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SALVIAMO LA VITA di GIUSEPPE FONTANA (prigioniero di Stato)
dibattitopubblDate: Giovedì, 25/03/2010, 03:32 | Message # 1
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La storia di Giuseppe Fontana, con documenti di prova in allegato, può essere letta qui: www.prigionierodistato.it , in particolare, la vicenda Processuale di Giuseppe Fontana:
http://www.prigionierodistato.it/atti_processuali/atti_processuali.html .

La petizione:

http://www.petizionionline.it/petizione/salviamo-la-vita-di-peppe-fontana/868
http://www.petizionionline.it/petizio....868

Nel mentre il tribunale di sorveglianza di Napoli a noi ben noto, giorni fa rimetteva in libertà per "meriti letterari" il camorrista assassino Giacomo Cavalcanti, dopo soli 10 mesi di detenzione a fronte di una condanna inflittagli a 24 anni per omicidio e associazione camorristica, disperati raccoglievamo l'out out di Peppe Fontana infognato da 15 anni nel carcere palermitano nononostante non sia un assassino, non sia un mafioso ne' tantomeno un mercante di droga ed armi. Peppe, continuamente vessato, ci annuncia di aver intrapreso uno sciopero della fame senza remissione e dato il momento topico delle tante morti in carcere siamo non poco preoccupati ed in ansia per lui, perciò stimiamo opportuno lanciare un appello per lui, ricordando che anch'egli ha notevoli meriti letterari, avendo scritto più di qualche libro ed intrattenuto faticosa corrispondenza, aiutandoli umanamente, con altri detenuti nostri compatrioti detenuti all'estero: fu Peppe, infatti, a sostenere psicologicamente, grazie alle sue lettere, il nostro connazionale Carlo Parlanti, detenuto innocente in California ed allora in preda a gravissima crisi depressiva con propositi suicidi. Peppe, pur detenuto, con i suoi lenti mezzi e scarsi strumenti fu in grado di far desistere Carlo dai suoi oscuri propositi. E' stato proprio grazie a Katia Anedda, l'eroica compagna di Carlo Parlanti che ho preso conoscenza dell'assurdo caso giudiziario di Peppe Fontana ed ho intrapreso una proficua corrispondenza con lui ch'è sfociata anche in un florilegio di interessanti pubblicazioni a sua firma su La Voce di Megaride ed alla creazione sul socialnetwork Facebook del gruppo spontaneo PRIGIONIERO DI STATO - AMICI DI PEPPE FONTANA... Ora, tocca a noi aiutarlo! Ripagarlo della grande generosità ch'egli ha sempre profuso al prossimo. Comprendo bene che il suo lessico da anarchico combattente pasionario possa disturbare oltremodo le auguste orecchie dei soloni di cui è prigioniero e dai quali dipende anche l'approvvigionamento della carta igienica per uso personale... comprendo altresì il grave disturbo che può arrecare a costoro una persona culturalmente evoluta e magari più colta; una personalità ben distinta, difficile da comprare o utilizzare, come si è soliti utilizzare gli scarti umani del Pentitificio... ma ora la vita di Peppe è in serio pericolo e siamo tutti tenuti all'obbligo della sua salvaguardia e tutela, così come non ha fatto l'Istituzione che pure sarebbe tenuta all'osservanza delle norme che regolano il regime carcerario, laddove il compito precipuo degli istituti di prevenzione e pena sarebbe quello di tendere alla rieducazione ed al recupero. Associo al mio appello personale quello di Carmelo Viola
Trasmetto comunicato del detenuto Giuseppe Fontana (fontana@prigionierodistato.it- Palermo), il quale - spero proprio di no - avrebbe già iniziato un rischioso sciopero della fame e della sete per protestare, sostiene, contro abusi e soprusi subiti in ambiente carcerario ove, a quanto pare, non viene nemmeno esercitato un controllo superiore nell'interesse e della dignità dei detenuti e dell'integrità della giustizia. Io sono convinto che Giuseppe Fontana sia una vittima designata da un destino che certamente non corrisponde al fabbisogno di una persona, per altro, colta e sensibile, che si è sempre dichiarata innocente dei reati attribuitigli. Nessuno può contestarmi il diritto di seguire il mio istinto di uomo nella difesa di un mio simile e, in ogni caso, di ciò che ritengo giusto. Se la mia intuizione non m'inganna e se a Giuseppe Fontana dovesse capitare qualcosa a sèguito di eventuali comportamenti da inquisizione spagnola, io, con i miei oltre 80 anni e i miei problemi di salute, mi costituirò parte civile contro gli eventuali responsabili, i quali, spesso delle autentiche nullità - antropozoi ricchi di carta bollata e di cartaccia burocratica, semplicemente si sciolgono come nebbia al sole davanti alla mia creatura, che dal 1979 si chiama "biologia del sociale", vive, cresce e viaggia perfino felicemente all'estero e si protende al di là della mia breve parabola esistenziale. Saluti umani. Carmelo R. Viola - P.S. Quanti, meglio se legali, possano essere utili all'interessato, scrivano subito all'email dello stesso. GRAZIE!

