FABRIZIO ADORNATO - Carabiniere separato manifesta
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dibattitopubbl | Date: Mercoledì, 16/03/2011, 04:15 | Message # 1 |
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| ROMA – Carabiniere separato in sciopero della fame
“Non vale la pena vivere senza mia figlia, senza una casa, senza dignità. O riesco ad ottenere giustizia, oppure l’ingiustizia mi ucciderà”
A parlare è Fabrizio Adornato, padre separato, a Roma per uno sciopero della fame ad oltranza iniziato lunedì 7 marzo.
Genovese, 46 anni, Maresciallo Capo dei Carabinieri, denuncia un degrado insostenibile sotto ogni profilo: giudiziario, psico-emotivo, economico, relazionale
La storia delle ingiustizie subite nella separazione è infinita, consultabile al blog www.eremita65.blogspot.com
Il suo è un grido di dolore che acquista una valenza particolare: “Sono un militare dell’Arma, ho dedicato la mia vita a servire la Giustizia. Quando sono stato io ad averne bisogno, la Giustizia mi ha risposto picche”
Ha formulato precise accuse nei confronti di magistrati ed avvocati, attende risposte dal Presidente della Repubblica nella doppia veste di capo delle Forze Armate.
È determinato a non tornare a Genova senza alcun cambiamento: non poter essere padre equivale a non poter vivere.
Fabio Nestola - Fe.N.Bi. Mauro Lami – Ass. Papà Separati Liguria Roberto Castelli - Ass. Genitori Sottratti
Contatto diretto Fabrizio Adornato - 3313613354
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http://www.genitorisottratti.it/2011/03/ii-roma-carabiniere-separato-ricoverato.html (http://www.genitorisottratti.it/2011....o.html )
Carabiniere separato ricoverato in ospedale
ROMA – 15 marzo 2011 Continua l'impresa dello sciopero della fame...
Fabrizio Adornato, Maresciallo dell’Arma al nono giorno di sciopero della fame, ha avuto un malore in strada.
Ricoverato al Policlinico Umberto I, è sottoposto ad una terapia di ripristino dei liquidi e degli zuccheri.
I sanitari consigliano il ricovero in osservazione, ma Fabrizio - sebbene molto indebolito - è determinato a firmare per essere dimesso.
Chiede di poter vedere la figlia, chiede di non essere cancellato dalla vita della sua bambina.
Se non potrà avere giustizia è deciso a lasciarsi morire
Parole dure, le sue, parole terribili: “so di avvicinarmi al punto di non-ritorno, so che gli organi interni si stanno deteriorando, so che la debilitazione prolungata può causare danni irreversibili… lo sapevo anche prima di partire da Genova, al momento in cui ho deciso di lasciarmi morire se non potrò avere giustizia”.
Lo sciopero della fame ad oltranza non lo spaventa, come non lo spaventano le peggiori conseguenze che ne possono derivare.
“Mi hanno già ucciso certi magistrati, se mi rassegnassi a subire sarei già adesso un morto che cammina. Possono ammazzarmi, ma non possono togliermi la dignità e l’orgoglio di voler essere padre, contro tutto e contro tutti”.
Lo ascolti parlare e non ci credi… Non è possibile che si possa accettare la morte con tanta lucida consapevolezza. Quali vessazioni, quale cronica mancanza di alternative possono spingere uno stimato servitore della giustizia a dichiarare che la mancanza di giustizia lo sta uccidendo?
La storia di Fabrizio Adornato, maresciallo dei Carabinieri ma prima ancora padre separato, è consultabile al blog www.eremita65.blogspot.com
Contatto diretto Fabrizio Adornato - 3313613354.
Vi invitiamo a dargli un colpo di telefono, per espriemere la solidarietà col suo rischioso gesto che vuole essere di determinazione del suo amore per la figlia !
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Gruppo sul Facebook Non Lasciamo Morire Fabrizio Adornato https://www.facebook.com/pages/Non-Lasciamo-Morire-Fabrizio-Adornato/112921685443564?sk=wall https://www.facebook.com/pages....sk=wall
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Il caso Maresciallo contro giudici: «Dieci anni di pratiche insabbiate»
Ha scritto al presidente Giorgio Napolitano, è andato a parlare con i funzionari del Quirinale, è stato indirizzato al Consiglio superiore della magistratura e si è presentato anche lì. Ma non è servito a nulla. Fabrizio Adornato, maresciallo dei carabinieri e padre separato da dieci anni, non riesce a ottenere che la magistratura gli dia una risposta. Da anni è ormai vittima di una separazione dolorosa dalla moglie e, come tanti altri genitori, vive con incredibili difficoltà quanto imposto dalla sentenza civile. Sia dal punto di vista economico, sia da quello affettivo nei confronti della figlioletta. Ma soprattutto, Fabrizio Adornato in quasi dieci anni di separazione, ha vissuto lunghe battaglie con la ex moglie e la ex suocera, ha sempre provato a rivolgersi ai magistrati, ma non ha trovato soddisfazione. Da uomo di legge qual è, si è affidato alle denunce, alle segnalazioni. Ha denunciato assistenti sociali e psicologi con nomi precisi e registrazioni di colloqui, ma si è visto archiviare l’indagine peraltro avviata contro «ignoti». Non si è spaventato quando ha trovato porte sbarrate. Certo dell’autonomia dei magistrati, si è anche rivolto ad altri magistrati quando riteneva di aver subito torti. In altre parole, Adornato ha denunciato anche sei magistrati, sempre portando a sostegno delle sue tesi tutte le documentazioni che poteva. Le sue vicissitudini le ha raccontate su un blog senza timore di scrivere anche tutti i nomi dei giudici con i quali si è scontrato. Ma per l’appunto, non ha ancora avuto risposte alle sue richieste di giustizia. Tuttora non riesce a sapere che fine hanno fatto le sue denunce contro i magistrati. Sente dire che gli stessi non sono al di sopra della legge e che anche loro possono essere perseguiti dagi colleghi se sbagliano, ma non è ancora riuscito neppure a farsi dire se esiste un procedimento a carico di quei magistrati che lui ha denunciato. Nel novembre scorso ha scritto a Napolitano e un funzionario del Quirinale spiegandoli che colui che presiede il Csm non ha titolo per intervenire, ma che ha girato la pratica all’organo di autogoverno dei giudici. Lì Adornato è andato e si è sentito rispondere che «ci vorrà del tempo» per capire che fine hanno fatto le sue denunce, per verificare se per caso ci siano state omissioni da parte di magistrati. Da mesi aspetta anche questa risposta e ora ha deciso di mettere in atto proteste anche clamorose. «Farò uno sciopero della fame a Roma - spiega il maresciallo dei carabinieri - Qualcuno dovrà almeno chiedersi perché sto protestando. Resto convinto che la magistratura sia in larga parte sana, ma sono preoccupato se nessuno interviene quando ci sono violazioni. Il cittadino si trova a sbattere contro un muro di gomma quando prova a contrastare con i mezzi che gli offre la legge questo potere». Dopo dieci anni, solo silenzi.
http://www.ilgiornale.it/genova/il_caso_maresciallo_contro_giudici_dieci_anni_pratiche_insabbiate/25-02-2011/articolo-id=508275-page=0-comments=1
http://www.ilgiornale.it/genova....ments=1
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https://www.youtube.com/watch?v=AKKxbSvTiVY&feature=player_embedded
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Si allegano alcuni articoli giornalistici:
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dibattitopubbl | Date: Mercoledì, 16/03/2011, 04:23 | Message # 2 |
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| http://www.eremita65.blogspot.com/ http://www.eremita65.blogspot.com/
(in caso di non funzionamnto del blog, il libro può essere visionato qui: http://dibattitopubbl.ucoz.com/forum/69-399-1 )
Libro-denuncia online di Fabrizio Adronato
Giustizia
Capitolo I - Il 50% -
Capitolo II - Il calvario ( il principio ) -
Capitolo III - Le bastardate semplici -
Capitolo IV - Le memorie istruttorie -
Capitolo V - Le bastardate denunciose -
Capitolo VI - Mister Archiviazione -
Capitolo VII - Il primo ricorso -
Capitolo VIII - Il Tribunale dei Minorenni -
Capitolo IX - Il delirio di una mitomane -
Capitolo X - Il certificato medico -
Capitolo XI - Gli assistenti sociali. Il pranzo è servito -
Capitolo XII - Gli ignoti -
Capitolo XIII - Il secondo ricorso. La setta dei condivisori -
Capitolo XIV - Le telefonate amorose (Il trionfo parziale della Giustizia) -
Capitolo XV - Lo psichiatra. Il Dr. FATO -
Capitolo XVI - Le mamme dei compagni di scuola di G...... -
Capitolo XVII - La diminuzione dell'assegno mensile-Capitolo XVIII - Il fidanzato di Sabrina -
Capitolo XIX - L'imprenditore in erba (non quella da fumare)-
Capitolo XX - INDIA. La cucciolona amorosa -
Capitolo XXI - L'amministrazione condominiale. L'inadempiente -
Capitolo XXII - La fantascienza -
Capitolo XXIII - Il calcolo matematico -
Capitolo XXIV - Il matrimonio e la comunione ( le giornate di spensieratezza e di vacanza ) -
Capitolo XXV - L'associazione di nullafacenti stipendiati -
Capitolo XXVI - Un felice Natale -
Capitolo XXVII - E cadde dalle nuvole -
Capitolo XXVIII - Un felice capodanno -
Capitolo XXIX - Il secondo pignoramento -
Capitolo XXX - Il terzo ricorso -
Capitolo XXXI - La farsa (e la collettività paga) -
Capitolo XXXII - Il compleanno di G......-
Capitolo XXXIII - Il terzo pignoramento -
Capitolo XXXIV - La comunione di G...... -
Capitolo XXXV - Il cane che morse G...... -
Capitolo XXXVI -"L'intoccabilissimo" RADOCCIA. L'infame ? - Capitolo XXXVII - La consapevolezza. Parte I^ -
Capitolo XXXVIII - L'iscrizione di G..... alle scuole medie."L'intoccabile" SCARZELLA la partigiana. La consapevolezza parte II^-
Capitolo XXXIX - This is the end -
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dibattitopubbl | Date: Mercoledì, 16/03/2011, 04:31 | Message # 3 |
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| Capitolo I° - Il 50%
Giustizia. Che parola senza significato in una Nazione come l'Italia dove un 50% di chi dovrebbe amministrarla (non mi riferisco alle forze di polizia) o non lo fa o lo fa superficialmente, con incapacità, negligenza, imperizia, incuria, pigrizia, o menefreghismo:
in poche parole alla pene di segugio (alla ..... di cane).
