte dei Carabinieri di Genova, sapendo perfettamente che io non sono stata identificata, in quanto hanno ricevuto dai carabinieri l’elenco di dati personali di tutte le persone identificate, hanno mentito che io sarei stata identificata, compiendo il reato di falso ideologico doloso.
C’è da aggiungere che le donne hanno passato bel un’ora e mezzo o addirittura due ore in compagnia delle persone identificate dai carabinieri e hanno visto perfettamente che la donna identificata era una sola e non due. Sull’udienza del 27/03/2008 la Miano ha dichiarato di ricordare tutti i nomi delle persone che sono state identificate.
Mi hanno attribuito la frase: “ECCO LA VENDITRICE DEI BAMBINI – VERGOGNATI, GUARDATE COM’E’ CON LA MINIGONNA”, la quale avrei detto alla Maino in un posto non precisato e in un momento non precisato, “immediatamente”.
E’ stata cambiata la versione dei fatti generale, questa volta la Miano non è stata avvicinata dai giornalisti e mio ex marito, ma insultata subito e insieme con altre due sue colleghe.
La querela contenente questa accusa contro di me è stata firmata da tutte queste donne.

27/03/2008 - udienza

Il Carabiniere ha testimoniato di non avermi mai visto nella vita, di non avermi identificato il 10/08/2003 e che non facevo parte del gruppo delle persone accusate dalle Miano & C°. Il carabiniere presentava la mia totale estraneità ai fatti descritti sul verbale.

Le Miano & C° erano entrati in contraddizone con il loro dichiarato ai carabinieri di Genova del 10/08/2003: nessuna delle donne ha accennato del fatto che la Miano avrebbe avuto voglia di impedire al mio ex marito di salire su un mezzo pubblico e che gli ipotetici insulti sarebbero partiti solo dopo azioni contrari all’ordine pubblico e al buon senso da parte della Miano. Le donne hanno affermato che ipotetici insulti sarebbero partiti “immediatamente” in un momento non precisato e in un posto non precisato (si ricorda che il posto della consegna è molto grande, di lungezza di 30-50 metri, ed era diviso dalla piazza della Vittoria con ben tre file dei bus e macchine, il che impediva la visione verso la piazza alle persone presenti sul posto della consegna e viceversa). Una tale contraddizone è il reato di falso ideologico e di falsa testimonianza.

Le Corso e Gargano, le cui si trovavano dietro alle spalle della nostra famiglia nel momento della consegna dei bambini, nella direzione opposta da dove sono arrivati i bambini, e non insieme alla Miano (Gargano: “ero un po’ distaccata”, Corso: “Io ero poco più distante”), il che si attesta precisamente dalla foto di prova, e le cui hanno perfettamente visto e sentito ogni parola mia, del mio ex marito, dei nonni e degli altri parenti dei bambini, hanno dichiarato di “non ricordare” se io e mio ex marito abbiamo detto qualcosa:
Corso: “NON RICORDO SE LA BABENKO ABBIA INSULTATO LA MIANO”, “Non ricordo se la Miano abbia interloquito con chi scattava foto, non ricordo se è stata ingiuriata” (come si vede, la Corso ha messo in dubbio proprio il fatto se la Miano sia stata ingiuriata). “Ci sono state parolacce i insulti. NON RICORDO LE PAROLACCE. QUALCUNO HA INGIURIATO. NON RICORDO FRASI PRECISE”.
Gargano:
“IO CONOSCEVO LA SIGNORA BABENKO. NON RICORDO SE HA DETTO QUALCOSA. … LA SIGNORA BABENKO MI ERA STATA INDICATA COME LA MADRE DEI BAMBINI, PRIMA DEI FATTI AVEVO INCONTRATO SOLO IL SIG. MERCIER” (inzialmente la Gargano ah mentito di conoscermi, quando gli è stato chiesto dove e quando mi avrebbe conosciuto, lei ha risposto di non avermi mai incontrato e, quindi, di non conoscermi; il fatto sottolinea l’inaffidabilità della donna in qualità di testimone e le capicità della stessa a mentire dapertutto senza un minimo di pudore e di buon senso).
“NON MI SEMBRA DI AVERE VISTO LA SIGNORA MIANO CON QUALCUNO” (questa frase attesta che la Miano era da sola da qualche parte e, quindi, non poteva essere insultata in quanto non era “con qualcuno” vicino), si deduce anche che le donne non potevano neanche essere insultate tutte insieme.
Le Corso e Gargano hanno sentito ogni mia parola e dovevano riferire le parole d’amore dette da me ai figli in mia lingua nativa (parlo coi figli solo in mia lingua nativa in quanto parlare usando cattivo italiano non è un’azione coerente).

La Corso mi liberava da ogni accusa, affermando: “QUELLI CHE HO VISTO IO ERANO TUTTI LI, NON HO VISTO NESSUNO ALLONTANARSI”, invece io con i miei figli e tutti i parenti mi ero allontanata dal posto subito dopo avere ricevuto indietro bambini: alle 17.55 bambini erano apparsi sul posto, alle 18.00 abbiamo preso uno dei pullman che si trovavano sul posto per allontanarsi – il che attesta che io non c’entravo nulla con le persone prese di mira dalle Miano & C°.

Nessuno delle persone sentite ha accennato della frase a me attribuita nel capo di imputazione “ECCO LA VENDITRICE DEI BAMBINI – VERGOGNATI, GUARDATE COM’E’ CON LA MINIGONNA”: né carabiniere, né Miano, né Corso, né Gargano.

Quando la Miano era entrata in una delle contraddizioni con se stessa la p.m. le ha fatto la domanda: “Signora, ma lei ricorda almeno la frase attribuita alla sig.ra Babenko in capo di imputazione? La può dire, per cortesia?”, su di che la Miano rispondeva: “RICORDO DELLA FRASE DELLA BABENKO CHE MI HA RIVOLTO DI CUI IN CAPO DI IMPUTAZIONE. L’ATRA DONNA PRESENTE E CHE è STATA IDENTIFICATA IN MIA PRESENZA HA DETTO “MALEDETTE, MALEDETTE”. RICORDO I NOMI, TUTTI FURONO IDENTIFICATI IN MIA PRESENZA” (verbale pag.9). Come si vede, la Miano ha evitato di rispondere alla domanda e sul posto di rispondere e di dire la frase ha parlato di altra donna. Con “RICORDO I NOMI, TUTTI FURONO IDENTIFICATI IN MIA PRESENZA” la Miano stessa conderma la mia estranietà ai fatti in quanto non sono stata identificata. Come si vede, la Miano non ricordava minimamente di cosa mi aveva calunniato.
Pronunciando: “le persone sono state identificate queste persone” (pag. 7 verbale) relativamente alle persone che ipoterticamente insultavano, la Miano ancora una volta mi ha liberato da ogni tipo di accusa e sottolineava l amia estraneità ai fatti, in quanto io non sono stata identificata e, quindi, non insultavo.

In più la Miano diceva: “NON RICORDO QUALE OFFESA SPECIFICA MI RIVOLSE LA BABENKO. NON RICORDO GESTI OFFENSIVI DA PARTE DELLA BABENKO” (il che attesta che la Miano mi ha querelato solo per il gusto di querelare, senza avere aclun tipo di pretesa contro di me).

Le frasi “…abbiamo incontrato la Babenko, che ha preso i bambini insieme a Mercier e nel tratempo insultava…”, “La signora Babenko era molto agitata, ha preso subito la bambina per mano, ha detto parolacce, il signor Mercier faceva di tutto per agitarla ancora di più” sono state smontate tramite prova delle foto: la foto testimonia che io tenevo la bambina in braccio e la baciavo, avendo la bocca occupata e non essendo in grado di insultare, e che non avevo preso la bambina “per mano”. Dalla foto si vede anche che la Miano non si trovava nelle vicinanze della mia famiglia e che non era insieme con le Corso/Gargano.

Il fatto che la Miano non sa come era avvenuta la consegna dei bambini attesta che la Miano non aveva visto il momento della consegna dei bambini in quanto non era presente sul posto della consegna (rimanendo in mezzo ai bus parcheggiati in tre file). Alla Miano non è stato chiesto che tipo di titolo di studio avrebbe per poter essere capace di valutare se persone sono agitate o meno (la Miano non è neanche laureata), in base di quali sintomi precisi la stessa aveva concluso che io sarei “agitata” e che cosa di preciso faceva il mio ex mairto “per agitarmi ancora di più” (sic!). Di fatto la Miano ha attribuito a me i sentimenti propri, descrivendo quello che sentiva lei stessa, il che si conferma anche con questa frase: “Io ricordo la frase di “Miss Pechino” perché questa frase detta da Mercier fece infuriare la Babenko” – è ovvio che una tale frase non mi poteva far infuriare in quanto non mi riguarda, caso mai mi poteva far ridere, il che avrebbe infuriato sempre solo la Miano. La frase poteva infuriare solo il direttamente interessato. La frase accenna delle sentenze del tribunale, però non esistevano sentenze del tribunale, delle sentenze parla solo la Miano quando mente, esistono una citazione con difetto di nullità e due decreto con difetto di nullità non aventi efficaccia legale. Il fatto che la Miano ha indicato sentenze in realtà inesistenti attesta che la frase ha inventato lei stessa in quanto il mio ex marito non potevo dire un’assurdità del genere.

La Miano è stata sola che ha parlato di abito “nello stile cinese”, gli altri cittadini che l’avevano visto hanno definito lo stile “da passegiatrice” italiana o “da lucciola” italiana, nessuna mente sana poteva collegare l’abito nero lucido stretch con le rose rosso fuoco, che brillava nella luce del sole in una maniera incredibile, con lo stile cinese e/o Pechino, tali associazioni sono il frutto di una mente gravemente disturbata, il che, a suo turno, attesta che la frase di “Miss Pechino” è stata inventata dalla Miano stessa, in quanto solo lei collegava l’abito con lo stile cinese. Da parte mia non avevo visto la Miano in quel giorno e, purtroppo, non ho potuto visionare e valutare l’abito famigerato e le cosce che si vedevano da sotto minigonna e negli spacchi, però ne ho sentito parlare tanto anche nei notiziari TV, nessuno però diceva che l’abito fosse “nello stile cinese”.

La Miano ha dichiarato: “Nei miei confronti il sig. Mercier e la Babenko durante i colloqui sono stati sempre genitli” (si precisa che durante quei pochi “coloqui” di durata brevissima al massimo 5 minuti ciascuno, tre con me, due con il mio ex marito, la Miano compieva reati: il 15/20/2001 rifiuto di atti d’ufficio, il 29/05/2003 è stato preparato un attentato su di me nell’arco del quale hanno colpito un’altra donna al posto mio, in quanto la Miano e i suoi complici non mi conoscevano e non erano in grado di riconoscermi, la Miano adoperava sotto un nome falso, la sua vera identità è stata scopertta solo anni dopo; il 9/06/2003 la Miano ha compiuto gli atti di intimidazione e minaccia contro il mio ex marito – lo scopo non è stato ancora chiarito, forse la donna si era rifiutata dalle intenzioni iniziali vedendo che il mio ex marito si era rivolto subito alle autorità giudiziarie; il 24/07/2003 la donna si era rifiutata di eseguire gli ordini del tribunale dei minori e di collaborare coi giudici compiendo reati degli artt. 388 e 328 C.P.). Se noi eravamo genitli quando la stessa compieva reati in maniera arrogante e volgare, non potevamo improvvisamente diventare “non genitli” nell’unica occasione quando la donna non compieva reati e addirittura stava restituendo il frutto dei reati – bambini rapiti, il che per noi era il motivo di felicità e gioia.

Con la frase: “Con i suoi figli signora Babenko parlava italiano. Io non l’ho mai sentito parlare in estone” la Miano ha attestato che non aveva alcun tipo di contatti con me e con la mia famiglia, cioè non mi conosceva minimamente, che io non avevo fatto la domanda al mio figlio in presenza della Miano se la stessa “è stata buona” – la Miano ha smontato da sola una delle proprie mezogne, in quanto non era in grado di capire la mia lingua e di che cosa parlavo coi figli e coi parenti (con i miei figli io parlo eslusivamente in mia lingua nativa e non in uno “storto” e sgrammaticato italiano) - il che conferma la versione che la Miano mente e che ha calunniato la sig.ra Abruzzo pensando che fossi, sbagliamdo la persona.

***

Come si vede, già la parte calunniatrice confermava la mia estraneità ai fatti, affermando che quelli che ipoteticamente isnultavano sono stati identificati tutti, mentre io non sono stata identificata, il che è stato precisamente confermato dalla testimonianza del carabiniere. Nessuno di quelli che insultavano si era allontanato dal posto, invece io ero andata via 5 minuti dopo avere ricevuto i figli (come è stato pattuito nelle trattative private con la Annamaira Faganelli).
Tra tutti gli accusati sono l’unica persona non identificata e estranea ai fatti e al gruppo di persone coinvolto.
Né carabiniere – testimone, né parte calunniatrice non hanno confermato la frase a me falsamente attribuita. Il carabiniere non ha sentito le frasi asserite dalla Miano & C°. La parte calunniatrice ha asserito di non ricordare nulla (in quanto non riuiscivano ricordare troppe menzogne).

 
dibattitopubblDate: Mercoledì, 04/05/2011, 23:54 | Message # 18
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ATTO VIII - GIUDICE E PUBBLICO MINISTERO OMETTONO DI METTERE LE MIANO, CORSO E GARGANO A CONFRONTO

Art. 211 C.P.P - Presupposti del confronto. Il confronto è amesso asclusivamente tra le persone già esaminate o interrogate, quando vi è disaccordo fra esse su fatti e circostanze importanti.

Art. 212 C.P.P. - Modalità di confronto. - 1. Il giudice, richiamate le precedenti dichiarazioni ai soggetti tra i quali deve svolgersi il confronto, chiede loro se le confermano o le modificano, invitandoli, ove occorra, alle reciproche contestazioni. 2. Nel verbale è fatta menzione delle domande rivolte dal giudice, delle dichiarazioni rese dalle persone messe a confronto e di quanto altro è avvenuto durante il confronto.
Nonostanze le contraddizioni eclatanti nelle dichiarazioni delle Miano, Corso e Gargano sia tra di loro, sia nelel dichiarazioni proprie nell'arco di tempo, sia con il Carabiniere, il giudice ha omesso di effettuare il confronto tra queste persone.

Cosa abbaimao: indagini sono state omesse, la parte accusatrice non è stata esaminata e non è stata messa a confronto, alla parte accusatrice non sono stati chiesti documenti e prove che confermassero il dichiarato.

Ma che tipo di processo è? E' solo una bruttissima parodia sulla giustizia!
La legge allora per chi è stata scritta?
Per cosa prendono lo stipendio giudici e pubblici ministeri?

 
dibattitopubblDate: Mercoledì, 04/05/2011, 23:55 | Message # 19
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INTERVALLO III - DOMANDE NON FATTE E ATTI NON CHIESTI ALLA PARTE CALUNNIATRICE E AL CARABINIERE-TESTIMONE

L'art. 498 p.1 C.P.P. prevede: "Le domande sono rivolte direttamente dal pubblico ministero o dal difensore che ha chiesto l'esame del testimone".

L'art. 6 p.3 lett.D della L. 848/1955 (convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo) invece prevede: "In particolare, ogni accusato ha diritto di ESAMINARE E FAR ESAMINARE i testimoni a carico ed ottenere la convocazione e l'esame dei testimoni a discarico nelle stesse condizioni dei testimoni a carico".

In base di questi leggi il 22 gennaio 2008 ho inviato all'avvocato Bracco Debora, la cui mi è stata assegnata d'ufficio, la bozza dell'elenco delle domande da fare alla controparte e la carabinire-testimone con lo scopo di stabilire la verità dei fatti e dimostrare la cattiva fede e reato di calunnia e falso ideologico della Miano e delle sue dipendenti. Nella stessa lettera ricordavo all'avvocato di invitare come testimone il console estone (nonostante esplicita richiesta l'avvocato ha omesso di invitarlo), di contestare l'omissione delle indagini da parte della p.m. e pezzi falsi della relazione dei carabinieri di Genova (nonostante la richiesta nulla di ciò è stato fatto). Su richiesta invio la copia della lettera, non la pubblico per l’eccesso di dati e informazioni personali e anche per non dare alla mia controparte la possibilità di prepararsi per rispondere.

L'avvocato mi assicurava di avere capito l'idea e di avere elabortato per bene le domande per l’udienza. Mi assicurava che se la Miano dicesse il falso sulla questione dell’affidamento dei bambini e degli eventi avrebbe subito provveduto con la richiesta di atti di prova attestanti il dichiarato per contestare il falso della dichiarazione. Invece sull’udienza l’avvocato non aveva fatto neanche una delle domande indispensabili, omettendo di sottoporre la parte calunniatrice e il carabiniere-testimone all’esame. In seguito al racconto delirante-infantile della Miano Silvia l’avvocato non ha chiesto alla Miano neanche un atto del suo ufficio o degli altri uffici, permettendo alla Miano di mentire e dichiarare il falso senza essere immediatamente contestata e messa in difficoltà.

