Il caso si descrive dettagliatamente sul seguente blog: http://ridiculegiudiziario.blogspot.com/ , vi sono atti di prova in allegato. PROCEDIMENTO: N.6403/03 Genova
IMPUTATI/CALUNNIATI : Dr.ssa Olga Babenko e altre 5 persone, cittadini italiani (tra cui l’ex marito e altre persone sconosciute e conosciute poco)
REATO ADDEBBITATO: ingiuria ipoteticamente detta all’assistente sociale Silvia Miano (“Ecco la venditrice dei bambini! Guardate com’è con la minigonna, vergognati!” – Dr.ssa Babenko; “Vergognatevi”, “Maledette”, “Stupida, fai cose da stupida”. “Miss Pechino, hai violato la convenzione dei diritti del fanciullo” – da parte degli altri coimputati) nel momento della restituizione dei bambini rapiti dall’assistente sociale ai genitori (la Miano aveva rapito due bambini, figli della Dr.ssa Babenko e del suo coniuge italiani, per 45 giorni e aveva chiesto 300 000 euro in cambio di loro liberazione)
PARTE LESA DAI REATI: Dr.ssa Olga Babenko e la sua famiglia
PARTE CALUNNIATRICE: assistente sociale Miano Silvia (Sesta Godano, SP)
TESTIMONI DELLA PARTE CALLUNIATRICE: colleghe, complici dei reati, operatrice Corso Fiorella e autista Paola Gargano
TESTIMONI SENTITI DELLA PARTE CALUNNIATA: un carabiniere (nominato dal p.m.), un giornalista, un proprietario di un bar
TESTIMONI NON SENTITI: personalità e persone varie, ritenuti dal primo giudicie “sovrabbondanti”
PRIMA UDIENZA PRESSO IL GIUDICE DI PACE DI GENOVA DR. FILIPPO SANTARELLA
Tentativo di trattazione, la parte calunniatrice estorce il denaro e lettere delle scuse, nonostante la legge prevede che il ritiro della querela deve essere incondizionato, il giudice omette di osservare la legge e non spiega alla parte calunniatrice che il ritiro deve essere incondizionato. La parte calunniatrice si rifiuta di ritirare la querela, pretendendo il denaro.
SECONDA UDIENZA PRESSO IL GIUDICE DI PACE DI GENOVA DR. FILIPPO SANTARELLA
Vanno sentiti il carabiniere, la parte calunniatrice assistente sociale Silvia Miano e le sue colleghe, complici del reato di sequestro dei minori, operatrice Corso Fiorella e autista Paola Gargano.
La Miano entra in contraddizione tale che il giudice inizia a ridere, non riuscendo a trattenersi (la donna dichiara che sul posto della consegna c’era “una marea di persone coi cartelli, in marea di persone erano solo due donne”, poco dopo sostiene che “c’erano 4 o 6 persone”, poco dopo dice che “c’era una sola donna con un cartello”, e altro simile). La Miano non riesce a ricordare la frase attribuita alla Dr.ssa Babenko e alle altre persone calunniate, usa più volte imprecazioni “troia”, “faccia da troia”. Il suo racconto è pieno delle menzogne e falsità, la donna non presenta nessun atto di proprio ufficio per provare proprie affermazioni, tra cui l’affermazione delirante e falsa di essere affidataria (sic!) dei minori e non criminale-rapinatrice, ed entra in contraddizione con prove fotografiche.
Dichiara che tutte le persone che avrebbero insultato, sono state identificate dai carabinieri, liberando con ciò la Dr.ssa Babenko da ogni responsabilità, in quanto non identificata dai carabinieri e non presente sul posto nel momento dell’arrivo dell’assistente sociale (che è arrivata sul posto 15-20 minuti dopo la consegna dei bambini, quando la dottoressa era già andata via).
Le testimoni, dipendenti della Miano, Corso e Gargano, fanno dichiarazioni contrari a quelle della Miano, dichiarano di “non ricordare” se la Dr.ssa Babenko aveva detto qualcosa o meno, mentre la prova fotografica attesta che le donne si trovavano dietro alle spalle della famiglia della dottoressa e hanno visto e sentito tutto, tra cui le parole d’amore verso figli. Anche le Corso e Gargano usano più volte imprecazioni “troia” e “Faccia da troia”, senza avere un minimo di decoro e di buon costume, mostrando una dimestichezza all’uso delle imprecazioni e del linguaggio osceno, indegno per una donna.
Il carabiniere testimonia che le Miano/Corso/Gargano mentono e compiono reati di calunnia e falso ideologico, offrendo diversa versione dei fatti. Il carabiniere testimonia che la Dr.ssa Babenko non è stata identificata e che non si trovava sul posto, dice di non averla mai visto, mentre altre persone calunniate sono state identificate tutte, conferma la totale estraneità della dottoressa ai fatti.