Di per se stesso, questo, potrebbe non essere un problema se non fosse che quel 50% crea ingiustizia. Un'ingiustizia palese e pregnante che come un cancro si avvinghia alla massa deridendola ed imponendole decisioni incomprensibili e inimmaginabili per una Nazione civile quale si professa l'Italia. La popolazione nella stragrande maggioranza assiste e subisce rassegnata, annichilita, ormai imbelle, oserei dire assuefatta, non capacitandosi comunque delle decisioni prese.
I fatti più eclatanti sono sotto gli occhi di tutti, ma esiste anche una realtà meno ovvia, un fitto sottobosco, una vera e propria parte sommersa dell'iceberg che costituisce l'humus da cui il 50% di cui sopra (l'amministrazione menefreghista) trae il proprio nutrimento perpetuando all'infinito la sua esistenza.
A proposito di quella parte della popolazione che cerca nonostante tutto di combattere per ottenere Giustizia vi racconterò una storia, sperando possiate oltre che indignarvi anche divertirvi. Con una piccola avvertenza però. Durante il racconto ci saranno dei momenti che richiederanno da parte vostra una partecipazione. Un po' come nei giochi a premi. Lì devi schiacciare il pulsante. Qui invece non è l'arto dedito alla manualità la parte del corpo ad essere interessata. No!!! Si tratta del cervello. Quindi chi già avverte quel certo non so che d'impegnativo, quel disagio che ti dà il pensare troppo e capisce al volo che non è pane per i suoi denti torni pure a fare quello che stava facendo o clicchi da qualche altra parte. Lo stesso suggerimento vale anche per quelle persone non desiderose di leggere alcune parole che potrebbero risultare sgradevoli o che non gradiscono la verità.
Correva l'anno 2001, precisamente giugno. I primi giorni del mese già peraltro caldo, vedevano la protagonista-eroina della vicenda, già calata nella parte. Colei che avrebbe subito un danno da parte del bruto, del mostro, di colui che le autorità giudicanti avrebbero dovuto tenerle lontano, bandendolo dalla terra, cancellando anche il suo odore, a dire la verità alcuni mesi prima (febbraio) aveva già iniziato da buona stratega e ottima eroina a pianificare gli eventi.
Fornire gli attori principali di nomi è cosa semplice.:
lei MANGANO Santina, (ex moglie) ma che chiameremo Sabrina così come lei preferisce, ADORNATO Fabrizio (ex marito), ADORNATO G...... (figlia), INDIA (cane femmina di razza Dobermann), AGOSTINI Maria Grazia (genitrice di Sabrina), MANGANO Letterio (genitore di Sabrina), uno stuolo di Giudici, Avvocati e comparse varie (di loro verranno forniti i nomi mano a mano che faranno la loro apparizione nella vicenda) ed un registratore a microcassette (come quelli usati dai giornalisti per registrare le interviste).
Una flora e fauna piuttosto variegata che fa ben sperare per il proseguo.
Eravamo rimasti alla pianificazione degli eventi e da lì ripartiremo. Nel Febbraio 2001 Sabrina che da circa due anni viveva da separata in casa con Fabrizio, decide di rivolgersi all'Avvocato COMANDE' Giovanna. Donna smaliziata, minuta, sempre elegante ma che in ogni caso ben si discosta da quello che un Avvocato dovrebbe essere.
Avvocato:
un bipede che cammina eretto e che ha messo al primo posto della sua vita una missione (almeno così dovrebbe essere). La difesa di chi ha subito un torto, un'offesa, un'ingiustizia. No? Che dite? Nel nostro immaginario vediamo l'Avvocato come colui o colei votato alla difesa di innocenti. Un eroe dell'era moderna. Decine di film hanno narrato le epopee di miriadi di Avvocati. In uniforme, in gonnella, su una sedia a rotelle e perfino in salsa comica. Ce n'è tutti i gusti. Ogni serie diversa l'una dall'altra. Tutti però accomunati da un filo conduttore, da un life motive:
l'Avvocato ha una così forte coscienza che mai, neanche dietro un compenso economico rilevante, difenderebbe una persona rendendosi complice di un atto disonesto, contrario all'etica o in ogni caso falso e non supportato da sufficienti prove.
Questo accade solo nei film però e la realtà haimé è purtroppo molto diversa.
L'assistito in quanto nobile fonte di lauto guadagno risulta essere agli occhi fanciulleschi dei figli di Themis sempre e comunque innocente. Anche quando ti prendono con le mani nella "marmellata", e palesemente risulti essere colpevole. Anche in presenza del reato più aberrante che possa esistere, con le prove più schiaccianti a favore dell'accusa state certi che ci sarà sempre qualche Avvocato che senza nessuno scrupolo arrivando anche alla menzogna o approfittando dell'immancabile cavillo Giudiziario concorrerà a far, rimettere in libertà il delinquente di turno.
Per brevità e verità insindacabile indicherò questo genere di personaggi ed appartenenti alla categoria degli Avvocati, con il nome di "azzeccagarbugli".
Scusate questa divagazione sulla descrizione della figura dell'Avvocato. Era importante farla perché nel proseguo...... Capirete.
"Avvocato Comandè " - disse presumibilmente Sabrina - "mio marito è uno stronzo. E' circa 2 anni che siamo separati in casa ed abbiamo una bambina di anni 2. Voglio separami legalmente: cosa devo fare? La colpa è sua! Ha un'altra da circa due anni!"
Che bastardo direte voi. Ad uno così bisogna togliere tutto, bastonarlo, ridurlo sul lastrico, cercare di portargli via la bambina. Impedirgli insomma di vivere una vita normale.
Povero Fabrizio! Pensare che l'unico motivo per cui era rimasto in quella casa era sua figlia, G......., la luce dei suoi occhi. Lui ormai Detestava Sabrina da quando, circa 2 anni prima, gli aveva dimostrato in maniera palese di essere una persona cattiva ed egoista ogni oltre limite umanamente sopportabile.
Conscio però del fatto che in Italia i padri che si separano sono dei bipedi che camminano a 90 gradi (perdita dei figli, della casa, della dignità), aveva pensato di sopportare la presenza di Sabrina certo che la gioia di un figlio mitigasse questo fastidio. Di solito chi ragiona così è una donna:
"accudisco i figli, se poi la vita con il mio lui è una merda (obiettivamente molti uomini non sono facili da sopportare) ci sono i bambini. Mi dedico a loro".
Quante volte lo abbiamo sentito dire ad una donna. In questo caso Fabrizio, si comportò da donna.
In ogni caso si sarebbe dedicato lo stesso anima e corpo a G......, anche da separato, amando per natura tutti i bambini senza distinzione di sesso, religione e razza ritenendoli gli esseri umani più veri, bisognosi di essere accuditi, amati, protetti. E' innegabile però che da separato tutto sarebbe stato più difficile.
O no?
LA FIGURA DEL PADRE SEPARATO:
un padre separato lo riconosci anche per strada. A prima vista. Non perché "cammina a 90 gradi". Persone strane ce ne sono tante in giro che ormai non ci fa più caso nessuno. No, lo riconosci dallo sguardo. Perso nel vuoto, assorto nelle sue paure. Uno zombie a cui la società "civile", noi, ha tolto tutto. Anche la speranza. Li vedi vivere in macchina, nelle panchine o alla Caritas, raccogliendo scampoli di vita famigliare quando gli viene concesso. Un essere umano che senza aver commesso niente, (l'amore come arriva va anche via. Migliaia di pagine sono state scritte su questo sentimento. Ha un inizio e come tutto ha una fine) viene sbattuto nella merda.
Ma chi li sbatte nella merda? Già chi? Le ex mogli? Certo, ma d'altro canto, chiunque purtroppo può provare a fare del male al proprio prossimo e le ex mogli non fanno eccezione. Loro però sono "solo" le pistole cariche pronte a fare fuoco. Chi ha il dito sul grilletto sono altri:
I magistrati.
Questa grande categoria (giudici civili, pubblici ministeri, giudici giudicanti nelle cause penali e civili, G.I.P., G.U.P e chi più ne ha, più ne metta) di giusti, onesti, preparati, disponibili, umili, stakanovisti, non alterati nei loro giudizi da sentimenti quali l'odio, lo schieramento politico o ideologico, capaci di discernere il giusto dallo sbagliato "Arbitro in terra del bene e del male" (Fabrizio DE ANDRE' ) come nessun altro essere umano è in grado di fare. Un Dio!
O no?
Vi è mai capitato di andare dal salumiere, in un altro negozio o in un altro luogo aperto al pubblico, stare in coda a fianco di una persona che non avete mai visto prima, ma capire da ciò che dice e da come si comporta che inequivocabilmente è un ........? Una persona, a cui non dareste in mano neppure la cassetta dell'elemosina perché certi che qualsiasi cosa decidesse di farne, risulterebbe incomprensibile anche a chi dispone di un minimo d'intelletto. Bene! Pensate che quello potrebbe essere benissimo un Magistrato. Magari la stessa persona che il giorno dopo, per un beffardo disegno del destino, deve decidere in Tribunale un qualche cosa della vostra vita. Pensateci un attimo e rabbrividite.