Nell’arco dell’ascolto della parte calunniatrice e del carabiniere sorgevano altre domande, per esempio bisognava capire cosa intendeva la Miano sotto il termine "agitata", quali sintomi avrebbe osservato per descrivere me con il termine "agitata", cosa vuol dire "atteggiamento di sfida", in cosa si esprimeva, come la Miano può spiegare che sulla foto è ritratto che io abbracciavo la figlia dopo la consegna e "l’avevo preso per la mano" ecc.. Bisognava chiedere gli atti ulteriori in quanto la Miano aveva fatto affermazioni nuove.

La Miano è stata illecitamente favoreggiata tramite omissione delle domande e tramite omissione della richiesta di presentare gli atti attestanti il proprio dichiarato (in qualità di pubblico ufficiale la Miano ha il dovere di redigere gli atti realtivi al proprio lavoro e di conservare diligentemente, protocollando, tutti gli atti ricevuti e inviati).

Non volevano farle fare un brutta figuraccia?

Anche al carabiniere non sono state fatte le domandi utile a chiarire la verità dei fatti e non sono state chieste le delucidazioni sul contenuto del verbale.

Gli atti non chiesti alla Miano nell’arco del processo si descrivono nel post "Richiesta atti al comune di Sesta Godano". Non scrivo qua le domande non fatte in quanto queste domande devono essere ancora fatte e non voglio rovinare la "sorpresa"… ;-)

 
dibattitopubblDate: Mercoledì, 04/05/2011, 23:56 | Message # 20
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ATTO IX - terza udienza - testimoni esplcitamente testimoniano in mio favore

Il 28/03/2008 è stata effettuata la terza udienza, era presente il mio ex marito e sig. G.M., non so se erano presenti altre persone calunniate.

All'inizio siamo stati sentiti io e mio ex marito, dopo sig. G.M. e dopo testimoni (2 persone invitate da me, tra cui uno a me sconosciuto scelto a caso dall'elenco delle persone identificate dai carabinieri sulla richiesta della Miano - un giornalista del Secolo XIX).

Preciso che avevo chiesto all’avvocato Bracco Debora di invitare anche il console estone, però l’avvocato ha omesso di farlo (si vede non voleva danneggiare troppo la mia controparte con testimonianza di un diplomatico).

Il terzo testimone invitato da me è stato mandato via senza essere sentito (dopo avere passato 6 ore ad aspettare!) in quanto il giudice ha ritenuto che i primi due testimoni HANNO TESTIMONIATO IN MANIERA ESAURENTE E IL TERZO TESTIMONE ERA SOVRABBONDANTE.

Ho contestato ogni parola detta dalla Miano, consegnando al giudice gli atti esplicitamente attestanti che la Miano mente, per esempio l’atto attestante che il Demanio non c’entra con l’occupazione abusiva della mia abitazione da parte dei criminali – la Miano ha mentito che la mia casa sarrebbe "portata via dal Demanio" arrivando al punto di mentire di avere visto "i sigilli del Demanio", la citazione con difetto di nullità del tribunale dei minori e due decreti illegali irregolari emessi abusivamente, non aventi l’efficaccia legale, le copie delle querele relative – il che provava che la Miano non era l’affidataria di miei figli. Anche su questa udienza il giudice rideva sempre, sì le bugie della Miano e C° erano demenziali e contradditori, però il dovere del giudice è quello di ascoltare e capire e non divertirsi sulla storia di sequestro di due bambini e l’assistente sociale che mente primitivamente al di là del limite del verosimile.

Sull’udienza precedente avevo scitto tutto quello che aveva detto la Miano e l’avevo contestato frase per frase, indicando al giudice le verifiche da fare per sabilire la verità dei fatti quando non avevo prove e la mia parola era contro la parola della Miano.

Avevo sottolienato che la Miano non ha mai effettuato una visita domicliare alla mia familgia e non ha mai fissato un appuntamento per effettuare lo studio della nostra famiglia e che per questi motivo qualsiasi dichiarazione della Miano sul contro della mia famiglia è il reato di falso ideologico doloso, la rappresentazione della fantasia malsana. Raccontavo del fatto che la Miano soffe di una specie di patalogia percettiva nel vedere manifestazioni e proteste là dove non ci sono, dando riferimenti precisi sui comportmenti precedenti della Miano e sul falso precedente nelle altri sedi (per esempio la Miano ha mentito in altro tribunale che io avrei protestato nel comune di Brugnato nel mese aprile 2003 (sic!) – cioè prima del sequestro dei figli e senza avere un motivo (!), preciso che nel mese aprile 2003 non sono andata a Brugnato neanche una volta in quanto la mi aabitazione familiare si trova a Sesta Godano e non avevo alcun motivo di andare a Brugnato). Osservavo che la Miano non fa mai le foto di queste presunte manifestazioni anche se ha un telefonino che fa le foto – basta poco, un click, per avere la prova di queste proteste, il problema è che nessun altro li vede e non appaiono neanche sulle foto scattate…

Presentavo l’elenco degli atti da chiedere alla Miano, tra cui "sentenze" del tribunale dei minori inidicati dalla stessa nel racconto e mai mostrati a nessuno, fatture i quali attesterebbero il rilascio dell’asssitenza alla mia famiglia (la Miano ha mentito che la mia famgilia avrebbe avuto qualche assistenza dal comune di Sesta Godano), il proggetto d’assistenza e lo studio economico previsti dalla legge, ecc.. Avevo esplicitato che non ho rapporti tesi con la Miano in quanto il rapporto da parte mia consiste nel chiedere alla Miano di osservare la legge italiana in corrispondenza coi doveri d’ufficio, la Miano si sente tesa perché viola costantemente la legge.
Avevo messo in evidenza le contraddizoni nelle dichiarazioni della Miano e delle sue colleghe, il fatto di contraddizioni anche con il carabiniere. Chiedevo di effetuare un confronto tra queste persone.
Mettevo in evidenza le contraddizioni più eclatanti della Miano, come "una marea di persone con cartelli" – "una donna con un cartello", mettevo in paragone dichiarazioni della donna davanti alle autorità diverse nei momenti diversi, dimostrando l’abitudine della donna di mentire e alto livello di disonestà in generale.

Presentavo la descrizione degli eventi e la piantina del posto, le foto (tutto depositato agli atti prima dell’udienza). Avvalendosi delle foto smontavo alcune bugie della Miano (per esempio l’affermazione della stessa che avrei "preso il bambino per la mano" – sulla foto si vedeva che abbracciavo e baciavo la bambina; l’affermazione di essere arrivata sul posto contemporaneamente con corso e Gargano – da una delle foto si vede che le Corso e Gargano si trovavano in direzione opposta dell’arrivo dei bambini e non nella direzione dell’arrivo – il che attesta che erano arrivati sul posto prima). Attiravo l’attenzione del giudice che su nessuna delle foto si vede la Miano vicino alla mia famgilia, che su nessuna delle foto ci sono cartelli e protestanti, che le Miano, Corso e Gargano non erano con il console sulla foto che ritrae il loro arrivo fino alle file dei pullman.

Descrivevo con l’aiuto degli articoli dei giornali e del verbale dei carabinieri l’aggressività della Miano contro giornalisti. Insomma, presentavo la mia versione dei fatti.

Alla fine l’avvocato della Miano lo Scopesi Mario ha tentato di incolparmi di inosservare il secondo decreto illegale emesso dal tribunale dei minori, su di che rispodevo che il decreto da compiti alla Miano e non a me, in quanto è lei l’asistente sociale e io non posso sostituirmi ad un’assistente sociale (il decreto prevedeva la mia presenza nel posto di detenzione dei bambini, l’assistente sociale doveva organizzare la partenza dei bambini in esilio e il mio rimpatrio – cioè doveva restituirci documenti personali necessari per il viaggio runati il 1/07/2003, fornire biglietti o scegliere un altro mezzo di spostamento, indicare il posto di destinazione). Esplicitavo davanti al giudice a alla p.m. che la Miano fino ad oggi non ha osservato il decreto e non si era attivata per eseguire gli ordini dei giudici, che è stata querelata per l’art. 388 c.p. sia da me sia da mio ex marito, chiedevo di agire in base di questa notizia di reato.

Mio ex-marito ripeteva la mia versione dei fatti e testimoniava per le mie qualità morali e caratteriali, dicendo che in tutto il periodo di fidanzamento e matrimonio non avevo mai usato gergi e linguaggio volgare del tipo del linguaggio della Miano e delle sue colleghe, che non ho mai pronunciato nella mia vita il termine "troia" e qualsiasi altra imprecazione italiana.

Sig. G.M. dichiarava di non avere visto la consegna dei bambini in quanto aveva fatto ritardo, vedendo la macchina dei carabiniari si era avvicinato per curiosare e si è visto indicare con un dito in viso e identificare.

Due dei tre testimoni sentiti invitati da me, tra cui un cittadino a me sconosciuto scelto a caso dall’elenco delle persone identificvate dal carabinieri, hanno esplicitamente testimoniato che io e nessun altra persona hanno pronunciato imprecazioni e/o ingiurie, che io non era agitata e che tale affermazione è una menzogna, che sul posto non c’erano persone coi cartelli e/o persone che protestavano, che l’atnosfera sul posto della consegna era di una festa per la liberazione dei bambini e non affatto tesa. Uno dei testimoni aveva portato ulteriori foto. Giudice e p.m. facevano tantissime domande a miei testimoni, a differenza dell’udienza precedente quando sono stati sentiti la parte calunniatrice e il carabiniere-testimone.

Il mio terzo testimone è stato mandato via perché la testimoniaza di primi due è stata ritenuta sufficiente per la prova di mia totale INNOCENZA e REATO DI CALUNNIA DA PARTE DELLA MIANO SILVIA.

La prosima udienza conclusiva è stata fissata per il 14/05/2008.

 
dibattitopubblDate: Mercoledì, 04/05/2011, 23:57 | Message # 21
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Spazio per copie del verbale (né l'avvpocato Bracco né l'avvocato Defilippo non mi hanno ancora fornito le copie di questo verbale)
 
dibattitopubblDate: Mercoledì, 04/05/2011, 23:58 | Message # 22
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ATTO X - RICHIESTA ATTI AL COMUNE DI SESTA GODANO E RIFIUTO DEL COMUNE DI FORNIRE ATTI AL GIUDICE

Dopo l'udienza del 28/03/2008 c'era un mese e mezzo prima della prossima udienza (14/05/2008). Per dimostrare la mia assoluta buona fede e le menzogne patologico-ossessive da parte della Miano Silvia bisognava fornire alcuni atti. Ero rimasta male del comportamento dell'avvocato a me assegnato d'ufficio Debora Bracco, vedevo che la stessa omette di fare la richiesta degli atti al comune di Sesta godano necessari per stabilire la verità dei fatti. Quindi, avendo paura che l'avvocato non facesse niente, ho deciso di fare io l'istanza e il 1/04/2008 ho mandato richieste degli atti al sindaco del comune di Sesta Godano, mandandoli per conoscenza all'avvocato Bracco, chiedendo di provvedere con le modalità previste dalle leggi per ottenere questi atti ai sensi dell'art. 391 quater c.p.p.: "P.1 Ai fini delle indagini difensive, il difensore può chiedere i documenti in possesso della pubblica amministrazione e di estrarne copia a sue spese. P.2 L'istanza deve essere rivola all'amministrazione che ha formato il documento o lo ditiene stabilmente".

Istanze sono state stata mandate per conoscenza anche al giudice. Chiedevo al sindaco del comune di Sesta Godano di inviare gli atti richiesti al giudice prima del 14/05/2008 - nei tempi utili per permettere una valutazione prima dell'udienza.

Il sindaco non ha inoltrato documenti al giudice, compiendo il reato di omissione e rifiuto degli atti d'ufficio. Non so se il giudice Filippo Santarella e/o la p.m. abbiano querelato il sindaco per il reato dell'art.328 C.P. ... non credo proprio... non credo che osservano la legge...

Mezz'anno dopo, mel mese ottobre 2008 ho ricevuto una risposta assai bizzarra dall'avvocato Scopesi Mario, il cui ha risposto al posto del sindaco, coprendomi degli insulti e rifiutandosi di rilasciare gli atti rischiesti, compiendo reati di rifiuto di atti d'ufficio e ingiuria (di ciò nei post successivi, in ordine cornologico).

Il 10/12/2008 ho mandato al sindaco sollecito di rilasciare gli atti richiesti, avvisandolo del comportamento bizzarro e contrario al buon costume dell'avvocato Scopesi, e invitandolo a non sperperare il denaro comunale per pagare gli avvocati con lo scopo di stesura degli insulti, in quanto lo può fare anche da solo perchè la stesura degli insulti non necessitA di un titolo di studio.

Qui segue il testo della richiesta degli atti al comune di Sesta Godano inviata il 1/04/2008:

AL SINDACO DEL COMUNE DI SESTA GODANO

Per conoscenza al
Giudice di pace Dr. Santarella
Proc. N. 6403/03

1/04/2008 (e-mail)
18/04/2008 (fax 0187 870921)

BABENKO OLGA
Senza tetto sul territoiro del Comune di Sesta Godano a causa di occupazione dell’abitazione da parte dei criminali e il rifiuto di comune di Sesta Godano di adempiere alla L. 328/2000 art.3,16,22;
Indirizzo per le comunicazioni scritte:
Fermoposta c.p.8 LAVAGNA 16033 GE
Notifiche:
Tramite Carabinieri di Chiavari (a causa di ripetuta e dolosa omissione dei Carabinieri di Sesta Godano di effettuare le notifiche e a causa di altri loro reati compiuti in danno alla mia famiglia);
Tel.: 340 27 41 271
E-mail: olgababenko@yahoo.it

EGREGIO SIG. SINDACO DEL COMUNE DI SESTA GODANO,

Con la presente la informo che l’assistente sociale adoperante presso il Vs. comune tale Miano Silvia ha alzato la questione di movimento di denaro in forma di aiuti/contributi per la mia famiglia nel corso di un processo relativo alla liberazione di miei figli dal sequestro e la loro consegna il 10/08/2003.

1. Per questo motivo La chiedo di fornire tutta la documentazione commerciale (bilanci con relative ricevute e fatture) e la documentazione bancaria (attestante i movimenti del denaro) riguardante il lavoro del Servizio sociale del Vs. comune a partire dal ottobre 2001;

2. La chiedo di inviare anche le fatture attestanti i pagamenti della mensa e trasporto scolastico per il nome di mio figlio Babenko Igor Andres fatti per l’anno scolastico 2001/2002;

3. La chiedo di inviare anche le fatture attestanti i pagamenti della mensa e trasporto scolastico per il nome di mio figlio Babenko Igor Andres fatti per l’anno scolastico 2002/2003, specificando le percentuali pagate dal Villaggio di Ragazzo di Cogorno, dal comune di Cogorno e dal comune di Sesta Godano, da chi e quando è pervenuta la richiesta;

4. La chiedo di inviare la fattura per i libri ipoteticamente comprati dalla Miano in qualità di regalo per il mio figlio Babenko Igor Andres e la ricevuta di loro consegna;

5. La chiedo di inviare le ricevute di ipotetiche consegne dei beni e dei servizi alla mia famiglia, con le firme mie e di mio ex marito Sig. Mercier Antonio Alberto;

6. La chiedo di inviare il resoconto dettagliato delle spese sostenute dall’assistente sociale nel periodo ottobre 2001 – giugno 2003 con lo scopo di calunniare e diffamare la mia famiglia davanti al Tribunale dei minori (senza avere effettuato lo studio famigliare prima e la visita domiciliare), con lo scopo di organizzare l’aggressione su di me il 29/05/2003, con lo scopo di minacciare il mio ex marito il 9/06/2003;

7. La chiedo di inviare il resoconto dettagliato dei pagamenti al Centro Acquarone di Chiavari dal 1/08/2002 in poi;

8. La chiedo di inviare un resoconto dettagliato, addibito delle ricevute e delle fatture per le spese sostenute dal comune per eseguire abusivamente il decreto del Tribunale dei minori N.1196 emesso il 6/06/2003, trasmesso per la notifica il 11/06/2003, notificato il 30/06/2003, non avente efficaccia legale a causa di impugnazione e contestazione di violazione delle normative processuali.
Chiedo di specificare e dimostrare via fatture le spese per la detenzione dei minori presso una serie di strutture carcerarie religiose (assistente sociale ha nominato l’istutito di Voghera e di Bonassola, ex sindaco ha nominato l’istituto delle 5 Terre, bambini indicano le strutture nei monti del Nord Italia, Centro Benedetto Acquarone di Chiavari e gli appartamenti privati).

7. La chiedo di inviare un resoconto dettagliato relativamente al denaro (contributi) chiesti e ricevuti dalla Regione Liguria e dagli altri enti con le modalità previsti per gli affidamenti e gli altri servizi socio-assistenziali dall’anno 2001.

8. Inoltre La chiedo di fornire la spiegazione dei motivi per i quali presso il Vs comune adopera assistente sociale non laureata, e quindi, incapace a svolgere il mestiere (mentre la legge prevede la laurea).

