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PERCOSSE e VIOLENZE da Carabinieri e da agenti di Polizia
dibattitopubblDate: Martedì, 16/03/2010, 22:48 | Message # 1
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Un cittadino medio immagina che i Carabinieri, i Vigili e gli agenti di Polizia sono difensori della legalità e dell'ordine pubblico. Purtroppo, non è sempre così. Questa sezione è dedicata ai cittadini vittime degli abusi fisici e violenze dei rappresentanti delle Forze dell'Ordine.

Degli abusi nelle carceri si può leggere qui: http://dibattitopubbl.ucoz.com/forum/20-168-1 .

 
dibattitopubblDate: Martedì, 16/03/2010, 23:00 | Message # 2
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Caso di Danile C., italiano, di Pistoia, dati personali su richiesta

Daniele è stato abbandonato dalla moglie, la quale era andata a vivere con un amante a 800 chilomentri di distanza. Sei mesi dopo, Daniele sente bussare alla porta, si alza dal letto e va ad aprire. Appena apere la porta, va buttato per terra, con calci, da alcuni agenti di Polizia, tra cui una donna. Questa donna, sempre imprecando, si era messa i guanti di cuoio speciale per picchiarlo, per non fare male alle mani. Dopo 15 minuti di pestaggio gli agenti di Polizia si fermano e gli chiedono: "Dov'é la tua moglie, brutto pezzo di m...?!" Daniele risponde: "In casa dell'amante, in un'altra città, a 800 chilomentri di distanza da qua. Volete per caso il suo numero telefonico?"

Come è stato scoperto dopo, una vicina di casa ha chiamato alla Polizia, dicendo che da tempo non vede la moglie e sospetta che il marito l'avrebbe uccisa...

Daniele non ha mai ricevuto nessun tipo di scuse e in base della sua denuncia non è stato aperto procedimento penale, la denuncia è stata archiviata. Daniele ha deciso di trasferirsi il più lontano possibile da Pistoia, per dimenticare l'episodio dell'orrore e per non subire di nuovo un'aggressione simile dagli stessi agenti. Chi sa... potrebbe accadere anche per la seconda volta...
 
dibattitopubblDate: Martedì, 16/03/2010, 23:06 | Message # 3
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Il caso della sig.ra S.S., italiana, Lavagna (GE), dati personali su richiesta.

Sig.ra S.S si era separata dal convivente violento, il quale ha attuato un vero stalking (dall'inglese = persecuzione) nei suoi confronti dopo la separazione (all'epoca tale comportamento non era previsto come reato), disturbandola anche nelle ore notturne, ed era indisponibile di garantire alla figlia di soli 4 anni il modo di vita equilibrato e organizzato, cambiando in continuazione accordi sui giorni di affidamento e non osservando quanto prescritto dai giudici e dai servizi sociali. La sig.ra S.S. si era rivolta al tribunale dei minori, chiedendo di provvedere nei confronti dell'ex conviente aggressivo e scontroso e di fissare giorni precisi e gli orari quando la figlia poteva stare con il padre e di obbligare il padre di osservare quanto stabilito dai giudici. Il tribunale dei minori aveva emesso alcuni decreti, però lo stesso il sig. U.F. continuava ad essere aggressivo e cercava ogni scusa per aggredire la madre della bambina e per non osservare prescrizioni dei giudici e servizi sociali.
Avendo il padre carabiniere ed essendo lui stesso un vigile, il sig. U.F. aveva potuto convincere alcuni carabinieri di picchiare la donna e di diffamarla come malata mentale davanti ai medici del pronto soccorso, dopo averla picchiata. I carabinieri hanno assecondato le richieste dello stesso, hanno massacrato la donna di botte, davanti alla figlia e alcuni inquilini del condominio. L'ex convivente, sig. U.F. correva intorno ai carabinieri e li consigliava di picchiare la donna più forte, non preoccupandosi della presenza dei testimoni. Dopo avere pestato la sig.ra S.S. fino alla perdità dei sensi, i carabinieri le hanno messo manette e l'hanno portato in Pronto Soccorso, mentendo ai medici che sarebbe una malata mentale da curare. Ovviamente, i medici hanno capito subito che i carabinieri mentono e che non vi sono sintomi di malattie mentali.

Comunicato stampa del lunedì 24 settembre 2007

CARABINIERI DI LAVAGNA PICCHIANO E AMMANETTANO UNA DONNA, ABUSANDO DEL POTERE

DONNE VANNO ABUSIVAMENTE PICCHIATE E AMMANETTATE DAGLI AGENTI DELLE FORZE DELL’ORDINE NON SOLO IN AMERICA MA ANCHE IN ITALIA


Ieri abbiamo potuto vedere il servizio TV del comportamento prepotente e violento, nonché contrario alla legge, di un agente di Polizia americano, il quale aveva torturato una donna abusando del proprio potere.

Anche in Italia le donne sono oggetto di violenze per i rappresentanti delle Forze dell’ordine.

5 agosto alle 19.30, una giovane mamma sig.ra S.S., residente a Lavagna in via ... (provincia di Genova), è stata immotivatamente picchiata, ammanettata, pestata e maltrattata dai 2 carabinieri di Lavagna. Uno dei carabinieri ha violato il domicilio della giovane donna, usando la forza e negando di mostrare l’autorizzazione per la perquisizione prevista dalle leggi.