O no?
Il ragionamento però potrebbe abbracciare tutti noi lavoratori. Nel senso che obiettivamente qualsiasi categoria contiene al suo interno gli incapaci, gli inetti. Nessuna professione ne è immune e tutti quanti noi sappiamo bene, ognuno riferito al proprio ambiente lavorativo, quali sono i colleghi con cui non si vorrebbe mai avere a che fare. Quelli che ti portano ad affermare sconsolatamente "ma chi ..... l'ha assunto a quello?"
La percentuale di incapaci presenti nei vari settori lavorativi è però bassa poiché la concorrenza ed il rischio creano quella che potremmo chiamare la "selezione naturale."
Nella Magistratura invece, non essendoci concorrenza e soprattutto non correndo il benché minimo rischio per le decisioni e le azioni prese sbagliando (loro sono investiti direttamente dal Signore e di conseguenza non vengono licenziati, non subiscono sanzioni disciplinari e solo in presenza di reati penali vengono perseguiti come tutti i plebei), fa sì che questa categoria di lavoratori sia sicuramente la più privilegiata rispetto a tutte le altre. Questo privilegio unito all'incapacità di cui sopra, determina all'interno della Magistratura la presenza di persone (quantificabili intorno al 50% circa) non in grado di poter svolgere quella che a tutti gli effetti dovrebbe essere una professione-missione. La loro presenza, come detto all'inizio di questo capitolo, determina a sua volta un grado di ingiustizia del 50% che crea malessere, sfiducia, rabbia, frustrazione, senso d'impotenza e molto altro ancora in tutti quanti noi.
O no?
Queste persone (il 50%) che rappresentano, il gradino più alto della catena alimentare umana. per brevità e verità insindacabile le indicherò con il nome di "THE UNTOUCHABLES" (gli intoccabili).
Ricordatelo: il 50 %.-
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Capitolo II° - Il calvario ( il principio ) -
Febbraio 2001.
Non si conosce precisamente il colloquio avvenuto tra Sabrina e "l'azzeccagarbugli" COMANDE' (quello riportato in precedenza come detto è una libera interpretazione dello scrivente). Il ricorso per separazione Giudiziale che presentò per conto della sua assistita lasciò però pochi dubbi. Era iniziata una guerra. Più che una guerra, ad onor del vero, sembrava un massacro di popolazione civile inerme.
Per colpa di Fabrizio, la sua "povera" cliente perse l'opportunità di lavorare (anno 1998) dovendovi rinunciare a causa della crisi depressiva causatale da Fabrizio che durante la gravidanza (1998-1999) aveva sempre tenuto un comportamento aggressivo e violento nei suoi confronti (il mostro di prima, ricordate?). Per ultimo poiché la "poverina" aveva anche subito una pesante aggressione fisica e temendo per la sua incolumità e per la tranquillità della figlia (G......) chiedeva di fissare nel minore tempo possibile l'udienza presidenziale.
Nello specifico "l'azzeccagarbugli" COMANDE' aggiungeva che:
la figlia minore venisse affidata alla madre;
che la casa coniugale venisse assegnata alla sua cliente;
che Fabrizio fosse costretto a versare lire (a quel tempo erano ancora in uso le vecchie care lire) 1.500.000 mensili a titolo di mantenimento, oltre al 50% delle spese straordinarie riguardanti la figlia (mediche, scolastiche, età). Il tutto chiaramente rivalutato secondo i parametri ISTAT.
"Basta. Nient'altro? Me cojoni! Poi? Fette di ...., ciliegie e canditi vari non li volete? Sicuri? No perché voleeeeendo possiamo organizzarci" pensò, tra se e se, Fabrizio.
Ricevendo, alla fine di febbraio, la lettera di cui sopra (gli venne consegnata a mano da Sabrina poiché vivevano ancora insieme) rimase sbigottito. Non tanto per la richiesta di separazione. Sabrina era una persona indegna e la separazione era la cosa più giusta per tutti, nonostante come riportato nel precedente capitolo, lui avrebbe anche ulteriormente resistito. No! Lo sbigottimento scaturiva dalla montagna di gratuite cattiverie non vere che erano state scritte. Prima fra tutte l'aggressione fisica. Mai Fabrizio avrebbe alzato le mani su una persona più debole di lui. I suoi genitori non lo avevano cresciuto con quelle idee. Ma anche se il disgusto per Sabrina lo avesse portato a compiere un gesto tanto riprovevole, ripeto mai compiuto, potete giocarvi la pelle che nulla avrebbe fatto per nuocere alla piccola G...... Come tutti i Genitori che amano i figli avrebbe dato la sua vita per Lei.
Marzo 2001.
Non contente di quanto scritto nel ricorso e giusto per dimostrare che Fabrizio era una merdaccia (non quella buona di Fantozzi) gli fecero recapitare una nuova missiva (sempre consegnata a mano da Sabrina) in cui "l'azzeccagarbugli" COMANDE' scriveva testualmente:
"Con la presente La invito ad adempiere prontamente ed esaurientemente ai suoi obblighi economici nei confronti di sua moglie e di sua figlia. Qualora ciò non avvenisse, sarò costretta, per la tutela degli interessi della mia cliente, a depositare denuncia penale ai sensi dell'articolo 570 del c.p."
Fabrizio leggendola pensò "ma ciucciami il calzino! Te e la tua cliente".
Questo per due importantissimi motivi:
1°) perché Fabrizio piuttosto che far mancare qualche cosa a G...... sarebbe morto di fame;
2°) perché in data 2 marzo quindi prima dell'arrivo della missiva, Sabrina, aveva provveduto a svuotare il libretto al deposito che entrambi avevano acceso presso la banca CARIGE lasciandoci 2 milioni e mezzo di lire e trasferendo nel contempo titoli azionari depositati su un altro conto corrente intestato a tutt'e due, in uno intestato solo a lei. Dimenticavo di dirvi che i coniugi avevano i beni in comune (ricordatevi questo particolare perché si rivelerà sorprendente nel proseguo).
Complessivamente tra contanti e titoli azionari Sabrina si appropriò di circa 20 milioni di lire.
Non una cifrona per carità, però la divisioni dei pani e dei pesci ci sentiamo di affermare che non sia stata equa. Anzi non è proprio stata fatta.
O no?
Fabrizio nonostante il loro non rapporto degli ultimi due anni aveva comunque continuato non solo a versare il suo stipendio, completo, presso il conto di cui sopra (provvedendo quindi a tutte le necessità della consorte), ma aveva lasciato a Sabrina piena libertà di operare sui predetti depositi (per operare si intende prelevare visto che lei non versava niente). Il lavoro di Fabrizio era l'unica fonte di sostentamento della famiglia. Sabrina infatti aveva lavorato per circa 5 anni, dal 1992 sino al 1997, come segretaria in un'agenzia immobiliare da cui si era allontanata (senza però avere un'altra alternativa lavorativa valida) perché non in regola con il contratto. Qualche lettore sarà tentato di dire "però, voleva avere una sicurezza contrattuale, avere i contributi versati. Pagare le tasse. Le si può dare torto?". Per quanto riguarda pagare le tasse era giusto ma per il resto giudicate voi:
Sabrina nell'agenzia immobiliare lavorava dalle ore 09:00 alle 12:30 e dalle ore 15:00 alle ore 19:00. Dal Lunedì al Venerdì usufruendo di 30/35 giorni di ferie ad agosto, 15 giorni a Natale e 10 a Pasqua. 55/60 giorni di ferie regolarmente retribuite a cui vanno aggiunti tutti i week end annuali che fanno 96 giorni. Il totale raggiunge quindi la ragguardevole cifra di giorni 150/160 di non lavoro, ribadisco, regolarmente retribuito. La retribuzione, già ci stavamo scordando di questo. Circa 1.100.000 di lire mensili. Voi onesti lavoratori sareste mai andati via da lì?
20 Aprile 2001.
Poiché la legge sulla separazione dei coniugi prescrive che venga obbligatoriamente esperito un tentativo di conciliazione da parte di "un intoccabile" (come se si fosse davanti a dei bambini che devono essere convinti che separarsi è un male i coniugi si presentarono davanti al presidente del Tribunale Civile, "intoccabile" MARTINELLI. Nell'occasione, sentite le parti ed accertata la volontà di separarsi, il tutto venne rinviato al 23 Maggio 2001.
"Come rinviato al 23 maggio? Perché? Se è stata accertata la volontà di separasi, separaci! Forse avevano paura che ci ripensassimo. E' già perché siamo tutti così superficiali nel prendere le nostre decisioni soprattutto quelle più importanti che potrebbe accadere benissimo che una mattina ci si svegli con le palle girate e non sapendo cosa fare per darsi una calmata si potrebbe frettolosamente pensare di separarsi. Tanto per fare qualche cosa di diverso, di strano. Meno male che ci sono queste le gite in Tribunale che possono aprirci gli occhi e la mente",
pensò Fabrizio.
23 maggio 2001.
Ulteriormente, inequivocabilmente nonché finalmente accertata la volontà di proseguire nella separazione (poi fanno le barzellette sui Carabinieri definendoli duri di testa) "l'intoccabile" MARTINELLI rimandò nuovamente i convenuti al 1 Giugno 2001. "Mamma mia, già una persona separandosi vive un trauma. In più se all'inizio deve recarsi in Tribunale per ben tre volte senza concludere un ..... figuriamoci come si possa sentire", verrebbe da pensare
. Effettivamente tutte queste udienze preliminari sembrano solo allungare il brodo e potrebbero anche essere eliminate in quanto la loro utilità, nonostante il lungo riflettere, ci sfugge.
O no?
Domanda:
Non sembra quasi che a trarne vantaggio da una situazione così descritta sia solo la parcella dei legali ?
