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BRUTALITà verso bambini da parte delle FORZE DELL'ORDINE
MariaRosaDeHellagenDate: Lunedì, 29/03/2010, 11:23 | Message # 1
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MariaRosaDeHellagenDate: Lunedì, 29/03/2010, 11:26 | Message # 2
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Carabinieri usano armi (mitra) per portare via bambini

intervista andata in onda il 30/1/2009 al TGT, nei seguenti canali televisivi e orari:

- telegiornale italia7 ore 19:00
- telegiornale rete37 ore 19:30
- telegiornale la8 ore 20:30

Il mitra per portarla via … la libertà negata di un padre separato

http://campibisenzio.wordpress.com/2009/01/28/il-mitra-per-portarla-via-la-liberta-negata-di-un-padre/

Il mio primo giorno di resistenza passiva, contro la sentenza del giudice che ha tolto a me e mia figlia il nostro unico pernottamento settimanale.
(ore 23.25) – E’ questo il titolo della email appena ricevuta da Fabio, anche lui di Campi Bisenzio, un padre separato, in lotta per avere il diritto di vedere sua figlia e che da anni si sta battendo per i diritti di tutti i padri separati, il racconto di come a volte la legge si accanisce contro un genitore, animato solo dalla volontà di stare vicino ai propri figli … a voi le considerazioni…

Cari Amici, Signori e Signore,
stasera alle 22:00 circa ho aperto la porta, sono entrati due carabinieri, muso duro e aria spavalda: uno ragazzo (avrà avuto qualche anno meno di me) col mitra in mano, l’altro dicendo testualmente: “qui c’è una sentenza, dobbiamo portarla via”.
Con me Sonia, la mia compagna, e Antonio un padre mio amico, mia figlia l’avevo messa già a letto. La Sonia si è spaventata per la loro arroganza. Dopo mezz’ora se ne sono andati, ovviamente sapevo che non avrebbero potuto prendere mia figlia (è un loro classico trucco per far paura).
Mi ha colpito una cosa. Antonio ha chiesto al Carabiniere capo: “quanti casi del genere lei ha avuto in un anno?” il carabinere ha risposto: “tantissimi” e Antonio: “e quante volte ha rilevato una situazione di pericolosità per la bambina?” il carabiniere ha risposto: “mai”, ha detto infine Antonio “allora perché non facevate venire il padre domani a deporre tranquillamente invece di precipitarsi alle 22:00 dentro una casa col mitra se non c’è pericolosità?”, – il carabiniere ha taciuto.
In fondo quei due carabinieri, la loro auto ed il mitra, potevano essere usati per le “vere” emergenze piuttosto che correre a salvare una bambina che sta beatamente dormendo da suo padre.
Ecco, penso che domani chiederò al mio avvocato di denunciare l’arma (ricorso l’ho già fatto e per il giudice sto preparando la denuncia in questi giorni), o chi di dovere, per procurato allarme, inoltre il mitra in casa (mi ha detto Antonio, che è ufficiale pure lui) non può entrare se non per situazioni di pericolo.
Anzi faccio denuncia già ora, UNA DENUNCIA MORALE A TUTTE LE AUTORITA’ CHE MI LEGGERANNO, girando questa lettera anche ai giornali, dicendo a tutti che una chiamata al 112 per stupro, omicidio o rissa, è paragonata per urgenza ad una chiamata dove una madre dice: “la bambina è col padre, ma l’orario non è esatto sono le 21:00 doveva portarmela alle 20:00!”
.. perciò al diavolo se qualcuno da qualche parte sta morendo o è aggredito (e non ci sono mai sufficienti forze dell’ordine per correre in tutti i posti dove c’è bisogno) o ha problemi seri.. perché in questo momento i due carabinieri con macchina e mitra sono impegnati a fronteggiare un pericolosissimo padre che ha appena raccontato a sua figlia la favola della buona notte
Ciao Democrazia. Ciao Libertà. Oh bella Ciao.
Fabio B.
www.paternita.info

 
MariaRosaDeHellagenDate: Domenica, 18/04/2010, 07:15 | Message # 3
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http://www.bambinicoraggiosi.com/?q=node/1932

LATINA: 14 AGENTI PER PRELEVARLO, MA E' UN BAMBINO DI 8 ANNI.LA MADRE ACCUSA IL TRIBUNALE:" MI TOLGONO MIO FIGLIO"