Sig.ra S.S. è stata brutalmente e immotivatamente ammanettata, picchiata, messa sulle ginocchia, sbattuta per terra con la testa, insultata (tra cui "dovresti lavarti di più"), trascinata con la forza nella macchina e portata in Pronto soccorso di Lavagna – tutto ciò davanti alla figlia di 5 anni, davanti alla nonna, davanti agli inquilini del palazzo e davanti all’estensore della presente.

In Pronto Soccorso, i carabinieri hanno tenuto la donna nelle manette – anche se dichiaravano al personale dell’ospedale che la donna non è nello stato di arresto - così che non era possibile medicare le ferite sanguinanti e di prestare il primo soccorso medico per il trauma cranico ricevuto in seguito alle percosse. I carabinieri, inoltre, hanno tentato di diffamare la donna come malata mentale, però i medici hanno smontato subito queste diffamazioni.

La donna è stata portata al Pronto soccorso di Lavagna alle 20.00 del 15 agosto 2007 ed è stata assistita dal Dr. Vercesi Andrea Mauro e dalle 2 infermiere i nomi di cui possono essere facilmente reperiti (in particolare, le infermiere insistevano di levare le manette dalla donna, visto che gli stessi carabinieri dichiaravano che non sussiste lo stato d’arresto).

Il medico ha indicato nella cartella clinica: "EMATOMA FRONTALE SOPRACCIGLIARE A DESTRA CON ESCORIAZIONE. PLURIME ESCORIAZIONE AI GOMITI, ALLE GINOCCHIA BILATERALMENTE ED EMATOMA ALLA GAMBA SINISTRA…POLITRAUMA CON TRAUMA CRANICO ED ESCORIAZIONI MULTIPLE".

I Carabinieri sono stati chiamati dall’ex convivente della giovane – il padre della bambina di 5 anni – tale sig. U.F. – un uomo aggressivo e psicologicamente instabile. Come sembra, sig. U.F. ha chiesto dai carabinieri un abusivo aiuto per intimidire e minacciare la Sig.ra S.S. con lo scopo di obbligarla a violare il decreto del Tribunale dei minori che regola i rapporti della bambina con il padre – U.F. desiderava avere la bambina con sé fuori delle modalità previste dai giudici e nel periodo in cui la bambina doveva stare con la madre.
Non si sa ancora come sig. U.F. è riuscito a convincere i carabinieri a comportarsi contrariamente alla legge e a compiere i reati di arresto illegale, di sequestro di persona, di violazione del domicilio, di percosse, di violenza privata, di minacce, e di ingiuria e diffamazione.

Il Maresciallo Capo della caserma dei carabinieri di Lavagna si è rifiutato di spiegare i motivi dell’invio della volante e il contenuto della telefonata del sig. U.F.. Inoltre, il Maresciallo si è rifiutato di provvedere nei confronti dei carabinieri violenti – questi fino ad oggi continuano a lavorare, forse compiendo gli altri abusi nei confronti degli altri cittadini deboli come anziani e donne. Fino ad oggi Sig.ra S.S. non ha avuto alcun tipo delle scuse né da parte dei carabinieri esecutori delle violenze né da parte dei loro superiori.

Si precisa che la Sig.ra S.S. provviene da una famiglia di alta cultura, tra cui psichiatri noti di alto livello, è una donna di cultura superiore alla media, molto dolce, diplomatica, responsabile, onesta e gentile, una madre premurosa ed esemplare. Già da tempo la Sig.ra S.S. aveva chiesto l’intervento del Tribunale dei minori di Genova, dei Servizi sociali e del consultorio familiare del territorio per regolarizzare il comportamento del suo ex convivente: fornire allo stesso l’assistenza psicologica per cessare gli stati di aggressività patologica e le cure di rieducazione sociale per poter adempiere efficacemente al ruolo di padre. Si precisa che la Sig.ra S.S. non ha mai cercato di impedire normali rapporti tra figlia e padre – ma cercava solo di aiutare il padre di superare le proprie difficoltà esistenziali, dannosi per la figlia.

Anche se il Tribunale dei minori ha attivato l’assistente sociale, Sig.ra Pareti Stefania, e lo psicologo Dr. Rombi Luciano, entrambi del comune di Lavagna, gli stessi non adempiono al loro dovere e trascurano la situazione, in danno alla minore, che ha dovuto assistere al pestaggio della madre da parte dei carabinieri in presenza del padre il quale istigava i carabinieri a compiere ulteriori violenze…

Si precisa che la Sig.ra S.S. si era rivolta perfino alla Caritas Diocesana che gli ha fornito un avvocato – tale Paola Mignone – quest’avvocato, senza ancora avere fatto niente, sta richiedendo 4000 Euro, minacciando di sequestrare i mobili e gli altri beni in caso di mancato pagamento delle cifre richieste – mentre il sig. U.F. continua suoi comportamenti patologici e minacciosi in danno alla bambina.
Sig.ra S.S. vive con la paura di essere nuovamente aggredita dai carabinieri – è una delle paure più spaventose che sistono, in quanto i carabinieri rappresentano lo Stato e la Legge….

Si auspica un intervento dell’opinione pubblica per regolarizzare la situazione.



