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SCIOPERO di FAME di CARLO ZEULI
dibattitopubblDate: Domenica, 16/05/2010, 23:52 | Message # 1
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Mi chiamo Carlo Zeuli. Sono di Bari. Ho 50 anni. Faccio l’insegnante all’istituto industriale di Castellana grotte.
Perché vi scrivo? Perché sono potenzialmente ricco (economicamente e moralmente) ma la mia condizione di “Marito separato” ha avuto la diretta/immediata conseguenza di farmi diventare un “Homeless”.

BREVE STORIA

Lavoro da 30 anni e l’unico patrimonio materiale che ho costruito è il mio appartamento in città ed una villetta al mare, intestata alla mia ex-moglie, pagata con il mio stipendio.
Sono stato sposato per 19 anni con la donna da cui sono attualmente giudizialmente separato da quattro anni circa.
Nel 1995 abbiamo adottato uno splendido bambino italiano di 2 anni, che ora ne ha 17.

ULTIMI ACCADIMENTI

Sono in causa giudiziale con la mia ex-moglie e, dopo le tante udienze, l’ascolto di ben tre giudici, la situazione attuale consiste in:
 Affidamento condiviso del figlio ad entrambi i genitori (in termini di responsabilità giuridiche), ma prevalente (in termini di orari) alla madre,
 affidamento della “cosiddetta CASA CONIUGALE” (ovvero la mia unica casa, intestata solo a me, comprata prima del matrimonio) alla mia ex-moglie, che ne possiede già altre due, di sua proprietà (di cui una ereditata ed una costruita con il mio lavoro,durante il matrimonio).
Perché questo stato italiano toglie ai poveri per dare ai ricchi?
La casa coniugale adesso costa A ME 1.120 Euro/mese per il mutuo, contratto quando guadagnavo circa 2.700 Euro/mese, essendo stato un funzionario di un’industria privata, prima che perdessi quel lavoro.
Guadagno attualmente 1.300 Euro al mese e, dai 180 euro “che mi restano” devo pagare 100 Euro di mantenimento a mio figlio, le tasse sulla casa di mia proprietà, di cui mi hanno tolto il possesso, ma non gli oneri!, le spese per produrre il reddito (vestiti, carburante per andare al lavoro a Castellana, che dista 44 km. da Bari,il cibo, le bollette).
E’ chiaro che quest’indigenza condiziona anche la possibilità di andare a Castellana a Bari, da mio figlio, (percorro circa 100 km.tra andata e ritorno) ostacolandone i rapporti in termini quantitativi e qualitativi.
Addirittura, il primo giudice, poi corretto al ribasso dal secondo, pretendeva che pagassi per il figlio 400 Euro/mese, da togliere sempre da quei 180 Euro, che all’epoca della separazione erano solo 74 euro (74 - 400=insegnando matematica e non essendo giudice, non lo so fare!!!)
Per pagare anche quello che hanno disposto ben 3 giudici, io dovrei andare a RUBARE!
Implicitamente, la “Giustizia” mi istiga a delinquere!!
Voglio dire a questi giudici che IO NON HO MAI RUBATO NULLA e non saranno loro a costringermi a dare questo cattivo esempio a mio figlio.
Altro che democrazia e diritto.
Finora, non essendo nella possibilità di rispettare questi oneri ingiusti, per il massimo rispetto delle istituzioni, insegnatomi dai miei genitori, mi sono fatto aiutare da mia madre, pensionata, che ha speso tutti i suoi risparmi per pagare lei quello che materialmente non avrei potuto pagare io.
In più, mi ha dato la disponibilità di una casetta di campagna, mezza diroccata e fredda,senza riscaldamento e vetri alle finestre, rinunciando all’affitto che avrebbe potuto ricavarne.
Questa casetta a 45 km. di distanza da mio figlio, immersa nella campagna, non va per niente bene, per me, perché è fredda e umida (d’inverno c’è il 95% d’umidità) ed io ho dei forti problemi ortopedici, conseguenti ad un infortunio, avuto sul LAVORO, che mi danno un’invalidità fisica riconosciuta nel 36% e non va bene tantomeno per mio figlio.
Alcuni giorni all’anno sono costretto a lasciare questa casetta a causa delle alluvioni stagionali e devo ricorrere a dormire in automobile.
Inoltre, tutt’intorno alla casa e nel circondario ci sono alberi di Cipresso, a cui io sono allergico da sempre (e la mia ex-moglie lo sa benissimo) e per la cui allergia sono andato due volte in ospedale, proprio con lei, di notte, con un’ ”Edema della glottide”, con il rischio di soffocamento.
