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Scende il silenzio forzato sulla morte di Niki Aprile Gatti
cryptoneDate: Giovedì, 13/05/2010, 21:25 | Message # 1
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E’ stato il più grande scandalo economico e politico degli ultimi tempi. La vicenda Telecom Sparkle-Fastweb si è configurata da subito come una truffa dal respiro internazionale costruita attorno alle regole degli inganni e degli insabbiamenti di un tempo, viva espressione di questa imperitura liaison dangereuse che unisce in una sorta di gioco perverso mafia (le ’ndrine di Isola Capo Rizzuto), politica (l’ex senatore del PDL Nicola Paolo Di Girolamo), compagnie telefoniche internazionali (Telecom e Fastweb), neofascisti legati all’alta finanza e alla criminalità organizzata (Gennaro Mokbel), ufficiali delle forze dell’ordine (Polizia di Stato e Guardia di Finanza) e alcuni commercialisti di fiducia.

Una storia di alta criminalità stile anni ’70 catapultata con forza ai giorni nostri.

L’articolato puzzle internazionale ruota attorno ad una serie innumerevole di giganteschi flussi di denaro che appaiono e scompaiono tra San Marino e Londra, Hong Kong e Isole Cayman, per poi affluire come un torrente in piena in conti ben coperti nelle filiali degli istituti di credito italiani.

E’ proprio l’asse San Marino-Londra a spuntare in occasione di altre truffe telefoniche italo-europee: Phuncards-Broker, Eutelia e l’inchiesta Premium. Ed è in quest’ultima che entra con un ruolo da "protagonista involontario" Niki Aprile Gatti, ragazzo di appena 26 anni, programmatore per una delle aziende incriminate (la Oscorp SpA), trovato morto nel carcere di massima sicurezza di Sollicciano (FI) dopo appena 4 giorni dal suo arresto.

Apparentemente è il più classico dei suicidi: Niki viene trovato impiccato ad una corda costruita con strisce di jeans e lacci di scarpe nel bagno della cella numero 10, IV sezione. Ma solo apparentemente, perché troppe cose lasciano pensare ad una mano estranea responsabile di una vita spezzata nel fiore degli anni. Una mano senza nome, ma che trasforma un ragazzo suicida in un ragazzo "suicidato".

Oggi, con la decisione del GIP del Tribunale di Firenze di archiviare l’indagine sulla sua morte (nonostante la dura opposizione di sua madre, Ornella Gemini, spesso definita "madre-coraggio" per la straordinaria tenacia dimostrata durante questa durissima battaglia), Niki Aprile Gatti torna ad essere a tutti gli effetti, ma contro ogni logica, un "suicida".

Il 19 giugno del 2008 Niki riceve la telefonata della madre del titolare/socio dell’azienda per cui lavora: lo informa che il figlio è stato arrestato e lo invita a recarsi dall’avvocato aziendale, Franco Marcolini, per avere spiegazioni. Niki non ha ragioni per temere nulla e si reca dal legale dell’azienda. All’uscita, ore 14:30, viene tratto in arresto. L’accusa: frode informatica.

Non viene trasferito al carcere di Rimini così come avviene per gli altri 17 arrestati, ma, solo fra tutti, presso quello di massima sicurezza di Sollicciano. A differenza degli altri imputati non si avvale della facoltà di non rispondere. A domanda risponde. E cerca di aiutare i magistrati nella ricerca di possibili informazioni.
Al termine dell’interrogatorio di garanzia Niki è l’unico tra gli indagati ad aver collaborato. Ed è anche l’unico al quale viene confermata la custodia cautelare in carcere; per i "silenziosi" scatta invece il privilegio degli arresti domiciliari.

E’ il 23 giugno. Poche ore più tardi, nella mattinata di martedì 24 giugno 2008 Niki viene trovato morto dai suoi compagni di stanza. E’ un suicidio. E’ questo ciò che affermano le autorità inquirenti sin dai primi istanti. E’ questo ciò che ha certificato ieri il GIP di Firenze. Lasciando decine di dubbi e questioni fondanti irrisolti.

Resta senza motivazioni la scelta di condurre un incensurato di 26 anni accusato di un reato lieve (frode informatica), solo tra tutti gli altri arrestati, in un carcere di massima sicurezza. Non si hanno chiare spiegazioni sul perché alla madre di Niki, Ornella, fu riferito della sua detenzione presso il carcere di Rimini (nel quale, invece, Niki non mise in realtà mai piede).

Si conclude con un punto interrogativo la presunta telefonata di rito che Niki avrebbe fatto a sua madre dal carcere ma che in realtà non venne mai ricevuta. Non si comprende sulla base di quali informazioni le agenzie di stampa uscite immediatamente dopo gli arresti definivano Niki Aprile Gatti titolare della Oscorp (come a volerne accentuare la presunta colpevolezza), quando in realtà questi deteneva appena il 9% del pacchetto azionario.