Le ferite non erano guarite nei giorni previsti dal medico, il corso di cure è durato molto più a lungo. Seguono alcune foto di alcuni lividi, fatte con macchina fotografica a rullino e scannerizzate (per il che la qualità è scarsa):







* * *

Seguono alcuni atti che dimostrano come i carabinieri e l'ex convivente si erano giustificati per avere percosso la donna e per avere violato il suo domicilio, dichiarando che la stessa si sarebbe gettata contro terra da sola e che avrebbe procurato le ferite e il trauma cranico grave da sola.
E' molto interessante l'affermazione del carabiniere che ha violato il domicilio della signora: lo stessa afferma che la donna sarebbe caduta dalle scale, facendo un volo per tutta la lughezza delle scale, e che lui non ha voluto soccorrerla, lasciandola sdraiata per terra, forse senza sensi.
Si precisa che ci sono testimoni dell'accaduto che hanno visto lo stato dell'abitazione della signora picchiata e diffamata, e lo sviluppo degli eventi. La casa era in ordine e pulitissima, la bambina stava cenando in compagnia di altre persone. Affermazioni del carabiniere sono falso ideologico doloso.









Segue un verbale che attesta comportamenti del sig. U.F. e il suo tipo di personalità, e il fatto che la sig.ra S.S. non ha problemi di presentare documenti personali ai carabinieri per essere identificata.

 
MariaRosaDeHellagenDate: Lunedì, 29/03/2010, 10:30 | Message # 4
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Polizia picchia un papà separato che vuole vedere il figlio, news telerama 25 02 09

Un papà si rivolge alle forze dell'ordine per essere tutelato e per poter vedre il figlio di 6 anni che la moglie gli vieta di vedere.....La Polizia,gli vieta di sporgere querela e lo picchia con schiaffi,calci e pugni.
Questo papà VIOLENTATO da coloro che dovrebbero tutelarlo,combatte x vedere il figlio...Questo papà,Violentato dalla moglie e dalle Istituzioni è uno dei tantissimi papà che come scritto dal PM. Dott.ssa Pugliese della Procura di Bergamo,subisce false accuse strumentali nelle separazioni coniugali.
-Ho paura di questi,mi uccideranno mi ha detto questo papà,ho paura di circolare per le vie del mio paese.

 
MariaRosaDeHellagenDate: Lunedì, 29/03/2010, 10:38 | Message # 5
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Manifestazione di protesta contro la sospensione dei pagamenti alle strutture convenzionate.
La polizia picchia la madre di un disabile.
I comunicati ufficiali negano il fatto, ma le immagini parlano chiaro, con la gente che grida è una donna.
Certo la polizia non ci fa una bella figura. Dopo Genova non si è fatto il repulisti dei fascisti in divisa.

 
dibattitopubblDate: Martedì, 30/03/2010, 17:44 | Message # 6
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http://www.beppegrillo.it/2010/03/passaparola_lun_58/index.html?s=n2010-03-29#*p3* (http://www.beppegrillo.it/2010....29#*p3* )

La Polizia della Casta

Buongiorno a tutti. Non parliamo delle elezioni ovviamente perché non sappiamo ancora come sono andate, anche se forse più o meno lo si può prevedere come andranno a parte un paio di regioni in bilico.