----- Original Message -----
From: giuseppe fontana
To: Espero
Sent: Saturday, March 06, 2010 12:50 PM
Subject: COMUNICATO DI LOTTA E DENUNCIA

COMUNICATO DI LOTTA E DENUNCIA

Informo gli Amici e Compagni, che dopo il rigetto delle pene alternative si è intensificato il programma provocatorio atto a destabilizzare il mio equilibrio psicofisico per il conseguimento di una mia reazione strumentabile al boicottaggio del beneficio dei permessi premio, per i quali la buona condotta è una condizione necessaria e dei quali al momento ne usufruisco beneficiando dell’unica forma di libertà fisica possibile resistendo a soprusi e abusi arroganti che la direttrice Dott.ssa Francesca Vazzana, quella che non voleva autorizzare la visita al mio medico di fiducia, quella che non voleva autorizzarmi ad acquistare prodotti per la mia dieta vegana e farmaci omeopatici, quella che a tutte le mie domande di benefici ha sempre messo il suo parere negativo, considera legittime sue direttive ai quali io dovrei genuflettermi, in quanto in questo Feudo il suo regolamento è la legge !
Quella che oggi, 02 Marzo 2010, mi ha inflitto sei giorni di cella d’isolamento punitivo, a seguito di un rapporto disciplinare assurdo, ingiusto, arrogante, provocatorio, che ho subito il 18 Febbraio scorso da un secondino che da tempo cercava un pretesto utile e che inventandosi l’occasione e abusando dei suoi (incontrollati ) poteri ha potuto fare nonostante fosse ben consapevole della ingiustizia che andava commettendo- ingiustizia che la direttrice di questo Kattiverio, perseverando, ha trasformato in una ingiustizia più grande e grave nonostante i miei reclami e giuste palese motivazioni, conscia del fatto che ciò potrebbe compromettere i permessi premio e gli sconti annuali per buona condotta.
Che, mi ha chiaramente detto , lei è contraria alla concessione dei benefici penitenziari ai detenuti e che non gliene frega nulla della mia posizione e vicenda giudiziaria né tanto meno delle conseguenze che avrò a seguito di questa punizione in quanto per suoi principi personali, lei esprimerà comunque e sempre il parere negativo, a prescindere le punizioni !
Per queste ragioni Amici e Compagni, denunciando il perpetuo programma annichilente nei miei confronti da parte di una (in)giustizia assassina, sono costretto alla forma di lotta estrema consistente nello sciopero totale della fame e della sete che da oggi 02 Marzo 2010 attuo a cominciare dalle ore 12:30 , non ho altra scelta e illudersi ancora sulla giustizia giusta per i Figli del Popolo in questo paese e con questi governanti.
E’ da ingenui tutti voi avete modo da vedere e capire come funziona la giustizia di questo paese e come le carceri siano affollati sempre di disperati e degli ultimi non certo dai potenti che impunemente continuano a delinquere e a vessare il popolo in nome di una giustizia e di una democrazia ormai peggio del Burundi !
La mia sarà una lotta dura, e forse anche l’ultima, lo so, ma non posso fare altrimenti perché difendere la mia vera libertà, il mio spirito, le mie idee, equivale a vivere.

VI ABBRACCIO
HASTA LA VICTORIA, SIEMPRE !
(IL PRIGIONIERO DI STATO)
PEPPE FONTANA

* * *

http://www.facebook.com/group.php?gid=90349347799

Gruppo di sostegno per Peppe Fontana su Facebook

Leggete la sua incredibile storia ma soprattutto i suoi scritti sul sito http:// www.prigionierodistato.it per rendervi conto di come funziona la GIUSTIZIA in questo Paese. Dopo una lunga detenzione che l'ha sfibrato ma non annientato Peppe Fontana avrebbe tutto il diritto di poter godere almeno del beneficio dei domiciliari o del differimento della pena. Ha la sola colpa di non essere un intruppato ma uno spirito libero e anarchico che l'ottusità delle istituzioni non è riuscito a piegare. Peppe Fontana è stato indegnamente accomunato ai brutti ceffi e pendagli da forca della Mafia, con un processo - anzi, due diversi processi - pasticciatissimo e incongruente. Ci chiediamo come sia potuta passare in giudicato una sentenza di condanna senza la dovuta motivazione. Peppe - che ci onora della sua amicizia - è in fitta corrispondenza con noi e spesso collabora al nostro giornale on line, con contributi di pensiero inestimabili, altamente introspettivi, densi della sua illuminata Consapevolezza. Profondo cultore della Storia della sua "Sicilia Libera" ha prodotto una interessante saggistica sull'evoluzione del fenomeno mafioso collegato alle fluttuazioni politiche in Italia ed a quelle massoniche internazionali: materiale di gran pregio che meriterebbe gli scaffali delle biblioteche universitarie. La grettezza di diffidenti toghe in carriera, terrorizzate dall'ingestibilità del libero pensiero umano, chiuse ad ogni afflato con l'Immenso Giudice celeste, hanno sotterrato questa bandiera di Libertà ch'è Peppe Fontana nel fondo di una cella del carcere duro, perchè egli non sia più in grado di mortificarli e di piegarli a confrontarsi con la loro immagine allo specchio. Ciò ch'è singolare e che vogliamo sappiano i Tribunali è che - a parte i suoi amici o estimatori, anche alcuni criminali giudicati "spietati" e severamente condannati, non troppo avvezzi alle ciance che hanno avuto occasione di conoscere in carcere Peppe Fontana, ci stanno scrivendo spontaneamente per prenderne le difese e per perorare la sua causa, senza chiedere nulla per se stessi; alcuni ci hanno scritto pagine davvero commoventi, descrivendo Peppe Fontana... e pensare che Peppe sia riuscito silenziosamente, con la sua sola intima essenza, a suscitare in questa categoria di "uomini duri" dei sentimenti di ammirazione e di solidarietà, è opera che nessun programma di rieducazione in carcere le istituzioni sapranno fare!