9. Chiedo inoltre di inviare la conferma di assenza negli atti protocollati del comune dal ottobre 2001 dei seguenti documenti: lo studio economico della mia famiglia (D.L.130/2000), moduli dello studio familiare con l’indicazione delle richieste espresse e con la descrizione dello studio della famiglia effettuato (con descrizione della composizione familiare, dei titoli di studio, rapporti parentali ecc.), verbale della visita domiciliare, il progetto d’assistenza orientato alla risoluzione della situazione con più varianti di assistenza possibile (L.328/2000 art. 3) – i quali la Miano aveva dovere di redigere in seguito al primo appuntamento del mese ottobre 2001 in base della richiesta scritta presentata e in base della documentazione presentata. Preciso, che gli atti richiesti non sono la relazione, ma documenti necessari per la preparazione di una relazione, quindi, chiedo di non inviare le relazioni del contenuto fasullo e falso, ma documenti precisi suindicati.

10. Chiedo di inviare la documentazione attestante la mancata assegnazione del posto nella scuola materna alla mia figlia Babenko Valeria Valentina in seguito alla richiesta presentata nell’ottobre 2001.

La chiedo di inviare la documentazione in questione a me sull’indirizzo suindicato, al giudice Dr. Santarella (riferimenti precisi è in grado di indicare la Miano stessa) e all’avvocato Debora Bracco: P.za Dante 9 int.6 GENOVA 16121.

La prossima udienza è fissata per il 14/05/2003 e La chiedo di attivarsi in tempo utile per permettere l’analisi della documentazione a tutti gli interessati prima dell’udienza.

In fede,

Babenko Olga

La seconda istanza inviata:

AL SINDACO DEL COMUNE DI SESTA GODANO

Per conoscenza al
Giudice di pace Dr. Santarella
Proc. N. 6403/03

BABENKO OLGA
Senza tetto sul terriotiro del Comune di Sesta Godano a causa di occupazione dell’abitazione da parte dei criminali e il rifiuto di comune di Sesta Godano di adempiere alla L. 328/2000 art.3,16,22;
Indirizzo per le comunicazioni scritte:
Fermoposta c.p.8 LAVAGNA 16033 GE
Notifiche:
Tramite Carabinieri di Chiavari (a causa di ripetuta e dolosa omissione dei Carabinieri di Sesta Godano di effettuare le notifiche e a causa di altri loro reati compiuti in danno alla mia famiglia);
Tel.: 340 27 41 271
E-mail: olgababenko@yahoo.it
RICHIESTA ATTI

Io, sottoscritta, Babenko Olga con la presente comunico, che l’avvocato della Miano Silvia – assistente sociale del Vs. comune, nell’arco di procedimento relativo alla liberazione dei miei figli dal sequestro e la loro consegna il 10/08/2003 ha alzato la seguente discussione:
è BUGIARDA o non lo è l’assistente sociale Miano nello svolgimento della sua attività lavorativa in qualtià di pubblico ufficiale.

Per chiarire la quesione La invito di fornire la seguente documentazione relativa al lavoro dell’assistente sociale Miano:
1). Copia della cartella personale della mia famiglia (Mercier/Babenko), la quale l’assitente sociale Miano aveva il dovere di compilare sul primo appuntamento avvenuto circa il 15/10/2001 in base della richiesta scritta e della documentazione presentata sull’appuntamento - o la dichiarazione di assenza di questa documentazione negli atti.
2). Copie dello studio economico della mia famiglia (Mercier/Babenko) effettuato nell’ottobre 2001 secondo il D.L. 130/2000 (la legge precede lo studio economico degli utenti prima del rilascio di qualsiasi tipo dell’assistenza) - o la dichiarazione di assenza di questa documentazione negli atti.
3). Copia della scheda professionale del Servizio sociale sulla mia famiglia (Mercier/Babenko) (che rappresenta anche lo studio della situazione familiare) corrispondente ai requisiti previsti dalla Regione Liguria: contenente indicazone delle generalità degli utenti, loro residenza e domicilio, domanda espressa, ipotesi dello studio della domanda, data di presa in carico, indicazione con quali prestazioni procedere, composizione del nucleo familiare, studio delle relazioni parentali, studio della relazioni sociali, bisogni evidenziati, prestazioni professionali necesarie (quali e con quali strumenti), altre notizie utili, valutazioni e piano di lavoro, verifiche, nuovi bisogni/richieste, interventi, diario degli eventi significativi, uscita dal servizio, nuovi accessi - o la dichiarazione di assenza di questa documentazione negli atti.
4). Copia della scheda di Servizio sociale per il sistema informativo con l’indicazione degli enti interessati, operatori interessati, dati dell’utente (compreso posto di mascita, mazionalità, Nr. della tessera sanitaria e il nome del medico di base), provenienza della domanda, stato sociale, stato civile, stato professionale, titolo di studio, stato occupazionale, professione, lavoro, motivazioni della domanda, indici della valutazione sociale, prestazioni professionali generali, prestazioni professionali specifiche, strumenti della prestazione - o la dichiarazione di assenza di questa documentazione negli atti.
5). Copia del verbale della visita domiciliare alla famiglia in seguito all’appuntamento del 15/10/2001 - o la dichiarazione di assenza di questa documentazione negli atti.
6). Copia della corrispondenza A.R. inviata dall’assistente sociale alla mia famiglia (Mercier/Babenko) con invito di recarsi sul secondo appuntamento ipoteticamente fissato in seguito al primo - o la dichiarazione di assenza di questa documentazione negli atti.
7). Copia dell’invito alla famiglia di presentarsi dall’assistente sociale il 15/03/2002 - o la dichiarazione di assenza di questa documentazione negli atti.
8). Copia della corrispondenza A.R. con avviso alla mia famiglia di fornimento di qualche tipo d’assistenza, in particolare quella urgente - o la dichiarazione di assenza di questa documentazione negli atti.
9). Copia del progetto d’assistenza orientato alla risoluzione della situazione con proposta di più vie di risoluzione possibili (art. 3 L. 328/2000) - o la dichiarazione di assenza di questa documentazione negli atti.
10). Copia del decreto N.747 sul quale si indica chiaramente la richiesta dei giudici di "trasferimento della Sig.ra Babenko e di figli ad Imperia in struttura Regina Pacis" - o la dichiarazione di assenza di questa documentazione negli atti (NB: il decreto deve contenere precisa indicazione su trasferimento ad Imperia).
11). La documentazione attestante che il decreto N.747 avrebbe potuto avere l’efficaccia legale nei confronti della mia famiglia: la data di trasmissione per la notifica dello stesso e l’ufficio dove sarebbe stato stato trasmesso, nome dell’Ufficiale giudiziario responsabile per la notifica, la copia della relata di notifica a me a al mio ex marito Sig. Mercier A.A. (la quale autorizza esecuzione del decreto in caso di mancata presentazione del reclamo) - o la dichiarazione di assenza di questa documentazione negli atti.
12). Le relate di notifica del decreto N.747 agli altri interessati indicati sul decreto, specificamente: Servizio della salute mentale di Chiavari e assistente sociale del Consultorio familiare di Chiavari Margherita Sadowsky - o la dichiarazione di assenza di questa documentazione negli atti.
14). La copia del "provvedimento di rintraccio" del Tribunale per i minori di Genova emesso secondo la Miano nel mese giugno 2003 - o la dichiarazione di assenza di questa documentazione negli atti.
15). Documentazione in base della quale nel 1999 è stata concessa la residenza alla me e ai miei figli minori Babenko Igor Andres e Babenko Valeria Valentina:
- certificati di nascita,
- certificati medici estoni su nome mio di non avere avuto e di non avere nel 1999 le malattie mentali, veneree e AIDS – tradotti e legalizzati,
- certificato estone di assenza delle condanne penali del 1999 – tradotto e legalizzato,
- certificato di assenza di condanne penali in Italia rilsasciato dalla Procura di La Spezia nel 1999,
- contratto d’affitto tra sig. Mercier e il Prencipe Antonio del 1988,
- contratto di trasformazione del contratto d’affitto nel contratto comodato fino al 2015 a causa di debiti del Prencipe nei confronti del Sig. Mercier del 1994,
- ceretificato sull’abitabilità ed idoneità dell’immobile,
- certificato di corrispondenza ai requisiti previsti per gli alloggi per gli stranieri.
(Questi documenti non possono essere assenti negli atti – per concedermi la residenza mi avete umigliato parecchio ed io avevo accontentato le Vostre richieste).
16). Comunicazione a fini di pubblica sicurezza al sindaco e alla Quiestura a cura del Sig. Prencipe Antonio – proprietario dell’immobile – su comodato dell’immobile del maggio 1994 - o la dichiarazione di assenza di questa documentazione negli atti .
17). Verifiche del ex sindaco tale Giorgio Traversone nei confronti del Demanio nel 2001 e la documentazione analitica attestante l’impossibilità di risolvere la situazione con Demanio - o la dichiarazione di assenza di questa documentazione negli atti.
18). Atto con il quale il comune "ha dato disponibilità di pagare sia le spese di trasloco sia i primi mesi di affitto" all’assistente sociale nel periodo ottobre – dicembre 2001 per le presunte attività volte a risolvere occupazione abusiva dell’abitazione (con specificazione da dove doveva avvenire il "trasloco" e l’indirizzo dell’immobile di destinazione) - o la dichiarazione di assenza di questa documentazione negli atti.
19). Corrispondenza A.R. del mese giugno 2003 attestante l’esistenza degli accordi tra Sig. Mercier ed ex sindaco Giorgio Traversone sulla questione di "trasferimento" della mia famiglia ad Imperia - o la dichiarazione di assenza di questa documentazione negli atti.
20). Provvedimento del Tribunale dei minori emesso secondo la Miano il 30/06/2003 - o la dichiarazione di assenza di questa documentazione negli atti.
21). I certificati di visite mediche e di visite psichiatriche ai minori nel periodo dal 1/07/2003 al 10/08/2003 - o la dichiarazione di assenza di questa documentazione negli atti.
22). Progetto di assistenza per la famiglia in corrispondenza con la L. 149/2001 art. 5 comma, il quale doveva essere preparato dal momento di presa dei minori in possesso da parte del comune in caso di un affidamento regolare, il quale doveva essere preparato dal 1/07/2003 - o la dichiarazione di assenza di questa documentazione negli atti.
* * *
La chiedo di inviare la documentazione in questione a me sull’indirizzo suindicato, al giudice Dr. Santarella (riferimenti precisi è in grado di indicare la Miano stessa) e all’avvocato Debora Bracco: P.za Dante 9 int.6 GENOVA 16121.

La prossima udienza è fissata per il 14/05/2003 e La chiedo di attivarsi in tempo utile per permettere l’analisi della documentazione a tutti gli interessati prima dell’udienza.
In fede,
Babenko Olga

CERCO UN CITTADINO/A CHE MI POTREBBE AIUTARE AD OTTENERE QUESTI ATTI DAL SINDACO DEL COMUNE DI SESTA GODANO, VISTO CHE IL SINDACO COMPIE RIPETUTAMENTE IL REATO DI RIFIUTO DEGLI ATTI D'UFFICIO (ART.328 C.P.) E LA PROCURA DI LA SPEZIA OMETTE DI PUNIRLO E DI AIUTARMI AD OTTENERE QUESTI ATTI!

 
dibattitopubblDate: Mercoledì, 04/05/2011, 23:59 | Message # 23
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ATTO XI - QUARTA UDIENZA CON IL GIUDICE FILIPPO SANTARELLA – DECISIONE IN NOME DELLA MIANO SILVIA

QUARTA UDIENZA CON IL GIUDICE FILIPPO SANTARELLA – SENTENZA IN NOME DELLA MIANO SILVIA – GIUDICE PROCURA IMPUNITà ALLA MIANO DOPO AVERE CONSTATATO I SUOI REATI DI CALUNNIA, FALSO IDEOLOGICO E DIFFAMAZIONE

(la copia della sentenza può essere visionata qui: http://dibattitopubbl.ucoz.com/forum/43-352-1572-16-1304540692
, è pubblicata più avanti)

La terza udienza è stata fatta il 15/05/2009. Delle persone calunniate ravamo presenti io, mio ex marito e sig.ra A.A.. Non so il nome della pubblico ministero, la stessa era in un abbigliamento sportivo come per dire "qua si sputa sulla legge", infatti il sospetto era diventato realtà appena la donna aveva cominicato a leggere proprie considerazioni da un foglio.

La donna ha fatto una seire di affermazioni contrari alle prove acquisite nel dibattimento, confermando affermazioni deliranti e non veirtieri della Miano (per esempio che la mia abitazione sarebbe "presa da Demanio" mentre ho presentato un documento attestante che il Demanio non c’entra nulla con l’occupazione dell’immobile da parte dei criminali; che io "non avevo impedimenti per partire fuori l’Italia" il 10/08/2009 nonostante avevo presentato le copie di una istanza mia con richiesta degli atti al comune e la risposta del comune nella quale si indica chiaramente che non ero in possesso dei documenti di miei figli nella data indicata ed è omessa l’informazione sui documenti personali miei; ha fatto affermzioni sui decreti del tribuinale dei minori in realtà inesistenti senza richiedere la verifica negli atti del tribunale come da me chiesto sull’udienz precedente).

La p.m. non accennava una parola sul fatto che il carabiniere aveva testimoniato in mio favore di non avermi mai visto e che non sono stata indicata con un dito e identificata, che non appartenevo al gruppo di persone descritto nell’arco del dibattimento, che la stessa Miano ha affermato che quelli che avrebbero insultato sono stati identificati tutti ed io invece non lo sono stata, che due testimioni a carico hanno testimoniato di "non ricordare" se io avevo detto qualcosa o meno, che nessuno di quelli che avrebbero insultato si erano allontanati dal posto mente io mi ero allontanata dopo 5 minuti, e che sono stati sentiti due testimoni da me invitati i cui hanno esplicitamente testimoniato in mio favore (che la Miano mente ed è una calunniatrice) e che il terzo testimone è stato mandato via in quanto ritenuto "sovrabbondate".

Non una parola sul fatto che il comune di Sesta Godano ha omesso di fornire al giudice gli atti richiesti necessari per stabilire la verità dei fatti e del fatto che tale comportamento è il reato di rifiuto degli atti d’ufficio (art.328 C.P.).

La p.m. ha fatto tante affermazioni sui fatti verità dei quali non è stata stabilità nell’arco del dibattimento, di fatto dichiarando il falso ideologico.

Non ho visto ancora il testo depositato agli atti da questa p.m., appena l’avrò ho intenzione di presentare una querela penale per il falso idoeologico, diffamazione, discriminazione raziale e altri reati compiuti nei miei confronti (anche se so già adessso che la querela sara insabbiata la faccio lo stesso il che servirà per dimostrare il modo di fare della malagiustizia italiana).

Avvocata della Miano di nome Barbara Terraglia si è abbassa ad insultarmi

Questa volta la Miano era difesa da Barbara Terraglia sul posto di Mario Scopesi. Questa donna non ha fatto altro che coprirmi degli insulti al livello di bassifondi pronunciando seguenti frasi (non osservando le regole di etichetta nel darmi "dottoressa" e usando solo "signora": "Signora Babenko è fannulona! Non ha mai lavorato, vive con sussidio del comune!" E altro del genere. Tutto ciò sapendo la verità dagli atti comunali dove sono stati depositati il mio libretto di lavoro estone, copie tradotte e legalizzare degli titoli di studio e altro richiesto per la concessione della residenza (circa 1,5 kg di documenti, tra cui anche certificati di assenza delle condanne penali e delle malattie infettive, veneree e mentali, idoneità igienica e di grandezza dell’abitazione familiare ecc. – ai cittadini stranieri onesti comuni chiedono una quantità esagerata di documentazione per concedere la residenza). Dagli stessi atti comunali risulta che la mia famiglia non ha mai ricevuto alcun tipo di sussidio e/o di aiuto dal comune (i lettori possono fare una richiesta delle fatture e/o ricevute al comune di Sesta Godano, con la presente autorizzo il trattamento di miei dati personali con lo scopo della richiesta degli atti suindicati).

Quando Barbara Terrraglia mi ha insultato né giudice né p.m. non hanno provveduto, dimostrando che tribunale italiano permette di compiere impunemente il reato di ingiuria e di offendere l’onore degli stranieri. Se avessi insultato io la Miano, una delle sue dipendenti-colleghe o gli avvocati della Miano come l’hanno fatto loro sicuramente il giudice e p.m. avrebbero subito provveduto nei miei confronti. Non ho voluto fare un esperimento in quanto pronunciare insulti è sporcare il proprio onore e dignità personale, lo lascio fare agli assistenti sociali e avvocati italiani senza abbassarmi fino a loro livello.

Il giudice si pronuncia in nome della Miano Silvia e non in nome della giustizia

Ognuna persona onesta aspettava la condanna alla Miano per il reato di calunnia e falso ideologico però il tribunale italiano non ha gli scopi di punizione dei criminali e della Giustizia.
Il giudice ha deciso che mio ex marito e altre due persone di tutti i calunniati non sono colpevoli "per mancanza delle prove" e io e altre due persone siamo colpevoli (sic!!!).

Preciso ancora una volta che il carabiniere ha esplicitmamente testimoniato che io non c’entro con altre persone in quanto non identificata e non indicata dalla Miano come persona da identificare e la Miano stessa ha dichiarato che tutte le persone che avrebbero insultato sono stati identificati – il che attesta esplicitmante la mia totale estraneità ai fatti. Altre persone sono state indicate e identificate, io no. Il mio nome non è presente sul verbale dei carabinieri. Il mio nome è stato aggiunto all’elenco dei nomi delle persone accusate con puro scopo di espressione dell’odio razziale e di peresecuzione razziale. La condanna nei miei confronti testimonia solo ed esclusivamente l’odio e discirminazione razziale.