Irruzione a Sky
Parliamo invece di un tema che credo stia diventando importante, il ruolo delle forze dell’ ordine nella nostra democrazia, sapete che ci sono continuamente, vengono fuori continuamente casi di persone che vengono malmenate dopo un fermo, un arresto, di alcune conosciamo i nomi il caso di Uva, di Aldrovandi, tanti altri casi che sono stati raccontati in questi anni, in questi ultimi mesi che indicano un pericoloso aumento delle violenze da parte di coloro che invece la violenza la dovrebbero reprimere, contenere o ne dovrebbero fare un uso istituzionale.
Abbiamo avuto recentemente il ribaltamento in appello delle sentenze in parte assolutorie che c’erano state in primo grado sulle torture e le violenze di Bolzaneto al G8 del 2001 con la condanna o a pene detentive oppure a risarcimenti di danni nel caso in cui i reati fossero ormai prescritti di alcune decine di agenti di Polizia e Polizia penitenziaria e abbiamo anche negli ultimi tempi delle segnalazioni di persone che vengono prelevate durante manifestazioni, soltanto perché esprimono il loro pensiero parlando, urlando, sventolando striscioni, cartelli e non si sa per quale motivo debbano essere identificate o addirittura portate via, ci sono persone che vengono addirittura convocate dalle forze dell’ordine in corrispondenza con manifestazioni del centro-destra in modo da essere sicuri che sono in Questura o sono in caserma e non vanno alle manifestazioni del centro-destra, non sono cose che si possono fare, anche se purtroppo vengono fatte ugualmente.
Da questo punto di vista non è tanto preoccupante il fatto che avvengano, poi in ogni categoria ci sono le mele marce, personalmente parto sempre dal presupposto che la Polizia abbia ragione, i Carabinieri hanno ragione, i magistrati hanno ragione, tra le guardie e i ladri sto dalla parte delle guardie, fino a prova contraria, purtroppo negli ultimi tempi di prove contrarie ne arrivano e non soltanto in casi eclatanti come quello di Cucchi, ma anche in altri meno noti e meno raccontati.
Per esempio mi è capitato ieri di raccontare una storia che mi è stata raccontata da alcuni testimoni oculari, che è avvenuta nel Palazzo di Sky sulla Via Salaria a Roma nella giornata di venerdì, quando Berlusconi è arrivato con il solito corteo armato fino ai denti e questo è giusto, la scorta al Presidente del Consiglio è un atto dovuto, si è recato nel Palazzo di Sky per un’intervista in diretta che poi i giornali hanno raccontato, pochi l’hanno vista in diretta anche se era stata molto reclamizzata, credo abbia avuto 50 mila telespettatori di share in media, una cosa miserrima, lo 0,3% dello share RAI per una notte, la trasmissione evento di giovedì sera al Paladozza messa in piedi da Michele Santoro ha fatto soltanto su Sky il 2,5%, Berlusconi lo 0,3%.
Berlusconi è entrato con il suo corteo, con la sua scorta e con tutto l’apparato e intanto succedeva nel Palazzo una cosa, che per dirla con il Direttore generale della RAI Masi, neanche nello Zimbabwe!
Due uomini della sicurezza interna dell’edificio, scoprivano che nel dipartimento dei grafici, su una grande vetrata di circa 4 metri per 4, era stato affisso un foglietto formato A4 bianco, con stampata una frase, la frase è la seguente “Odiare i mascalzoni è cosa nobile” questa è una frase di Marco Fabio Quintiliano, un intellettuale nato nel 35 d.C. a Calagurris in Spagna e poi trasferitosi a Roma, è diventato il famosissimo Quintiliano, ha scritto questa frase, perché è stata stampata su quel foglio e appiccicata alla vetrata del reparto grafici di Sky, perché proprio giovedì sera, la sera prima, Daniele Luttazzi dal Paladozza nel suo monologo aveva ricordato, demolendo con una sola frase di Quintiliano mesi e mesi di cazzate sul partito dell’odio, dell’amore, quelli che incitano all’odio etc., etc., ha detto quello che personalmente penso e avevo detto anche io a suo tempo dopo il lancio del souvenir sul volto del Presidente del Consiglio, che intanto quello è un matto e non c’entra niente con l’odio, ma in ogni caso se anche uno vuole odiare da casa sua è liberissimo di odiare chi gli pare, l’importante è che l’odio non si trasformi in atti di violenza.
Quindi due ragazzi del reparto grafici dell’edificio di Sky avevano trovato condivisibile quella frase e l’hanno appiccicata. Gli uomini della sicurezza dell’edificio, la sicurezza interna, hanno notato quella scritta e hanno segnalato la cosa alla guardia presidenziale, alla scorta del Presidente del Consiglio e a quel punto è successo qualcosa che per una democrazia è ai limiti dell’incredibile, anzi è oltre, due agenti ben tarchiati della Digos, due montagne umane sono piombate nel piano dove c’è questa vetrata, hanno constatato che era effettivamente stato affisso quel foglietto con quella scritta, hanno chiuso tutte le finestre per evitare che si vedesse da fuori quello che stavano facendo, evidentemente rendendosi conto che stavano facendo qualcosa di grosso, dopodiché uno dei due dopo aver sequestrato il corpo del reato, il foglietto, ha fatto irruzione dentro l’ufficio dei grafici, si è diretto verso il computer principale, si è messo ad armeggiare alla tastiera, ha cercato di aprire gli ultimi file aperti per cercare di incastrare, di individuare colui che aveva scritto e stampato quella scritta, ma purtroppo per lui i grafici non usano il mouse, usano la tavoletta grafica e questo agente non la sapeva usare, per cui ha chiesto a una persona lì presente, a una ragazza di aiutarlo a aprire gli ultimi file, nel tentativo di smascherare gli autori dell’orrendo misfatto, senza sapere che peraltro i due ragazzi erano già stati portati sotto, all’ingresso, interrogati da un’altra coppia di agenti della Digos e avevano immediatamente dichiarato, dato che non avevano niente da nascondere, di avere stampato e affisso loro quella scritta.
A quel punto sono stati identificati e da quello che risulta stavano per essere portati in Questura, non so se sia un provvedimento di fermo, cosa volessero fare a questi due ragazzi, soprattutto quale reato avessero commesso, affissione di messaggi di Quintiliano, citazioni latine proibite, porto abusivo di cultura latina, non si sa quale sia il reato che avevano individuato questi somari che avevano ritenuto delittuoso un comportamento assolutamente legittimo e secondo me anche doveroso, sta di fatto che poi interviene un componente dell’ufficio legale della società che riesce a scongiurare almeno che questi vengano portati via dalla Polizia.
Quintiliano invece non l’hanno ancora trovato, ma lo stanno cercando con unità cinofile, con posti di blocco e quindi non si dispera di bloccare anche il capocellula di questo covo di terroristi che si annida nell’ufficio grafici del Palazzo di Sky.
Capite che se si arriva a questi estremi, a punire le idee, a punire la cultura, soltanto perché qualcuno con un eccesso di zelo degno di migliore causa, appena legge “odiare i mascalzoni è cosa nobile” pensa immediatamente a Berlusconi, perché non c’era scritto “odiare Berlusconi” c’era scritto “odiare i mascalzoni” bisognerebbe interrogare i poliziotti privati e della Digos e dire loro: com’è che vi è subito venuto in mente Berlusconi appena avete letto il messaggio, visto che Quintiliano difficilmente nel primo secolo dopo Cristo si riferiva a Berlusconi quando scriveva “odiare i mascalzoni è cosa nobile”? Se si passa sopra queste cose, se non ci sarà qualcuno che si prenderà la responsabilità di quello che è successo, se questa notizia resterà confinata su Il Fatto quotidiano o sui nostri blog, se non si comincerà a chiedere molto civilmente conto alla Questura di Roma del comportamento di questi agenti e se la Magistratura romana non prenderà dei provvedimenti nei confronti di questi signori e se i loro stessi colleghi non cominceranno a dire: noi non c’entriamo con certi comportamenti, vorrà dire che abbiamo fatto un altro passo in avanti verso il regime, venerdì pomeriggio alle 14,30 quando si è verificato questo fatto incredibile e un poliziotto che entra nel personal computer di un lavoratore per cercare di capire chi ha appeso a un muro un messaggio di un autore latino. A furia di lasciar passare queste cose ci abituiamo e l’assuefazione fa entrare un altro pezzo di regime dentro le nostre teste e quindi ci rende sempre più tolleranti verso nuovi abusi di potere, perché questo è chiaramente un abuso di potere, grosso come una casa ai danni di due cittadini che non avevano fatto assolutamente niente di male, avevano esercitato un diritto costituzionale previsto dall’Art. 21 della Costituzione.
Tra l’altro esponendo un pensiero che non era neanche loro, ma era di Quintiliano, che quando saranno finite le ricerche, forse quegli agenti della Digos, scopriranno essere anche ampiamente morto. Altro fatto che segnala un preoccupante scivolamento verso il regime del nostro paese in controtendenza tra l’altro rispetto invece a momenti in cui le forze dell’ordine anche ai massimi livelli sanno tenere la schiena dritta, non più tardi di due sabati fa la Questura di Roma ha tenuto botta davanti agli insulti, minacce e addirittura alle calunnie, infamie che alcuni cialtroni del centro-destra hanno lanciato contro la Polizia romana soltanto perché i responsabili della polizia hanno calcolato, secondo me anche esagerando, in 150 mila i partecipanti alla misera manifestazione di Piazza San Giovanni con Berlusconi con lo scolapasta in testa, erano probabilmente 60/70 mila i partecipanti a quella manifestazione, in Questura generosamente glieli hanno portati a 150 mila, ma loro avevano detto che erano un milione e quindi anche i 150 mila generosamente concessi dalla Questura, sono sembrati un attentato all’immagine del Presidente del Consiglio.
Quello è stato un segnale che ci ha fatto piacere perché ci ha fatto vedere che esiste ancora un’autonomia da parte delle forze dell’ ordine rispetto non al governo, perché poi li ha difesi anche Maroni i poliziotti, ma rispetto agli esaltati, ai fanatici dell’entourage berlusconiano.

