Dibattito pubblico
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Sequestro di persona
epDate: Sabato, 03/04/2010, 02:33 | Message # 1
Group: Iscritti 2
Messages: 5
Status: Offline
Sono dott. Eva Polak di Montecatini Terme (PT).
Il 7.4.2009, nel tribunale di Pistoia, stavo ordinando degli allegati di una opposizione avverso la richiesta di archiviazione di un procedimento penale, che avevo da depositare nella Procura della Repubblica, quando ero avvicinata da due Poliziotti della Questura i quali m'invitavano di uscire dagli uffici del tribunale senza volermi fornire delle spiegazioni o produrre un atto che avrebbe giustificato la loro azione.
Non volevo andarmene, quindi sono stati chiamati i rinforzi ed ero trascinata per terra da 8 poliziotti, dal terzo piano fino alla strada, nel centro di Pistoia, dove cercavano di caricarmi con la forza nella macchina blindata riservata ai detenuti. Sono stata portata in Questura dove mi comunicavano che avevano da darmi un provvedimento. Chiedevo di notificarmelo in via legittima, non con sequestro di persona e violenza, e annotare le mie richieste sull'atto. Mentre uscivo dalla Questura, uno degli agenti mi urlava dietro che si trattava di un foglio di espulsione e dall'indomani non potevo piú entrare in Pistoia, altrimenti sarei stata arrestata immediatamente.
Sapevo che il provvedimento di espulsione é di competenza del Prefetto, ed io essendo cittadina italiana da 31 anni, non mi spiegavo come potevo essere colpita da un atto di espulsione. Ho iniziato a depositare delle istanze affinché mi venisse notificato il provvedimento di espulsione, presso vari uffici, compresa la Procura generale di Firenze.
Non ho mai ricevuto alcuna risposta ed ho avvertito gli organi competenti che finché non ricevo l'atto, per me é inesistente e vado a Pistoia tutte le volte che voglio.
Ogni volta che andavo a Pistoia, scattava una denuncia. Nel mese di novembre, mi é stato notificato l'avviso delle conclusioni delle indagini preliminari per violazione del divieto di entrare in Pistoia per 9 procedimenti a mio carico. Da quel momento, ho depositato varie istanze di autorizzazione ad entrare in Pistoia dove ho questioni giudiziarie in corso, ma erano ignorate.
Il 22 gennaio 2010, avevo da depositare una richiesta al giudice di pace di Pistoia, ma i dipendenti hanno chiamato subito le Forze dell'Ordine pubblico, le quali volevano caricarmi nella macchina con la violenza facendomi del male il piú possibile. Si era intervenuta una Signora che passava li per caso vedendo il trattamento disumano, umiliante che stavo subendo. La Signora ha annotato il numero di telefono di mio figlio perché Le ho chiesto di avvertirlo per far intervenire l'Ambasciata del mio Paese d'origine perché non capivo la ragione di dover portarmi in Questura.
La Signora, probabilmente, ha avvertito pure la redazione del quotidiano La Nazione che ha inviato una giornalista ed un fotografo sul luogo di agressione. Io per li non capivo chi erano, ma gli agenti hanno impedito al fotografo di scattare fotografie. A seguito dell'intervento dei giornalisti, gli agenti mi hanno mollata e se ne erano andati. Ho spiegato al giornalista cosa mi stava succedendo, e quale era la motivazione del comportamento degli agenti avvertendolo che probabilmente non pubblicheranno l'articolo perché sulle mie vicende era ordinato il silenzio stampa essendoci coinvolti dei personaggi, noti delinquenti, nonché dei magistrati, che li proteggono.
Il 29.1.2010, ho avuto accesso al fascicolo del procedimento penale a mio carico nel quale ho trovato il provvedimento che mai mi era notificato. Non si trattava di un provvedimento di espulsione, ma di un foglio di via da Pistoia per tre anni, emesso dal Questore con tanta urgenza (per episodi risalenti all'anno 2008), che non aveva il tempo nemmeno di avvertirmi sulla procedura amministrativa come prevede la legge, perché sarei un soggetto "pericolosissimo", per l'esigenza di mantenere l'ordine pubblico, la sicurezza pubblica e per assicurare il "buon andamento della giustizia" dalla quale sono allontanata di fatto dal 1994, mentre ora anche fisicamente.
Tutto questo, essendo incensurata, senza aver avuto mai una condanna penale.
La richiesta di emettere il provvedimento proveniva dalla Polizia Giudiziaria, sezione Polizia di Stato, sottoposto alla Procura della Repubblica i cui magistrati erano da me denunciati varie volte, Procuratore della Repubblica compreso, per aver insabbiato/aggiustato tutti procedimenti nei quali ero parte offesa.
Gli agenti richiedenti mi ritenevano responsabile per reati commessi a carico di magistrati ed evocavano vari episodi per i quali non sono iscritta a registro né presso la Procura di Pistoia, né presso la Procura di Genova competente per i procedimenti che coinvolgono magistrati di Pistoia.
Il Questore ha applicato la penna massima prevista dalla legge. Nel provvedimento é menzionato che posso accedere a Pistoia prevvia autorizzazione, ma le mie richieste sono semplicememte ignorate.