* * *

CHI é GIUSEPPE FONTANA

Nato a Selinunte, (frazione di Castelvetrano), il 13 Aprile 1957, Giuseppe Fontana, rimane sentimentalmente legato al suo luogo di origine, stabilendo con esso, fin dalla sua più tenera età, un rapporto che lascia chiaramente intravedere, a chi lo conosce, il riflettersi di quel sole e l'odore di quel mare, come in continua simbiosi col suo indomabile spirito libero, domi nato da puri Ideali Anarchici e visceralmente nutrito dall'amore verso l'Arte che si identifica con la Vita. Giuseppe, irrequieto e vivace, non disdegna, comunque, incontrarsi e misurarsi, approfittando dei suoi periodi di ferie con altre civiltà, rimanendo affascinato dalle differenze etniche e culturali di altri popoli, tanto da potere essere annoverato, a pieni voti, fra i pochi meritevoli dell'appellativo di "cittadino del mondo". Spinto dalla sua sete di conoscenza e da curiosità verso tutto ciò che gli appare "nuovo", Giuseppe ama imbattersi in viaggi avventurosi e persino, spesso, anche rischiosi. Il suo forte e dominante amore per la vita, lo porta a non temere la morte ed anzi a sfidarla pur di cogliere a assaporare i valori più profondi dall'Esistenza. La conoscenza disinvolta delle lingue straniere (inglese e tedesco), gli consentono di meglio assimilare i valori di altre culture, che lo arricchiscono sotto ogni profilo, interagendo sulla formazione di quella sua personalità dai molteplici aspetti. La sua esuberanza e la sua intraprendenza, trovano le più alte manifestazioni nella sua capacità creativa, ben supportata dalla sua naturale tendenza organizzativa. Tutta la sua vita, dai toni forti e accesi, è una vera e propria Opera d'Arte: ricca di colori che irradiandosi in tutte le direzioni, influenzano tutte le sue attività intrise di fervido entusiasmo e di accesa passione. Sempre molto disponibile nei confronti di deboli e oppressi, si ritrova spesso ad ergersi a loro difensore. Insofferente alle discriminazioni di ogni genere e natura e alle ingiustizie sociali, non si contiene nell'esprimere apertamente e, a volte anche energicamente, i propri disappunti e le proprie proteste, in modo chiassoso e turbolento, non preoccupandosi di apparire come una persona, quanto meno scomoda, agli stessi occhi dei tutori dell'ordine precostituito, guadagnandosi, numerosi richiami e denunce, per tali motivi. Poeta della Natura e della Libertà, si cimenta in varie espressioni artistiche, dando preferenza alla scrittura ed alla pittura, come testimoniano i suoi tre libri: "Delirium", "Urlo", "Prigioniero della Libertà", scritti e pubblicati durante questo suo periodo detentivo. Come ogni essere umano, estroso e carismatico, con evidenti tendenze alla megalomania, non passa certo inosservato e affascina chi lo incontra, specialmente trattandosi di appartenenti al cosiddetto "gentil sesso", al quale egli stesso risulta essere tutt'altro che indifferente, tanto da riservare ad esso uno spazio abbastanza ampio nella scala dei suoi valori esistenziali e per il quale, molto spesso, lo vediamo imbattersi in vere e proprie "follie dannunziane". Il suo concetto di Libertà è profondo e totale, neanche la Vita riesce ad imporgli compromessi, dovendosi piegare al suo volere di fronte alla sua ferrea e grintosa autodeterminazione, che non ammette mezzitermini, né mezze misure; tenendo, però, in massima considerazione, il rispetto per gli altrui diritti.