Le punizioni a Gioacchino Genchi
Purtroppo in controtendenza con questo evento, negli stessi giorni succedeva una cosa, Gioacchino Genchi, è un vicequestore di Polizia, è in servizio da 23 anni, ha lavorato con Giovanni Falcone e poi ha lavorato per cercare di scoprire, in mezzo a depistaggi di ogni genere, chi aveva ucciso Giovanni Falcone e poi Paolo Borsellino.E' uno delle memorie storiche delle indagini tecnologiche, telefoniche e telematiche per trovare non solo gli esecutori e i mandanti diretti del primo cerchio, ma anche i mandanti occulti delle stragi e di tutto quello che c’è intorno la fine della prima Repubblica e l’inizio della seconda, per queste ragioni è diventato un pericolo pubblico, per i cattivi, per i malfattori, per queste ragioni dovrebbe essere protetto dalla polizia.
Per anni ha lavorato in aspettativa sindacale privatamente, adesso l’anno scorso è rientrato nei ranghi della Polizia, ma subito dopo è bastato un avviso di garanzia e una perquisizione realizzata dagli uomini del Ros e disposta dal Procuratore Achille Toro di Roma, Procuratore aggiunto, ora dimissionario perché beccato a combinarne di cotte e di crude nello scandalo della protezione civile, per quell’inchiesta nel mentre di quell’inchiesta Genchi è stato sospeso dal servizio, gli hanno ritirato il tesserino, la pistola, il distintivo, ha subìto poi un’altra sospensione e le sospensioni dal servizio finivano il 23 marzo, meno di una settimana fa, a quel punto avrebbe dovuto rientrare in servizio, invece proprio il 22 marzo, alla vigilia del suo rientro in servizio, gli è arrivato un altro provvedimento di sospensione, firmato il Capo della Polizia, Antonio Manganelli. “Visto il Dpr, la legge, il Decreto Legislativo, i decreti… con cui sono stati aggiunti al vicequestore aggiunto della Polizia di Stato Genchi due sanzioni disciplinari della sospensione del servizio ognuna per la durata di 6 mesi, che cumulano i loro effetti fino al 23 marzo 2010, considerato che gli accennati provvedimenti disciplinari sono stati adottati a carico del funzionario per avere lo stesso rilasciato dichiarazioni gravemente lesive del prestigio di istituzioni dello Stato, poi riportate su organi di stampa nazionali e nonostante specifiche e puntuali iniziative poste in essere dall’amministrazione volte a richiamare il Dott. Genchi a attenersi alle disposizioni dipartimentali sui rapporti con gli organi di formazione, viste le dichiarazioni rese dal Dott. Genchi nel corso di un convegno svoltosi a Cervignano nel Friuli il 6 dicembre 2009, e nel corso del congresso dell’Italia dei valori del 6 febbraio 2010 a Roma, alle quali è stata data ampia diffusione sui mass media a livello nazionale. Considerato che il contenuto delle dichiarazioni rese dal funzionario anche in questa circostanza pericolosamente lesivo per il prestigio delle istituzioni dello Stato, sembrerebbe potenzialmente idoneo a concretizzare un comportamento fortemente scorretto sotto il profilo deontologico da parte di un funzionario della Polizia di Stato, proprio in relazione ai doveri connessi alle funzioni rivestite e alle responsabilità sottese alla qualifica coperta e quindi valutabili disciplinarmente, considerato, infatti, che è ancorché sospeso dal servizio e non tenuto quindi a attenersi agli obblighi strettamente connessi allo svolgimento della prestazione lavorativa, il Dott. Genchi come ogni appartenente all’amministrazione della pubblica sicurezza deve comunque rispettare tutti quei doveri generali che siano compatibili con il suo attuale status giuridico, tra cui il dovere di fedeltà e correttezza nella condotta.
Considerato che in relazione al comportamento in questione in quanto apparentemente suscettibile di integrare fattispecie di inflazioni disciplinari, punibili con una sanzione più grave della deplorazione, in data odierna è stata disposta nei confronti del funzionario un’inchiesta disciplinare ai sensi dell’Art. 19 etc., ritenuto inoltre che dalla lettura delle dichiarazioni concesse appare che il funzionario nonostante i provvedimenti adottati nei suoi confronti stia perseverando in una gravissima condotta assolutamente in contrasto con i propri doveri, oltre che pregiudizievole per l’immagine e il decoro delle istituzioni di appartenenza e gli altri organismi dello Stato, ritenuto che per quanto sopraesposto sussistano gravi motivi previsti dall’Art. 92 per l’adozione nei confronti del Dott. Genchi della sospensione cautelare dal servizio per motivi disciplinari, visto il secondo comma etc., così come modificato decreta per i motivi indicati in premessa il Vicequestore aggiunto della Polizia di Stato Dott. Gioacchino Genchi e sospeso cautelarmente dal servizio ai sensi del combinato disposto etc., a decorrere dal giorno successivo della data di notifica, quindi del 23 marzo, esattamente dal giorno in cui dopo un anno di sospensione in seguito a due provvedimenti successivi di 6 mesi, lui avrebbe dovuto rientrare in servizio.
Al predetto funzionario, è citato un funzionario che deve citare l’inchiesta a Genchi, compete un assegno alimentare nella misura stabilita dalle vigenti disposizioni di legge, non lo lasciano senza mangiare, il Direttore centrale per le risorse umane incaricato dell’esecuzione del presente decreto attraverso il quale ha ammesso presentare ricorso giurisdizionale al Tar etc., Direttore generale della pubblica sicurezza Manganelli.”