Sull’udienza il giudice non ha indicato alcun motivo per giustificare la sua decisione contraria alle prove acquisite nel dibattimento, bisognava aspettare la sentenza.

Il comportamento dei giudici e dei p.m. coinvolti attesta esplicitamente il legame illecito tra il potere politico (l’assistente sociale Miano Silvia e comune di Sesta Godano) e il potere giuridico (giudice e p.m.). In base delle prove chiare, concordate ed esplicite aqcuisite nell’arco di dibattimento la Miano doveva essere condannata per il reato di calunnia e tutti i cittadini calunniati dovevano essere dichiarati innocenti. Però non è stato così. Si chiede perché? Per quale motivo? E’ evidente che con le prove esplicite a carico la Miano doveva essere condannata per calunnia. Il giudice e la p.m. hanno deciso di favoreggiare la Miano e di procurarle l’impunità. Si può presumere che sicuramente siano stati contatti privati tra la Miano e la p.m. e il giudice, non credo che loro hanno violato la legge e hanno procurata l’impunità alla Miano per propria inziativa, si può sospettare uno scambio di favori. Qualcuno può fornire un altro motivo?
 
dibattitopubblDate: Giovedì, 05/05/2011, 00:15 | Message # 24
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INTERVALLO 4 - DESCRIZIONE DEL FALSO IDEOLOGICO E MENZOGNE SCRITTE DAL GIUDICE FILIPPO SANTARELLA NELLA SENTENZA

DESCRIZIONE DEL FALSO IDEOLOGICO E MENZOGNE SCRITTE DAL GIUDICE FILIPPO SANTARELLA NELLA SENTENZA EMESSA IN NOME DELLA MIANO SILVIA E IN DANNO AL POPOLO ITALIANO E GIUSTIZIA

Nelle condizioni della testimoniazna esplicita in mio favore da parte del carabiniere e testimoni il giudicie doveva per forza compiere il reato di falso ideologico per accusarmi e per proclamarmi colpevole. Qua sotto segue l’estratto del falso del giudice, non pubblico le foto della sentenza in quanto contiene troppi dati personali altrui. Su richiesta, comunque, mostro tutta la documentazione.

Il decreto in questione contiene una serie di falso ideologico, in particolare:

1) "Provata la penale responsabilità degli imputati" (pag. 3)
2) "il tentativo della conciliazione falliva malgrado ci fosse la disponibilità della Miano a rimettere la querela e quella di alcuni imputati di accetare ciò, poerché la Babenko si rifiutava di risovere pacificamente la controversia" (pag. 4)
3) "A detta della Miano, la Babenko … disse delle parolacce tra cui "troia" – "ecco la venditrice dei bambini" (pag.4)
4) "L’appuntato dei CC testimoniava… in piazza della Vittoria dove c’erano più persone con due bambini" (pag.5)
5) "L’imputata Babenko testimoniava ricordando le precedenti vicende 2001, tra cui lo sfratto dalla casa demaniale, il ricovero in una struttura, il provvedimento di affidamento disposto dal tribunale dei minori dei due soui figli ed altre vicende culminate con la decisione del tribunale dei minori di Genova di restituire i minori alla madre, in preesenza del console estone, per il successivo rimpatrio in Estonia. Come convenuto con il console e le assistenti sociali, la consegna sarebbe avenuta in piazza della Viittoria alle 17.30" (pag.5)
6). "I bambini … l’hanno abbracciata" (pag.5)
7). "Tutto ciò premesso, è stato ampiamente testimoniato che dalle 17.00 alle 18.00 del giorno 10/08/2003, in piazza della Vittoria, una decina di persone svolse una mnaoifestazione di protesta contro il tribunale dei minori di Genova e contro assistenti sociali…" (pag.6)
8). "Era presente ai fatti il console dell’Estonia, il padre dei bambini Mercier ed alcuni loro amici quali l’ …, che fotografò il loro arrivo, il giornalista Galliani del Secolo XIX con il fotografo, …" (pag.6)
9) "All arrivo in piazza, …, come da accordi presi con la Babenko, in ottemperanza a quanto disposto dal tribunale dei minori di Genova, trovarono sul posto la Babenko, il Mercier, il console ed alcune persone che protestavano e le insultavano ad alta voce e tutti insieme, dicendo: "Eco la venditrice dei bambini – guardate la minigonna, miss Pechino – fate un lavoro sporco –hai violato i diritti dsei minori- vaffanculo andatevene via facce da troia- maledette, maledette" etcc." (pag. 6)
10) "La Babenko, foretemnte risentita per la sottrazione dei figli ed autrice di numeriose denunce nei confronti di rappresentanti pubblici e della Miano per asserita negata assitenza…"
11) "… è credibile che all’arrivo dei figli, nel prelevarli, abbia pronunciato, fra l’altro, la frase offensiva "Ecco al a venditrice dei bambini – vergognati – guardate com’è con la minigonna" (pag.6).
12) "L’assistente Gargano ricordava la frase pronunciata dalla Babenko alla Miano, che aveva un vestito cinese: "La troia di Pechino" (pag. 6)
13). "L’assistente Corso ricordava che erano state accolte dalla Babenko con: "Vergognatevi troie"
14) "La A… è stata facilmente identificabile perché trattasi di unica donna di 50/60 anni con un cartello" (pag.6)
15) " L’altra è la Babenko è conosciuta dalle assistenti sociali già da tempo. A detta della Miano questa disse: "maledette, maledette, faccie da troie" e le offese e le invettive furono confermate anche se in modo generico dalle altre due assistenti e dall’appuntato CC Costanza, che riferiva di avere ascoltato le seguenti frasi: "tornate a zappare la terra – voi del tribunale dei minori non averte modo di esistere -–siete delle rovina famiglie" (pag. 6-7).
16) "Il racconto dei fatti fornito dalla Miano è credibile, puntuale e esaurente" (pag.7).

Altre dichiarazioni non vere:

- il mio ex marito si indica come ex convivente
- le Corso e Gargano si indicano come assitenti sociali mentre non lo sono, sono un’operatrice e un’autista, incaricati ad un pubblico servizio e non pubblici ufficiali
- che la Miano sarebbe affidataria di miei figli

Omissioni:

1. Nella sentenza non si indica che la Miano non ha presentato nessun documento del suo ufficio ne alcun decreto del tribunale dei minori per provare il proprio detto mentre il lavoro di un’assistente sociale si basa sulla formazione degli atti inziando dallo studio socio-economico della famiglia richiedente, visite domiciliari, e finendo con la redazione di un proggetto d’assistenza orientato alla risoluzione della situazione con offetta di più vie di risluzione possibili (art. 3,16 L. 328/2000).
2. Non si indica che la Miano, e nessun altro assistente sociale, non ha mai effettuato una visita domiciliare alla mia famiglia, e quindi, non poteva rilasciare alcun tipo di dichiarazione sul posto di abitazione della mia famiglia.
3. Non si indica che la Miano non ha mai effettuato uno studio della mia famiglia previsto dalle leggi, e quindi, tutte le sue dichiarazioni sul conto della mia famiglia sono bugie basate sulla fantasia malsana e il reato di falso ideologico.
4. Non si indica che ho contestato ogni parola della Miano presentando atti di prova e indicando le azioni da intraprendere per acquisire ulteriori prove indispensabili per stabilire la verità dei fatti (ho presentato una nota del Demanio attestante che il Demanio non ha mai preso l’immobile in possesso e non c’entra con l’occupazione dell’immobile tramite reato di violazione di domicilio e con il furto dei beni; una lettera del comune di Sesta Godano attestante che non avevo documenti personali il 10/08/2003, citazione con il difetto di nullità del tribunale dei minori e due decreti con difetto di nullità emmessi irregolarmente e illegalmente, non aventi efficaccia legale; richiesta atti presentata al tribunale dei minori; richieste atti presentati alla Miano Silvia e al comune di Sesta Godano; materiale fotografico attestante la consegna dei bambini e in particolare il fatto che non avevo preso la bambina per la mano ma l’avevo in braccio e la baciavo e che le Gargano e Corso erano arrivati sul posto della consegna prima e nel momento delal consegna si trovavano dietro alla mia famiglia – direzione opposta da dove sono arrivati bambini il che attesta che non erano arrivato sul posto contemporaneamente con la Miano; la piantina del posto e la dinamica degli eventi. Ho chiesto al giudice di porre le domande non fatte alla mia controparte e di richiedere gli atti dal comune di Sesta Godano e dal tribunale dei minori; due testi scitti dalal Miano con dichiarazioni diverse da quanto detto sull’udienza). Non si elencano le menzogne della Miano da me smontate tramite atti di prova.
5. Non si indica che il sindaco del comune di Sesta Godano ha omesso di presentare gli atti al giudice per l’udienza del 14/05/2008, richiesti ai sensi dell’art. 391 quanter C.P.P.) compiendo il reato di rifiuto di atti d’ufficio (art. 328 C.P.).
6. Non sono state indicate le contraddizioni nel racconto della Miano e il contrasto con dichiarazione delle sue dipendenti e del carabiniere.
7. Non si indica che al carabiniere non sono state fatte le domande indispensabili per capire la verità dei fatti, per capire se ha assistito a qualcosa o se il verbale è stato scritto esclusivamente dalle parole della Miano, se ha visto bambini sul posto. La testimone Corso ha dichiarato di non avere sentito le frasi contro il tribunale dei minori, il che potrebbe confermare che il verbale è stato scritto solo dalle parole della Miano.
8. Non si indica la mia versione dei fatti.
9. Non si indica la testimoniazna del carabiniere nel mio favore (che non sono stata identificata) e che questa testimoniazna del carabinieri ha evidenziato che la Miano dichiara dolosamente il falso sul fatto di mia identificazione essendo consapevole che io non sono stata identificata.
10. Non si elencano le contrassiozi tra Le Miano, Corso, Gargano e il loro contrasto con quanto dichiarato dal carabiniere.
11. Non is indica che il carabiniere non ha sentito imprecazioni e parolacce a differenza da quanto dichiarato dalla Miano.
12. Non si indica che io non facevo parte del gruppo di persone accusate.
13. Non si indica che nessuno di miei parenti e amici presenti sul posto è stato identificato, che sono state identificate solo persone estranei alla mia famiglia.
14. Non si indica che le Corso e Gargano hanno dichiarato di "non ricordare" se avevo detto qualcosa o meno nonostante nel momento della consegna si trovavano dietro alle mie spalle (la prova delal foto) e hanno perfettamente sentito tutto quello che avevo detto, tra cui le parole d’amore verso figli.
15. Non si indica che dalle foto si vede che le Corso e Gargano nel momento delal consegna si trovavano dietro alle spalle di mia famiglia – nella direzione opposta da dove sono arrivati i bambini e che quindi le donne non erano arrivate contemporaneamente sul posto della consegna ma in momenti separati. Le donne erano arrivate insieme solo fino alle file dei bus parcheggiati che separavano il posto della consegna dalla piazza della Vittoria.
16. Non si indica che a causa di scarsa conoscenza e mancanza dei contatti io non ero in grado di riconoscere la Miano e viceversa, infatti dai racconti delle persone identificate sembra che la Miano ha scambiato sig.ra A.A. con me.
17. Non si indica che due miei testimoni hanno esplicitamente testimoniato contro la Miano, contestando il reato di calunnia e falso ideologico della donna, in particolare, che io non ero affatto agitata, che non avevo detto alcun tipo di parolacce e/o imprecazioni, che nessuno delle persone presenti aveva pronunciato insulti, che non esisteva "una marea di persone coi cartelli" ne una donna sola con un cartello. Non si indic che lio ex marito hja testimoniato che io non ho mai usato nella mia vita il linguaggio volgare da bassifondi e imprecazioni usati dalla Miano e sue colleghe.
18. Non si indica che il mio terzo testimone è stato ritenuto sovrabbondante e non è stato sentito, in quanto la testimoniazna di primi due è stata ritenuta valida, esaurente ed affidabile.
19. Non si indica che la Miano stessa ha affermato che tutte le persone che l’avrebbero insultato sono stati identificati mente io non lo sono stata e quindi non insultavo.
20. Non si indica il rapporto di dipendenza lavorativa dalla Miano delle Corso e Gargano e il fatto che essendo nelle dipendenze della Miano rischiano avere problemi al lavoro o addirittura di perderlo in caso di azioni contrarie all’interesse della Miano. Non è stato valutato il fatto che le Corso e Gargano hanno ritirato la querela.
21. Non si indica che le Miano, Corso e Gargano hanno cambiato la loro versione dei fatti, rilasciando dichiarazioni diverse ai carabinieri di Genova, ai carabinieri di Borghetto e sull’udienza, cioè nei momenti diversi del tempo.
22. Non si indica che gli avvocati della Miano Scopesi Mario e Barbara Terraglia mi hanno insultato sulle udienze oltrepassando il limitre del decoro professionale e di buon costume.
23. Non i indica che la Miano Silvia non è laureata mentre la legge italiana prevede che un assistente sociale deve essere laureato (D.M. 23/7/93) e quindi la Miano svolge il mestiere abusivamente e non è in grado di svolgere per la mancanza di un percorso di studio adeguato (lo stile ludico dello scrivere e il linguaggio gergonale-idiomatico usato per documenti ufficiali si evidenziano da una lettera della Miano alla giudice Giuliana Tondina dell’agosto 2002, allegata agli atti).

Discriminazione razziale e istigazione all’odio razziale

Come si vede dal testo delal sentenza alla Miano si dedicano 32 righe di testo piene di falso ideologico non conferato dalle prove e delle dichiarazioni denigranti e offensive nei confronti della mia famiglia. Sull’udienza ho contestato ogni frase della Miano (in quanto non ha detto nulla di vero, mentendo patologicamente anche quando non ce ne era bisogno), presentando la mia versione dei fatti del tutto contraria addibita dalle prove documentali e delle indicazioni per assunzione delle ulteriori prove. Il giudice aveva il dovere di indicare la mia versione dei fatti, invece sul posto della versione mia ha indicato la versione della Miano (!) – il che è un atto disonesto e altamente discriminatorio, è una totale mancanza di rispetto nei miei confronti.
A me si dedicano solo 14 righe, nelle quale non si indica la mia versione dei fatti e non si indica che mi sono dichiarata innocente in quanto estranea ai fatti (non identificata dai carabinieri) e calunniata e offesa dal comportamento della Miano e delle falsità dette nei confronti miei e della mia famiglia, del linguaggio di bassifondi italiani al livello di una persona non laureata (come lo è la Miano) a me attribuito.
Un tale trattamento nei miei cofnrotni attesta che il giudice istiga gli italiani ad odiare gli stranire e ne da l’esempio esplicito.

Specificazione dei fatti:

1) "Provata la penale responsabilità degli imputati" (pag. 3)
In realtà è stata provata la mia totale estraneità ai fatti tramite testimonianza del carabiniere, dei testimoni e dalla parte calunniatrice stessa (il carabiniere testimoniava che non sono stata indicata dalla Miano e identificata, che non appartenevo al gruppo di persone accusate; la Miano stessa dichiarava che tutti quelli che avrebbero insultato sono stati identificati – è io non lo ero; 2 testimoni a carico dichiaravano di non ricordare se avevo detto qualcosa o meno anche se si trovavano non lontano dietro alle mie spalle nel momento di consegna e hanno visto e sentito tutto, in particolare le parole d’amore verso bambini; la Corso diceva anche di non ricordare se la Miano è stata insultata; 2 testimoni a discarica hanno esplicitamente testimoniato che io non ho insultato nessuno e non ero agitata e che nessuno ha insultato nessuno sul posto della consegna, che c’era l’atmosfera di festa per l’arrivo dei bambini e che l’atmosfera si era deteriorata solo quando era arrivata la Miano accompagnata dai carabinieri da lei stessa chiamati). La testimonianza di miei primi due testimoni è stata ritenuta chiara, precisa e puntuale al punto tale che il terzo testimone non è stato sentito ed è stato dichiarato "sovrabbondante". Anche il mio ex marito (nonostante siamo in conflitto per causa di separazione) ha testimoniato in mio favore, specificando che il linguaggio a me attribuito non corrisponde al mio livello di cultura e che da quando mi conosce non ho mai detto una sola imprecazione, parolaccia e/o espressione volgare da bassifondi. E’ stato provato il reato di calunnia della Miano nei miei confronti e la mia buona fede e innocenza. Non sono state provate le responsabilità penali neanche delle altre persone.