La sua attività lavorativa riguarda il settore della ristorazione, che lo vede impegnato, durante il periodo invernale, presso l'avviato ristorante del padre, a conduzione familiare, il "Castello", fra i più rinomati della regione, mentre durante il periodo estivo egli preferisce dedicarsi alla gestione di un bar-gazebo,di sua ideazione, prospiciente al suo amato mare di Selinunte: l'Agorà Zein. Tale attività gli consente di stare più a contatto con la gente, cosa a lui congeniale, dal momento che gradisce intrecciare nuove amicizie e nuove conoscenze. Tanto che i suoi clienti, anche se inizialmente solo causali avventori, finiscono spesso col diventare suoi amici, per via della calda e cordiale accoglienza che viene loro riservata. Ne è evidente prova il fatto che, durante questo suo periodo di prigionia,molte sono le testimonianze di solidarietà e di affetto rivoltegli da amici e conoscenti che intrattengono con esso un assiduo e regolare rapporto epistolare e che, inoltre hanno voluto promuovere una sottoscrizione, tutt'oggi in via di svolgimento, a testimonianza del grande affetto e della sentita fiducia e stima consistente in una raccolta di oltre 300 firme e che, fra l'altro, esprime un chiaro messaggio di disaccordo circa i gravi capi d'accusa rivoltegli.

Giuseppe sta attraversando la Sofferenza, sia fisica che psichica, con grande dignità e noi non possiamo fare altro che osservare il suo Cammino di Dolore, accompagnandolo, col cuore pieno di speranza, nell'attesa che la Giustizia Umana si ravveda e ce lo restituisca integro sia nel corpo che nello spirito, così com'era quando, con la sua carica vitale animava ogni cosa intorno a sé con la sua allegria esuberante, travolgeva e coinvolgeva i nostri animi nella Vita, nella Gioia e nella Libertà. Il Giuseppe che noi conosciamo è il Giuseppe dei falò, dei tamburi, delle danze intorno al fuoco. Il Giuseppe che noi conosciamo cura molto il suo Essere e non il suo Avere! Il Giuseppe che noi conosciamo è un Guerriero di Pace, di Amore e di Libertà, che pur impegnando le sue energie e le sue capacità per migliorare sotto l'aspetto sociale e civile la vita del suo luogo d'origine, finisce con il ritrovarsi spesso a lottare contro gli invalicabili muri della burocrazia e del Potere, lo stesso che ha persino tentato di strumentalizzarlo, con proposte allettanti, senza mai riuscirci, lo stesso che adesso gli si rivolta contro criminalizzandolo e condannandolo per una vigliacca rivendicazione. GIUSEPPE AMA TROPPO LA VITA, PER CEDERE ALLE LUSINGHE DEL POTERE! E anche adesso, con le ali tarpate e il cuore a pezzi, ma con indosso gli abiti della sua dignitosa e civile ribellione, nello splendore della sua aristocratica fierezza, pur gravemente offeso sia nel fisico, che nell'animo, dalla dura esperienza detentiva, egli riesce a trovare la forza per perseguire e difendere quei sacrosanti valori umani che nessuna Giustizia Terrena ha il diritto di violare, con la grinta di un vero Grande Guerriero e noi lo aiuteremo, perorando e sostenendo la sua causa, che è anche nostra e vostra, fino in fondo e se sarà necessario fino all'ultimo respiro. Noi non vorremmo che Giuseppe diventasse un eroe, né un martire, aspettiamo che ritorni fra noi nel suo insostituibile ruolo di Grande Amico, così come è, come è stato e come sarà sempre.

A Giuseppe Fontana, la Legge, in nome del popolo italiano, ha proposto la comoda via del pentitismo! Ma come può un uomo pentirsi di qualcosa che non ha mai commesso?Come può fare nomi e cognomi di persone mai effettivamente conosciute? Come può riferire fatti mai realmente accaduti? Come può scendere a tali compromessi con la sua coscienza, come può calpestare i doveri morali verso la società, in cambio della Libertà? Giuseppe Fontana, è Prigioniero di Stato dal settembre 1994, per avere propinato "Aria Fritta", sia in campo nazionale, che internazionale!

Io, in qualità di amica di Giuseppe, mi faccio portavoce di quanti conoscendolo hanno imparato a volergli bene, rivolgendogli questo augurio: "Speriamo che presto la Giustizia Umana possa dare ascolto alle tue urlate ragioni di Innocenza!"

GIUSEPPE,NON SEI SOLO !

Roska

 
dibattitopubblDate: Giovedì, 25/03/2010, 03:42 | Message # 2
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PER CONTATTARE PEPPE:
e-mail : info@prigionierodistato.it
posta ordinaria : Giuseppe Fontana - via Bachelet, 2 90129 - Palermo
 
MariaRosaDeHellagenDate: Martedì, 13/04/2010, 15:03 | Message # 3
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Ultime notizie, sfascio totale del sistema di amministrazione carcerarea, da non credere:

Giuseppe Fontana April 13, 2010 at 3:12am
Oggetto: CARI AMICI E COMPAGNI 13/04/2010
CARI AMICI E COMPAGNI 13/04/2010