Genchi fuori, macellai dentro
Come vi ho detto c’è un’inchiesta disciplinare aperta, perché? Questo è il provvedimento cautelare di sospensione per altri 6 mesi, terzo, dopo il quale c’è la radiazione, perché hanno fatto il provvedimento di indagine?
L’inchiesta interna disciplinare? Perché Genchi, come avete sentito, ha fatto un convegno a Cervignano del Friuli dicendo delle cose e poi ha accettato di intervenire non al congresso dei ladri, dei mafiosi, degli stupratori, al congresso di un partito che si chiama Italia dei valori che a alcuni può piacere a qualcun altro può non piacere, ma ha esercitato il suo diritto di poliziotto, tra l’altro sospeso, quindi non è neanche in questo momento in servizio e perché ha parlato, ha parlato perché ha voluto rispondere a alcune contestazioni, ha detto alcune cose condivisibili, altre non condivisibili, come è legittimo che ogni cittadino faccia, ha leso gravemente le istituzioni, beh più di quanto non le ledano coloro che le rappresentano, credo sia difficile, perché era stato sospeso l’altra volta? Era stato sospeso perché aveva dato un’intervista a un settimanale in cui spiegava il suo ruolo di consulente tecnico, visto che nessuno capiva quale era il suo ruolo e i giornali continuavano a scrivere che lui intercettava milioni di persone, mentre lui non ha mai fatto intercettazioni, poi aveva risposto su Facebook a Gianluigi Nuzzi che lo aveva accusato di cose molto gravi e lui gli aveva risposto su Facebook, non ho idea se un poliziotto possa rispondere su Facebook, può darsi che non possa, può darsi che non possa neanche dare un’intervista, vedo continuamente interviste di uomini delle forze dell’ordine, vedo dichiarazioni, può essere che Genchi non possa e gli altri possono, mi interessa fino a un certo punto.
Quello che mi domando è: dato che siamo praticamente alla sicura radiazione di Genchi dopo la terza sospensione dal servizio, a meno che il Tar non annulli questi provvedimenti, la domanda è: è proporzionato quello che ha fatto Genchi o è accusato di avere fatto, parlato, espresso opinioni pubblicamente con la sanzione che gli si vuole comminare rispetto anche a un signore che per 25 anni ha servito fedelmente lo Stato aiutando tribunali, pubblici Ministeri, corti di assise, d’appello etc., a far condannare centinaia e centinaia di assassini, stragisti, sequestratori, trafficanti di droga? Soprattutto la Polizia di Stato è così inflessibile con i suoi membri? Con i suoi uomini in organico quando violano altre norme? Ammesso e non concesso che Genchi abbia volato delle norme? Se ha violato delle norme ha violato delle norme interne, non certo degli articoli del Codice Penale perché rispondere a un giornalista su Facebook non è reato, dare un’intervista non è reato, se ci fossero dei reati sarebbe stato condannato per diffamazione, calunnie etc., cosa che non è, è indagato dalla Procura di Roma per iniziativa di quel famoso Achille Toro di cui abbiamo visto recentemente le gesta.
Al di là di quello, poi uno è indagato, poi si vedrà se viene condannato oppure no, per il momento non c’è neanche da quello che so, la richiesta di rinvio a giudizio, allora? Allora può essere che ci siano dei regolamenti interni, delle cose, noi siamo di fronte veramente a un comportamento curioso da parte dei vertici della Polizia, per esempio per le violenze e le torture alla Scuola Diaz e alla Caserma di Bolzaneto durante il G8 di Genova sono state condannate decine e decine di persone, molte delle quali agenti o funzionari o dirigenti di polizia, vogliamo fare qualche esempio? Vincenzo Canterini è stato condannato a 4 anni in primo grado per le violenze alla Diaz e è stato promosso Questore e ufficiale di collegamento dell'Interpol all’Ambasciata di Bucarest italiana.
Michelangelo Fournier, quello che parlò di una macelleria messicana, vergognandosi di quello che era successo, condannato a 2 anni in primo grado è ai vertici della direzione centrale antidroga della Polizia di Stato, Alessandro Perugini, famoso per avere preso a calci in faccia un ragazzo di 15 anni è stato condannato in primo grado a due anni e 4 mesi per le sevizie di Bolzaneto e a due anni e 3 mesi per altri arresti illegali, è diventato capo del personale alla Questura di Genova e poi dirigente della Questura di Alessandria.
Sapete chi è l’unico che è stato sospeso dal servizio dopo la condanna in primo grado per i fatti di Genova? E’ un dirigente di Polizia Municipale che aveva strappato la mano a un manifestante, ma non l’hanno sospeso perché aveva strappato la mano a un manifestante, per quello sarebbe ancora in servizio, l’hanno sospeso perché hanno scoperto che aveva stuprato anche delle prostitute che erano in stato di fermo in un ufficio di Polizia, per lo stupro delle prostitute, non per lo squarciamento della mano, l’hanno cautelarmene sospeso, quindi è nelle stesse condizioni di Genchi, uno che a scritto una risposta su Facebook e uno che ha squarciato una mano a un manifestante minorenne e ha violentato delle prostitute in stato di fermo, sullo stesso piano, gli altri due anni e mezzo, due anni e 4 mesi e 8 mesi etc., tutti in servizio, oppure promossi!

