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PETIZIONE PER IL DIRITTO ALL'UCCISIONE INDOLORE
MariaRosaDeHellagenDate: Sabato, 19/03/2011, 21:11 | Message # 1
Group: Amministratori
Messages: 459
Status: Offline
DIRITTO ALL'UCCISIONE INDOLORE DA PARTE DELLO STATO PER CITTADINI “SUPERFLUI” - CIOE' NON APPARTENENTI AL CETO DI “RACCOMANDATI-FAVOREGGIATI”

Il regime di democrazia capitalista è un regime basato sull'unione dei poteri basilari dello Stato (poteri legislativo, giudiziario, e esecutivo) e di altri poteri (potere religioso della chiesa e potere di mass media) in un ceto (o casta, o classe) di cosiddetti “raccomandati-favoreggiati”, mentre tutti gli altri cittadini - che non sono parenti, amici, compagni, o conoscenti degli appartenenti al ceto di “raccomandati-favoreggiati” – sono “non raccomandati” e “non favoreggiati”, il che equivale di essere deprivati di diritti umani di base ed essere trattati come “spazzatura” da parte dei “raccomandati”, di essere “superflui” per la società e per lo Stato.

“Raccomandati” si diventa per la nascita o per gioco di fortuna. La maggior parte dei raccomandati riceve ricompensi (stipendi, premi, contributi, ricompense delle “spese”) nel settore statale o parastatale per attività svolte, anche non lavorative, e possono permettersi una vita normale, buona, e anche ottima, degna di essere vissuta. I “non raccomandati”in maggioranza conducono vita piena di privazioni e sofferenze, spesso paragonabile con l'inferno; i loro stipendi di ricompensa imposti dai “raccomandati” sono spesso miserabilissimi (da 1200 euro al mese in giù). Gli stipendi medi di “non raccomandati” non permettono di avere un'abitazione buona e neanche accesso alle cure mediche qualificate, i “non raccomandati” sono costretti a nutrirsi del cibo industriale non fresco e di scarsa qualità, spesso dannoso per la salute, delle grande catene di distribuzione. Spesso, i “non raccomandati” sono costretti a prostituirsi o compiere reati per sopravvivere e per alleviare sofferenze di sopravvivenza miserabile. Dallo schermo del televisore i “raccomandati” politico-giornalistico-artistici impongono ai “non raccomandati” di essere umili e di fare gli schiavi senza pretese, di dimenticare della dignità personale, delle ambizioni e dei sogni, della morale familiare e dei diritti umani di base trascritti nelle leggi, di accettare umiliazioni e offese da parte dei “raccomandati” senza un minimo tentativo di replica o di difesa; si impongono comportamenti denigranti del tipo prostituzionale con promesse di accesso (temporaneo) alla vita migliore.

I “non raccomandati” hanno accesso solo ai lavori pesanti, stressanti ed esaurenti, non prestigiosi e umilianti e denigranti dal punta di vista dell'opinione pubblica generale, lavori che provocano dolori e sofferenze fisiche. Difficilmente un “non raccomandato” riesce a trovare denaro per conseguire studi scolastici e universitari, spesso l'unica possibilità di venire in possesso di una laurea è la galera, per il che bisogna compiere reati gravissimi o avere sfortuna di essere condannati ingiustamente.

I “non raccomandati” senza tetto e senza fissa dimora (in maggior parte a causa dei reati di magistrati) sono di fatto cittadini-fantasmi, perché i comuni cancellano loro la residenza e si rifiutano di ripristinarla e di osservare la legge sull'Anagrafe – vige la regola “Non c'è uomo, non c'è problema”. Nessuno sa quanti sono in realtà cittadini e famiglie senza tetto e sena fissa dimora. Dei senza tetto si parla molto raramente e solo ed esclusivamente nei casi scandalosi di morte dei bambini a causa di freddo o di fame.