Vi comunico che il Magistrato di sorveglianza di Palermo Dott. Pietro Cavarretta, lo stesso che venne durante il mio sciopero della fame/sete a raccogliere la mia protesta, mi ha concesso tre giorni di permesso premio in barba alla punizione della tenutaria del Kattiverio Pagliarelliano, ma credendomi ancora detenuto al Pagliarelli non mi ha concesso gli ulteriori due giorni per il viaggio previsti per legge.
Praticamente la direttrice del “Pagliarelli” ha omesso d’informare il magistrato di sorveglianza di Palermo della mia partenza.
E così giorno tre Aprile l’ufficiale dell’ufficio matricola di Nuoro inaspettatamente mi comunicava la concessione dei tre giorni di permesso premio a partire dal 04/04/2010 dicendomi che non avevo i due giorni in più per il viaggio e che ha provato a contattare il magistrato di Nuoro per la concessione ma che non era riuscito a trovarla. a questo punto ho accettato lo stesso, consapevole della sfacchinata e dello stipendio di risorse, soprattutto di mio fratello che costretto a venirmi a prendere avrebbe dovuto mollare tutto, perché tenevo tanto a tranquillizzare con la mia presenza, in un giorno di “festa”, mia madre che non si dava pace per il mio trasferimento- cosa che sono riuscito a fare anche raccontandole l’ennesima utile bugia.
Non vi dico le difficoltà a trovare i posti in aereo in questi giorni di festa che alla fine abbiamo trovato a caro prezzo facendo diversi scali e subendo lunghe ore di ritardo, come all’andata Olbia-Roma-Palermo.... sono uscito alle 13:30 dal carcere sono arrivato a casa alle 04:00 del mattino ! insomma una vera e propria sfacchinata, però ho tranquillizzato mia madre e ho potuto abbracciare una meravigliosa creatura, l’amore mio.
Mentre ero a casa abbiamo provato a contattare il magistrato di Palermo per farci concedere i due giorni in più per il viaggio, il magistrato di Palermo non sapeva del mio trasferimento ! comunque non mi ha potuto concedere i due giorni, in quanto egli a questo punto non è più competente responsabile- allora abbiamo telefonicamente contattato il magistrato di Nuoro spiegando la situazione ma anche lei, la Dott.ssa Adriana carta, poteva far nulla, in quanto non avendo ancora il mio fascicolo non poteva decidere niente.
E così sono stato per tre giorni senza magistrato di sorveglianza responsabile della mia vita !
tutto ciò perché la direzione del “Pagliarelli” non ha trasmesso al magistrato responsabile, COME DETTA LA LEGGE, il mio avvenuto trasferimento.
Traetene voi le conclusioni riflettendo su quest’ennesimo comportamento da parte di rappresentanti della giustizia e della legalità....
intanto mi conforta il fatto che il magistrato di Palermo mi abbia concesso un permesso premio, anche se per pochi giorni, ignorando la punizione inflittami dalla direttrice del “Pagliarelli”.
questo per ora è tutto, ora vado a nanna non dormo da quattro giorni.
vi terrò informati

Peppe

 
MariaRosaDeHellagenDate: Martedì, 13/04/2010, 15:13 | Message # 4
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Una notizia-denuncia dal sito ufficiale di Giuseppe Fontana:

COMUNICATO DI LOTTA E DENUNCIA DA “GUATANAMO”

COMUNICATO DI LOTTA E DENUNCIA DA “GUATANAMO”

CARI AMICI E COMPAGNI

Vi informo, sperando che questo mio messaggio giunga a destinazione, che sabato 27 Marzo sono stato impacchettato e con l’aereo da Catania deportato via Cagliari nell’Alcatraz di Nuoro , il famoso Lager “Badu e Carros” tristemente noto alle cronache per la prigionia e le torture ai combattenti politici (i Brigatisti Rossi se li ricorderanno ancora quei giorni passati in questo inferno), oggi Non-Luogo per terroristi o pseudo tali di Al Queda e Super Kriminali “Comuni” e gente scomoda da tenere lontano, che subiscono il programma di eliminazione da parte di questo regime Cileno- una deportazione allucinante con varie lunghe soste a Catania e Cagliari e con le manette serrati ai polsi dall’alba alle 19:30 persino sull’aereo !

come potete comprendere la vendetta da parte della direttrice Francesca Vazzana, tenuataria del Kattiverio Palermitano e prima quello di Trapani da dove fu cacciata dal corpo della polizia penitenziaria con le urla di felicità dei detenuti, non si è fatta attendere, altro che “la vendetta è un piatto che si gusta freddo” ! non ha atteso che ultimassi gli esami di Stato che avrei dovuto sostenere a Giugno ! non si è curata di attendere gli esami clinici che il dirigente sanitario ha disposto a seguito dello sciopero della fame e della sete ! e non appena mi sono dissetato ha chiesto il mio allontanamento dal suo Feudo ! sarebbe interessante sapere con quale motivazione vista la tempestività con cui l’ufficio trattamento detenuti presso il D.A.P. di Roma ha accolto la sua richiesta.