TERZA UDIENZA PRESSO IL GIUDICE DI PACE DI GENOVA DR. FILIPPO SANTARELLA
Vanno ascoltati la Dr.ssa Babenko, il suo ex congiuge, alcuni di coimputati, i testimoni della Dr.ssa Babenko: un giornalista alla stessa sconosciuto e un proprietatio di un bar, il terzo testimone è stato mandato via senza essere sentito, in quanto ritenuto sovrabbondante, viste tutte le prove in favore della Dr.ssa Babenko.
Dr.ssa Babenko presenta tante prove documentali dei reati della parte calunniatrice, i testimoni testimoniano chiaramente che la parte calunniatrice ha mentito alle Autorità Giudiziarie, che la Dr.ssa Babenko non ha pronunciato alcun tipo di ingiurie e che nessuno aveva pronunciato ingiurie sul posto della consegna, che la Miano & C° avevano aggredito persone con macchine fotografiche sul posto della consegna dei bambini e avevano chiamato carabinieri per impedire ai giornalisti di pubblicare articoli sulla consegna dei minori liberati dal sequestro.
L’ex coniuge della Dr.ssa Babenko, cittadino italiano, dichiara che la dottoressa non ha mai usato linguaggio osceno attribuitole dall’assistente sociale non laureata e dalle compagne non laureate della stessa, né prima del matrimonio, né dopo.
QUARTA UDIENZA PRESSO IL GIUDICE DI PACE DI GENOVA DR. FILIPPO SANTARELLA
Dibattimento. La pubblico ministero (il nome è in via di chiarimento) insulta la Dr.ssa Babenko, fa un discorso pieno di falsità, diffamazioni e ingiurie della famiglia della dottoressa, compiendo il reato doloso di falso ideologico e di favoreggiamento alla parte calunniatrice; non parla delle prove presentate, dichiara che per lei l’assistente sociale era affidataria dei minori anche se non esiste un decreto previsto dalla legge e avente efficacia legale del tribunale dei minori. Anche l’avvocata della parte calunniatrice, Barbara Terragna, si abbassa ad insultare la Dr.ssa Babenko, dandole “fannullona che non ha mai lavorato” e affermando che la dottoressa riceve sussidi dal comune per vivere, senza presentare un documento di prova, compiendo reati dolosi di ingiuria e falso ideologico. Alla fine parlano avvocati difensori, ricordando che la parte calunniatrice non ha presentato prove del proprio dichiarato, che il carabiniere ha testimoniato contro la parte calunniatrice e che due testimoni della Dr.ssa Babenko hanno confermato la versione del carabiniere e della Dr.ssa Babenko; è stato rilevato che Dr.ssa Babenko è estranea ai fatti in quanto non identificata dai carabinieri, mentre la parte calunniatrice ha affermato che tutti quelli che avrebbero insultato sono stati identificati.
SENTENZA DEL GIUDICE DI PACE DI GENOVA DR. FILIPPO SANTERELLA
Il giudice assolve ex coniuge della Dr.ssa Babenko e un cittadino italiano per “mancanza di prova” (sic!) e condanna la dottoressa e altri 2 cittadini italiani, scrivendo nel testo della sentenza falso ideologico e menzogne, contrari alle prove acquisite pur di favoreggiare la parte calunniatrice e per procurarle l’impunità per il reato di calunnia. Il giudice ha omesso di indicare che la Dr.ssa Babenko è completamente estranea ai fatti, secondo le testimonianze del carabiniere e della parte calunniatrice stessa, che in più ha due testimoni sentiti e un testimone mandato via senza essere sentito. La versione dei fatti della Dr.ssa Babenko non si indica, come non si indicano testimoni e prove documentali, si trascrive falsamente solo la versione della parte calunniatrice, la parte calunniatrice si indica come affidataria dei minori, mentre non lo era; il giudice mente che le colleghe della parte calunniatrice avrebbero confermato la versione dei fatti della calunniatrice al posto di descrivere contraddizioni e affermazioni “non ricordo”. La sentenza viola l’art. 546 c.p.p (requisiti delle sentenze).
UDIENZA D’APPELLO DAVANTI AL GIUDICE MONOCRATICO DI COGNOME DAGNINO (non si sa il nome), IN FUNZIONE DELLA CORTE D’APPELLO
L’udienza dura circa quaranta minuti, parlano solo avvocati. Si sottolinea l’estraneità della Dr.ssa Babenko all’episodio, in quanto estranea al fatto, la testimonianza a favore del carabiniere e di due testimoni sentiti, “non ricordo” delle testimoni della calunniatrice.