A parte i problemi di salute, l’aver accontentato le ingiuste richieste della mia ex-moglie, dando a lei la mia unica casa, ha prodotto l’allontanamento di mio figlio da me che, perché adolescente, vive tutte le problematiche dell’età, della separazione conflittuale in atto e dell’avvenuta adozione che, in questo come nella maggior parte delle adozioni, pur felici, stressa molto i ragazzi con le domande sulla loro identità.
E’ un ragazzo molto buono, ma molto vivace che NECESSITA della figura paterna, che gli è stata alienata togliendomi tutti gli strumenti necessari per crescerlo ed educarlo:i soldi, la casa, il tempo per stare con lui, l’autorità paterna:tanto i miei soldi li ha comunque, che se li meriti o no, attraverso le mani del giudice che li dà alla madre.
Per avere il favore del figlio, la madre gli concede quello che vuole, gli firma la giustifica delle assenze a scuola e lo istiga contro di me ottenendo il suo allontanamento da me.
Risultato: ha perso per due volta l’anno scolastico al liceo. Ora ha finalmente cambiato scuola e quest’anno la scuola ha informato la madre (non me) che non va affatto bene.
Io sono venuto a saperlo per caso.
Io, per mia dirittura morale ed esigenza educativa, gli concedo molto, ma previo assicurazione del rispetto dei canoni fondamentali di una sana crescita.
Questo mi rende, essendo un genitore integerrimo, un padre impopolare verso mio figlio.
Provate tutti voi a calarvi e calare i vostri figli nella nostra situazione: pensate che i figli si sottoporrebbero volontariamente alle prescrizioni dell’educazione o sceglierebbero il “paese dei balocchi”, se potessero?
Non si può educare un figlio a distanza.
Perché un uomo non ha gli stessi diritti civili delle mogli, in tribunale?
Non è una violenza anche quella che sto subendo io?
Ecco come, “se si è nati maschi”, pur avendo dato a questo stato italiano trent’anni di lavoro, compreso un infortunio sul lavoro ed il sangue versato sull’asfalto, e di cittadinanza quantomeno civile, a dire poco, pur avendo risparmiato tutta la vita ed avendo accumulato un patrimonio immobiliare capace di assicurare un futuro sereno ed un “ombrello” contro gli imprevisti possibili, come la perdita del lavoro, si diventa HOMELESS, si perde il figlio, per cui si è tanto tribolato.
Che gioventù, privata dei valori del padre, sta avviando questo stato italiano alla maturità e alle responsabilità della civiltà? Sono milioni i figli a cui è stato tolto il padre.
Sicuramente la gioventù che si merita! Poi lo stato non potrà pretendere nulla da loro e non si meravigli della caduta verticale dei valori in essi.
In più la mia ex moglie non ha pagato le spese di condominio, a lei spettanti, ed il condominio ha pensato di rivalersi su di me (visto che sono tanto ricco!) ed ho dovuto pagare il PRECETTO di 1.500€. che non mi spetta, evitando fortunosamente il pignoramento della stessa casa coniugale!
A che serve un esavani di lusso più villa al mare per le esigenze abitative di due sole persone: la mia ex-moglie e mio figlio? Due persone possono vivere anche in una casa più piccola, infatti la mia ex-moglie possiede un trivani grande in città, ad 1 km. da casa mia, tranquillamente abitabile per due o più persone.
Inoltre, lo ha recentemente affittato ammobiliato a 200 Euro/mese (al suo avvocato), meno di un terzo del suo valore commerciale (mi chiedo perché?), quindi le costerà davvero poco rinunciare a quell’affitto. O maschera il suo reddito con l’aiuto del suo avvocato?
Visto che io sono stato reso in solido partecipe alle spese familiari, con la casa coniugale, perché lei non dovrebbe pagare, in solido, le spese dal suo menage?
Perché non le fanno pagare il mutuo gravante sulla casa che abita, visto che io non sono certo più ricco di lei?
Troppe ingiustizie.
Ma le donne sono potenti e lo sono anche certi avvocati che si permettono l’arroganza di trattenere anche i miei effetti personali e le cose appartenenti a certi miei familiari, che me li avevano prestati, che la mia ex-moglie non ha voluto restituire.
Le donne sono obiettivamente meno considerate degli uomini in alcuni campi, come ad esempio quello del lavoro. Questo porta la categoria femminile a tentare un riscatto sull’altra, per esempio nelle separazioni, in cui proprio gli uomini sono vessati.