2) "il tentativo della conciliazione falliva malgrado ci fosse la disponibilità della Miano a rimettere la querela e quella di alcuni imputati di accetare ciò, poerché la Babenko si rifiutava di risovere pacificamente la controversia" (pag. 4)
La mia controparte l’assistente sociale Miano era disposta a ritirarere la querela solo ed esclusivamente in cambio di denaro e delle lettere delle scuse dalle persone da lei falsamente accusate mentre la legge prevede: "la remissione della querela non può essere sottoposta sotto termini o condizioni" (art. 152 comma 4 C.P.). E’ stata la Miano che non ha voluto rifiutarsi dal denaro e dalle lettere delle scuse in qaunto voleva guadagnare calunniando le persone con abuso della professione. Sulla sentenza deve essere indicato che io mi ero rifiutata di pagare alla Miano e di scrivere le lettere delle scuse per reati mai compiuti, in quanto tali azioni mi causano danni sia materiael sia alla reputazione e all’onore, però ero disponibilissima alla riconcigliazione, e che il tentativo era fallito a causa del comportamento della Miano.
3) "A detta della Miano, la Babenko … disse delle parolacce tra cui "troia" – "ecco la venditrice dei bambini" (pag.4)
La Miano non aveva detto che io avevo pronunciato la frase "ecco la venditrice dei bambini" ne "troia" – questa frase non è presente nel verbale dell’udienza in quanto la Miano non mel’ha contestato. La Miano ha detto: "…abbiamo incontrato la Babenko, che ha preso i bambini insieme a Mercier e nel tratempo insultava… LA SIGNORA BABENKO ERA MOLTO AGITATA, HA PRESO SUBITO LA BAMBINA PER MANO, HA DETTO DELLE PAROLACCE, IL SIGNOR MERCIER FACEVA DI TUTTO PER AGITARLA ANCORA DI Più. NON RICORDO QUALE OFFESA SPECIFICA MI RIVOLSE LA BABENKO. NON RICORDO GESTI OFFENSIVI DA PARTE DELLA BABENKO."
Quando la p.m. ha chiesto quale frase di preciso mi contestava e se ricordava il capo di imputazione la Miano ha risposto solo: "RICORDO DELLA FRASE DELLA BABENKO CHE MI HA RIVOLTO DI CUI IN CAPO DI IMPUTAZIONE. L’altra donna presente e che è stata identificata in mi apresenza ha detto "maledette, maledette, ricordo i nomi la signora si chiamava A., tutte furono identificate in mia presenza".

4) "L’appuntato dei CC testimoniava… in piazza della Vittoria dove c’erano più persone con due bambini" (pag.5) - al carabiniere non è stata fatta la domanda se sul posto c’erano bambini o meno, non si sa se li ha visti, il carabiniere ha solo letto il verbale e non è stato chiarito se il contenuto del verbale era stato interamente trascritto dalle parole della Miano o se il carabiniere ha visto qualcosa. In più c’era un uomo con un bambino per la mano, indicato dalle Miano, Corso e Gargano, quindi la quantità dei bambini dovrebbero essere tre. Comunque, la questione non è stata chiarita nell’arco del dibbatimento in quanto al carabiniere non hanno fatto domande indispensabili per capire meglio la situazione.
5) "L’imputata Babenko testimoniava ricordando le precedenti vicende 2001, tra cui lo sfratto dalla casa demaniale, il ricovero in una struttura, il provvedimento di affidamento disposto dal tribunale dei minori dei due soui figli ed altre vicende culminate con la decisione del tribunale dei minori di Genova di restituire i minori alla madre, in preesenza del console estone, per il successivo rimpatrio in Estonia. Come convenuto con il console e le assistenti sociali, la consegna sarebbe avenuta in piazza delal Viittoria alle 17.30" (pag.5)
Io avevo fatto dichiarazioni diverse, non ho mai dichiarato quello che ha scritto il giudice. Le dichiarazioni suindicate attribuite a me in realtà sono dichiarazioni della mia controparte Maino. E’ la testimoniazna della Miano e non la mia.
Io avevo esplicitamente dichiarato, confermando il mio detto con atti e documenti: che la mia famiglia non ha mai avuto alcun tipo dello sfratto in quanto la casa è stata occupata da un gruppo di criminali tramite reato di violazione violenta del domicilio (art. 614 C.P.), che il Demanio non c’entra nulla con l’occupazione illegale dell’immobile in quanto l’immobile non è stato mai preso in possesso (allegando agli atti una nota del Demanio); di non essere mai stata "ricoverata" in alcun tipo di strutture – cioè di non avere mai accettato la proposta di ospitalità a pagamento presso il centro Benedeto Acquarone di Chiavari in quanto le condizioni proposte erano contrarie al buon costume e alla morale familiare (offrendo al giudice di verificare l’inesistenza degli atti di visita domiciliare alla mia famgilia da parte di un assistente sociale e conseguente impossibilità di rilasciare dichiarazioni sun conto di mia famiglia); che non esiste un decreto del tribunale dei minori avente l’efficaccia legale e che due decreti emessi sono stati emessi illegalmente in base della citazione con il difetto di nullità e quindi anche essi nulli (allegando la citazione, due decreti con realte di notifica e querele per reati dei giudici nella modalità illegale di emissione dei decteti); di non avere mai avuto alcun decreto del tribunale dei minori con la "disposizione" di restituirmi i figli in presenza del console – offrendo al giudice di richiedere gli atti dal tribunale dei minori per evidenziare l’inesistenza di un simile decreto; che il "rimpatrio" dei bambini non poteva essere attuato in quanto loro patria e l’Italia – poteva quindi esistere solo espatrio in esilio; che nella data 10/08/2003 non poteva esistere alcun tipo di partenza in quanto i nostri documenti personali erano in possesso della Miano e la donna si era rifiutata di restituirli (allegando agli atti una lettera del comune di Sesta Godano); di avere avuto le trattative private per la liberazione dei bambini con la presidente del tribunale dei minori e non avere alcun tipo di contatto con l’assistente sociale Miano e console estone (chiedendo al giudice di ricercare gli atti che potrebbero confermare il contrario: lettere, tabulati telefonici), di non avere avuto alcun tipo di accordo con queste persone; che la consegna è stata fissata per 17.55 (allegango agli atti un comunicato stampa con l’ora indicata).
Nella mia testimonianza ho accuratamente contestato tutte le menzogne, le bugie e il falso ideologico della Miano e ho presentato la mia versione dei fatti, evidenziando le contraddizioni tra le Miano, Corso, Gargano e il Carabiniere, sottolineando il fatto di differenze nelle dichiarazioni del 10/08/2003, del 11/08/2003 e del 27/03/2008 delle Miano, Corso e Gargano, allegando la dinamica della consegna dei bambini e la piantina del posto.
Il fatto che sul posto delle dichiarazioni mie sono state indicate quelle della Miano rappresenta un trattamento non pari, è un falso ideologico esplicito e discriminazione razziale.
Sulla sentenza deve essere obbligotariamente trascritto quello che avevo detto io senza deviare e cambiare le parole e il significato del detto.
6) "I bambini … l’hanno abbracciata" (pag.5)
Nell’arco dell’udienza è stato chiarito che i bambini si erano corsi verso di noi con le urla e pianto strazianti e ci hanno saltato in braccia, noi abbiamo abbraciato loro e loro hanno abbaracciato noi, stringendo fortemente con tutto l’amore, l’abbraccio è stato reciproco e non da parte di una parte sola – il che si attesta dalle foto.
7) "Tutto ciò premesso, è stato ampiamente testimoniato che dalle 17.00 alle 18.00 del giorno 10/08/2003, in piazza della Vittoria, una decina di persone svolse una manifestazione di protesta contro il tribunale dei minori di Genova e contro assistenti sociali…" (pag.6)
Il carabiniere ha testimoniato di non avere visto alcun tipo di manifestazione, lo stesso testimoniavano tutte le persone sentite tranne la Miano. "Una marea di persone coi cartelli" è stata vista (delirio o menzogna dolosa?) solo dalla Miano, le Corso e Garagano hanno visto solo una donna con un cartello (però non hanno detto cosa sarebbe stato scritto su questo cartello - sic!). Nessun giornale ha pubblicato foto di presunta manifestazione e non ci sono stati interventi della questura di Genova che si trova a distanza dei 30 metri dal posto della consegna. Nell’arco dell’ascolto delle persone è stato provato il contrario – che non esisteva alcun tipo di manifestazione e che c’era un forte caos dovuto ad alto passaggio di gente (stazione ferroviaria, fermata e parcheggio dei bus, zona di interesse turistico, centro storico, bar, negozi). Il giudice doveva indicare "ampie prove".

 
dibattitopubblDate: Giovedì, 05/05/2011, 00:15 | Message # 25
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8). "Era presente ai fatti il console dell’Estonia, il padre dei bambini Mercier ed alcuni loro amici quali l’ …, che fotografò il loro arrivo, il giornalista Galliani del Secolo XIX con il fotografo, …" (pag.6).
Le persone elencate dal giudice non sono amici del console estone, non sono amici del mio ex marito (ad eccezione del testimone sig. G. A.), nessuno di nostri amici presenti sul posto è stato identificato, sono state identificate solo persone estranei alla nostra famiglia, sconosciute o conosciute pochissimo.

9) "All arrivo in piazza, …, come da accordi presi con la Babenko, in ottemperanza a quanto disposto dal tribunale dei minori di Genova, trovarono sul posto la Babenko, il Mercier, il console ed alcune persone che protestavano e le insultavano ad alta voce e tutti insieme, dicendo: "Eco la venditrice dei bambini – guardate la minigonna, miss Pechino – fate un lavoro sporco –hai violato i diritti dei minori- vaffanculo andatevene via facce da troia- maledette, maledette" etcc." (pag. 6)
Non c’è nessuna prova che la Miano aveva avuto accordi e contatti con me (lettere raccomandate A. R. , tabulati telefonici), io avevo esplicitamente dichiarato di non avere avuto alcun tipo di contatti con la Miano e con il console. Agli atti non è stato allegato un decreto del tribunale dei minori descritto dal giudice (io avevo esplicitamente testimoniato che a me i decreti del genere non sono stati notificati), il carabiniere non ha sentito le frasi indicate dal giudice ma frasi del tutto diverse ("tornate zappare la terra e altro") e non è stato chiarito se le ha sentite veramente o le ha trascritte dalle parole delal Miano, inoltre testimoniava che io non facevo parte del gruppo accusato non essendo stata indicata con un dito e identificata; nessuno di Corso, Miano e Gargano ha fornito la versione dei fatti del genere; la frase "ecco la venditrice dei bambini" non è stata detta nell’arco del dibattimento; le Corso e Gargano si trovavano dietro alle mie spalle nel momento della consegna, e quindi vedendomi bene (guardi foto), hanno dichiarato di non ricordare se avevo detto qualcosa o meno anche se in realtà hanno sentito ogni parola detta da me e dal mio ex marito e altri nostri parenti, una delle due ha detto di non ricordare neanche se la Miano è stata insultata o meno; due testimoni testimoniavano esplicitamente che nessuno aveva pronunicato insulti e parolacce, che c’era atmosfera di festa per l’arrivo dei bambini.

10) "La Babenko, fortemente risentita per la sottrazione dei figli ed autrice di numeriose denunce nei confronti di rappresentanti pubblici e della Miano per asserita negata assitenza…"
Il giudice non mi ha chiesto che tipo di sentimenti avevo, quindi "fortemente risentita" è una sua menzogna inventata con lo scopo denigratiorio miei confronti e di espressione dell’odio raziale. Entrando in ambito dei sentimenti è stato omesso di indicare che io sentivo i sentimenti di goia, felicità e vittoria in quanto avevo liberato i miei figli dalle mani dei sequestratori ed i bambini erano vivi e senza menomazioni fisiche invalidanti (prendendo in attenzione che il 24/07/2003 alle 10.00 circa la Miano aveva promesso di uccidere bambini o di danneggiarli). I miei sentimenti di gioia, felicita e vittoria devono essere indicati sul posto di "risentimento", e per il "risentimento" deve essere specificato che non avevo l’emozione di irritazione (il dizionario italiano Zingarelli definisce "risentimento": "Reazione di sdegno o di irritazione provocata da un ingiuria, un’offesa e sim.") ma di gioia di aver vinto contro criminalità. Quello che riguarda la Miano e le sue colleghe-dipendenti, in unità con le quali la stessa ha compiuto reati di sequestro e sottrazione di miei figli, si deve precisare che le stesse avevano sentimenti di perdità del frutto dei reati da loro compiuti, i quali potrebbero essere "ira", "agitazione" o "rabbia" (usando le parole usate dalla Miano stessa) e desiderio di causare danni e di vendicarsi – risentite erano proprio loro.
Non ho fatto "denunce" ma querele. Non ho mai fatto una querela per "asserita assistenza negata" ma per reati di rifiuto degli atti d’ufficio, diffamazione, calunnia, discriminazione razziale e altro (artt. 314, 323, 328, 479, 367/368, 595, 572, 574, 605 e altro del C.P. e l’art.3 L. 654/1975"). "Assistenza negata" è il linguaggio della Miano e non mio. Per esempio, il negato accesso alla scuola materna alla mia figlia non rientra in categoria "assistenza negata" ma "discriminazione razziale" e "rifiuto degli atti d’ufficio". Il falso nelle lettere della Miano inviate al tribunale dei minori sono "diffamazione", "falso ideologico" e "calunnia" e non "assistenza negata". Esecuzione di un decreto irregolare e non avente efficaccia legale del tribunale dei minori è un reato di "sottrazione dei minori", "arresto illegale dei minori" o "sequestro di persona". E così via. Non ho mai detto parole "assistenza negata" – una tale espressione non appartiene al mio lessico – avevo detto "rifiuto e omissione degli atti d’ufficio – art. 328 C.P.".
La quantità delle querele corrisponde alla quantità dei reati compiuti nei miei confronti, numerose querele – numerosi reati subiti, questa numerosità attesta la quantità dei reati della Miano e una forte abitudine a compiere reati.

11) "… è credibile che all’arrivo dei figli, nel prelevarli, abbia pronunciato, fra l’altro, la frase offensiva "Ecco al a venditrice dei bambini – vergognati – guardate com’è con la minigonna" (pag.6).
Viste le testimonianze nel mio favore, comporesa qualla del mio ex marito, tale affermazione non è assolutamente credibile. E’ l’ingiuria e offesa al mio onore, le frasi del genere poteva pronunicare solo un’italiana dei bassifondi senza laurea e non io. E’ una frase al livello di una persona non laureata come lo è la Miano e le sue dipendenti. Nell’arco del dibbatimento non è stato neanche provato che la Miano si era avvicinata a me, io non la conoscevo e non potevo sapere chi era, lei non conosceva me al punto di scambiare sig.ra A.A. per me sul posto della consegna, non eravamo in grado di riconoscere l’una l’altra. Dalle foto di vede che io abbracciavo e baciavo i miei figli, avevo la bocca occupata, non potevo pronunciare, su nessuna delle si vede la Miano – il che esclude completamente che avrei rivolto la parola alla Miano.

12) "L’assistente Gargano ricordava la frase pronunciata dalla Babenko alla Miano, che aveva un vestito cinese: "La troia di Pechino" (pag. 6)
Falso doloso, la Gargano, la cui è un’autista dipendente della Miano e non un’assitente, non ricordava la frase suindicata ma ha detto: (giardi il verbale):
"IO CONOSCEVO LA SIGNORA BABENKO. NON RICORDO SE HA DETTO QUALCOSA… LA SIGNORA BABENKO MI ERA STATA INDICATA COME LA MADRE DEI BAMBINI, PRIMA DEI FATTI AVEVO INCONTRATO SOLO IL SIG. MERCIER. RICORDO LE FRASI MA NON CHI LE HA PRONUNCIATE. HO SENTITO UNA FRASE INDIRIZZATA ALLA SIGNORA MIANO CHE AVEVA UN VESTITO STILE CINESE "LA TROIA DI PECHINO". NON RICORDO SE LA FRASE ESATTA SIA STATA "MISS PECHINO HAI VIOLATO LA CONVENZIONE DEI DIRITTI". RICORDO CHE SONO STATE DETTE FRASI INGIURIOSE MA NON NEL DETTAGLIO. HO SENTITO LE FRASI INGIURIOSE DI CUI NON RICORDO LE PAROLE ESATTE NE CHI DEI PRESENTI LE ABBIA PRONUNICATE".
E anche: "NON MI SEMBRA DI AVERE VISTO LA SIGNORA MIANO CON QUALCUNO" – il che attesta che la Miano era da sola, non si era avvicinata a nessuno e non parlava con nessuno, e quindi non poteva essere insultata.

13) "L’assistente Corso ricordava che erano state accolte dalla Babenko con: "Vergognatevi troie"
Falso dolosissimo, la Corso, un’operatrice dipendente della Miano e non un’assistente, in realtà ha detto: In realtà la Corso ha detto "NON RICORDO SE LA BABENKO ABBIA INSULTATO LA MIANO NE RICORDO SE L’ABBIA FATTO IL MERCIER" (guardi il verbale). E ancora (verbale): " Ci sono state parolacce e insulti. NON RICORDO LE PAROLACCE. Dicevano "Vergognatevi" e insultavano anche "Troia", poi ricordo qualcuno che ha sputato. TUTTI HANNO DETTO QUALCOSA. QUALCUNO HA INGIURIATO. HO SENTITO VOCI DI DONNA CHE INGIURIAVA MA NON SO DIRE CHI FOSSE, C’ERA MOLTA CONFUSIONE. NON RICORDO FRASI PRECISE "
E alla fine: "Non ricordo se la Miano abbia interloquito con chi scattava foto, non ricordo se è stata ingiuriata." , mettendo in dubbio se la Miano è stata veramente ingiuriata.
14) "La A… è stata facilmente identificabile perché trattasi di unica donna di 50/60 anni con un cartello" (pag.6)
Il carabiniere ha esplicitamente testimoniato di non avere visto crtelli ne una donna con un cartello. La stessa cosa testimoniavano due testimoni sentiti e tutte le persone calunniate, la Miano invece ha visto "una marea di gente coi cartelli", la marea di uomini tra cui una sola la donna – sig.ra A.A.?