1 Giugno 2001.
Quando i contendenti si ripresentarono davanti "all'intoccabile" MARTINELLI, "l'azzeccagarbugli" COMANDE', aveva già provveduto a spianare la strada alla sua assistita presentando, come detto in precedenza, quelle che erano le sue richieste e le sue bugie. Aggiungo per dovere di cronaca che la casa coniugale era di proprietà di entrambi i coniugi libera da ipoteche e mutui.
Davanti "all'intoccabile" MARTINELLI, Sabrina dichiarò, per rincarare la dose, che nei mesi passati Fabrizio non si era occupato né del suo mantenimento né tanto meno di quello della piccola G......
Interpellato in tal senso, Fabrizio, ammise che da quando la moglie si era impossessata indebitamente di tutti i loro risparmi, aveva effettivamente smesso di provvedere al suo mantenimento (quello di Sabrina), aggiungendo con forza però, che del mantenimento bambina si era sempre e solo occupato lui. A testimonianza di ciò forniva gli scontrini fiscali di quanto acquistato negli ultimi mesi e riguardanti pannolini ed altre cose necessarie alla bambina (gli ultimi avvenimenti lo avevano messo sul chi va là ed aveva preso delle contromisure per dimostrare se ve ne fosse stato motivo che quello scritto su di lui non era vero). Meno male direte voi. La Giustizia ha la prima occasione per trionfare. Sicuramente "l'intoccabile" avrà preso qualche provvedimento avendo di fronte una persona (Sabrina) che, prove alla mano, stava mentendogli spudoratamente.
Eh eh eh illusi!!!
Il tutto si risolse con un'occhiataccia da parte "dell'intoccabile" nei confronti di Sabrina che trovandosi spiazzata di fronte a quell'imprevisto colpo di scena arrossì farfugliando parole di circostanza. Nonostante questo "l'intoccabile" MARTINELLI decise di affidare la bambina alla madre con " facoltà per il padre di vederla quando voleva previo avviso alla consorte e di poterla tenere con se per due giorni alla settimana quando libero dal lavoro ". Detti giorni dovevano essere comunicati a Sabrina all'inizio di ogni mese.
A Sabrina andò in uso l'ex casa coniugale (ribadisco di proprietà di entrambi e libera da qualsiasi mutuo o ipoteca) con l'obbligo da parte di Fabrizio di versare a titolo di assegno di mantenimento lire 1.100.000 al mese per il primo anno, 1.000.000 per il secondo anno e 900.000 per il terzo anno escluse spese mediche. Il tutto soggetto a rivalutazione ISTAT.
Lo stipendio di Fabrizio era di lire 2.200.000 mensili comprensivi di turni notturni, festivi, straordinari ed agevolazioni varie. Da questo bisognava detrarre 148 mila lire per un prestito richiesto, alcuni anni prima, e la cui somma fu utilizzata da entrambi i coniugi. In pratica a Fabrizio ogni mese rimanevano in tasca 952 mila lire.
"Però porca miseria una gran legnata nel collo ad un poveraccio che non aveva fatto niente" verrebbe da pensare.
O no?
Fabrizio, fece presente sia l'eccessiva entità della cifra da versare sia il fatto che lavorando a Milano e non disponendo quindi di una abitazione non avrebbe avuto un luogo dove stare con la bambina.
Non fu preso minimamente in considerazione.
Come contentino però, previo consenso da parte di Sabrina, quando le condizioni atmosferiche erano proibitive o le condizioni di salute della bambina lo richiedevano (febbre, raffreddore etc) poteva usufruire della casa lasciata libera da Sabrina.
Mai avvenuto!
Poteva anche nevicare o la bambina non stare bene che tanto Sabrina non diede, anche in presenza di esplicite richieste da parte di Fabrizio, mai il suo consenso.
Fabrizio che si presentò in tribunale patrocinato dalla Dr.ssa GINNANTE Elena (donna anch'essa all'apparenza scaltra, vestita sempre elegante, con uno studio ben avviato su cui in mancanza di prove ci asteniamo dall'elevarla al rango di Avvocato o di abbassarla al rango di "Azzeccagarbugli". Essendo laureata in legge, Dottoressa ritengo sia più appropriato) a verbale riuscì a far scrivere che il suo unico desiderio era passare più tempo possibile con la bambina, in quanto, lui si stava separando da sua moglie non da sua figlia.
Trattandosi di una separazione giudiziale e non consensuale (significa che uno dei due coniugi vuole che venga addebitata la responsabilità della fine dell'unione coniugale all'altro. In questo caso era Sabrina che addossava a Fabrizio la fine dell'unione coniugale) "l'intoccabile" MARTINELLI decise che il proseguo della causa venisse seguita da un suo galoppino, "l'intoccabile" DE GREGORIO, fissando un'ulteriore udienza per l'11 ottobre 2001.
Importante dettaglio è che nell'atto redatto "dall'intoccabile" MARTINELLI fin dalla prima udienza (20 Aprile 2001) vi era scritto in alto ed a caratteri cubitali "VERBALE DI SEPARAZIONE PERSONALE ".
Detto verbale venne poi integrato a Giugno con la seguente frase iniziale:
"Il Presidente dato atto di aver esperito invano il tentativo di riconciliazione: autorizza i coniugi a vivere separati " lasciando intendere, quindi, che da quel momento i coniugi erano separati (la lingua italiana non dovrebbe essere un'opinione ma una certezza). Ognuno per sé e Dio per tutti verrebbe da pensare.
Illusi!!!
Sappiate creduloni che si è separati per alcune cose mentre per altre si è ancora sposati fintanto che non si è concluso l'iter processuale. Per esempio se Fabrizio avesse voluto rimettere piede nell'ex casa coniugale di cui, come detto in precedenza era proprietario al 50%, sarebbe stato denunciato per violazione di domicilio. Se non avesse versato l'assegno di mantenimento sarebbe stato denunciato. Quindi separato.
Se invece Fabrizio si fosse comperato una macchina o qualsiasi altro bene sia mobile che immobile usando soldi suoi, ribadisco esclusivamente denaro suo, quello sarebbe stato di proprietà anche di Sabrina. Quindi non separati. Che casino. Un po' separati ed un po' non separati. Nel verbale però non erano riportate né le prescrizioni né tanto meno le cose che entrambi i coniugi potevano o non potevano fare se non quelle in precedenza enunciate.
Nei giorni che seguirono l'udienza di separazione, "l'azzeccagarbugli" COMANDE', fece recapitare alcune nuove missive in cui ingiungeva (con tono veramente "amichevole") a Fabrizio di lasciare l'ex casa coniugale, di portare via gli oggetti di sua proprietà e di ottemperare a quelle che erano le disposizioni economiche stabilite "dall'intoccabile". Praticamente quest'uomo (Fabrizio) oltre a ritrovarsi in mezzo ad una strada, senza soldi e soprattutto senza un luogo dove portare sua figlia quando nei due giorni la settimana stavano insieme doveva subire anche gli attacchi "gratuiti" e falsi "dell'azzeccagarbugli". Dico falsi perché Fabrizio la casa coniugale l'aveva già lasciata, le disposizioni economiche sarebbero partite dal mese successivo (luglio) e gli oggetti di sua proprietà da portare via, Sabrina ........... leggete di seguito e sorridete.
Fabrizio, che in quel periodo lavorava a Milano, non si perse d'animo e chiedendo ad amici un aiuto riuscì a portare parte degli oggetti di sua proprietà a casa loro. Dico parte degli oggetti di sua proprietà perché al di là del fatto che tutti non avrebbe potuto portarli via (per esempio il 70% dei mobili presenti nella casa erano di sua esclusiva proprietà) Sabrina gli impedì di portare via anche parte di quello che avrebbe potuto traslocare. In poche parole ciò che non serviva o interessava a Sabrina poteva traslocarlo, quello che invece serviva o interessava a lei doveva assolutamente rimanere in casa.
Di oggetti importanti sia a livello affettivo che a livello economico di esclusiva proprietà di Fabrizio ve ne erano tanti. Basti pensare ai regali ricevuti dai suoi genitori da adolescente o i regali avuti al momento delle nozze (avvenute nel 1995). L' 80% di questi ultimi erano stati regalati da amici o parenti di Fabrizio essendo la famiglia di Sabrina una famiglia di disadattati pregiudicati (il padre era stato recluso per molti mesi con l'accusa, poi dimostratasi vera, e conseguente condanna a 5 anni di reclusione, di estorsione, mentre la madre era stata denunciata per emissione di assegni a vuoto e somministrazione di bevanda alcolica a persona già manifestamente ubriaca) con pochi amici ed ancor meno pochi parenti con cui avevano contatti. Con questi idilliaci suoceri Fabrizio, già dall'inizio del rapporto con Sabrina avvenuto nel 1988, aveva avuto a che farci mal volentieri. Ma si sa per amore si fa tutto. Figuriamoci sopportare delle persone del genere considerando che oltretutto le vedeva solo per poche ore al giorno. A lui interessava Sabrina, che sbagliando, ma sbagliando alla grande, giudicava moralmente diversa. Sbagliò nel giudicarla anche quando nel 1991 quei baldi genitori (così raccontò Sabrina) la sbatterono fuori di casa, mandandola in mezzo ad una strada. Avrebbe dovuto lasciarcela in mezzo ad una strada. Invece, per amore e credendo che l'avessero allontanata solo perché era stata richiesta loro (genitori di Sabrina) la restituzione di circa otto milioni di lire (Fabrizio in quel periodo era rimasto senza lavoro ed aveva bisogno di rientrare in possesso di tutti i suoi risparmi prestati due anni prima senza farsi firmare nessun documento), fece in maniera tale che i suoi genitori due persone oneste e veramente di cuore (Ernesto ed Olivetta), accogliessero la ragazza in casa loro, dove vi rimase sino a quando Fabrizio non riuscì a finire di ristrutturare (anno 2000) quella che poi sarebbe diventata la casa coniugale (acquistata accendendo nel 1992 un mutuo il cui garante per l'attivazione fu Ernesto). In pratica Sabrina visse per circa nove anni in casa dei suoceri che la trattarono come una figlia accudendola, vestendola, sfamandola e non pretendendo mai una sola lira per le spese sostenute.