Secondo me, la dignità femminile, come quella maschile, non può tollerare l’idea malsana e bizzarra che due ingiustizie producano una cosa giusta, equivocando le due negazioni con un’affermazione!
NO, restano due ingiustizie e, nel campo della giurisprudenza della FAMIGLIA, resta che la sola appartenenza al genere femminile guadagni il privilegio di ROVINARE completamente l’ex-marito.
Questa sperequazione, ormai assurta a regola conclamata e perpetrata in ogni sentenza giudiziaria di separazione coniugale, è un sopruso ai diritti civili, in quanto discriminazione sociale tra maschio e femmina.
Cosa ne pensa il Ministro della Repubblica “alle pari opportunità”?
Ciò contraddice il 3° articolo della Costituzione delle stato italiano che aborrisce le differenze ed i privilegi tra i generi: uomo e donna, tra le confessioni religiose, ecc.
Mi è stata scippata la dignità di uomo.
Altro vilipendio costituzionale è commesso verso il 1° articolo della costituzione: ”La Repubblica italiana è fondata sul lavoro”.
NON E’ VERO! Come ho detto recentemente ad un giudice della mie cause familiari, la Repubblica attualmente si basa sulla Pensione di vecchiaia delle madri dei Padri separati.
Credetemi: esistono migliaia di situazioni ingiuste simili alla mia, in Italia.
E’ una vera emergenza sociale che non si può più sottovalutare e ricondurre alle frasi delle mogli gelose: “Tanto si sa che in Tribunale il marito conta meno di niente, dovrai capitolare alle mie pretese”.
Non siate sordi a questo appello, sentito da tanti padri infelici che vorrei incontrare in una manifestazione pacifica davanti ai Tribunali delle città italiane, in cui esprimere il disagio e l’ingiustizia inflitta ai cittadini dello Stato.
Faccio un appello alle personalità della cultura per intavolare un dibattito costruttivo sull’argomento e non lasciare questo vilipendio dei diritti civili all’oblio.
Lascio il mio indirizzo di posta elettronica: czeuli@libero.it ai padri separati che si vogliono unire alla mia battaglia sociale e agli esponenti della cultura che vogliono contattarmi per porgere all’opinione pubblica la possibilità di conoscere quello che capita in questa nazione, e che può capitare potenzialmente a chiunque!, e la possibilità di attuare democraticamente l’esercizio della propria volontà di popolo civile, che chiede l’abolizione di questo stato vessatorio e l’applicazione di leggi più giuste e Tribunali più giusti.
Vorrei poter sfilare civilmente nelle strade delle città con i cartelli che riportano: Io guadagno X e mi hanno tolto Y:
Sarà l’opinione pubblica ad esprimere il suo giudizio, sicuramente più equilibrato e popolare degli attuali Tribunali, ingabbiati in apparati legislativi e procedurali capziosi e, quindi ingiusti.
Chi amministra la nostra giustizia NON CI RAPPRESENTA: cambiamo democraticamente i rappresentanti mediante un dibattito istituito anche con degli appositi “comitati di base”, eletti dal popolo.
Non solo rappresentanti compiacenti: i soliti “centri di potere”: politica, Ordine dei magistrati, Ordine degli avvocati ed altre frange più mascherate della nostra nomenclatura.
Non può un Tribunale ridursi alla mera attività dell’esproprio, con la conseguenza di affamare una precisa popolazione appartenente all’etnia del “Maschio sapiens”, solo perché il Tribunale non sa prendere una decisione più saggia.
Finchè non saprà fare giustizia, non prenda altre decisioni dannose.
Possibile che la legge e i Tribunali non capiscano che togliere l’oggetto del contendere ai coniugi separati (la casa di proprietà esclusiva del marito) aiuterebbe moltissimo il ripristino della serenità, a tutto vantaggio dei figli minori?
In pratica, si dimezzerebbero almeno le cause coniugali se non si togliesse ai padri separati la possibilità di vivere.
Certo, gli avvocati guadagnerebbero di meno ed i giudici eserciterebbero meno potere, ma la popolazione vivrebbe meglio.
In nome di quale logica contorta chiamano questi provvedimenti artificiali e impopolari:”Tutela del minore”?
Si tutela un figlio impoverendolo del padre?
Sotto metafora: si tutela un artigiano sottraendogli gli utensili di bottega?
Fuor di metafora, come si può pretendere di tutelare i figli sottraendogli gli strumenti educativi offerti dal loro padri?
E allora perché distruggere i padri, insieme alla loro dignità di persone?