15) " L’altra è la Babenko è conosciuta dalle assistenti sociali già da tempo. A detta della Miano questa disse: "maledette, maledette, faccie da troie" e le offese e le invettive furono confermate anche se in modo generico dalle altre due assistenti e dall’appuntato CC Costanza, che riferiva di avere ascoltato le seguenti frasi: "tornate a zapare la terra – voi del tribunale dei minori non averte modo di esistere -–siete delle rovina famiglie" (pag. 6-7).
Io non ero conosciuta dalle "assistenti sociali", infatti sull’udienza ho presentato il fatto che il 29/05/2003 le Miano e Corso hanno organizzato un’aggressione su di me e hanno colpito (con una puntura con dei farmaci paralizzanti) un’altra donna sul posto mio proprio perché non mi conoscevano e hanno sbagliato il destinatario dell’aggressione. Prima della consegna la Miano ha detto anche ai miei figli di non essere in grado di riconoscere me e il mio ex marito in quanto ci ha visto per pochi attimi poche volte nella vita (3 volte me e 2 mio ex marito, in tutte queste occasioni la donna compieva reati) e, logicamente, non riusciva a ricordarci.
La Gargano prima diceva di conoscermi e dopo si correggeva che "conosceva solo mio ex marito: "IO CONOSCEVO LA SIGNORA BABENKO. … LA SIGNORA BABENKO MI ERA STATA INDICATA COME LA MADRE DEI BAMBINI, PRIMA DEI FATTI AVEVO INCONTRATO SOLO IL SIG. MERCIER" (verbale).
Il mio ex mairto è stato indicato come "presunto padre dei bambini" in quanto la Miano non conosceva neanche lui e non era sicura nella scelta delle persone.
Alle donne non sono state fatte le domande precise con lo scopo di chiarire in quale maniera mi conoscevano, le date e le occasioni, dalla Miano non è stato chiesto di presentare la copia del diario degli eventi – la scheda della mia famiglia, la quale la stessa aveva il dovere di redigere Nessuno ha verificato se mi conoscevano o meno. Sentita sull’udienza ho chiaramente presentato il fatto di assenza e di insufficienza di contatti tra me e la Miano e le sue dipendenti per il riconoscimento reciproco, tra cui la Gargano non l’ho mai visto né parlato; la Corso l’ho intravista una volta sola per pochi attimi e viceversa.
Si precisa anche che la Miano ha dichiarato che io sarei stata identificata dai Carabinieri, mentre non lo ero, il che attesta che non mi conosceva e la stessa aveva scambiato Sig.ra A.A. per me e l’aveva indicato ai Carabinieri essendo sicura che fossi io.
Il carabiniere non confermava la versione dei fatti della Miano, ne in maniera esplicita ne in maniera generica, presentando invece i fatti e le frasi del tutto diversi, uguale le Corso e Gargano. Il Carabiniere ha confernato la mia versione dei fatti e non quella della Miano: testimoniando che io non sono stata identificata e non appartenevo al gruppo delle persone accusate dalla Miano – dichiarandomi estranea ai fatti e smontando con ciò qualsiasi tipo di accusa nei miei confronti. La testimonianza del Carabiniere ha evidenziato le menzogne della Miano sul fatto di mia identificazione (la Miano ha affermato che io sarei stata identificata come persona particolarmente agitata, il che è anche offesa del mio onore da parte della Miano e il reato di falso ideologico). Inoltre il Carabiniere ha fornito le frasi del tutto diverse da quelle fornite dalla Miano: "Tornate zappare la terra, voi del Tribunale dei minori non avete il modo di esistere, siete delle rovina famiglie", e la Corso gli contraddiceva: "NON RICORDO LE FRASI NEI CONFRONTI DELLE ISTITUZIONI O DEL TRIBUNALE DEI MINORI" (guardi il verbale). Il Carabiniere inoltre non ha confermato l’uso dell’imprecazione "troia" e delle altri imprecazioni più volte ripetute dalle Miano, Corso e Gargano nel corso dell’udienza con tanta agiatezza e dimestichezza.
Il Carabiniere non ha visto né "marea di gente coi cartelli" né una donna sola con un cartello, a differenza della Miano & C°.
La Miano ha dichiarato: "LE DONNE ERANO DUE, LA BABENKO E UN'ALTRA SIGNORA… L’ATRA DONNA PRESENTE E CHE è STATA IDENTIFICATA IN MIA PRESENZA HA DETTO "MALEDETTE, MALEDETTE", NON RICORDO QUALE OFFESA SPECIFICA MI RIVOLSE LA BABENKO". Il che attesta che la Miano non aveva detto che io avrei detto "Maledette, maledette, facce da troia". Le Corso e Gargano, operatrice e autista, dipendenti della Miano, non hanno confermato il racconto della Miano neanche il forma generica, etrando in contraddizone con le dichiarazioni della Miano e del Carabiniere (guardi il verbale). Tutti i due hanno dichiarato di non ricordare se io avevo detto qualcosa, mentre dalle foto del momento della consegna emerge che le stesse stavano dietro alle mie spalle nel momento della consegna e non con la Miano (la cui era rimasta in mezzo alle file dei pillman) e quindi hanno sentito ogni parola da me detta, in particolare le frasi d’amore verso bambini. La foto attesta anche che le donne non potevano essere insultate contemporaneamente in quanto le Corso e Gargano erano arrivate sul posto della consegna prima della Miano, lasciando la Miano coi bambini in mezzo alle file dei pullman.

16) "Il racconto dei fatti fornito dalla Miano è credibile, puntuale e esaurente" (pag.7).
La Miano ha ommesso di allegare gli atti di proprio ufficio al proprio racconto anche se l’avevo chiesto sia sull’udeinza sia con la lettera raccomanadata il 1/04/2008 in corrispondenza con l’art. 391quater C.P.P., senza atti di prova un racconto non può essere credibile, puntuale ed esaurente.
La Miano non ha potuto collocare gli eventi nel tempo e spiegare la posizione delle persone sul posto della cosegna e le dinamicha della consegna. Quando sono state evidenziate le contraddzioni nelle dichiarazioni delle Miano, Corso, Gargano e il Carabiniere il giudice ha omesso di provvedere ai sensi degli artt. 211-212 C.P.P. per mettere queste persone a confronto per chiarire meglio i fatti. Le foto smontano alcune mezogne della Miano in maniera esplicita. In presenza delle contraddizioni e del rifiuto di rilasciare gli atti dell’ufficio da parte della Miano non si può neanche accennare ad un racconto "credibile, puntuale ed esaurente".
Alcune conttraddizioni pià oscene e indecorose della Miano sono:
- "SULLA PIAZZA DELLA VITTORIA ABBIAMO NOTATO UNA MAREA DI PERSONE CON I CARTELLI, HO CHIAMATO CARABINIERI PERCHE’ LI IDENTIFICASSERO" – "le donne erano solo due". Corso/Gargano avrebbero visto UNA SOLA DONNA CON UN CARTELLO. Il carabiniere e tutti gli altri non hanno visto una donna con un cartello ne una marea di persone coi cartelli. Il 10/08/2003 dei cartelli. Sulle foto allegate si vedono chiaramente altre donne.
- la mia identificazione: la Miano sapeva perfettamente che io non sono stata identificata in quanto il 10/08/2003 i carabinieri le hanno chiaramente spiegato che la donna indicata con un dito non sono io ma sig.ra A. Il mio nome non si indica sul verbale dei carabinieri – però la Miano ha mentito lo stesso, con il massimo dolo. Sapendo che io non sono stata identificata in quanto la Miano stessa aveva sbagliato la persona da puntare il dito contro (o perché non mi trovavo sul posto) la Miano affermava che le persone che avrebebro insultato sono state tutte identificate – liberandomi lei stessa da tutte le accuse in quanto non sono stata identificata.
- davanti al giudice la Miano ha dichiarato che avrebbe consegnato i bambini al console, invece nella relazione presentata il 1/04/2004 ad un altro giudice di un altro tribunale la Miano ha scrito che ha consegnato bambini alla madre "in presenza del console estone". Le foto attestano che mentre le donne arrivavano coi bambini fino alle file dei bus il console non c’era con loro.
- il 10/08/2003 la Miano ha affermato che avrebbe ricevuto insulti dal momento quando avrebbe rifiutato al "presunto padre dei bambini" di salire su un bus pubblico, cioè con me e figli e tutti gli altri parenti ed amici, sull’udienza la Miano ha affermato che "insulti erano partiti immediatamente" cioè in un momento non precisato e senza un motivo, senza che si presentasse o avvicinasse alla mia famiglia, senza che nessuno la conoscesse e mentre tutti i presenti che hanno visto le donne arrivare verso le file dei bus pensavano che lei e sue dipendenti fossero agenti di polizia e salvatrici dei bambini.
- menzogna del Demanio (che il Demanio avrebbe preso la nostra abitazione familiare e che addirittura avrebbe messo sigilli) attesta che la Miano mente in maniera patologica, al livello di patologia psichiatrica. Il 15/10/2001 la mia famiglia ha presentato alla Miano un’istanza scritta nella quale si indica esplicitamente che la casa è stata occupata dai criminali tramite sfondamento delle porte e atti violenti, nel mese di novembre 2001 lo stesso Demanio avvisava il comune che l’immobile è occupato dagli igonti e che il Demanio non ha mai preso l’immobile in possesso, nel mese marzo 2002 il difensore civico della Regione Liguria ha inviato una richiesta di osservare la legge al comune di Sesta Godano e in questa richiesta si indica ancora una volta che il Demanio è estraneo all’occupazione dell’immobile da parte dei criminali e che ha omesso di prendere l’immobile in possesso in quanto l’ex proprietario fallito si nasconde dalle autorità. Non si capisce il senso di questa menzogna della Miano, è una menzogna e falso ideologico esplicito per il puro gusto di mentire e di ingannare le autorità giudiziarie. Come abitante del posto la Miano anche conosce le voci che corrono sui criminali che hannno occupato l’immobile: che sono aramti, che vendono la droga, che hanno organizzato un giro di prostituzione nell’immobile, che vi ci sono ragazzine negli abiti succinti, che c’è un bimbo di nome Matteo o Mattia offerto per 30 euro da una donna straniera sporca e malandata… Inventarsi la menzogna sui sigilli supera ogni limite del inverosimile e dimostra esplicitamente la radicata abitudine di mentire della donna.

Segue lettera del Demanio che attesta l'inesistenza dei sigilli e l'estranietà del Demanio al fatto dell'occupazione abusiva della mia abitazione; questa lettera è stata consegnata al giudice:

 
dibattitopubblDate: Giovedì, 05/05/2011, 00:20 | Message # 26
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Documenti attestanti il falso del Demanio sull'anzianità della residenza del mio ex marito nell'immobile (dal 1988 e non dal 1994):

 
dibattitopubblDate: Giovedì, 05/05/2011, 00:24 | Message # 27
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Lettera del comune di Sesta godano che attesta che nella data del 10/08/2003 non avevo documenti personali, in quanto il 1/07/2003 sono stati rubati dalla Miano Silvia & C°:

Di miei dicumenti personali la risposta non è stata data... chi li ha?

* * *

Copia della sentenza del Santarella:

 
dibattitopubblDate: Giovedì, 05/05/2011, 00:27 | Message # 28
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ATTO XII - QUERELA CONTRO L'AVVOCATO SCOPESI MARIO PER INGIURIE, FALSO IDEOLOGICO E ALTRO RAVVISABILE COMPIUTI IN UNA SUA LETTERA E NEL MEMORIALE DELIRANTE

Il 19/10/2008 ho ricevuto la risposta dell’avvocato Scopesi sulla mia richiesta degli atti al comune di Sesta Godano del 1/04/2008. La lettera contiene insulti al livello dei criminali dei bassifondi e non di una persona civilizzata. L’avvocato Scopesi ha rifiutato il rilascio degli atti sul posto del sindaco del comune tale Giovanni Luchetti Morlani, di fatto è il reato dei rifiuto degli atti d’ufficio (art. 328 C.P.). Di fatto il Luchetti Morlani paga l’avvocato per scrivere insulti alle persone - lo può fare benissimo da solo, non ci vuole un avvocato. Ho già scritto a questo sindaco che insulti può scrivere direttamente lui stesso senza pagare gli avvocati sperperando il denaro pubblico.

Il 25/10/2003 ho incontrato mio ex marito, che mi ha dato la copia della "memoria" a firma dello Scopesi. La "memoria" è di dieci pagine di falsità, invenzioni, menzogne e fantasticazioni. L’avvocato ha perso parecchio tempo per inventare il testo delirante di dieci pagine – sarebbe interessante a sapere il motivo di tale dedizione di "corpo e spirito" alla Miano. Leggendo la "memoria" stupisce di più l’impegno dedicato che le fantasie malsane e menzogne.

Comunque, l’avvocato ha comesso reati di ingiuria, diffamazione, falso ideologico e violenza privata, quindi ho preparato due querele (una per reati compiuti nella lettera e altra per reati compiuti nella "memoria") e le ho depositate nella procura di Genova il 14/01/2009 (su richiesta dimostro gli atti).

L’avvocato Debora Bracco a me assegnata diceva di non volere fare le querele contro lo Scopesi in quanto ha paura delle persecuzioni e vendette da parte sua. Quindi le ho fatte senza un avvocato per non far scadere i tempi previsti dalle leggi.
L’avvocato Bracco ha omesso anche di presentare le querele penali per ingiurie da parte dell’avvocato Scopesi sull’udienza del 27/03/2008 e da parte dell’avvocato Barbara Terraglia sull’udienza del 14/05/2008, tradendomi e omettendo di svolgere il compito della difesa, di che non mi ero subito accorta.

Dopo avere depositato le querele ho inviato un’istanza all’ordine degli avvocati, raccontando del comportamento indegno di un avvocato degli avvocati Scopesi e Terraglia, degli insulti personali da parte loro nei miei confronti sulle questioni non relative le questioni in causa e chiedendo sia interventi sia assegnazione di un avvocato per seguire pratiche civili e penali in seguito al comportamento illecito e contrario alla legge a alle normative del comportamento civile di questi avvocati. Avevo passato prima alcuni avvocati e loro tutti si sono rifiutati di seguire le pratiche contro lo Scopesi avendo una paura di possibili persecuzioni di vendetta. Contemporaneamente mi dicevano che ho ragione e che lo Scopesi si era comportato contrariamente alla legge e alle normative di buon costume. Sarebbe interessante di sapere perché lo Scopesi è tanto famoso per vendette e persecuzioni dei colleghi al punto tale che in tanti hanno paura…

* * *

Segue la lettera che dimostra l'amoralità e bassezza e squallore dell'anima dell'avvocato Scopesi Mario, e anche il suo tentativo di intimidirmi tramite insulti nefandi e minacce di querele:

Mai una persona (al di là dei sequestratori di miei figli) mi aveva fatto talmente schifo. Come mai lo Scopsei si è umigliato così tanto davanti a sé stesso: forse era lui il compratore-ordinatore di miei figli (l'uomo chiamato dalla Miano "il secondo padre"?). E' l'amante della Miano o di una delle sue complici? Lo Scopesi è invitato di rispondere pubblicamente: come mai è così coinvolto emotivamente, al punto tale di abbassarsi di inventarsi menzogne e falsità prsonalemente al di là di quelli inventati dai sequestratori di miei figli? (gli avvocati non lo fanno mai) Come mai tale esposizione personale?

* * *

Segue la mia querela contro lo Scopesi in risposta alla sua lettera nefanda:

ALLA PROCURA DI GENOVA

QUERELA

Io, sottoscritta, Babenko Olga, nata il 27/06/71 a Tallinn, Estonia, attualmente nello stato senza fissa dimora a causa di violazione violenta e occupazione abusiva del domicilio regolare da parte di un gruppo di criminali armati (domicilio sito a Sesta Godano in via Merzò 2 (SP)) e a causa di omissione della Procura di La Spezia di provvedere in seguito alle querele presentate;

A causa di occupazione di domicilio e minacce di morte ricevute dalle persone da me querelate, nonché una situazione di totale illegalita e mancata protezione dello Stato contro la criminalità sono reperibile:
Tel.: 340 27 41 271 (nel caso se non rispondesse subito, è logico di richiamare e mandare un SMS);
E-mail: olgababenko@yahoo.it ;
Notifiche e comunicazioni scritte tramite Prefetto di La Spezia (istanza del 10/10/2008);

CON LA PRESENTE QUERELO

l’AVVOCATO MARIO SCOPESI, dati personali da identificare meglio, lo studio a Genova Salita Santa Caterina 1/5 per il reato di ingiuria art. 594 C.P. e di violenza privata art. 610 C.P. compiuti nella lettera datata 21/04/2008 ricevuta il 19/10/2008 (allegato 1).