Tornando a monte molti oggetti Fabrizio non riuscì a portarli via e credetemi sulla parola quando vi dico che gli piangeva il cuore nel distaccarsene considerando che erano suoi fin dall'adolescenza. Rimarco questo fatto perché nel momento di una separazione, anche se vissuta come una liberazione, l'animo umano comunque è triste, affranto, deluso, demoralizzato. Si chiude un capitolo della propria vita, in molti casi importante. Si apre l'ignoto, il più delle volte irto di problemi e sacrifici molto maggiori della vita compiuta sino a quel momento. Avere vicino a se persone o oggetti cari che si amano o che ricordano periodi felici del proprio passato è importante. In fin dei conti nonostante siano uomini - padri, quindi carne da macello, rimangono esseri umani con sentimenti ed emozioni.
O no?
Fabrizio comprendendo che Sabrina avrebbe cercato in tutti i modi di impedirgli di avere un rapporto affettivo con G..... cercò di evitare qualsiasi forma di contrasto lasciando all'interno della casa tutto ciò che lei comportandosi da dittatore ritenne opportuno "nazionalizzare".
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dibattitopubbl | Date: Mercoledì, 16/03/2011, 04:33 | Message # 4 |
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| Capitolo III - Le bastardate semplici Fabrizio stupidamente riteneva inoltre che tranquillizzata sotto l'aspetto economico, Sabrina, avrebbe forse evitato quelle situazioni in cui le madri usano i figli per colpire i padri. Versò, con grande sacrificio, sin dall'inizio quanto stabilito a livello economico. A Sabrina questo però non bastava. A lei interessava anche vendicarsi, ammesso e non concesso che avesse qualche cosa di cui vendicarsi, di Fabrizio. In questo suo atteggiamento fu egregiamente coadiuvata dai suoi genitori con cui, lasciando di fatto inutilizzata l'ex casa coniugale, ritornò a vivere da subito. Utilizzava l'ex casa coniugale solo quando Fabrizio nei due giorni settimanali andava a prendere G...... Questo perché l'ex casa coniugale era più distante dal quartiere dove Fabrizio aveva trovato una stanza per dimorare quando arrivava da Milano. Doveva fare più strada in autobus (in quel periodo non aveva nessun mezzo di locomozione) per andare a prendere la bambina. Questo rendeva felice Sabrina. Fabrizio aveva trovato, come detto in precedenza e grazie ai suoi datori di lavoro, un posto letto in una stanza insieme ad altri 3 colleghi. Questa stanza si trovava nel quartiere di Genova Sturla. Praticamente smontava dal turno di notte a Milano alle ore 6 del mattino, prendeva il treno alle ore 7, arrivava a Genova Brignole alle ore 9 (quando i treni erano in orario) andava a Sturla lasciava la valigia si faceva una doccia ed andava a prendere G.... riaccompagnandola la sera a casa ritornando, quindi, a Sturla per finalmente dormire (attraverso un rapido calcolo si capisce immediatamente che era da due giorni che non dormiva). Il giorno dopo stessa cosa. Fabrizio non ha mai mancato una settimana per stare con G..... . L'ex casa coniugale si trova nel quartiere di Genova Rivarolo - Trasta distante circa 20 km da Sturla. Percorso da compiere, come detto in precedenza, in autobus, impiegandoci circa 1 ora e mezza. Fabrizio lo faceva in presenza di qualsiasi condizione atmosferica. Giungeva a Trasta, prendeva la bambina e si dirigeva a casa dell'amico di turno (se disponibile e normalmente Franco o Walter) a cui in precedenza aveva chiesto se poteva stare da lui per cambiare la bambina (G.......aveva 2 anni) e dargli da mangiare. Quando gli amici non erano disponibili si arrangiava. In ogni caso doveva inventarsi la giornata. Vi posso assicurare che per lui non è stato un periodo facile. Però non si è mai perso d'animo perché l'amore per la sua bambina era così forte che niente e nessuno lo avrebbe fermato dal vivere quanto più possibile con la piccola. Quando non spettava a lui stare con la bambina, forte del fatto che la poteva salutare, si recava dandone comunque ampio preavviso alle controparti, presso la casa dei genitori di Sabrina. Chiaramente alle controparti questo non andava bene. Non volevano che avesse un rapporto normale con G....... . Fabrizio, sia ben chiaro, non entrava in casa dei genitori di Sabrina. Gli incontri tra lui e G..... si svolgevano nel portone del palazzo, alla presenza di Sabrina o di sua madre, soprannominate in quel periodo, da Fabrizio, "le piccole vedette prussiane". Soprannominate così perché durante i suoi incontri con la piccina sostavano, senza alcuna plausibile motivazione, nell'atrio del palazzo a scrutare con tono serio, minaccioso, infastidito e indisponente, gli scampoli di vita famigliare tra il mostro e la bambina. Immaginate il clima idilliaco che si respirava in quel portone. Voi direte: ma perché Fabrizio non portava G........ a fare una passeggiata invece di stare nel portone con le due donne? Perché dovete ricordare cosa scrisse "l'intoccabile" MARTINELLI: "Vedere la bambina quando vuole previo avviso". Vedere, non consegnare o dargli la possibilità di andare a fare una passeggiata. Vedere. Quel "vedere", Sabrina e cricca, avendo una mente un po' ......., lo avevano preso alla lettera. Non avrebbero mai permesso che Fabrizio portasse la bambina a fare un giro (avvenne forse una o due volte. Eccezioni alla regola), e molto probabilmente avrebbero chiamato subito la Polizia o i Carabinieri se lui avesse provato ad allontanarsi con la bimba. Fabrizio però non si perdeva d'animo. Anche per 5 minuti, dicasi 5, si recava a dare un bacio alla piccola. Solo tenerla in braccio anche alcuni istanti, per lui era come la manna dal cielo. Sentire il suo respiro, accarezzarle le manine, darle i baci sul collo, scherzare con lei, manifestarle l'amore immenso che provava, seppur per poco tempo, era l'apoteosi della giornata. E' giunto il momento di far comprendere a voi gentili lettori cosa intendo dire quando dico usare G..... contro Fabrizio. Inizialmente il modus operandi messo in atto dalla mamma, nonna e nonno, (che "affettuosamente" chiameremo "il trio delle meraviglie") fin dal giugno 2001, si palesava nei seguenti modi : * nel rispondere con molto scazzo alle telefonate di Fabrizio e porgendo la cornetta alla bambina con ancora più fastidio. Non celandolo ma anzi manifestandolo con frasi che facevano capire alla bimba la loro contrarietà a che lei parlasse al telefono con il padre; * nello stare al fianco di G......., quando questa parlava al telefono con il padre, sussurrando le risposte da dare, cercando di convincerla a trattarlo male, suggerendole di dirgli di non telefonare più, convincendola a non voler andare con lui. In pratica volevano controllare le sue emozioni, stroncando ogni sua manifestazione di amore o di interesse nei confronti di Fabrizio. Per essere ancora più chiari G..... è cresciuta in una famiglia dove ogni occasione era buona per parlare male di Fabrizio, per descriverlo come una merda, un essere cattivo da cui bisognava assolutamente stare lontani e di cui si doveva avere paura. Fabrizio però non era così. I bambini hanno una marcia in più rispetto agli adulti. Vedono senza pregiudizi, senza rancore, senza malignità. Sono come i cani. Sentono se qualche essere è cattivo o malvagio. G...... percepiva che il padre non era come i nonni e la mamma lo descrivevano e cercò almeno all'inizio, come ne era capace, di contrastare questo loro atteggiamento. Però viveva per 22 giorni al mese con loro e come qualsiasi essere vivente finì per adattarsi. Esempio: pensate un attimo di crescere con persone che vi dicono giornalmente che chi è di colore è inferiore, cattivo, malvagio, che puzza e altre amenità simili. Voi, come chiunque altro, crescereste con questa convinzione. Giusto? Quando poi però all'asilo o a scuola scoprite che quello che vi viene detto non è vero come vi comportereste? Beh G...... quando era con il "trio delle meraviglie" trattava il padre come volevano loro. Per farli contenti. Per far vedere che era una brava ed obbediente bambina. Quando invece stava con il padre e non era quindi presente il "trio delle meraviglie" lo trattava con affetto con gioia, con normalità. Lo vedeva per quello che era, senza condizionamenti. In precedenza nel descrivere il loro atteggiamento ho usato il termine principalmente. Molti altri espedienti venivano usati dal "trio delle meraviglie". Piccole cattiverie che unite alle altre creavano il corollario al tema principale usato in seguito. Il tutto purtroppo avvenne nonostante Fabrizio avesse cercato in tutti i modi di ottenere aiuto dalla Giustizia. A nessun "intoccabile", a parte un Giudice di Pace ed un P.M. del Tribunale dei Minorenni facenti parte di quel 50 % che invece meritano di essere chiamati MAGISTRATI, gliene importò una beata....... Poiché comportarsi da "piccole vedette prussiane" non aveva scoraggiato Fabrizio che anche per 5 minuti andava a salutare G......., il "trio delle meraviglie" cercò, per ottenere nell'immediato l'effetto da loro auspicato, di non acconsentire a che quegli incontri si verificassero inventando chiaramente le scuse più puerili. La non presenza in casa della madre (Sabrina) e quindi l'impossibilità da parte dell'ex suocera di far vedere G...... al padre, era tra le scuse più in voga.