Per darlo alle madri separate, a cui lo stato non sa dire di no, come certi genitori non sanno dire di no ai loro figli, consci di essere deficitari nei loro confronti, in un altro ambito.
E allora, non sapendo dare il giusto, di cui è responsabile, lo Stato sottrae il patrimonio dei padri per elargirlo facilmente alle madri separate, soddisfacendo la sete di vendetta di talune donne gelose.
Per quella fantomatica “tutela” si consente alle madri di alienare l’immagine del padre (Sindrome di alienazione genitoriale dello scienziato Richard Gardner) sparlando al figlio denigrandone l’immagine. Mia moglie si dimentica delle vaccinazioni del figlio, ma il Tribunale non se ne interessa.
Per pura vendetta, sputando nel piatto nel quale essa sta mangiando, lei rifiuta la posta che arriva ancora nella mia casa. Anche quella importante.
L’Agenzia delle Entrate recentemente mi ha mandato un accertamento tributario relativo al periodo in cui ero ancora a casa mia, ovviamente a quell’indirizzo. Peccato che io non ne sono venuto a conoscenza perché mia moglie rifiutò la comunicazione postale, invece di dirottarla all’indirizzo di casa di mia madre, in cui sono domiciliato momentaneamente (senza abitare lì). Questo comportamento ostile ha provocato una multa di oltre 10.000€.ed il fermo amministrativo dei miei veicoli, solo perché non ho consegnato i documenti fiscali in mio possesso, proprio perché ne ero all’oscuro.
Perchè la cosiddetta “giustizia” ammette tanta protervia nelle donne e non tutela costituzionalmente i suoi cittadini?
Perché la politica, sempre a caccia di serbatoi di voti nelle varie categorie sociali, non si occupa “per senso civico”, almeno una volta, e non per opportunismo politico, di una minoranza tanto vessata quanto quella dei padri separati?
Eppure il bacino elettorale dei padri separati ammonterebbe a circa 4 milioni di voti che, sommato all’indotto dei loro parenti ,che consentono loro la sopravvivenza, ammonta a 10 milioni di voti. Quale potentato attualmente sovrasta questa forza elettorale?
E perché l’informazione giornalistica ne parla ancora poco e a “macchia di leopardo”?
D’accordo, la Repubblica, per Costituzione, si fonda sulla famiglia, ma dissuadere così le separazioni è un terrorismo sicuramente peggiore, in quanto a conseguenze, rispetto a quello che fanno talune organizzazioni industriali per dissuadere il consumatore a scegliere di abbandonare il loro prodotto per scegliere l’offerta più vantaggiosa di altri prodotti sul mercato.
Che sia in atto un’operazione di dissuasione forzata ed occulta? A chi conviene?
Questi soprusi inculcano nei giovani la cultura del sospetto verso le istituzioni e verso il matrimonio: si sposeranno sempre meno, sapendo che andrebbero incontro alla rovina sicura.
Noi padri separati siamo i maledetti del 2000 !?!
Si, chiedete anche agli altri Padri separati: è vero che appena si verifica una separazione, il marito perde immediatamente tutti gli amici di famiglia, che spariscono istantaneamente dalla circolazione?
Resistono, per i maschi, solo i suoi personali amici d’infanzia. Quelli di famiglia si perdono inesorabilmente!
Perché? Perché l’italiano medio ama schierarsi con il vincitore di turno e si sa già chi vincerà la guerra che ne verrà!
Ed è questo l’insulto alla civiltà: Sapere di diventare un rifiuto della società solo per l’appartenenza ad una nuova categoria sociale: “marito e padre separato”.
Già non mi piace che si sappia in anticipo il vincitore di alcune competizioni canore nazionali, ma ritengo istituzionalmente molto disdicevole che il malvezzo accada pure in campo giuridico-sociale.
E’ una condanna civile.
Però sappiate che quello che è capitato a me, pur se in proporzioni gigantesche e così macroscopicamente evidenti, sta capitando in modo sommesso e sommerso, ma capillare in ampie sacche popolari, creando altrettante sacche di sofferenza e scontentezza.
Cosa aspetta lo Stato per mettersi in moto e cominciare ad adoperarsi per farsi ritenere più democratico: una sommossa? Aspettano, come al solito, il MORTO? Aspettano che qualcuno di noi, stremato e disperato, faccia qualcosa di eclatante ed estremo?
Ma che nazione è questa?
Spero e voglio credere che almeno voi giornalisti vi adoperiate per mostrare ciò che sta accadendo e non siate anche voi soggetti a quel “Ruffianesimo neoclassico”, verso le donne.