Il giudice Dagnino proclama innocenti due cittadini italiani, identificati dai carabinieri e non aventi testimoni, e la Dr.ssa Babenko proclama colpevole, dando l’esempio dell’odio razziale e della persecuzione degli stranieri onesti in Italia. La sentenza è piena del falso delirante, la versione della dottoressa non si indica, i suoi testimoni si indicano nelle righe dedicate ad un altro calunniato, si nasconde la testimonianza del carabiniere, non si spiega in quale maniera sono stati assolti cittadini non aventi testimoni e la dottoressa è stata condannata avendo ben 3 testimonianze di propria innocenza! Anche questa sentenza non corrisponde ai requisiti previsti dalla legge per le sentenze, l’art. 546 c.p.p., anche giudice Dr. Dagnino ha violato la legge e ha compiuto reato di omissione di atti d’ufficio, falso ideologico e favoreggiamento alla parte calunniatrice con lo scopo di procurare l’impunità per reati compiuti.
Tranne violazioni suindicate, alla parte calunniatrice non è stato chiesto di provare il danno subito, mentre cittadini semplici hanno sempre il dovere di provare i danni subiti. Come mai la Silvia Miano non è uguale agli altri cittadini? Perché questa donna non deve essere trattata in misura uguale agli altri cittadini? Se la donna non ricorda di cosa aveva accusato/calunniato innocenti, di quali danni si può parlare? In più, il giudice ha omesso di applicare le attenuanti, vista la nefandezza dei reati compiuti dall’assistente sociale Miano: si tratta del sequestro di due bambini e l’estorsione di 300 000 euro per la loro liberazione.
Visto che l’assistente sociale Miano vendeva i bambini alla famiglia, a prezzo di 300 000 euro, compiendo azioni consapevoli di vendita dei bambini e di estorsione del denaro, ed essendo la venditrice dei bambini-merce, la stessa era veramente la venditrice dei bambini, e quindi, la frase attribuita alla Dr.ssa Babenko non è affatto ingiuria ma la descrizione delle attività lavorative dell’assistente sociale Miano. Si precisa, che sul posto della consegna dei bambini erano presenti Autorità Internazionali, e l’assistente sociale Miano, pubblico ufficiale, apparendo in un abito succinto, nero lucido con fiori rossi fuoco, ed esponendo le cosce in una situazione relativa alla consegna dei minori sequestrati, ha svergognato l’Italia al livello internazionale, compiendo il vilipendio del proprio paese.
UDIENZA ALLA CORTE DI CASSAZIONE (del 22/01/2010)
Giudici della corte di cassazione (i nomi ancora non si sanno, in quanto non è arrivata ancora la sentenza) hanno rigettato il ricorso, senza avere un motivo legale, compiendo loro stessi il reato di omissione di atti d’ufficio e di discriminazione razziale, omettendo di attivare procedimenti penali e disciplinare contro giudici Santarella e Dagnino per reati compiuti, tra cui il falso ideologico con lo scopo di favoreggiamento e omissione di svolgere il dovere d’ufficio, emettendo le sentenze con modalità prescritte dalla legge.
Come si vede, non solo la dottoressa Babenko ma anche il carabiniere testimone e il giornalista-testimone sono stati discriminati e denigrati come cittadini, non essendo la loro testimonianza presa in considerazione alcuna e neanche indicata nei testi delle sentenze.
C’è da chiedersi, i giudici stanno compiendo reati essendo corrotti dall’assistente sociale Miano Silvia, non laureata ed esercente il mestiere abusivamente, o per motivi dell’odio razziale personale verso stranieri onesti??? GIUDICI E PUBBLICI MINISTERI DISONESTI COINVOLTI, A VOI LA RISPOSTA: PERCHÉ VIOLATE LA LEGGE!? SIETE STATI CORROTTI O SIETE PIENI DELL’ODIO RAZZISTA?
Notizie recenti: si prepara di andare a Strasburgo e alle altre Autorità Europei per la difesa dei diritti umani.
La Dr.ssa Olga Babenko cerca sostegno dei cittadini italiani onesti per essere protetta dai reati dei magistrati italiani e per obbligare i magistrati di osservare la legge. La Dr.ssa Babenko chiede anche la punizione penale e civile dei criminali che avevano compiuto il reato di sequestro dei suoi figli nel 2003 (il sequestro ha durato 45 giorni, il prezzo di riscatto era 300 000 euro, fino ad oggi nessuno è punito, mentre i carnefici hanno causato gravi danni ai bambini e alla vita della famiglia, la storia con l’indicazione dei nomi di tutti i criminali sarà pubblicata in web appena possibile).
Contatto con la Dr.ssa Babenko: (0039)3402741271 ore ufficio giorni lavorativi tranne il sabato; olgababenko@yahoo.it
Avvocati che al momento stanno seguendo il procedimento: studio dell’Avv. Claudio Defilippi.