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dibattitopubbl | Date: Mercoledì, 16/03/2011, 04:38 | Message # 5 |
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| Capitolo XXXIX - This is the end Ebbene miei cari lettori siamo giunti al termine di questa vicenda. Chiaramente avrete capito che io sono Fabrizio. Se così non fosse sveglia, anche perché non lo voglia il Signore ma i prossimi a cadere nelle fauci degli "intoccabili" potreste essere voi. Nessuno può dichiararsi immune dalle loro nefandezze. Ricordatelo nessuno! Per quanto mi riguarda, come avete letto, dopo aver provato in tutti i modi ad ottenere Giustizia ho compreso, poiché voglio Giustizia, che solo con un forte gesto di disobbedienza civile, quale sarà lo sciopero della fame portato sino all'estrema conseguenza abbinato alla mia diserzione dall'Arma dei Carabinieri, potrò forse scuotere le coscienze di chi ha i mezzi per poter ancora fermare gli "intoccabili". Vi riporto per intero la lettera che ho scritto al Presidente della Repubblica e per conoscenza al Presidente del Consiglio, al Ministro della Difesa, al Ministro di Grazia e Giustizia ed al Comandante Generale dell'Arma dei Carabinieri: Illustre Signor Presidente, Mi chiamo Fabrizio ADORNATO, nato a Genova in data 23/10/1965 ivi residente, padre separato di G..... una splendida bambina di anni 11 di cui ho l’affidamento condiviso e con cui convivo per circa 15 giorni al mese. Sono un Maresciallo Capo dell’Arma dei Carabinieri in servizio dal 1993, vice Comandante del Comando Stazione Carabinieri di Ronco Scrivia (GE), attualmente in aspettativa per ragioni sanitarie dovute alla rottura del legamento crociato esterno della gamba destra procuratomi in servizio durante una collutazione con un pregiudicato (rimasto illeso) poi arrestato. Le scrivo queste poche righe per metterla a conoscenza di una situazione che protratta nell’arco di nove (9) anni ha determinato gli accadimenti attuali. La forma di protesta che a breve intraprenderò mi porterà a compiere un gesto che mai mi sarei aspettato di dover attuare. L’unica speranza è che tale gesto possa scuotere le coscienze di tutti e come conseguenza porre fine alle ingiustizie che fino ad oggi mi hanno tormentato. Lei che è il Nostro Presidente, il Mio Comandante ed il “Comandante” anche di chi ha commesso le nefandezze alla base della mia protesta spero e credo, data la sua sensibilità di uomo che nella vita ha dovuto affrontare ogni genere di situazione, non possa non fare a meno di rimanere perplesso oltre che indignato. Sicuramente in tutti questi anni abbiamo assistito ad errori omissioni o dimenticanze ben più gravi di quelle che mi vedono attore passivo. Purtroppo però l’amore paterno e l’amore per l’uniforme da me indossata e con cui molti giovani hanno sacrificato la loro vita, non mi permettono di protrarre oltre il mio silenzio. So che il mio gesto potrà forse essere frainteso, da alcuni strumentalizzato, cavalcato o non approvato da altri. Voglio però che lei sappia che lo ritengo necessario per cercare di ottenere giustizia non solo per me ma anche per molti altri, tutti vittime impotenti del sistema giudiziario. Il mio essere costretto ad “umiliarmi” ponendomi di fronte a lei ed all’opinione pubblica in una veste ed in un atteggiamento non certamente consoni al mio status di uomo dello Stato e soprattutto onesto cittadino è l’ultimo tentativo civile da parte mia per provare a mettere la parola fine a quello che, senza paura di essere smentito, definirei un calvario. I magistrati, nell’arco temporale sopra enunciato hanno, attraverso le loro decisioni sbagliate, creato una situazione che non mi permette più di continuare a condurre una vita normale con la mia bambina. I sacrifici sostenuti sino ad ora a nulla sono valsi per arrivare ad ottenere quanto comunque sarebbe dovuto ad ogni essere umano: Giustizia. Negli anni i magistrati, attraverso il loro operato (denunce sporte dalla mia ex moglie ed ex suocera nei miei confronti), le loro sentenze (riguardanti la mia separazione, l’affido di G.... e la restituzione di denaro mai avvenuta, prelevato indebitamente da parte della mia ex moglie), hanno dato prova di accanimento giudiziario e di perseguire, in alcuni casi, interessi personali commettendo omissioni e violando anche palesemente quella che è la comune percezione del buon senso. Negli ultimi tre mesi, vi sono stati episodi che mi hanno fatto capire inequivocabilmente quanto sia forte il disprezzo che una parte della Magistratura ha nei confronti dei padri separati e, forse, dei Carabinieri. Questo disprezzo, spesso espresso alla luce del sole, mi ha portato a sporgere denuncia nei confronti di tre P.M. e di tre V.P.O. della Procura di Genova per omissione di atti d’ufficio ed interesse privato in atti d’ufficio. La ristrettezza economica in cui queste persone mi hanno ridotto, mi costringerà a non poter più continuare a tenere in locazione l’immobile nel quale risiedo e dove risiede per 15 giorni al mese, mia figlia G...... Non mi permetterà quindi di poter continuare ad assolvere a quella che io ritengo sia la cosa più importante nella vita di un essere umano: crescere i propri figli, accudirli, interagire con loro. Trasmettere a loro quei valori che sono stati trasmessi a noi dai nostri genitori. Per le decisioni dei magistrati vedevo già dal 2001 il mio stipendio decurtato di una cifra variabile dai 440 euro ai 600. Da febbraio c.a. la cifra è salita ad euro 820 mensili tra assegno di mantenimento e pignoramento. Con i rimanenti euro 750 dovrei pagare l’affitto dell'immobile, la rata della macchina, il vitto mio e della mia bambina, le bollette di luce, gas ed acqua. Tutto questo per permettere alla mia ex moglie, a cui oltretutto è stato dato in uso il nostro appartamento, libero da ogni ipoteca o mutuo, di vivere senza il bisogno di cercarsi una benché minima attività lavorativa ufficiale nonostante sia in perfetta salute fisica e quindi in grado di poter lavorare. Il benessere di uno al prezzo della miseria dell’altro con l’avvallo compiaciuto dei magistrati. Tutto ciò va avanti da ben nove anni. Anni in cui sono riuscito con grossi sforzi personali, con l’aiuto di amici, familiari e di nostro Signore a risalire la china del baratro in cui la separazione mi aveva fatto sprofondare. Io non voglio, avendo le prove tangibili di tutto ciò che è accaduto e che ho raccontato completamente e dettagliatamente nel mio blog (eremita65.blogspot.com), perdere mia figlia non avendo oltretutto commesso nessun reato ed avendo diritto di vivere la mia vita di padre con lei. Sì, Signor Presidente, il prossimo passo sarà la perdita della bambina in quanto non potrò più permettermi un posto dove vivere e di conseguenza dove poter accogliere G.... durante il 15 giorni mensili che passiamo insieme periodo di affidamento. E tutto questo ingiustamente. I miei superiori, che sin dall’inizio sono sempre stati da me regolarmente informati sull’evolversi della situazione, stentavano, poiché inverosimile, a credere a quanto da me riferito. Gli ultimi episodi hanno però fatto sì che questa titubanza venisse meno; anche loro, pur non condividendo la mia forma di protesta, si sono dovuti arrendere all’evidenza dei fatti. Illustre Signor Presidente, Sono intenzionato ad effettuare uno sciopero della fame sino all’estrema conseguenza ed a diventare, mio malgrado, il primo disertore dell’Arma dei Carabinieri se questa atroce situazione che sto vivendo non terminerà al più presto. Io non voglio nuocere a nessuno e meno che mai alla mia persona ma al punto in cui siamo arrivati purtroppo non ho altra scelta. Le chiedo, Signor Presidente, di far verificare l'operato dei Magistrati e la sensatezza delle loro sentenze emesse dai giudici di Genova affinché non sia più solo io a dovermi occupare del mantenimento di mia figlia, ma che sia anche la madre finalmente a prendersi carico delle necessità della bambina. Le chiedo soprattutto, Signor Presidente di fare in modo di far cessare l’uso strumentale di mia figlia G..... da parte della mia ex moglie per i suoi interessi. Le chiedo in poche parole di rendere giustizia. Se non per me, lo faccia per la mia bambina. Per il suo benessere, per la sua stabilità. Signor Presidente, la ringrazio per la Sua cortese attenzione e resto in attesa di una sua spero celere risposta. Rispettosamente le porgo Distinti Saluti
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dibattitopubbl | Date: Mercoledì, 16/03/2011, 04:41 | Message # 6 |
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| Questa mia lettera ha comunque un altro destinatario non menzionato ma altresì importante: l'altro 50% di persone che in realtà sono i Magistrati veri. Uscite allo scoperto, denunciate le nefandezze compiute dagli "intoccabili". Non ne siate complici per puro e semplice cameratismo o per senso d'impotenza. Io so che anche voi provate disgusto per l’atteggiamento di quelle persone. So per certo che non approvate minimamente il loro modo di agire che getta fango anche su di voi. Abbiate il coraggio di indicarli, di operare in maniera tangibile affinché si possa fare piazza pulita di queste persone che sono un peso per la collettività. Mandiamoli a casa. Rendiamo un servizio alla nostra Nazione, prima che qualcuno cavalcando le nefandezze degli "intoccabili" non vi permetta più di riuscirci. Fate in maniera tale che chi indossi una toga sia veramente capace di giudicare e non che non sia in grado nemmeno di capire se le scarpe che porta ai piedi hanno i lacci o sono mocassini. Riporto con interesse a tal proposito e sperando che non mi chieda i diritti, alcune righe dell'articolo apparso sul quotidiano "Il GIORNALE" in data 15 settembre c.a. in cui il giornalista Oscar GRAZIOLI a spiegazione di un fatto di incongruenza giudiziaria scriveva: "Non riuscirò mai a comprendere la schizofrenia che regna sovrana nelle sentenze della magistratura. D'accordo che chi interpreta la legge e batte il martelletto, alla fine è un uomo (o una donna) e non è detto che tutte le persone ragionino in egual misura, ci mancherebbe altro. Eppure vi sono fatti che paiono talmente elementari da non poter essere interpretati diversamente. Sarà diversa la sanzione, sarà più o meno dura la pena ma, mi risulta difficile pensare che per un giudice un drappo sia bianco mentre per l'altro sia nero......." Io senza elevarmi al rango di saputello mi sento in grado di poter affermare senza timore di essere smentito che la risposta, alla non comprensione espressa dal giornalista, potrebbe arrivare dall'accettazione dell'esistenza del 50%. Solo attraverso questa consapevolezza tutto risulterà più chiaro. I dubbi, le incertezze sicuramente scomparirebbero come neve al sole