Provate a pensare, per un attimo, se io fossi una donna, in queste condizioni…………………..
Non sarebbe sopportabile, vero? Gridereste al sopruso, all’emergenza sociale.
Certo, le donne bucano lo schermo! L’opinione pubblica s’indigna quando vengono compiute delle violenze sulle donne e questo, nei TG, fa “Audience”. Ma se siete bravi, non di meno, riuscirete a “bucare” la sensibilità dell’opinione pubblica, che è già pronta a riconoscere come scandaloso che, in Italia, nell’ambito delle leggi sulla famiglia, gli UOMINI siano così discriminati socialmente!
Ho segnalato il mio caso a Rete4 e mi ha raggiunto una troupe televisiva da Milano, trasmettendo un servizio giornalistico sulla mia incredibile vicenda, affiancata dal commento (esterrefatto) di Paolo DelDebbio.
Poi mi ha contattato un autore del programma sui RAI2 della Alda d’Eusanio, il quale ha detto espressamente di non credere alla mia storia perché TROPPO INCREDIBILE !
Addirittura il mio caso non risulta interessante perché appare inverosimile!! Oltre al danno, la beffa!!
Non voglio entrare nel merito, ma non è l’unico campo in cui le donne sono ingiustificatamente favorite, mentre in altri campi sono ingiustificatamente sfavorite.
Nella storia passata ci sono stati altri casi come il mio:
- Gente appartenente ad una precisa condizione sociale discriminata (nel mio esempio:maschio, padre separato), costretta a lavorare senza trarre alcun beneficio dal proprio lavoro da quella casta privilegiata che lo costringeva a lavorare, traendo per se tutto il ricavato di quel lavoro (es:donna, moglie separata, lo Stato, che infligge anche le tasse su quel lavoro!).
Se quei derelitti, come suddetto, svantaggiati socialmente non producevano quanto era imposto dai loro padroni, perché il carico di lavoro richiesto era umanamente superiore alle loro possibilità (come per me è impossibile pagare più del mio stipendio), c’era per loro il boia che li fustigava imponendo loro un regime di vita disumano.
Ora lo stato italiano, se non paghi ciò che richiede, anche se è impossibile pagarlo, ti taccia come inadempiente infliggendo le pene del 2000: ti manda decreti ingiuntivi, ti pignora la tua casa, ti condanna anche penalmente! Insomma ti costringono anche a vendere gli organi.
Che differenza c’è rispetto alle frustate inflitte agli schiavi, tremila anni fa? Nessuna.
Fate un parallelismo tra la condizione attuale dei “padri separati” con gli “schiavi che costruivano le piramidi” e vedrete che si applicano, oggi come allora, tutte le ingiustizie suddette.
L’unica differenza tra me ed uno schiavo è che, almeno, lo schiavo aveva il tetto di una baracca sotto il quale rifugiarsi. Io neppure quello!
Sono stato ridotto in schiavitù dallo stato italiano, dopo aver dato allo stato trent’anni di lavoro ed aver aiutato un suo cittadino italiano, adottandolo.
Se non avessi adottato mio figlio, non sarei stato rovinato, perché non sarei un padre separato!
Chiedo a qualche cittadino giurista, di buona volontà di questo stato che mi aiuti, con una procedura legale, a proporre alla Corte europea di giustizia di Strasburgo un’INFRAZIONE ALLO STATO ITALIANO di Riduzione in schiavitù dei cittadini sulla base della discriminazione sociale (padre separato) e di genere (sesso maschile) e, quantomeno, di riconoscimento della VIOLAZIONE DEI DIRITTI UMANI per me e per mio figlio.
Il 29 dicembre 2009 ho inviato un Esposto molto dettagliato e circostanziato al Sindaco di Bari Emiliano, con riferimento al suo delegato per la Salvaguardia della Bigenitorialità, al Presidente della Regione Nichi Vendola, alla Procura della Repubblica di Alessandria, alla Guardia di Finanza di Bari e al Presidente della Repubblica.
Da allora nessuno si è interessato alla gravità dei fatti ivi contenuti.
Mi sono iscritto alla Class Action che sta promuovendo in questi giorni la mia associazione di Padri separati Adiantum contro la “mancata vigilanza delle istituzioni sulla scorretta applicazione della legge 54/2006 sulla Bigenitorialità”.
Sperando di non essere dimenticato anche da voi, come dal resto del mondo, attendo una vostra fattiva risposta e vi saluto cordialmente.

Carlo Zeuli (348/8902918 – czeuli@libero.it)

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