Allora la domanda è, dato che vi ho letto prima quella giaculatoria: “ha leso gravemente il prestigio e l’onore delle istituzioni, la sua presenza in servizio è nociva per l’immagine della Polizia”, a proposito di Genchi, la domanda è: pestare a sangue e torturare manifestanti che non hanno fatto niente in una scuola o in una caserma, è per caso lesivo per il prestigio delle istituzioni? E la permanenza in servizio di chi ha fatto queste cose è per caso nociva per l’immagine della Polizia? Fino a quando a pagare sarà soltanto Genchi che ha fatto un’intervista e un intervento al congresso dell'IdV e una risposta a Facebook e non gli autori di violenze etc., etc., saremo autorizzati a pensare molto male e io di questo mi dispiaccio perché sono sempre stato un difensore della Polizia e delle forze dell’ordine. Mi piacerebbe che i vertici della Polizia ci aiutassero a avere fiducia in loro e a solidarizzare con loro, passate parola!

Parla Marco Travaglio

 
dibattitopubblDate: Martedì, 30/03/2010, 18:05 | Message # 7
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14 Febbraio 2008
http://www.beppegrillo.it/2008/02/omicidio_di_sta_1/index.html?s=n2008-02-14 (http://www.beppegrillo.it/2008....8-02-14 )

Federico

(http://www.youtube.com/watch?gl=IT&hl=it&v=dCk2i4h0GS0 )

Due manganelli spezzati sul corpo di un ragazzo di 18 anni. Teppisti? Extracomunitari? Criminali comuni? No, tutori dell'ordine pagati da noi. Uno di loro dice ad un operatore del 113: “Abbiamo avuto una lotta di mezz'ora, l'abbiamo bastonato di brutto, solo che adesso è svenuto, non so, è mezzo morto...”.
I genitori di Federico Aldrovandi, ucciso a Ferrara dopo essere stato fermato da una Volante della Polizia, hanno fatto di tutto per fare emergere la verità contro le stesse autorità .
Il filmato che la mamma di Federico mi ha autorizzato a pubblicare è terribile. Federico è lasciato per ore sull'asfalto senza un lenzuolo bianco per coprirlo. Trattato peggio di Cristo in croce. Si sentono voci e risate su chi prende il portafoglio. Va visto per evitare che succeda ancora.
Spero che la Polizia dica qualcosa. I poliziotti rischiano la vita ogni giorno per noi, non devono avere per colleghi degli assassini.

 
dibattitopubblDate: Martedì, 30/03/2010, 20:53 | Message # 8
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Un video sui vigili, non contiene violenze ma è una prova di una bustarella

 
Tagliaventi_FDate: Domenica, 25/04/2010, 00:46 | Message # 9
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http://www.youtube.com/watch?v=iQDbWo0GolA

03 marzo 2009 — Un papà si rivolge alle forze dell'ordine per essere tutelato e per poter vedre il figlio di 6 anni che la moglie gli vieta di vedere.....La Polizia,gli vieta di sporgere querela e lo picchia con schiaffi,calci e pugni.
Questo papà VIOLENTATO da coloro che dovrebbero tutelarlo,combatte x vedere il figlio...Questo papà,Violentato dalla moglie e dalle Istituzioni è uno dei tantissimi papà che come scritto dal PM. Dott.ssa Pugliese della Procura di Bergamo,subisce false accuse strumentali nelle separazioni coniugali.
-Ho paura di questi,mi uccideranno mi ha detto questo papà,ho paura di circolare per le vie del mio paese.