Di Roberta Lerici

E' questa la sconvolgente "operazione" che si è svolta stamane a Latina.Le forze dell'ordine, con la collaborazione dei servizi sociali e delle figure professionali che impone la legge in questi casi, dovevano eseguire un provvedimento del Tribunale dei Minori di Roma che imponeva il prelievo di un bambino dalla casa materna. Nell'atto del giudice Roberto Ianniello, afferma l'avvocato Coffari, è scritto fra l'altro:" LA POLIZIA PROCEDERA' SENZA INDUGI VINCENDO OGNI RESISTENZA DI OPPOSIZIONE DI ESECUZIONE DEL PROVVEDIMENTO DI ALLONTANAMENTO E PROCEDENDO PER EVENTUALI VIOLAZIONI DI LEGGE IL SERVIZIO RELAZIONERA' DELL'AVVENUTO ALLONTAMENTO E DEL COLLOCAMENTO. VIETA ALLO STATO IL RAPPORTO CON LA MADRE E LA SUA FAMIGLIA".

Insomma, il bambino andava prelevato e allontanato per portarlo in una casa famiglia di Roma, con il conseguente abbandono della scuola, degli amici e della sua casa. E, soprattutto, con il divieto assoluto di vedere la madre e i suoi familiari.Perchè? Perchè il bambino rifiuta di vedere il padre e, allontanandolo dalla madre e da tutto il suo mondo, il giudice pensa che sia più facile avviarlo ad un percorso di riavvicinamento con il padre. Una "terapia" sul cui successo, purtroppo, non mi pare ci siano conferme. Fin qui la cronaca della mattinata di oggi.

Domani attendiamo di conoscere gli sviluppi di questa incredibile vicenda. Certamente, come persona impegnata nella tutela dei minori con il Movimento dell'Infanzia e come responsabile del Dipartimento Infanzia dell'italia dei Valori, condanno questo modo di procedere da parte di una istituzione come il Tribunale dei Minori, che dovrebbe mettere al centro gli interessi del bambino e che, invece, con questi provvedimenti non fa altro che traumatizzare ulteriormente i minori al centro di dispute.

Non ritengo, inoltre, che per risolvere il rifiuto da parte del figlio di uno dei due genitori, lo si debba rendere orfano, privandolo anche dell'affetto dell'altro. In casi del genere, sono gli stessi neuropsichiatri infantili a sconsigliare la separazione dei bambini dalle madri rimaste uniche figure di riferimento, ma i loro pareri vengono troppo spesso ignorati dai giudici. In attesa degli aggiornamenti di domani, ecco l'agenzia uscita stamattina:

(LZ) MINORI. LATINA, IN 14 PER PORTARE BAMBINO IN CASA FAMIGLIA LA MADRE AVEVA ACCUSATO IL TRIBUNALE: 'MI TOLGONO MIO FIGLIO'.

(DIRE) Roma, 16 apr. - Quattordici persone per prelevare un bambino e portarlo in una casa famiglia. A Latina, agenti e assistenti sociali sono in attesa fuori dalla casa di V.P., madre di A., bambino di 8 anni che il Tribunale dei minori di Roma ha deciso debba essere allontanato dalla mamma e trasferito in una casa famiglia nella Capitale. Dal 2002, il minore e' al centro della disputa, anche giudiziaria, fra i genitori, dopo che la donna, dopo aver partorito A., si rifiuto' di andare a vivere con l'uomo e aver denunciato presunte violenze psicologiche e fisiche da parte del padre del bambino. Al momento, secondo il racconto di persone vicine alla donna, in casa a Latina c'e' solo la nonna, la mamma della madre del bambino, mentre la donna e' attesa assieme al minore da agenti e assistenti sociali per trasferire A. nella casa famiglia. Ma la madre del bambino nei giorni scorsi ha raccontato il calvario di questi ultimi anni, contestando la gestione della vicenda da parte del giudice, bocciando l'ultimo decreto che sancisce l'allontanamento del figlio da lei e rimarcando la disattenzione nei confronti delle esigenze del bambino, che a suo dire non vuole stare col padre e che verrebbe sottoposto a un doppio trauma: il dover lasciare sia la madre sia gli amici, cioe' i compagni di scuola, nel trasferimento da Latina a Roma. (Rel/ Dire) 12:50 16-04-10

 
MariaRosaDeHellagenDate: Lunedì, 26/04/2010, 04:45 | Message # 4
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http://chiarelettere.gruppi.ilcannocchiale.it/?t=post&pid=2476239