lasciando spazio alla verità. Da parte mia spero che vengano accolte le mie richieste che si possono riassumere in sei parole: "OGNUNO PER SE E DIO PER TUTTI" (Questo proverbio vuole evidenziare che la protezione di Dio è rivolta a tutti gli uomini, ma che al tempo stesso ciascuno di noi ha la responsabilità di provvedere al proprio bene per quanto gli è possibile). Praticamente significa in via preliminare che: esigo essere esentato immediatamente e completamente dal dover versare alcuna somma di denaro sia per Sabrina sia per G..... Nei quindici giorni che G.... sta con me io provvedo al suo mantenimento, nei quindici giorni che sta con Sabrina deve essere lei a provvedere autonomamente (sembrerebbe che Sabrina, grazie al mio denaro, si sia aperta a maggio c.a un'attività commerciale a Genova Sturla); esigo che Sabrina la smetta di usare G.....; esigo che qualsiasi comunicazione da parte di Sabrina deve avvenire direttamente con me e non passando attraverso G.....; esigo che Sabrina la smetta di prendere le decisioni, da prendere in comune ed inerenti G....., in assoluta ed insindacabile autonomia; esigo che la nonna materna avendo a disposizione un immobile ne usufruisca abbandonando finalmente la casa dove vive G..... esigo che mi vengano restituiti i beni di mia esclusiva proprietà ed ancora detenuti da Sabrina. Niente di più e niente di meno. Ringrazio l'Arma dei Carabinieri che nella sua interezza mi è stata vicino, cercando nel limite del possibile di aiutarmi in questi anni di difficoltà. Molte persone dal di fuori vedono gli appartenenti all'Arma come una banda di ignoranti militari un po’ fascisti. Beh, io non sono sempre stato un Carabiniere e vi posso assicurare che non è assolutamente vero. Anche se lo fosse però meglio una banda di ignoranti militari un po’ fascisti che rispetta gli altri piuttosto che un'insieme di persone colte non militari e non un po’ fasciste che non rispettano niente e nessuno. Ultimo ma sicuramente più importante è l'argomento riguardante il mio rapporto con G..... Voglio che sappiate che nonostante tutto è stupendo. Le persone che ci conoscono, approfonditamente o superficialmente, concordano tutte nel dire che si vede benissimo che insieme siamo felici. G.... adesso ha 11 anni. Sta crescendo, ma nonostante sia femmina, non ha nessuna remora o vergogna a raccontarmi o parlare di argomenti appartenenti più alla sfera intima del suo sesso. Per me è stata una grande gioia sentire con quale spontaneità e tranquillità li ha affrontati, nonostante io sia un uomo e suo padre. Segno di una grande intimità che si ha solo con l'amore e la fiducia. Io amo mia figlia e lei ama me. E' un nostro sacrosanto diritto continuare ad essere una famiglia. Vivere e non poterla crescere, interagire con lei, giocare, ridere, parlare, discutere, aiutarla nelle sue difficoltà equivale per quanto mi riguarda ad essere morti.
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MariaRosaDeHellagen | Date: Sabato, 19/03/2011, 20:59 | Message # 7 |
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| http://www.genitorisottratti.it/2011/03/intervista-al-papa-in-sciopero-della.html http://www.genitorisottratti.it/2011....la.html 18.3.11 Intervista al papà in "SCIOPERO DELLA FAME" Rimbalza tra blog, siti e socialnetwork l’incredibile vicenda del carabiniere che vuole lasciarsi morire a causa delle ingiustizie subite. Un padre che dopo la separazione non può più essere padre, la violenza più atroce che si possa immaginare, tanto macroscopica da non essere riconosciuta. Le istituzioni infatti considerano “normale” la lacerazione delle relazioni padre-figlia: è normale che Fabrizio possa vedere la figlia G. solo nei ritagli di tempo, è normale che G. possa rifiutarlo, è normale che subisca l’influenza di chi la vuole complice nell’annientamento del padre, è normale che nessuno riconosca il condizionamento e la manipolazione sulla bambina, è normale che Fabrizio venga relegato sotto la soglia minima di dignità emotiva, economica, sociale. La lotta impari del Davide-Fabrizio contro il Golia-Sistema cozza contro il muro di gomma della burocrazia, contro l’ignavia di troppi operatori preoccupati di essere in regola con bolli e firme piuttosto che calarsi nella realtà, piuttosto che cercare di capire se i provvedimenti siano effettivamente a garanzia del superiore interesse della minore. Problema antico, quello del superiore interesse del minore: in tanti se ne riempiono la bocca, poi in realtà è un principio astratto che viene invocato per avallare le decisioni più assurde e contraddittorie, per giustificare le esigenze di tutti, ma proprio di tutti, tranne che del minore. Ne abbiamo parlato con Fabrizio Adornato, che in una intervista esclusiva rivela i retroscena più intimi dell’intera vicenda: D - sei a Roma dal 7 marzo per uno sciopero della fame ad oltranza, cosa speri di ottenere? R - Giustizia, niente di più e niente di meno. Sembra assurdo che per avere giustizia un padre debba ricorrere al gesto eclatante, siamo abituati a pensare che la giustizia si ottenga in Tribunale. Non è così, ho imparato sulla mia pelle che nulla è come ho creduto per anni. D - sei un Carabiniere, oltretutto graduato, un Maresciallo Capo dell’Arma R - esatto, e questo rende ancora più assurdo il mio gesto di protesta. Ho servito per anni la giustizia, ne ho fatto il pilastro della mia vita privata e professionale; piazze difficili, da Milano a Napoli passando per Pavia, Genova, Vicenza…. Momenti delicati, operazioni nei campi più diversi: prostituzione, stupefacenti, omicidi, malavita organizzata…. Mai per un solo momento ha vacillato la mia convinzione di servire uno Stato di Diritto, mai ha vacillato la necessità di infondere in ogni cittadina e cittadino una profonda fiducia nel rivolgersi alle istituzioni. Vacilla ora, e questo è grave D - ti chiedi se è giusto ciò che hai fatto nella tua vita? R - Questo mai. Ero convinto – e lo sono tuttora – della necessità di una giustizia efficiente, in grado di dare alla cittadinanza la sicurezza e soprattutto l’imparzialità delle quali la cittadinanza stessa ha bisogno. Il problema nasce quando le legittime aspettative di imparzialità vengono disattese, fatte a pezzi da provvedimenti discriminanti, assurdi, surreali. Quando c’era da servire la giustizia l’ho fatto, con profonda dedizione, per anni. Quando sono stato io a rivolgermi alla giustizia, ho ricevuto in cambio la distruzione del mio ruolo paterno. D - puoi spiegare meglio? R - La delegittimazione del padre, una distruzione lenta, tante piccole tessere che vanno a comporre un mosaico devastante. Ma, aspetto ancora più insostenibile, è una distruzione perfettamente legale. D - Parole forti… perché sei così critico nei confronti della giustizia? R - Vedi, nel mio lavoro sapevo chi era il “nemico”. C’è chi viola la legge e chi deve farla rispettare, i ruoli sono ben definiti. Da padre separato non so più da chi devo difendermi, le decisioni più penalizzanti arrivano dalle persone alle quali mi sono rivolto per chiedere aiuto. In fondo nessuno considera importante che io mi occupi di mia figlia, la segua nel processo di crescita, le trasmetta i miei valori ed il mio amore… Il ruolo che mi assegnano è quello di garantirle la sicurezza economica, a crescerla ci penserà qualcun altro. Si rischia di impazzire. Se non posso avere fiducia nei Tribunali, in chi posso averla? D - la situazione si protrae da tempo, sul tuo blog www.eremita65.blogspot.com ci sono informazioni e documenti a non finire. C’è stato un episodio in particolare che ti ha spinto ad iniziare lo sciopero della fame? R - Stringo i denti da tanto tempo, posso sopportare di essere ridotto in miseria, di non poter ricostruire una mia vita privata, di essere costretto a trasferte lunghe e costose per incontrare mia figlia… l’unica cosa che non posso sopportare sono gli ostacoli posti fra lei e me. Ero in macchina con G., dovevamo passare la giornata insieme Mi chiede di passare da casa per prendere i libri necessari ai compiti del pomeriggio Era felice, serena, entusiasta e sorridente come sempre quando è con me Entra in casa e rimango fuori ad aspettarla Non esce subito, trascorrono i minuti Torna in macchina, l’espressione è cambiata Mi dice di non poter venire, ha un impegno “che aveva dimenticato” E’ una scusa, si vede lontano un miglio: è imbarazzata, distoglie lo sguardo, forse si sente anche in colpa, povero amore mio Si apre la porta, la madre si affaccia: “Allora, ti sbrighi?” Capisco subito, è già successo tante altre volte D - perché questa strategia? R - Temo che la madre sappia amare solo attraverso il possesso. Non è nostra figlia, è sua figlia. Credo che viva male il fatto che G. possa volere bene anche al padre, è sua proprietà esclusiva e deve amare solo lei, la condiziona, vorrebbe farne una complice nel suo progetto di distruzione paterna. Questo episodio, ultimo di una lunga serie, non l’ho potuto sopportare, la classica goccia che fa traboccare un vaso fin troppo colmo: è quel giorno che ho raccolto due cose e sono partito per Roma. Questa situazione mi uccide lentamente; o cambia, o esco dall’ombra della disperazione e la mia fine diventa pubblica. Fonte Adiantun
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dibattitopubbl | Date: Sabato, 18/06/2011, 01:46 | Message # 8 |
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dibattitopubbl | Date: Sabato, 02/07/2011, 21:59 | Message # 9 |
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| Martedì 28 Giugno 2011
Fabrizio Adornato sospende sciopero della fame dopo incontro con ApI
Fabrizio Adornato, maresciallo dei carabinieri e padre separato in sciopero della fame da 32 giorni davanti al Quirinale, interrompe temporaneamente il lungo digiuno dopo un incontro avvenuto oggi a Roma con i responsabili giustizia di Alleanza per l'Italia, a cui hanno preso parte le associazioni Adiantum e Fenbi, in rappresentanza degli Stati generali sulla giustizia familiare, che si occupano di tutelare i diritti dei minori e dei genitori separati. Un problema che coinvolge circa il 20% dell'intera popolazione italiana, tra cui ben 1,4 milioni di minori, e che ha in Adornato un protagonista in negativo, come tanti altri padri vittima di una «serie di ingiustizie legate al diritto di famiglia». ApI ha deciso di farsi carico del problema proponendo un'istanza di verifica presso il Csm sul caso Adornato, un'interrogazione parlamentare al ministro della Giustizia e ai presidenti di Camera e Senato in modo da arrivare al più presto a un'informativa in Parlamento. Non solo: si è deciso anche di avviare un tavolo congiunto con tutte le associazioni per esaminare un problema che può essere considerato un'emergenza sociale nazionale.