 
Tagliaventi_FDate: Domenica, 25/04/2010, 00:48 | Message # 10
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http://www.youtube.com/watch?v=0SK-zjDLyYg&feature=related

AGENTI DI POLIZIA PICCHIANO UN SENZA TETTO E LO UCCIDONO

08 aprile 2009 — Lo picchiano e lo uccidono- Se non ci fossero state le telecamere quale parola sarebbe valsa in un tribunale?...NO COMMENT

 
MariaRosaDeHellagenDate: Lunedì, 30/05/2011, 03:49 | Message # 11
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http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=149929&sez=HOME_INITALIA
http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=149929&sez=HOME_INITALIA

Genova, stuprò 2 prostitute in Questura agente condannato a 12 anni e mezzo
Al poliziotto erano già stati inflitti tre anni e due mesi per le violenze nella caserma di Bolzaneto, durante il G8 del 2001


ROMA - Dovrà scontare 12 anni e mezzo di carcere Massimo Pigozzi, l'agente di 46 anni accusato di aver stuprato due prostitute romene e di avere palpeggiato altre due donne in Questura a Genova.
 
dibattitopubblDate: Sabato, 02/07/2011, 21:25 | Message # 12
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http://www.newnotizie.it/2011/07/02/morte-ferulli-indagati-poliziotti-vicequestore-tutto-regolare/

Morte Ferrulli, indagati quattro poliziotti. Vicequestore: Tutto regolare

Sono quattro gli agenti di polizia che risultano iscritti nel registro degli indagati per la morte di Michele Ferrulli, l'uomo di 51 anni deceduto a Milano nel corso della notte tra giovedì e venerdì scorso.
I quattro poliziotti sono sospettati di aver abusato del loro ruolo e nello specifico di aver pestato la vittima, in seguito a un fermo ritenuto indispensabile perché il Ferrulli, in compagnia di altri due persone di nazionalità rumena, stava ascoltando musica ad alto volume accanto a un furgone, in un orario non consono agli schiamazzi. Le forze dell'ordine, infatti, erano state chiamate da un residente che si era lamentato per il troppo rumore.
Giunti sul posto, però, l'uomo si sarebbe opposto al controllo e anzi avrebbe reagito agli agenti che sarebbero stati costretti a immobilizzarlo. Diversa la versione esposta dai familiari di Ferrulli che denunciano un pestaggio: a testimoniare quanto accaduto ci sarebbe anche un video registrato con il cellulare da un passante.

Vicequestore: Siamo sereni - A commentare i quattro avvisi di garanzia è stato oggi il vicequestore vicario di Milano Nino Fabiano che ha dichiarato: "Vogliamo incontrare i parenti della vittima perché di fronte a un morto la nostra coscienza ce lo impone. Ci dispiace moltissimo e lo diciamo con la serenità di chi fa bene il proprio mestiere. Gli agenti hanno fatto l'intervento di fronte a una persona che ha tenuto un atteggiamento aggressivo nei loro confronti. Sono stati costretti a intervenire. E il comportamento dei poliziotti è stato in linea con le procedure".
Fabiano, poi, ha dichiarato che la polizia collaborerà a fondo affinché venga fatta luce su una vicenda che rischia comunque di riportare nell'occhio del ciclone le forze di polizia, dopo la morte di Stefano Cucchi: "Siamo sereni, abbiamo la massima fiducia nei confronti della magistratura e diamo la nostra collaborazione perché vogliamo che emerga la verità".

S. O.
 
MariaRosaDeHellagenDate: Giovedì, 21/07/2011, 02:03 | Message # 13
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http://www.nocensura.com/2011/07/milano-poliziotto-condannato-10-anni.html

martedì 19 luglio 2011

Milano: Poliziotto condannato a 10 anni. "Uccise un clochard in stazione Centrale"

E' stato condannato a dieci anni di reclusione per omicidio preterintenzionale Emiliano D'Aguanno, un agente della Polfer accusato di aver picchiato fino a ucciderlo un senzatetto, Giuseppe Turrisi, nel settembre del 2008 negli uffici di polizia della stazione Centrale di Milano. Domenico Romitaggio, un altro poliziotto, che era sempre accusato di omicidio preterintenzionale, è stato invece condannato a tre anni per falso. La sentenza è stata emessa dalla prima Corte d'assise di Milano. "Sono contento che sia stata fatta giustizia - ha commentato Omar, il figlio della vittima - mi sono tolto un peso. C'era il rischio che non succedesse nulla".
Il pm Isidoro Palma, che ha coordinato l'inchiesta, aveva chiesto una condanna a 12 anni di carcere per entrambi. Dopo la lettura della sentenza, D'Aguanno è stato colto da un lieve malore. Per l'altro agente la Corte ha derubricato l'accusa di omicidio in lesioni, ma quest'ultima contestazione viene cancellata dalla scriminante della legittima difesa. Romitaggio, dunque, è stato condannato a tre anni solo per falso, relativo a una relazione di servizio sull'accaduto, con la concessione della attenuanti generiche. E' caduta invece per tutti e due gli imputati l'accusa di calunnia.
Stando alle indagini il senzatetto, che passava le sue giornate in stazione Centrale da circa tre anni, sarebbe stato pestato a sangue il 6 settembre 2008 da D'Aguanno negli uffici della Polfer, dove era stato portato. Secondo il pm, anche l'altro poliziotto avrebbe avuto un ruolo nel pestaggio. I due agenti erano stati arrestati nell'aprile del 2009 per omicidio volontario. Secondo l'accusa i due agenti avrebbero avuto motivi di astio nei confronti del clochard di 58 anni e per questo lo avrebbero picchiato, tenendolo dentro gli uffici per 35 minuti. Inoltre i due agenti nella relazione di servizio su quella sera avevano parlato solo di un clochard che si era sentito male e poi era morto. Le difese hanno sempre sostenuto che Turrisi aveva aggredito i due agenti, dopo aver partecipato a una rissa con altre persone

fonte: La Repubblica
 
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