Preciso che il 1/04/2008 ho inviato al sindaco del comune di Sesta Godano (SP) una richiesta degli atti relativi al lavoro dell’assistente sociale tale Miano Silvia, in quanto su un’udienza la Miano stessa ha alzato la questione dei movimenti di denaro su nome mio e dei miei familiari, dichiarando che la mia famiglia avrebbe ricevuto il denaro e l’aiuto dal comune di Sesta Godano, il che è una bugia e il reato di falso ideologico che ledono l’onore e la reputazione di mia famiglia. Avendo la necessità di dimostrate la falsità di una tale affermazione con scopo di tutela dell’onore della mia famiglia, in primis dei figli minori, e per dimostrare la tendenza patologica della Miano a mentire, ho inviato al sindaco una richiesta degli atti (allegato2).
Il 19/10/2008, passando a Lavagna e visitando la casella postale dove prima ricevevo la posta, ho trovato la risposta a firma dell’avvocato Scopesi (allegato 1), a questa risposta non sono stati allegati gli atti richiesti, il che rappresenta il reato di omissione e di rifiuto degli atti da parte del sindaco (art. 328 C.P.) e il reato di ingiuria (art. 594 C.P.) e di costrizione tramite minaccia della persecuzione giudiziaria ingiusta ed illegale di non richiedere più gli atti dal comune – il che è il reato di violenza privata (art. 610 C.P.).
L’avvocato Scopesi ha tentato di intimidirmi minacciando delle azioni giudiziarie contro di me, pensando che essendo una straniera io non conosca la legge italiana e che mi spavento davanti alle minacce dei processi ingiusti da parte di un avvocato. La legge italiana ed europea prevedano che cittadini hanno diritto di accesso agli atti che li riguardano, i cittadini devono ricevere gli atti richiesti dai comuni e non minacce di persecuzione giudiziaria.

Preciso che su un udienza del 27/03/2008 l’avvocato Scopesi, nella quale lo stesso difendeva l’assistente sociale Miano Silvia, si è permesso di dichiarare al giudice che io avrei “la tendenza a delinquere”, sapendo perfettamente di dichiarare il falso (non ho mai avuto le condanne nella vita mia e non ho fatto alcun tipo di reato) e sperando che io non avrei capito essendo una straniera.

Le scritte offensive il mio onore e il mio decoro sono:

1.
“… Lei ha ritenuto di sottoscrivere frasi ingiuriose, diffamatorie e gravemente calunniose nei confronti della signora Silvia Miano e dell’Amministrazione, parlando di sequestri di persona, aggressioni, minacce, abusi, violazioni di legge, detenzione di minorenni, idoneità professionale e falsità in atti”;
2.
“E’ esclusivamente per l’intensa umanità degli interessati che fino ad oggi non è stato chiesto l’intervento dell’Autorità Giudiziaria, per vedere sanzionati i suoi inaccettabili comportamenti”;
3.
“.. nel Suo convulso percorso ha avuto la fortuna di incontrare sindaci, Carabinieri, Magistrati, personale dei centri d’accoglienza ed assitenti sociali tutti disposti a tollerare le Sue infondate accuse e la Sua inosservanza dei provvedimenti dell’Autorità in materia di figli minori, tutte condotte che la legge italiana punisce anche con lunghe pene detentive”;
4.
“…sembra che l’impunità abbia alimentato in Lei la convinzione di potere seguitare nel dare libero sfogo alle Sue farneticazioni…”;
5.
“…avere subito ingiustizie inverosimili…”;
6.
“..ormai innumerevoli volte le più diverse Autorità ed Amministrative Le hanno dato torto, archiviando o respingendo sempre le Sue inziative, senza mai alcuna eccezione”;
7.
“La realtà, signora Babenko, non è quella che descrive…”;
8.
“…ancora una volta i miei rappresentati le tendono una mano, auspicando che non si renda necessario regolare le Sue condotte nelle aule di Giustizia”;
9.
“..qualora Lei non intenda neppure adesso di confornarsi alla realtà, alle norme di buon comportamento ed alla legge italiana…”.

Gli insulti e le offese del mio onore sono esplicite.
L’avvocato stesso ha consigliato alle persone da me querelate di non procedere contro di me in quanto hanno veramente compiuto i reati per i quali sono stati querelati.

Ho già avito le soddisfazioni dal lavoro delle Autorità Giudiziarie italiane, vincendo anche 2 processi contro miei calunniatori, mio ex marito ha vinto contro l’assistita dell’avvocato l’assistente sociale Miano Silvia nel procedimento penale dove è stato dimostrato che la Miano è la calunniatrice e semplicemente bugiarda.

L’avvocato mi accusa dell’innoservanza dei provvedimenti dell’Autorità in materia di figli minori mentre è i suoi assistiti l’assistente sociale Miano Silvia e sindaco del comune di Sesta Godano non osservano decreto N.1545 del 21/07/2003 del Tribunale dei minori di Genova, io non essendo un pubblico ufficiale e neanche assistente sociale non posso adempiere alle loro funzioni e eseguire un decreto di loro competenza. Anche qua è presente l’intimidazione, l’avvocato pensa che essendo straniera non so leggere il testo del decreto. Ho querelato il comune per il reato dell’art. 388 C.P. per inadempimenti relativi, però loro avvocato non mi ha mai denunciato, essendo consapevole della realtà dei fatti.

Tutto il testo della lettera rappresenta un tentativo di intimidazione e di minaccia calcolati su misura di uno straniero di basso livelo di cultura (preciso che ho ricevuto anche molteplici minacce anonime via telefono) con lo scopo di obbligarmi di tollerare l’attuale situazione illegale e di non promuovere le mie pratiche legali contro assistiti dell’avvocato.

CHIEDO ALLE AUTORITà GIUDIZIARIE DI PROVVEDERE PER LA TUTELA DELLA LEGALITà.

In caso di archiviazione desidero essere informata.

ALLEGATI:

1.
Lettera a firma dell’avvocato Mario Scopesi;
2.
Richiesta atti del 1/04/2008;

* * *

Querela di risposta al memoriale contenente falsità, ingiurie e diffmazioni

(il memoriale sarà inserito appena avrò tempo di scannerizzarlo: è molto grande, lo Scopesi ha investito tanto tempo per trascriverslo e per invenatrsi falsità e menzogne - interessante, quanto denaro ha chiesto in cambio, visto l'impegno paragonabile con ossessivo? wink )

ALLA PROCURA DI GENOVA

QUERELA

Io, sottoscritta, Babenko Olga, nata il 27/06/71 a Tallinn, Estonia, attualmente nello stato senza fissa dimora a causa di violazione violenta e occupazione abusiva del domicilio regolare da parte di un gruppo di criminali armati (domicilio sito a Sesta Godano in via Merzò 2 (SP)) e a causa di omissione della Procura di La Spezia di provvedere in seguito alle querele presentate;

A causa di occupazione di domicilio e minacce di morte ricevute dalle persone da me querelate, nonché una situazione di totale illegalita e mancata protezione dello Stato contro la criminalità, sono reperibile su:
Tel.: 340 27 41 271 (nel caso se non rispondesse subito, è logico di richiamare e mandare un SMS);
E-mail: olgababenko@yahoo.it ;
Notifiche e comunicazioni scritte tramite Prefetto di La Spezia (istanza del 10/10/2008);

CON LA PRESENTE QUERELO

l’AVVOCATO MARIO SCOPESI, dati personali da identificare meglio, lo studio a Genova Salita Santa Caterina 1/5 per il reato di ingiuria ART. 594 C.P. , diffamazione ART. 595 C.P. e consapevole falso ideologico compiuti nella “memoria” presentata su un’udienza il 27/03/2008 a Genova al giudice di pace Dr. Filippo Santarella nell’arco del procedimento PROC. 304/07 G.G.D.R. – 6403/03 R.G.N.R., la memoria estranea alle questioni della causa è prodotta esclusivamento per lo sfogo dell’odio razziale nei miei confronti e di inganno del Giudice, da me avuta insieme con gli altri atti del procedimento il 25/10/2008 dal mio ex marito.

La sunnominata memoria è stata presentata con lo scopo specifico di offendere la mia reputazione, di presentarmi come una persona malata di mente davanti al giudice e P.M. nel procedimento suindicato (preciso che l’avvocato Scopesi non possiede la qualifica medica necessaria per descrivere o denigrare le mia capacita intelettuali e mentali), di offendere mio onore e decoro, per sfogare l’odio razziale patologico nei miei confronti – essendo io una straniera, tantoché nei confronti di altre persone 7 calunniate insieme con me tali “memorie” denigrative non sono state presentate.

Premetto che ero venuta in Italia anni fa con lo scopo di aprire un’attività in proprio di produzione degli oggetti da polveri di marmo di Carrara e da sasso di Volterra. Non ho potuto aprire quest’attività in quanto sono stata colpita dalla criminalità organizzata italiana: la mia abitazione è stata occupata da un gruppo di banditi armati, i cui si erano barricati all’interno, rubando tutti i miei beni e documenti. In queste circostanze alcuni esponenti di comune di Sesta Godano e gli altri loro complici, guidati dall’assistente sociale del comune di Sesta Godano tale Miano Silvia (la donna svolge il mestiere di assistente sociale non essendo laureata mentre la legge prevede una laurea), hanno preparato e organizatto il reato di sequestro di miei figli minori, chiedendo 300 000 euro per la loro liberazione. Con aiuto di autorità italiane, di Interpol e di autorità Europei la mia famiglia ha liberato bambini senza pagare le somme richieste alla Miano, la perdità di “guadagno” ha fatto infuriare la stessa al punto tale che fino ad oggi ricevo periodicamente le minacce anonime di morte e la Miano mi insulta, ingiuria, diffama e calunnia senza saper trattenere i propri sentimenti di ira e di odio. Inoltre i bambini hanno raccontato ai giornalitsi delle violenze e sevizie ricevute dalla stessa, del fatto di essere stati tenuti in prigioneria legati con le corde, cinture e catene ai letti, termosifoni, tubi, pali. Le interviste dei bambini hanno nutrito ancor di più i sentimenti patologici della donna e sono arrivati le minacce di morte anonime amche nei loro confronti.
La rabbia della donna per la perdità del guadagno derivante dal sequestro dei bambini ha definito i comportamenti della Miano nel momento di consegna dei bambini, la donna ha calunniato me, mio ex marito e alcuni persone a me sconosciute di avere rivolto la parola alla stessa e di avere detto le frasi del tipo imprecativo (usate abitualmente dalla stessa in corrispondenza con il livello di cultura). Invece la donna non si era neanche avvicinata alla mia famiglia e si era limitata di abbandonare i bambini in mezzo alla folla di gente presente sul posto di consegna, senza chiedere la firma di consegna, senza verificare chi ha preso i bambini. Devo precisare che la Miano ha rubato i vestiti e le scarpe dei bambini, i quali erano sui bambini nel momento di sequestro, e ha vestito bambini in vestiti di seconda mano e scarpe di bassa qualità di plastica – il che fa vedere l’essenza di carattere di questa donna e il reato di furto.
La Miano aveva tentato di impedire la consegna, telefonando ai Carabinieri e chiedendo un loro intervento prima di liberare bambini (la donna non sapeva che sul posto erano già presenti sia Carabinieri sia agenti di Polizia in vestiti civili, in quanto si prevedevano le azioni estremista da parte del consegnatario – si aspettava la Anna Maria Faganelli, ex presidente del Tribunale dei minori e complice del reato di sequestro e di sottrazione dei bambini). I Carabinieri non sono arrivati subito, ma solo quando la mia famiglia, eccetto mio ex marito, si era allontanata dal posto di consegna. Sul posto sono rimasti alcuni giornalisti e curiosi, poche persone. La Miano scortata dai Carabinieri ha cominicato urlare a voce alta di essere un’assistente sociale e ha aggredito le persone, indicando con un dito in viso e accusandoli di avere pronunciato le frasi contro il Tribunale dei minori, ordinando ai Carabinieri di prendere con la forza le macchine fotografiche e le videocamere. Giorno dopo ai Carabinieri di Brugnato la Miano ha presentato una diversa versione di fatti, calunniando anche me anche se non ci siamo visti e non abbiamo parlato, questa volta di avere pronunciato le frasi ingiuriose contro lei stessa e contro due sue colleghe – preciso che la donna e le sue colleghe non si erano avvicinate a me e alla mia famiglia e non si erano presentati, ho saputo che la Miano è stata consegnataria sul posto della Faganelli solo dai notiziari TV, nei quali si raccontava dell’aggressione della Miano sui giornalisti e dell’abbigliamento, dello stato psichico e comportamento inadatti per un’assistente sociale.
La Miano ha accusato le persone di avere pronunciato le frasi le quali sono abitualmente usati da lei stessa, e corrispondenti al suo titolo di studio (niente laurea) e ai reati compiuti (iniziando con furto dei vestiti dei bambini, e contiunando con falso ideologico, abuso d’ufficio, rifiuta degli atti d’ufficio, sottrazione e sequestro dei minori, e così via). Nel 2008 davanti al giudice la Miano ha dimenticato le prime due versioni dei fatti e ha presentato una terza versione, il che dimostra la sua abitudine a mentire spudoratamente e senza controllarsi, il che per un pubblico ufficale è il reato di falso ideologico.
L’oggetto della causa era esclusivamente il momento di consegna dei bambini e la verifica del dichiarato della Miano, però la donna e il suo avvocato sì erano occupati del diffamarmi e calunniarmi sulle questione non pertitenti alla causa, dimostrando loro odio razziale nei miei confronti (non esiste un’altra spiegazione a un tale comportamento contrario alle norme di comportamento civile).
La “memoria” in questione rappresenta una descrizione deviata della situazione, un falso doloso, la denigrazione della giustizia italiana e un “sputo” su tutto il sistema giudiziario italiano. Nella memoria le querele e istanze si indicano come “lettere”, “s.i.t.”, “esposti”, “ricorsi”, “denunze” e viceversa, con lo scopo preciso di ingannare le Autorità Giudiziarie.

Dando le copie della memoria nelle mani di giudice e di P.M. l’avvocato Scopesi ripeteva: “Sig.ra Babenko ha inclinazione a delinquere”, sapendo dagli atti che non ho mai commesso alcun reato e non ho mai avuto le condanne penali, compiendo reato di ingiuria e falso ideologico consapevole. L’avvocato e arrivato ad insinuare che agire nella sede legiale sia un crimine.

ELENCO DELLE FRASI OFFENSIVE E DIFFAMATORIE SCRITTE DALL’AVVOCATO SCOPESI:

1.Pag. 2 : “accuse vieppiù gravi quanto cervellotiche” – sul contenuto del mio allegato del 10/07/2003 ad una querela del 3/07/2003 al posto di concreti reati da me indicati;
2.Pag. 2: “Osservo che con questa denunzia la Sig.ra Babenko prende decisamente le distanze dalla realtà”;
3.Pag. 3: “Ancorché evidentemente frutto di una percezione distorta”;
4.Pag. 4: “Superfluo evidenziare il contenuto illecito della denunzia, che solleva precise accuse per fatti paradossali e certamente non veri”;
5.Pag. 6: “A parte i dubbi, doverosi, sulla capacità di autocontrollo della sfrotunata signora, quantomeno nei momenti in cui si abbandona alla grafomania”;
6.Pag. 7: “Anche in questo caso la capacità di autocontrollo della povera Signora appare alquanto affievolita”;
7.Pag. 7: “Anche in questo caso è evidente il tenore delirante ma nondimeno gravemente denigratorio e calunnioso…”;
8.Pag. 7: “è una tappa pressoché irrilevante del percorso delittuoso della denunziante Babenko”,
9.Pag. 8: “…minacciose richieste di copie ed atti vari”.

La “memoria” presenta l’elenco delle mie istanze e querele, nel quale sono deviati i contenuti delle querele, la descrizione dei reati effettivamente denunciati, la descrizione delle persone effettivamente querelate, con l’unico scopo di denigrarmi e offendere la mia reputazione. Le querele si indicano come esposti, le istanze come lettere ecc.. Le correzioni e precisioni a mano sul testo della memoria sono fatte da me per accentuare le falsità dolose.
FALSITA’ IDEOLOGICHE CON LO SCOPO DI INGANNARE LE AUTORITA’ GIUDIZIARIE:

1. Pag. 1: “S.I.T.” presso Commissariato di Chiavari in realtà è una querela presentata in manoscritto e accettata con il verbale dell’agente, la querela è contro l’ex sindaco di Sesta Godano il Giorgio Traversone, assistente sociale la Miano Silvia, Dr. Luigi Giugliano, Carabinieri di Sesta Godano, curatore fallimentare Dr. Giovanni Massari e ignoti occupanti dell’immobile i cui si indicano esplicitamente sulla querela. La Miano è esplicitamente querelata per gli art. 328, 331, 361, 378 comma 3, 379 C.P., art. 3 L. 654/1975.
“Denunzia” del 17/05/2002 è denuncia per gli art. 328 C.P. e art. 3 L. 654/1975 a carico della Miano e art. 328, 323 C.P. a carico del sindaco per i nuovi reati compiuti dopo la prima querela.
“Lettera” del 20/05/2002 all’ASL di Brugnato è un’istanza con specifiche richieste di competenza del’ASL.
“Lettera” del 24/05/2002 ai Carabinieri di Sesta Godano, chiamata dall’avvocato anche come “esposto” è un’istanza con le richieste specifiche, tra cui anche avviso del furto in corso dei beni di un fallimento appartenenti allo Stato.
“Lettera” del 18/06/2002 alla Questura di La Spezia – in realtà è un istanza con la richiesta di avere la copia dell’atto di accettazione della querela del 17/12/2001 di Commissariato di Chiavari, l’atto mi è stato immediatamente fornito come da me richiesto. L’avvocato indica anche che uno degli occupanti dell’immobile tale Prencipe Antonio “non viene mai indicato come padre di Mercier, come invece lo stesso dichiara di essere ai Carabinieri di Sesta Godano”, sapendo perfettamente dagli atti del comune che il padre del mio marito è il sig. Moriçe Mercier ed essendo consapevole che il criminale non ha dichiarato in nessun altra sede di essere il padre di mio ex marito, in primis, dopo la nascita all’ufficio dell’anagrafe o al Tribunale dei minori, come lo fanno veri padri. L’avvocato mi accusa di non ripetere la mengozna delirante del Prencipe, inventata dai complici del reato di furto di miei beni con lo scopo di godere dei frutti del reato e tenta di presentare me come persona in cattiva fede anche se quello che mente è lui stesso. Il fatto di paternità è facilmente controllabile.