Non riesco a comprendere come mai questo ufficio potendomi trasferire in una delle carceri Siciliane, tenendo conto che sconto un residuo pena per un reato che non può più essere espiato nei circuiti dell’alta sicurezza né tanto meno in Lager Speciali, come questa Guatanamo Italiana, tenendo conto che godendo dei permessi premio, beneficio che di per sé attesta la non pericolosità del sottoscritto è una declassificazione di fatto, tenendo conto che un iscritto al quinto e ultimo anno di scuola e a tre mesi dagli esami di Stato non può per legge essere trasferito, a meno che non costituisca un pericolo per l’ordine e la sicurezza del carcere, tenendo conto che le relazioni comportamentali redatte dai vari Team trattamentali delle carceri ove sono stato negli ultimi dieci anni escludendo la mia pericolosità e che anzi esse mi hanno permesso la premialità beneficiando di permessi (permesso che avrei dovuto avere proprio in questi giorni !), non comprendo tenuto conto di tutto ciò, cosa che deve fare chi organizza i trasferimenti, la decisione e la scelta di trasferirmi nella peggiore delle prigioni Europee !

Mi pare chiaro, come lo denuncio da sempre, quell’occulto programma che mi vuole eliminare- o vi è ancora qualcuno che possa dubitarne ?!?

Questa deportazione ora e qui , significa soltanto immane tortura lontano da ogni controllo- vogliono isolarmi e rendere un inferno la mia vita.

Io non so come faccio a sopportare tutto ciò e non so cos’altro può ancora accadermi, so però con certezza che la mia inalienabile volontà non permetterà a questo regime Nazimafiomassoteocratico di vedermi in ginocchio ! questo se lo potranno soltanto sognare, perché io non sono programmato per arrendermi a chi s’illude di potermi ricattare semplicemente di morte della mia carne !

Voi, Amici e Compagni, sappiate però che io continuerò a lottare sempre e che se doveste apprendere che mi hanno trovato morto, privo di quella vita materiale che mi sta consentendo di testimoniarvi il mio esserci fisicamente, che sono stato suicidato.

Perché io non ho alcuna lontana voglia di crepare.

Ritornando alla “Feudataria del Pagliariccio e Cancelli”, ditemi voi se una così impulsiva, emotiva, vendicatrice, irresponsabile e prepotente possa essere idonea a poter gestire un istituto di rieducazione, quale dovrebbe essere il luogo da dove sono stato cacciato, ancora debilitato dallo sciopero della fame/sete, sol perché ho osato mettere in discussione il fuorilegge modus operandi et agendi, e insieme a me importanti operatori penitenziari di quell’istituto, il dirigente sanitario, i professori della mia scuola e la gran parte degli ufficiali della sorveglianza, di una che si crede ,”IO SONO LA LEGGE”!

Non credo di dovervi testimoniare altro per darvi l’idea di come e quanto continuo a subire ininterrottamente da 16 anni e con me tutti i miei cari, inclusi gli amici e i compagni che mi sostengono, cioè voi tutti.

Esistono delle autorevoli associazioni quali “Antigone”, “A buon diritto” rappresentato da Luigi Manconi e altre ancora, come “Giustizia Giusta” o “Ingiusta Giustizia”, ecco, concludo questo mio comunicato, di lotta e denuncia, rivolgendomi anche ad esse, invitandole ad intervenire concretamente affinché sia garantita giustizia, il diritto all’Habeas Corpus, il diritto a resistere all’ingiustizia e a denunciarla, a tutti i Prigionieri Di Stato e Comuni Detenuti, senza subire rappresaglie e/o rischiare di essere suicidati dall’ormai incontrollato e assassino sistema carcerario Italiano.

Hasta La Victoria,Siempre !!!
Il Prigioniero Di Stato

Peppe Fontana

 
MariaRosaDeHellagenDate: Martedì, 13/04/2010, 15:32 | Message # 5
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Da http://blog.libero.it/lavocedimegaride/commenti.php?msgid=8681114#commento_32324727

CHIEDIAMO RISPOSTE CONCRETE SUL CASO FONTANA

Al Sen. Salvo Fleres garante per i diritti dei detenuti in Sicilia

Gentile Senatore Fleres,

apprendo con sollievo che da tempo il Suo Ufficio si sta occupando di Peppe Fontana “per far si che la sua detenzione possa essere rispettosa dei diritti dei reclusi così come previsto dal vigente ordinamento penitenziario”.

Grazie per il Suo impegno, però saremmo tutti più sollevati se Ella spiegasse più chiaramente che cosa sta facendo per il signor Fontana. E ci spiegasse anche perché, nonostante il Suo impegno, a Peppe Fontana non sono mancate attenzioni a dir poco singolari. E’ stato raggiunto da un provvedimento disciplinare (egli così mite seppure così cocciuto), è stato recluso per una settimana in cella di isolamento, indotto ad uno sciopero della fame e della sete, spedito a Badu e Carros certamente non per premiarlo ma per educarlo a non alzare la cresta, esposto ai rischi di una traduzione infinita in ceppi sebbene in condizioni precarie, impedito nel suo diritto di completare gli studi in spregio agli sforzi di tanti anni e alla normativa vigente in materia, sottoposto ad una severità che ha la sua ragion d’essere nell’arroganza del potere.