L'omissione della notifica aveva lo scopo di impedirmi di presentare ricorso avverso il provvedimento illegittimo e per poter creare dei reati a mio carico per i quali posso essere punita visto che tutti i procedimenti aperti a seguito delle mie denunce a carico dei magistrati erano insabbiati a Genova, o da atti non costituenti reati o nel registro a carico di "Ignoti", quindi non potevano punirmi per il reato di "calunnia" perché sapevano bene che le mie querele non erano calunniose, ma c'era la volontá di offrire la protezione corporativa ai magistrati che hanno trasformato i tribunali in luoghi di delinquenza dove l'uomo é diventato il lupo per l'uomo stesso.
La mia querela presentata a carico degli agenti e di chi ha ordinato il sequestro di persona, é stata insabbiata dalla Procura della Repubblica di Genova (RG 1973/09, PM dott. Biagio Mazzeo, GIP dott. Roberto Fucigna), senza che fosse stato svolto un solo atto di indagine e senza che io fossi stata avvisata sulla richiesta di archiviazione come chiedevo nella querela.
Gli episodi sopra descritti non erano le uniche azioni di forza messe in atto in pubblico, tra mille umiliazioni, derisioni, da parte di ragazzi in divisa che potevano essere i miei figli, ma tutte le mei denunce finivano con l'archiviazione, senza aver svolto delle indagini in merito ai fatti denunciati.
Per me le Forze dell'Ordine pubblico che, caso mai, dovevano proteggermi, significano la prepotenza, la violenza, e sono diventati i miei avversari.
dott.evapolak@yahoo.it

 
amadeus96Date: Sabato, 03/04/2010, 12:51 | Message # 2
Group: Moderatori
Messages: 40
Status: Offline
...Infatti i "notabili" non si debbono nominare né citare....
Continua a stupirmi l'ostinazione nel voler restare in Italia (quantunque cittadina "naturalizzata"), nel voler andare dove "loro eccellenze" non la vogliono e, infine, il silenzio e l'abbandono della Sua Ambasciata, lasciandola in mezzo a questa marea di soprusi ed illegalità!
Evidentemente godono di maggior rispetto i mafiosi ed i terroristi che non un cittadino "normale", neppure autore di attentati a treni, metropolitane o similari!...


Sergio Sanguineti

Ein Herz für Kinder!

 
epDate: Domenica, 04/04/2010, 02:32 | Message # 3
Group: Iscritti 2
Messages: 5
Status: Offline
Ho diverse ragioni per le quali non posso andarmene da un Paese dove vivo da 31 anni con mio figlio nato in Italia da un matrimonio avuto con un italiano. Mio figlio é cresciuto in Italia, si sente un italiano e non verrebbe via dall'Italia in un Paese dove non ha alcuna amicizia, non ha alcun chance di lavoro, e si troverebbe spaesato anche se avessimo un buco dove andare.
Non saprei dove andare in Ungheria non avendo piú i miei genitori, di cosa vivere essendo stata defraudata da tutto da cittadini italiani poco onesti i quali si erano approfittati della mia ingenuitá e di buona fede, senza essere puniti.
I miei avversari che sono diventati le Istituzioni mirano a quello che io lasci il Paese dopo essere anche deligittimata in tutto. Io me ne vado volentieri se qualcuno mi rende tutti i soldi dei quali sono stata derubata, anche se attraverso una colletta. Si offrirebbe qualcuno come volontaria a farmi una colletta? Caso mai potrebbe chiederla anche a quei magistrati ai quali devo questa situazione e loro non hanno proprio difficoltá di contribuire icamente al mio espatrio essendo loro i migliori stipendiati tra i dipendenti pubblici. Considerato che sono coinvolti circa 200 magistrati nelle mie vicende, basterebbe un mese di loro stipendio per riavere quello che é il mio, senyz parlare di risarcimento danni.

 
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