2. Pag.2: “denunzia” del 12/07/2002 – querela contro Luigi Giugliano – direttore del Demanio di La Spezia, il cui si rifiuta di prendere l’immobile in possesso, il che è il suo dovere istituzionale. L’avvocato scrive che Dr. Giugliano “procede all’acquisizione della casa” – è un falso ideologico doloso consapevole, anche perché l’immobile non è stato preso in possesso fino ad oggi.
Un’altra querela è stata fatta contro l’omessa risposta dall’ASL – art. 328 C.P..
“Denunzia” del 4/09/2002 – querela contro il giornale “Corriere mercantile” di Chiavari per diffamazione e contro il sindaco per falso ideologico e ingiurie nell’intervista al giornale. Nesun altro è stato querelato.
“Opposizione al provvedimento del Tribunale dei minori N.1196” del 3/07/2003 – in realtà è la richiesta di revoca del provvedimento a causa dei violazioni processuali e quelli della legge. Il decreto era nullo e non aveva efficaccia legale, essendo stato emesso senza un processo e senza udienza, non poteva essere eseguito, è il frutto di reato di concussione/corruzione della presidente del Tribunale dei minori e della giudice Miniotti Cinzia da parte dei complici della Miano, in più i nomi dei bambini erano sbagliati. Sulla richiesta si descrivono molto bene i reati della Miano e del sindaco del comune di Sesta Godano, per questo l’avvocato non ha voluto specificarne il contenuto.
“Denunzia” del 10/07/2003 non è a carico di Giorgo Traversone e Silvia Miano, ma a carico degli ignoti più giudici del Tribunale dei minori che hanno compiuto reati, è un allegato alla querela del 3/07/2003; il 10/07/2003 nessuno ancora sapeva che La Miano e il Traversone erano organizzatori ed esecutori del reato, e che sono stati loro a tenere bambini in prigioneria. Questa querela aiutava alle Autorità a scoprire i nomi dei sequestratori dei bambini, infatti dopo alcuni giorni (il 23/07/2003) la Miano e il Traversone sono stati ufficialmente definiti sequestratori e sottrattori dei minori. L’avvocato si arrabbia con il testo della querela, scrivendo gli isnulti ei miei confronti, perché la stessa ha funzionato e ha portato alla liberazione dei minori, il che in Italia è una cosa rara.
“Opposizione al provvedimento del Tribunale per i minori N.1545 del 21/07/2003: contiene quantomeno espressioni fortemente diffamatori in danno dei signori Traversone e Miano…” – si descrivono i reati degli stessi senza ricorrere agli insulti. Avvocato omettre di specificare che il decreto in questione è stato emesso illegalmente, senza un udienza e senza rispodenre alle richieste presentate, che il testo del decreto e tutto falso e diffamazione della mia famiglia in quanto non sono stati assunte le informazioni, per il che il 24/07/2003 i giudici che l’hanno emesso sono stati querelati. La Miano e il Traversone hanno avuto il decreto, l’opposizione(richiesta di revoca a causa di illegalità e querela contro i giudici il 24/07/2003 sull’appuntamento fissato dalla giidice Besio. Inoltre sia Miano sia Traversone si erano rifiutati di eseguire il decreto e gli ordini della Besio, per il che sono stati querelati dinuovo per il reato di non adempienza delle decizioni delle Autorità Giudiziarie.

3. Pag. 3:
“Denunzia del 3/11/2003” – è querela non solo contro Miano/Traversone, ma anche contro gli altri complici del reato di sequestro dei minori, la querela è fatta dopo che le Autorità internazionale hanno ottenuto alcuni documenti, i quali indicano i nomi delle persone che hanno preparato e organizzato il reato, è stato scoperto che complici preparavano reato dal 2002.
“Esposto al giudice di pace di La Spezia del 7/11/2003” – una tale azione non è stata mai fatta. L’avvocato non indica il reato querelato e la persona autore del reato, quindi, non si capisce nulla.
“Ricorso per discriminazione razziale” è descritto dall’avvocato come “l’ennesimo momento attuativo di un radicato disegno criminoso volto a screditare e tormentare il comune, il sindaco e l’assistente sociale…”. Qua c’è da aggiungere che se un cittadino onesto si sente vittima del “disegno criminoso” questi fa la querela, e solo un delinqente si sente “tormentato” in quanto ha paura di essere punito per i reati compiuti.

4. Pag.4:
Volantino del 12/12/2003 – Don Rocca ha ritirato la querela fatta nei miei confronti e ha riconosciuto d’essere calunniatore in quanto volantino è stato fatto dai cittadini di Chiavari in segno di protesta contro alto livello di criminalità a Chiavari e omissione dei giudici di punire i criminali.
“Esposto alla Polizia Giudiziaria” del 2/01/2004 – non è un esposto ma richiesta delle informazioni. Non è “un testo poco significativo”, ma una specifica richiesta informazioni.
“Esposto del 29/03/2004 contro Silvia Miano e don Sambuceti” – è una querela contro un gruppo di complici che preparavano il rerato di sequestro dei minori in base della documentazione la quale la Miano aveva presentato nel corso della causa per discriminazione razziale. Tra documentazione c’erano anche gli atti falsificati del Tribunale dei minori mai trasmessi dal Tribunale per la notifica. La documentazione ha permesso di capire tutto il disegno criminale dei sequestratori dei minori e rapporti tra loro. La Miano per difendere sé stessa ha tradito gli altri complici del reato.

5. Pag.5:
“Esposto al Tribunale dei minori del 22/04/2004” – è un istanza specifica con la richiesta delle informazioni sui decreti falsi mai trasmessi per la notifica e mai notificati usati dalla Miano Silvia. Inoltre è una richiesta al Tribunale di adempiere i doveri istituzionali. I decreti non potevano essere revocati in quanto non avevano l’efficaccia legale, la richiesta di revoca a causa di illegalità era stata una proforma per ottenere la prima udienza e ottenere provvedimenti per la tutela dei minori, in quanto il suddetto Tribunale si è rifiutato di emettere decreti nell’interesse dei minori, si ricorda che anche i bambini sono stati consegnati senza alcun decreto accompagnatorio.
“Esposto alla Corte Suprema di Cassazione” – mai fatto una cosa del genere. E’ un reclamo contro violazioni processuali nella causa di discriminazione razziale: uso da parte del tribunale di La Spezia, dei decreti del Tribunale dei minori falsificati mai emessi e trasmessi per la notifica, emissione della decisione prima della decisione per la falsità di suindicati decreti in seguito alla querela e istanza precisa, indicazione del falso consapevole contrario alle prove, uso della testimonianza assunta fuori udienza della parente della controparte, ecc – tutto di competenza della Corte di Cassazione. L’avvocato usa la parola “esposto” con lo scopo di denigrazione.

6. Pag.6:
Nella descrizione delle sommarie informazioni testimoniali ai Carabinieri di Sesta Godano (i cui non potevano farlo in quanto la parte in conflitto e querelati il 17/12/2001) sono stati indicati precisamente gli autori dei reati e i reati da loro compiuti, il che si attesta dai manoscritti depositati al verbale steso dai Carabinieri (il verbale è solo sommario).

7. Pag.7:
“Esposto del 11/05/2005 al Prefetto di La Spezia” – è un’istanza. Anche se l’avvocato ha scritto “non esiterei a riconoscere estremi di reato” nel testo dell’istanza, però non ha mai fatto la querela i azione civile, essendo consapevole che il contenuto del testo corrisponde alla verità.

Pag.8:
Esposti e denunce sono querele precise contro persone precise: il personale del comune di Sesta Godano che si è rifiutato di rilasciare gli atti – art. 328 C.P..
Quello che riguarda l’elenco dei procedimenti aggiornati al 2006, ho chiesto la riunione dei procedimenti separati in un unico procedimento in quanto trattasi del reati unico e duraturo nel tempo, inizialmente di sequestro dei minori e in seguito di inganno delle Autorità Giudiziarie con lo scopo di eludire le condanne per i reati compiuti. In più è stato chiesto l’inquadramento preciso dei querelati e l’inquadramento dei reati effitivamente compiuti. L’avvocato ha indicato tutto in maniera incredibilmente caotica, che anche io, che conosco bene me mie pratiche, non capisco più nulla.

Come si vede, l’avvocato parla tanto di calunnie da parte mia, però sta ben attento a non fare alcuna azione legale contro di me, in quanto consapevole della verità del mio dichiarato e del fatto che qualsiasi azione contro di me sarà dannosa ai suoi assistiti in quanto solleciterà i tempi della giustizia e mette in evidenza i reati di suoi assistiti.

* * *

CHIEDO DI PROVVEDERE DI PRVVEDERE CONTRO L’AVVOCATO SCOPESI PER I REATI DI INGIURIA/DIFFAMAZIONE, FALSO IDEOLOGICO DOLOSO CON LO SCOPO DI INGANNARE LE AUTORITà GIUDIZAIRIE E DI OFFENDERE IL MIO ONORE E LA MIA REPUTAZIONE.

In caso di archiviazione vorrei essere informata.

ALLEGATI:

1.“Memoria” data dall’avvocato Scopesi al giudice,
2.Documento identità.

In fede,
Babenko Olga

Si allegano i testi delle querele nel formato Word:

Attachments: QUERELA_SCOPESI.doc (43.0 Kb) · QUERELA_CONTRO_.doc (134.5 Kb)
 
dibattitopubblDate: Giovedì, 05/05/2011, 01:07 | Message # 29
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ATTO XIII - SOLLECIRTO DI RILASCIARE ATTI AL SINDACO DEL COMUNE DI SESTA GODANO E AL PREFETTO DI LA SPEZIA

SOLLECITO DI RILASCIARE GLI ATTI AL SINDACO DEL COMUNE DI SESTA GODANO E AL PREFETTO DI LA SPEZIA

Il 10/12/2008 ho inviato al sindaco del comune Giovanni Luchetti Morlani un sollecito di rilasciare gli atti richiesti il 1/04/2008 (guardi il post "ATTO X - Richiesta atti al comune di Sesta Godano", il link si trova nella collonna a destra).

Qui segue la mia lettera:

AL SINDACO DEL COMUNE DI SESTA GODANO

SOLLECITO DI RILASCIARE GLI ATTI

Fax: 0187 87 09 21

Per conoscenza al
PREFETTO DI LA SPEZIA

E-mail: il 10/12/2008
Conferma dell’e-mail via fax: il 12/01/2009

BABENKO OLGA
Tel.: 340 27 41 271 (nel caso se non rispondesse subito, è logico di richiamare e mandare un SMS);
E-mail: olgababenko@yahoo.it ;
Notifiche e comunicazioni scritte tramite Prefetto di La Spezia (istanza del 10/10/2008), visti violazioni e reati ripetuti del comune di Sesta Godano;

EGREGIO SINDACO,

La informo di avere ricevuto, il 19/10/2008, sul posto degli atti da me richiesti con l’istanza del 1/04/2008, una lettera bizzarra a firma di un avvocato tale Mario Scopesi, lettera il contenuto della quale è contrario al buon costume e alle normative di comportamento civile al punto di rappresentare reati di ingiuria e di violenza privata.

Le ricordo che fornire ai cittadini gli atti richiesti dagli stessi è il Suo dovere istituzionale, un mancato rilascio degli atti entro 30 giorni dalla richiesta rappresenta il reato di omissione e rifiuto degli atti d’ufficio (art. 328 C.P.).

Quindi, La sollecito di rilasciarmi gli atti regolarmente richiesti con l’istanza del 1/04/2008 madandoli al Preffetto di La Spezia.

La invito anche di non sperperare il denaro pubblico, assumendo gli avvocati per scivere insulti e ingiurie – sono sicura che Lei è in grado di farlo da solo.

In fede,

BABENKO OLGA

* * *

Il 13/01/2009 ho presentato anche un'istanza al Prefetto di La Spezia il cui ha il dovere di controllare l'attività dei comuni:

AL PREFETTO DI LA SPEZIA

RICHIESTA

BABENKO OLGA
Nello stato di fatto di s.f.d. in quanto vittima della cirminalità organizzata italiana, illegalmente spossessata del domicilio familiare regolare (reato violento di violazione di domicilio e occupazione illegale dello stesso), reperibile tramite Vs. Prefettura a causa dei reati repetuti di falso ideologico dell’amministrazione comunale e dei Carabinieri di Sesta Godano (istanza del 10/10/2008),
tel.: 340/2741271 (nel caso se non rispondess i subito, è logico di richiamare e mandare un SMS);
e-mail: olgababenko@yahoo.it ,

RICHIESTA DI PROVVEDERE DI OTTENERE GLI ATTI DAL COMUNE DI SESTA GODANO E DI RILASC IARE GLI ATTI DEPOSITATI

EGREGIO PREFFETTO,

1. Visti gli impegni della Preffettura di La Spezia per trasformare L’Italia da un paese di illegalità e inciviltà in un paese civile (allego un articolo del giornale), dove i cittadini hanno il diritto di avere l’accesso agli atti che li riguardano e di ricevere le risposte dalle istituzioni, La chiedo di intervenire per ottenere gli atti dal comune di Sesta Godano, in particolare dal sindaco tale Giovanni Luccheti Morlani. Lo stesso è arrivato al punto di inviarmi le lettere con gli insulti e minacce tramite avvocati sul posto di rilasciare gli atti.
Allego la richiesta degli atti da me presentata al comune il 1/04/2008. I documenti suindicati mi servono per la difesa dell’onore della mia famiglia, in primis dei figli minori, in quanto l’assistente sociale di suddetto comune tale Miano Silvia ha mentito davanti al giudice e ho il diritto alla giustizia e alla difesa, la quale in Italia è purtroppo a carico della vittima del reato. Le bugie della Miano superano ogni limite ragionevole e danneggiano la reputazione e l’onore della mia famiglia. Inoltre, le bugie della Miano sono reato di falso ideologico scopo avente di evitare la punizione in seguito agli altri reati compiuti in precedenza, compiuti anche con lo scopo consapevole di ingannare il giudice e di frodare la giustizia.

Con la presente chiedo un Suo urgente intervento per avere dal comune di Sesta Godano la documentazione indicata nella lettera.

2. Come da Lei comunicato tempo fa in una delle risposte, l’assistente sociale Miano Silvia aveva depositato qualche relazione nella VS. Prefettura, quindi, desidero avere questa relazione e tutta la documentazione allegata con lo scopo di verificare che non vi siano ulteriori reati contro la mia famiglia, in particolare reati di falso ideologico, calunnia, diffamazione, ingiuria, visto che la donna mente e diffamma la mia famiglia ossessivamente e patologicamente in qualsiasi sede, violando e abusando doveri professionali. In caso di tali reati io e i miei familiari abbiamo il diritto di presentare la querela. Preciso anche che in Italia la legge prevede che gli assistenti sociali devono essere laureati (D.M. 23/7/93), la Miano esercita la professione senza essere laureata e non è in grado di fornire ai cittadini il servizio previsto dallo Stato italiano.

Le ricordo che in paesi civilizzati cittadini ricevono le risposte entro 30 giorni, quindi spero di avere in breve i documenti da me richiesti.

Distinti saluti,
Babenko Olga
Allegato: 1). L’istanza del 1/04/2008; 2). Sollecito al comune del 10/12/2008 e 12/01/2009; 3) Elenco della documentazione richiesta; 4) Articolo del giornale.

L'articolo del giornale in question presenta il prefetto come lottatore per diritti dei cittadini di avere l'acceso agli atti.
Fino ad oggi non ho avuto alcun tipo di risposta dai loro uffici, Il che attesta che sia sindaco sia prefetto compiono reato di rifiuto di atti d'ufficio. Incredibile! Un vero trionfo della criminalità e dei criminali!

 
dibattitopubblDate: Giovedì, 05/05/2011, 01:12 | Message # 30
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Non ho mai avuto alcun tipo di risposta alle istanze sopraddescritte.
 
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