Che cosa è accaduto perché un uomo come Peppe di cui le relazioni comportamentali certificano l’affidabilità tanto da ritenerlo degno di godere di permessi premio, incappasse nella contraddizione di un premio in sincrono con una severità così punitiva? E’accaduto semplicemente che Peppe Fontana si è scontrato con un tir e ne è stato travolto. Nella sua ingenua presunzione ha ritenuto che fosse titolare di diritti ed è stato riportato ad una realtà che ha dei diritti una concezione approssimativa.

E’ da tempo in atto una disputa tra chi invoca il compromesso tra Stato di diritto e Stato d’eccezione in nome del quale rivendica l’opportunità di derogare ai diritti civili pur di fare pulizia e tutelare la sicurezza, e chi invece, in nome della sacralità di valori non derogabili, dichiara il proprio dissenso. Ha prevalso la prima concezione e in questo quadro si spiega un provvedimento come il 41 bis che si fa beffa dei diritti fondamentali dell’uomo e che per questo motivo è stato bacchettato dalla Corte Europea e dal suo Presidente Jean Paul Casta, su questo fronte è caduto Peppe Fontana.

Leggo della battaglia per i diritti civili condotta da dissidenti a Cuba, in Iran, in Cina e dei nobili appelli alla mobilitazione in loro favore, leggo di come il maggior pericolo che insidia la battaglia di questi martiri è la solitudine e il senso di abbandono che sentono più dolorosi delle torture fisiche e che nel mondo prevale una sorta di apatia ad ogni impegno persino nelle organizzazioni che dovrebbero tutelare i diritti umani e che hanno perso mordente. Ebbene le nostre carceri sono un microcosmo in cui ogni giorno è violato il rispetto degli elementari diritti umani. Sono luoghi nei quali i suicidi si susseguono con cadenza sinistra a testimonianza di una condizione invivibile, in cui detenuti possono essere uccisi con la facilità con cui è stato ucciso Stefano Cucchi, il sovraffollamento sottrae dignità alla vita del detenuto, la giornata scorre monotona senza interessi e senza possibilità di riscatto ventiquattr’ore su ventiquattro, carenze igieniche sanitarie espongono a rischi i detenuti, l’ergastolo ostativo spegne a poco a poco e anzitempo la vita di uomini senza speranza, uomini fatti di carne e nutriti di sentimenti non possono abbracciare per decenni i propri cari, sono luoghi che richiamano le più turpi realtà di violazione dei diritti umani sparsi per la terra.

La solitudine di Peppe Fontana nel carcere di Badu e Carros è la stessa solitudine dei tanti dissidenti nel resto del mondo.

Lei che, oltre ad essere garante dei diritti dei detenuti, è anche senatore della Repubblica, non ritiene che il senatore possa dare una mano al garante e supportarlo nella battaglia che questo ruolo gli impone?
Cordialmente,

Nino Mandalà

vocedimegaride il 12/04/10 alle 12:06 via WEB
RICEVO IL SOLITO MESSAGGIO DAL SEN.FLERES________________________________ ----- Original Message ----- From: "info" To: "Marina Salvadore" Sent: Monday, April 12, 2010 11:33 AM Subject: Re: ARTCOLO REVISIONATO E CORRETTO (chiedo scusa) > Gentile signora, > > Le confermo l'interessamento del mio ufficio al caso del signor Fontana che > le sta a cuore. Per quanto riguarda il tipo di intervento e le sue modalità, > non ritengo opportuno aggiungere altro, anche perchè non ho il piacere di > conoscerla, nè di sapere quali siano i suoi rapporti con il recluso, il > quale, da parte Sua, non fa nulla per agevolare il mio compito di Garante. > > Con viva cordialità > > Salvo Fleres