La più grande e più significativa differenza tra “raccomandati-favoreggiati” e “non raccomandati-non favoreggiati” consiste nel fatto che i “non raccomandati” non possono avere giustizia nei tribunali quando sono lesi dai reati dei “raccomandati”: magistrati mandano querele in archiviazione o prescrizione, proclamano falsamente che “reati non sono reati nonostante il Codice Penale prevede che sono reati”, trascrivono falsità nei testi delle sentenze pur di favoreggiare gli appartenenti alla propria “casta”, omettono e si rifiutano dolosamente di valutare le prove, di sentire testimoni e di osservare e applicare la legge, spesso le sentenze non corrispondono ai requisiti previsti dalla legge per sentenze. Mai un magistrato è stato punito per propri reati: i colleghi non omettono di provvedere d'ufficio e tutte le querele dei cittadini si insabbiano. Il comportamento dei tribunali minorili e servizi sociali è diventato una vera tratta dei bambini, però mai un magistrato o assistente sociale trafficante dei bambini è stato condannato, nonostante esistenza delle prove chiare, precise e concordate diffuse pubblicamente dai cittadini vittime dei reati. Ovviamente, si trafficano solo i figli dei “non raccomandati”, i “raccomandati” possono maltrattare e abusare di propri figli o di bambini affidati/adottati a proprio piacimento, possono drogarsi e avere comportamenti contrari al buon costume lesivi per la psiche dei figli (come alcuni personaggi televisivi) – i magistrati minorili e servizi sociali non fanno nulla per tutelare questi bambini. I “raccomandati-favoreggiati” trionfano nell'impunità totale e i “non raccomandati-non favoreggiati” non hanno alcuna possibilità di avere giustizia.

Rimborsi di danni è un problema al livello Europeo e, forse, mondiale. Spesso, i rimborsi di danni ai cittadini “non raccomandati” sono veri insulti alla dignità umana e alla legge, essendo talmente piccoli e insignificanti, che non bastano neanche a coprire le spese dei viaggi fino a tribunale. Anche la Corte per Diritti Umani di Strasburgo è una corte ingiusta: i rimborsi dei danni in seguito ai reati nefandissimi e raccapriccianti sono ridicoli e sono una vera offesa alle vittime dei reati. Spesso la Corte di Strasburgo nega rimborso dei danni alle vittime dei reati, proclamando che solo il riconoscimento di avere subito reati da parte dei magistrati di Strasburgo rappresenterebbe “una giusta ricompensa”.
Per quello che riguarda i “raccomandati-favoreggiati”, si può leggere sui giornali dei rimborsi danni sostanziosi ottenuti in seguito agli eventi non dannosi e non lesivi.

Alla luce dei fatti, cittadini “non raccomandati-non favoreggiati” sono cittadini “superflui” per lo Stato di democrazia capitalista governato dai “raccomandati-favoreggiati” - si deve usare per forza la terminologia del Hitler, in quanto non esiste un altro termine più adatto.

Suicidio non è un impresa semplice, solo le personalità forti caratterialmente riescono uccidere sé stessi con successo, tanti sopravvivono al tentativo di uccidere sé stessi.
Tanti dei “non raccomandati-non favoreggiati” desiderano morire, la loro vita non ha senso, non ha alcun futuro. E' solo una sofferenza straziante continua, senza un minimo raggio di speranza di miglioramento. L'uccisione indolore da parte dello Stato è l'unica via di risoluzione del problema.
I politici fanno spesso propagande che la societa di democrazia capitalista offre all'uomo libertà però è chiaro che in questa società è oppresso il diritto alla morte per cittadini deprivati delle libertà collegate con il reddito, a causa dei redditi insufficienti.

SI CHIEDE AL GOVERNO ITALIANO DI INTRODURRE IL DIRITTO DI UCCISIONE INDOLORE DA PARTE DELLO STATO PER SEGUENTI CITTADINI:

1.Per i cittadini di cui stipendio non arriva al livello degli stipendi dei politici e dei magistrati, visto che politici e magistrati hanno assegnato a loro stessi lo stipendio che permette di vivere dignitosamente (senza svolgere propri compiti istituzionali) e ogni stipendio inferiore è da ritenersi indignitoso per definizione (potrebbero essere fissati come punto di riferimento gli stipendi della politica Nicole Minetti o della ministra Garfagna, o del giudice Cavatorta del tribunale dei minori di Genova famosissimo per violazioni della legge e trattamenti degradanti verso bambini e loro famiglie);
2.Per i cittadini nello stato senza tetto, che vivono per strada all'addiaccio, in una macchina, o nelle costruzioni rudimentali, abusive o pericolose;
3.Per i cittadini che non possiedono una casa di proprietà e che non possono permettersela;
4.Per i cittadini che vivono volontariamente o sull'ordine delle Autorità Giudiziarie nelle case-famiglia, strutture protette, istituti, manicomi;
5.Per i cittadini detenuti nelle galere che contestano reati, sbagli e comportamenti scorretti di magistrati;
6.Per i cittadini che hanno subito reati di magistrati;
7.Per i cittadini mutilati dai medici, compreso medici odontoiatri;
8.Per i cittadini che non possono permettersi di pagare le cure mediche adeguate presso un medico scelto a proprio piacere, prendendo in attenzione che i medici dell'ASL ricevono loro posti per via politica e non sempre sono sufficientemente qualificati;
9.Per i cittadini che hanno subito trattamenti denigranti e degradanti da parte di magistrati o categorie politiche (sindaci, assistenti sociali, medici dell'ASL);
10.Per i cittadini a cui si nega l'equo rimborso dei danni in seguito ai reati o alle ingiustizie subite sotto la scusa demenziale di non aver provato o avere provato poco i danni subiti, o in seguito all'applicazione delle tabelle inique e altamente ingiuste e indecorose;
11.Per i cittadini di cui figli sono stati affidati o adottati.