«Un passo in avanti significativo e indispensabile - sostengono i rappresentanti degli Stati Generali sulla giustizia familiare - per individuare un percorso che porti alla risoluzione del dramma dei minori contesi». Ogni anno, 140mila minori si aggiungono alla schiera dei figli coinvolti nelle separazioni che, secondo dati Istat, sono costantemente aumentate sforando ampiamente i 120mila procedimenti l'anno. A questi occorre aggiungere i figli nati dalle coppie di fatto che si sono separate.
«Come servitore della giustizia - dice Fabrizio Adornato - spero che finalmente la giustizia rientri nei tribunali. In oltre dieci anni dalla mia separazione ho constatato mio malgrado che la legge non è uguale per tutti. E soprattutto spero di poter rivedere mia figlia e poter fare il padre grazie al mio stipendio. Pur sospendendo il digiuno - conclude - continuerò il mio presidio davanti al Quirinale».
http://www.alleanzaperlitalia.it/index.php?option=com_content&view=article&id=2366%3Aminori-fabrizio-adornato-sospende-sciopero-della-fame-dopo-incontro-con-api&catid=6%3Anotizie-nazionali&Itemid=23
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MariaRosaDeHellagen | Date: Venerdì, 22/07/2011, 02:14 | Message # 10 |
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| http://parlamento.openpolis.it/atto/documento/id/66122
Testo interrogazione a risposta scritta
S.4/05646
PERDUCA, PORETTI - Al Ministro della giustizia - Premesso che:
l'8 febbraio 2006, il Parlamento ha approvato a larghissima maggioranza la legge n. 54 (cosiddetto affido condiviso), contenente disposizioni in materia di separazione dei genitori e affidamento dei figli;
il principale enunciato di questa norma, in linea con la cultura dominante, in tema di famiglie separate, vigente nei Paesi dell'Unione europea, afferma che «Anche in caso di separazione personale dei genitori il figlio minore ha il diritto di mantenere un rapporto equilibrato e continuativo con ciascuno di essi, di ricevere cura, educazione e istruzione da entrambi e di conservare rapporti significativi con gli ascendenti e con i parenti di ciascun ramo genitoriale»;
il signor F. Adornato, Maresciallo capo e vice Comandante della stazione Carabinieri di Ronco Scrivia (Genova), genitore separato di una bambina di cui avrebbe l'affidamento condiviso, per via di decisioni discutibili adottate dai tribunali non riesce più a condurre una vita normale e altissimo è il rischio di non potersi più relazionare adeguatamente con la propria figlia;
per quanto risulta agli interroganti, negli anni, i magistrati hanno emesso sentenze ad esclusiva tutela della figura materna, dando prova di accanimento giudiziario, perseguendo interessi personali e commettendo chiare omissioni in fase processuale;
così, dal 2001 lo stipendio del maresciallo Adornato è stato decurtato di una cifra pari a circa 500 euro, e dal mese di febbraio 2011 la decurtazione, per effetto di un pignoramento agito dall'ex moglie e incondizionatamente accolto dai giudici, è salita ad euro 820 mensili;
con i rimanenti 700 euro il maresciallo Adornato, a dispregio della documentazione da cui ben si evince la sua situazione reddituale, dovrebbe pagare l'affitto del nuovo immobile, la rata dell'autoveicolo, il vitto suo e della bambina, le utenze di luce, gas ed acqua, nonché condurre una pur minima vita sociale;
l'impossibilità di rispettare gli impegni economici, evidentemente superiori al reddito disponibile, non consentirà al maresciallo Adornato di continuare a condurre un'abitazione e seguire la crescita della figlia in un ambiente familiare adeguato;
il maresciallo Adornato ha sporto denuncia nei confronti di tre pubblici ministeri e di tre vice procuratori onorari della Procura di Genova per omissione di atti d'ufficio ed interesse privato in atti d'ufficio;
di tali esposti/querele, nonostante sia trascorso molto tempo, non v'è ancora alcun riscontro da parte della magistratura competente;
tale stato di cose, inoltre, ha costretto il maresciallo Adornato ad un estenuante sciopero della fame che lo ha portato ad un grave stato di debilitazione fisica, e solo l'intervento di amici e persone che gli vogliono bene ha scongiurato peggiori conseguenze;
vicende come quella del maresciallo Adornato rappresentano, ad avviso degli interroganti, un danno per la collettività intera, per i figli e per tutti i familiari. Migliaia di cittadini italiani oggi versano nelle medesime condizioni del signor Adornato, non trovando alcuna tutela all'interno di prassi giudiziarie che perseguono, in tal modo, l'interesse di un solo genere, discriminando l'altro;
la Repubblica italiana si basa sul principio dello Stato di diritto e del rispetto della legge,
si chiede di sapere quali iniziative nell'ambito delle sue competenze il Governo intenda assumere alla luce di quanto descritto, e in particolare quali iniziative urgenti intenda adottare al fine di garantire la piena applicazione della legge n. 54 del 2006.
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dibattitopubbl | Date: Lunedì, 15/08/2011, 17:15 | Message # 11 |
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| http://www.ilgiornale.it/genova/il_caso_maresciallo_contro_giudici_dieci_anni_pratiche_insabbiate/25-02-2011/articolo-id=508275-page=0-comments=1
IL GIORNALE sabato 13 agosto 2011
Il caso Maresciallo contro giudici: «Dieci anni di pratiche insabbiate»
Ha scritto al presidente Giorgio Napolitano, è andato a parlare con i funzionari del Quirinale, è stato indirizzato al Consiglio superiore della magistratura e si è presentato anche lì. Ma non è servito a nulla. Fabrizio Adornato, maresciallo dei carabinieri e padre separato da dieci anni, non riesce a ottenere che la magistratura gli dia una risposta. Da anni è ormai vittima di una separazione dolorosa dalla moglie e, come tanti altri genitori, vive con incredibili difficoltà quanto imposto dalla sentenza civile. Sia dal punto di vista economico, sia da quello affettivo nei confronti della figlioletta. Ma soprattutto, Fabrizio Adornato in quasi dieci anni di separazione, ha vissuto lunghe battaglie con la ex moglie e la ex suocera, ha sempre provato a rivolgersi ai magistrati, ma non ha trovato soddisfazione. Da uomo di legge qual è, si è affidato alle denunce, alle segnalazioni. Ha denunciato assistenti sociali e psicologi con nomi precisi e registrazioni di colloqui, ma si è visto archiviare l’indagine peraltro avviata contro «ignoti». Non si è spaventato quando ha trovato porte sbarrate. Certo dell’autonomia dei magistrati, si è anche rivolto ad altri magistrati quando riteneva di aver subito torti. In altre parole, Adornato ha denunciato anche sei magistrati, sempre portando a sostegno delle sue tesi tutte le documentazioni che poteva. Le sue vicissitudini le ha raccontate su un blog senza timore di scrivere anche tutti i nomi dei giudici con i quali si è scontrato. Ma per l’appunto, non ha ancora avuto risposte alle sue richieste di giustizia. Tuttora non riesce a sapere che fine hanno fatto le sue denunce contro i magistrati. Sente dire che gli stessi non sono al di sopra della legge e che anche loro possono essere perseguiti dagi colleghi se sbagliano, ma non è ancora riuscito neppure a farsi dire se esiste un procedimento a carico di quei magistrati che lui ha denunciato. Nel novembre scorso ha scritto a Napolitano e un funzionario del Quirinale spiegandoli che colui che presiede il Csm non ha titolo per intervenire, ma che ha girato la pratica all’organo di autogoverno dei giudici. Lì Adornato è andato e si è sentito rispondere che «ci vorrà del tempo» per capire che fine hanno fatto le sue denunce, per verificare se per caso ci siano state omissioni da parte di magistrati. Da mesi aspetta anche questa risposta e ora ha deciso di mettere in atto proteste anche clamorose. «Farò uno sciopero della fame a Roma - spiega il maresciallo dei carabinieri - Qualcuno dovrà almeno chiedersi perché sto protestando. Resto convinto che la magistratura sia in larga parte sana, ma sono preoccupato se nessuno interviene quando ci sono violazioni. Il cittadino si trova a sbattere contro un muro di gomma quando prova a contrastare con i mezzi che gli offre la legge questo potere». Dopo dieci anni, solo silenzi.
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