vocedimegaride il 12/04/10 alle 13:23 via WEB
lunedì 12 aprile 2010 13.05 rispondo a Fleres:------------- Illustre senatore, i mieri rapporti personali con il signor Giuseppe Fontana sono di profonda stima e dovuti, spesso, a scambi culturali: molte volte ho pubblicato sul mio giornale-blog interventi a sfondo sociale ed etico redatti da Peppe Fontana, apprezzandone il pensiero e la consapevolezza; ovviamente, approfondendo di conseguenza la sua paradossale situazione giudiziaria. Sul socialnetwork Facebook il suo "caso" è di dominio pubblico ed è offerto ad un gruppo di oltre 460 "contatti" che lo sostengono con altrettanta stima e gli mostrano solidarietà http://www.facebook.com/profile.php?id=780689099#!/group.php?gid=90349347799&ref=ts Credo anche di non essere stata l'unica, in questi giorni, a scriverle a riguardo delle vessazioni di cui egli è fatto oggetto: ho infatti pubblicato sul mio giornale blog ed anche su Facebook i messaggi diretti a Lei e ad alcune altre associazioni che si occupano della tutela dei diritti dei detenuti, al fine di costituire una sorta di dossier facilmente reperibile in rete perchè chiunque possa di propria iniziativa occuparsi del vergognoso caso. Fra i sostenitori di Peppe Fontana che le hanno scritto per invitarla ad occuparsi della salute fisica e psicologica di Peppe e per metter fine alla ingiusta tortura, figura anche la dottoressa Agnesina Pozzi, perito medico del Tribunale che di recente si è occupata delle condizioni di Peppe Fontana; è la stessa che periziò in carcere il dott. Bruno Contrada, in qualità di suo medico personale e che convinse anche il Tribunale di Sorveglianza di Napoli ed il magistrato di sorv. di S.M. Capua Vetere, dopo circa 17 istanze respinte - a collocare ai "domiciliari" il quasi ottantenne ed ammalato dott. Contrada... Che io sappia... l'ultimo garbato invito ad occuparsi del caso Fontana l'è giunto in giornata di ieri da Nino Mandalà; appello anch'esso pubblicato sul mio online. Non vedo, tra l'altro, secondo l'impotenza da lei espressa, come potrebbe fare Peppe Fontana ad agevolare il Suo compito, ora che è in un carcere di massima sicurezza, dove appena giunto è stato "premiato" con un permessino di tre giorni (due dei quali trascorsi in peripezie di viaggio tra Nuoro e Selinunte che hanno ridotto l'insolito permessino a giorni UNO di "domiciliari": ecco, io trovo che questo "premiolino" sia stato quanto di più insolente, perfido e vendicativo si potesse ulteriormente abbattere su di una persona già ferita ed in ginocchio, sta a Lei, infatti, ed al Suo Ufficio rinvenire gli estremi di una CRUDELTA' MENTALE inammissibile da parte di chi amministra la GIUSTIZIA, laddove il carcere dovrebbe essere RIEDUCATIVO e NON OPPRESSIVO... soprattutto nel momento topico di denuncia per le tante assurde "morti" ed iniquità tipiche di una gestione carceraria degna di un paese incivile e barbaro che della Civiltà della Magna Grecia ha smarrito la DIGNITA' e l'IDENTITA'. Ritengo peraltro Ella non abbia difficoltà a contattare PERSONALMENTE i familiari e la compagna di Peppe Fontana, residenti nella Sua Regione. La ringrazio anticipatamente per l'attenzione dedicatami e per quanto Farà per salvaguardare la vita a Peppe Fontana... e non solo! Obbligata! marina salvadore

vocedimegaride il 12/04/10 alle 20:02 via WEB
MESSAGGIO DELLA DOTTORESSA AGNESINA POZZI AL SEN. FLERES (data odierna) -----Preg.mo Senatore Fleres sono il medico che ha stilato una relazione sulla scorta della documentazione sanitaria fornita, per volontà del dtenuto, dai famigliari dello stesso; relazione che le allego, avendo ricevuto autorizzazione ad usarla come avessi creduto opportuno, senza tema di violare il segreto professionale visto che l'intento è proprio quello di denunciare la sistematica violazione dei diritti costituzionali di individui (che siano uomini liberi o detenuti, colpevoli o addirittura innocenti come Fontana...), a maggior ragione se poi sono anche malati!!! A mia volta autorizzo Lei ad usare la relazione come meglio crederà, conformemente al suo mandato. Sia io che Marina Salvadore conosciamo bene la situazione del detenuto e la violazione ostinata dei suoi diritti. Non riusciamo a comprendere come lo stesso possa agevolare il suo compito di Garante, non avendo altro che la propria dignità che difende a tutti i costi, rinunciando a compromessi, a silenzi complici o a quella prona sottomissione che vorrebbe fare di ciascun detenuto un'arma da usare a piacere contro qualcun'altro. Nella mia ignoranza le chiedo, e mi scuso per questo: 1) in cosa consiste il ruolo del Garante dei diritti dei detenuti? 2) Quali azioni amministrative dovrebbe e deve svolgere il Garante qualora edotto su continue violazioni di diritti non solo dei detenuti ma di diritti ASSOLUTI (come quello alla salute a alla dingità della persona) di cui la Costituzione sancisce il rispetto? 3) Quali sono le azioni CONCRETE che la figura del Garante può fare? Ossia che potere "contrattuale" ha un Garante? Le porgo queste domande con sincera preoccupazione dal momento che sarebbe poco dignitoso anche per Lei non avere un ruolo fattivo e concreto per i detenuti che "dovrebbe" garantire, ma incarnare un inutile ideale, solo a fini populistici..insomma essere la bella confezione di una scatola vuota. La saluto cordialmente e le auguro buon lavoro, ammesso e non concesso che abbia tutto il potere di svolgerlo. Dott.Agnesina Pozzi

 
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