Nel mirino del giudice Ianiello: storia di un bambino scambiato per un pacco postale

contributo inviato da Cinzia Lacalamita il 20 aprile 2010

Valentina Pappacena è la mamma di un bambino di 7 anni che, nel rispetto della sua privacy, sarà indicato con le sole iniziali: A. F. Senza entrare nei dettagli, Valentina e il padre di A.F. sono da tempo in rapporti conflittuali e si accusano l’uno con l’altra di relative carenze genitoriali. I due coniugi hanno seguito le vie legali e, come da iter, è stata emessa una CTU (Consulenza Tecnica d’Ufficio) che esorta una terapia familiare atta a mettere fine alle ostilità che impediscono al minore di giovare tanto della presenza della madre quanto di quella del padre.
La CTU in questione è stata vagliata dal giudice Ianiello il quale, nell’arco di pochi mesi, ha emesso una serie di provvedimenti in netto contrasto tra loro: dopo aver affidato il bambino alla madre, Ianiello cambia idea e ne chiede l’immediata collocazione presso il padre. Non convinto, cambia idea ancora e stabilisce che il minore debba essere accompagnato dalla madre in casa famiglia, con la possibilità di vedere entrambi i genitori. Insoddisfatto per l’ennesima volta, il giudice dispone l’inserimento del minore in una casa famiglia al di fuori del territorio di residenza e senza possibilità alcuna di vedere la madre.
A causa della totale mancanza di coerenza di Ianiello, il piccolo A.F. ha subito uno stress emotivo senza pari. Si è sentito male svariate volte. Né assistenti sociali né carabinieri sono stati in grado di prelevarlo dalla propria abitazione.
Premesso che vi è sempre stata l’intenzione della Pappacena di seguire un percorso terapeutico familiare, ci si domanda come un giudice possa essere stato tanto irrazionale e contraddittorio nell’emettere dei provvedimenti così drastici, senza che siano subentrate motivazioni significative atte a giustificarli. A.F., di fatto, rifiuta gli incontri con il padre e la stessa CTU non contempla neppure come ipotesi il suo collocamento lontano dalla madre.
Alla luce dei danni emotivi creati ad A.F., risulta fondamentale la designazione di un giudice in sostituzione di Ianniello. Un giudice che, in primis, tenga conto della CTU e che abbia bene a mente che si sta parlando di un bambino, non di un pacco da sballottare a proprio piacimento.
Ci si augura che il popolo di internet e la forza mediatica possano venire in soccorso di A.F. che, è bene sottolinearlo, non deve pagare se i suoi genitori hanno decisamente mal gestito la fine del loro rapporto e, come se non bastasse, sono finiti nelle mani di un giudice assai poco coscienzioso.

Cinzia Lacalamita

*

Fonte: http://www.facebook.com/group.p....?ref=mf


http://roma.repubblica.it/cronaca....3532217

"Bambino trattato come un boss Quattordici agenti per prenderlo"

Sit-in del comitato Vittime della giustizia minorile per i metodi usati dal tribunale. Tra i casi condannati, quello di un bimbo di 7 anni che doveva essere acompagnato in una casa famiglia, prelevato da 14 agenti. Il piccolo si è sentito male ed è finito in ospedale

di GABRIELE ISMAN e ANNA MARIA LIGUORI

Un sit-in di due ore stamattina davanti al tribunale dei Minori in via dei Bresciani 32. È l'iniziativa del comitato Vittime della giustizia minorile «per esprimere - spiega la portavoce Roberta Lerici - la nostra condanna nei confronti per i metodi usati da questi giudici in diverse occasioni. Non si può avere una giustizia minorile così violenta che aggiunge ulteriori traumi a quelli già vissuti dai bimbi. Abbiamo assistito negli ultimi tempi a una serie di provvedimenti punitivi verso i bambini».

La protesta parte da alcuni casi: primo fra tutti quello di un bimbo di 7 anni, nato a Roma ma residente a Sezze, in provincia di Latina, per il quale il tribunale dei minori capitolino ha disposto l'allontanamento dalla madre e l'affido ad una casa famiglia. Il comitato si riferisce a quanto è scritto nell'ordinanza che riguarda il piccolo, del 13 aprile scorso, firmata dal presidente Roberto Ianniello, dal giudice Armida Del Gado, dagli onorari Giuseppe Parrella e Marisa Fragasso: «Tale allontanamento dovrà essere effettuato dalla questura di Latina ufficio Minori senza indugio e vincendo ogni resistenza dei parenti del bambino e del minore stesso». Un diktat che venerdì scorso è stato rispettato da ben quattordici agenti, con due volanti e tre auto senza insegne, che si sono presentati sotto casa della mamma di Luigi (il nome è di fantasia, ndr) per prelevarlo. Il piccolo però si è sentito male, ed è stato ricoverato in ospedale. «A sette anni trattato come un boss», sottolinea il comitato. L'avvocato Girolamo Coffari, che rappresenta la mamma del bambino, ha presentato ricorso contro la decisione dei giudici, parlando di illegittimità dell'allontanamento violento e di violazione del diritto d'ascolto. Secondo l'avvocato, «il bambino non è mai stato ascoltato sul suo collocamento.A lui nessuno ha chiesto le ragioni del suo contrasto tra i genitori e se desidera andare a vivere in una casa famiglia». Nello stesso ricorso, l'avvocato ricorda la sentenza della Cassazione che ha sancito «l'obbligatorietà dell'audizione del minore da parte del giudice nei procedimenti di separazione legale».