(Allegato
Possibile procedura:
L'organo primario decisivo potrebbe essere giunta o consiglio comunale dove vive il richiedente. La decisione spetta alle persone che hanno vissuto le loro vite sul territorio e che hanno radici sul territorio.
L'organo decisivo può decidere se aiutare al richiedente di risolvere la situazione ingiusta o di ucciderlo.
Dopo avere ricevuto la richiesta scritta adibita con prove, l'organo decisionale primario ha il dovere di rispondere entro 15 giorni, fissando un primo incontro entro seguenti 15 giorni con il richiedente e, se vi sono, con persone accusate dal richiedente che sono il motivo della richiesta. Gli accusati hanno il dovere di rispondere entro 5 giorni dalla comunicazione dell'organo, presentando il progetto di riparazione della situazione o la dichiarazione del diniego di riparare la situazione. Per ogni giorno di ritardo di rispondere, gli accusati devono pagare la multa allo Stato di mille euro e la stessa somma al giorno alle casse comunali.
In caso di ritardo di fissare appuntamenti o di provvedere, ogni politico membro dell'organo decisionale deve pagare multa personale sia allo Stato sia all'interessato, non inferiore a 3.000 a testa, se gli accusati sono pubblici ufficiali o persone esercenti servizi di pubblica necessità, anche essi pagano multe per ritardi, mancata apparizione o rinvii.
Gli eventuali accusati devono cercare di riparare la situazione, senza offrire soluzioni denigranti e umilianti per l'interessato – a valutazione dell'interessato, presentandoli in forma scritta. Per esempio, magistrati che hanno scritto falso nei testi delle sentenze, possono correggerlo, cambiando anche la decisione finale in caso di necessità; il sindaco o assistente sociale possono redigere un progetto d'assistenza orientato alla soluzione dei problemi – così come lo prevede la legge.
Gli aiuti del tipo denigrante per dignità umana (come alloggi nelle case famiglia o nelle comunità, alloggi nelle case popolari fatiscenti o nei posti dannosi per la salute – per esempio vicino alle strade trafficate o nelle zone industriali, divisione dei mariti dalle mogli e figli, e altro simile) possono essere respinte dal richiedente se li ritiene troppo offensive e ulteriormente aggravanti lo stato di sofferenza.
Il richiedente presenta le prove esenti dal bollo, la certificazione bollata deve essere acquisita d'ufficio dal comune. Lo stato patrimoniale del richiedente si controlla d'ufficio. Ogni seguente appuntamento si fissa a distanza non superiore a 7 giorni.
L'organo decisionale ha il potere di interrogare i magistrati e di invitare loro di osservare la legge con conseguente proposizione della querela penale in caso di rifiuto. Querele e istanze dell'organo decisivo devono essere giudicate entro un mese dalla data di deposizione.
Se non ci sono vie di risoluzione per il richiedente o il richiedente ritiene che non sono adeguate e/o sono umilianti, si emette la decisione di uccisione indolore presso l'ASL territoriale.
Il secondo grado di valutazione delle richieste possono essere Province o Regioni, con partecipazione dei Prefetti, presidenti dei tribunali e altri personaggi appartenenti al ceto di “raccomandati-favoreggiati”, che hanno la possibilità o di risolvere definitivamente i problemi del richiedente che rendono la sua vita un'atroce sofferenza quotidiana o di ucciderlo.
Non è ammessa la donazione e/o la vendita degli organi del richiedente per evitare la conduzione manipolativa al suicidio con lo scopo di ottenimento degli organi.
Tutto il procedimento è pubblico, tutte le istanze, risposte e protocolli, audio/video registrazioni, si pubblicano sul sito comunale e su un sito speciale nazionale creato appositamente. Ogni membro esprime la propria opinione personale sul proprio modulo e su un modulo separato si pubblica la decisione finale dell'organo. E' proibita qualsiasi espressione sulla personalità del richiedente.
Si usano moduli prestampati per la compilazione delle richieste e per proposte di risoluzione dei problemi del richiedente).

 
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