Oggi al sit-in, rilanciato anche su Facebook, saranno presenti i genitori e i compagni di scuola del bambino, i giocatori dell'Aprilia che hanno appena conquistato la serie A1 di volley e che domenica hanno giocato con maglie di sostegno alla causa di Luigi e della sua mamma, e, come dice ancora Roberta Lerici, «altre madri vittime del tribunale dei minori». «Il provvedimento - osserva l'avvocato Coffari - vietava in maniera assoluta ogni contatto tra la madre e il piccolo di 7 anni, configurando un trauma per il bambino che ha sempre vissuto con la madre. E lo stesso consulente tecnico d'ufficio, nominato dal tribunale, neppure considerava l'allontanamento, senza dimenticare i pareri dello psichiatra come Luigi Cancrini e del direttore del dipartimento di Neuropsichiatria infantile di Latina, Sandro Bartolomeo». Coffari ha chiesto la ricusazione del giudice Ianniello: «In cinque mesi ha firmato cinque provvedimenti sul caso di Luigi tutti contraddittori tra loro».

(22 aprile 2010)

 
amadeus96Date: Martedì, 27/04/2010, 11:08 | Message # 5
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NON E' IL SOLO !!!...
Con questo magistrato sono in buona compagnia anche i magistrati liguri del minorile, del civile, del penale (in primo grado) e la corte d'appello, tutti "accontentati" dalla madre di mio figlio con 6 (dico SEI !!!) versioni diverse, tutte a mio carico, ciascuna creduta da ciascun interlocutore con cui la madre ha avuto contatto!!!
NESSUNO, tra questi imbecilli, HA AVUTO L'INIZIATIVA DI CONFRONTARE I VARI DOCUMENTI TRA LORO, visto che, in ciascuna giurisdizione, la canaglia avvocato di controparte, ha portato "un pezzo" di quanto detto altrove, "pezzo" utile per maggiormente caricare il sottoscritto di "legna verde"...
Come - del resto - è successo!!!...

Per sbugiardare questa madre-canaglia (ed il suo avvocato), sarebbe stato sufficiente che, già a livello dei parassiti dei servizi sociali di Savona e - poi - delle CTU, fossero stati semplicemente messi su un tavolo (uno vicino all'altro) i sei documenti contenenti le "accuse" materne: sarebbero immediatamente emerse le contraddizioni e le balle materne...
MA, per questa massa di parassiti, CIO' SAREBBE STATO TROPPO SEMPLICE, TROPPO COMPROMETTENTE: AVREBBERO DOVUTO ANDARE CONTROCORRENTE, accusando la madre...
Per mantenere la pagnotta hanno preferito fare ciò che, da quasi 40 anni, hanno sempre fatto: DISTRUGGERE IL RAPPORTO GENITORIALE TRA PADRE E FIGLIO !!!...


Sergio Sanguineti

Ein Herz für Kinder!

 
MariaRosaDeHellagenDate: Sabato, 08/05/2010, 04:42 | Message # 6
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http://ricerca.gelocal.it/ilpiccolo/archivio/ilpiccolo/2003/05/18/GO_25_FIGL.html (http://ricerca.gelocal.it/ilpicco....GL.html )

Blitz nella notte per recuperare il bimbo conteso

il Piccolo — 18 maggio 2003 pagina 09 sezione: GORIZIA

Dopo il blitz a scuola, la spedizione a casa con una doppia incursione nel cuore della notte. Una autentica mobilitazione per «catturare» un bambino di sei anni conteso tra la madre che vuole tenerlo con sè e la famiglia del padre forte di un provvedimento del giudice.Venerdì pomeriggio quattro poliziotti in borghese erano andati a cercare il bambino nella scuola elementare che frequenta. Sono ritornati alla carica poche ore più tardi. Hanno fatto irruzione l’altra notte nell’appartamento della madre in centrocittà, aiutati dai vigili del fuoco. Si sono calati dall’alto. Dopo essersi fatti aprire la porta di un appartamento vicino a quello in cui vive la donna, scendendo con corde, cinturoni e moschettoni hanno sfondato un paio di finestre all’ottavo piano.

 
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