Rappresenta una profonda anomalia la scelta di Niki di recarsi presso l’avvocato dell’azienda, incontrando l’inevitabile arresto, anziché fuggire come avrebbe fatto chiunque sapesse di essere colpevole di qualcosa.

La procura di Firenze non spiega come sia stato possibile che alle ore 20:58 del 20 giugno venisse recapitato a Niki (che allora si trovava in carcere) un telegramma proveniente dalla sua stessa abitazione (che per logica avrebbe dovuto essere sotto sequestro) che gli ordinava di nominare un nuovo avvocato.

30 giorni dopo l’arresto, il marito di Ornella trovava l’appartamento di Niki a San Marino completamente svaligiato. La Procura di San Marino dopo diversi mesi archivia la denuncia di furto attribuendo ogni responsabilità dell’espoliazione all’ex ragazza di Niki. Eppure non si hanno tracce del pc di Niki, così come non emergono ragioni valide a dimostrare come ciò sia potuto avvenire nella casa di un ragazzo indagato per truffa e successivamente ritrovato morto.

In seguito anche la sede della Oscorp SpA venne ritrovata dal commissario liquidatore privata di ogni bene. La sua denuncia di "smarrimento" venne archiviata come la precedente sulla base di 2 fatture che dimostrerebbero la vendita di tutti i beni dell’azienda. Eppure tali fatture risultano emesse prima del 18 giugno, data in cui Niki era ancora regolarmente a lavoro con il suo pc e con tutti i beni ancora in possesso dell’azienda.

Il verbale del carcere attesta un sereno dialogo tra Niki ed un agente (non meglio identificato) alle ore 10 del 24 giugno, stessa ora e data in cui la perizia data la morte di Niki.

Continua a destare sospetti di non poco conto il fatto che la morte sia avvenuta durante o subito dopo l’ora d’aria in cui c’è piena libertà di movimento nel carcere. Così come li desta la misteriosa sparizione della prima richiesta di opposizione all’archiviazione presentata da Ornella Gemini, madre di Niki Aprile Gatti. Le testimonianze dei suoi due compagni di stanza, fondamentali nel confermare il suicidio, non collimano.

Restano al loro posto, come macigni abbandonati, le testimonianze dei tanti che hanno visto Niki negli ultimi giorni di vita in carcere che ne attestano la totale serenità di spirito e la sua decisione di collaborare liberamente con gli inquirenti.
Non trova risposta il dubbio sul fatto che lacci di scarpe e strisce di tessuto jeans possano sorreggere il peso di un uomo di 92 chilogrammi, così come non la trovano la questione sulla legittima presenza di lacci di scarpe in un carcere di massima sicurezza o la capacità per un detenuto di creare a mano strisce di tessuto jeans.

Numerosi dubbi nei quasi due anni che ci separano dalla morte di Niki Aprile Gatti non hanno ancora trovato chiare risposte. E ad essi i giudici competenti non hanno finora ritenuto di doverne dare. Inserendo Niki, la sua storia e la sua morte in quel vastissimo spazio che così spesso chiamiamo "Misteri d’Italia".

 
MariaRosaDeHellagenDate: Sabato, 15/05/2010, 03:12 | Message # 2
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IL CASO DI NIKI GATTI

Su questo forum il caso si descrive brevemente qui: http://dibattitopubbl.ucoz.com/forum/20-168-1054-16-1271163969, nella sezione dedicata ai reati delle forze dell'ordine.

Sito Web: http://nikiaprilegatti.blogspot.com/

Gtuppo sul Facebook: http://www.facebook.com/home.php#!/group.php?gid=33901398375

Beppe Grillo: Niki Gatti. Loro hanno archiviato, noi no.

http://www.beppegrillo.it/2010/05/nesssuna_giusti/index.html?s=n2010-05-13#*nik4* (http://www.beppegrillo.it/2010....#*nik4* )

Scrivevo nel novembre 2008 nel post: "Niki non c'è più": "Questa testimonianza di una madre che ha perso suo figlio è forse la più agghiacciante che il blog abbia mai pubblicato. Ascolto le sue parole e non ci credo. Un ragazzo incensurato, arrestato, tradotto in un carcere di massima sicurezza con l’impossibilità di parlargli, di contattarlo. Tre giorni dopo muore. Si è suicidato, secondo le fonti ufficiali."
Sono passati due anni e l'inchiesta sulla morte di Niki Gatti è stata archiviata. Nessun colpevole. Nessuna stranezza che un ragazzo incensurato sia stato rinchiuso nel carcere di massima sicurezza di Sollicciano. Messo in cella con due pericolosi detenuti. Impossibilitato a qualunque contatto con la famiglia. Nessuna stranezza che l'unico di 18 imputati per l'inchiesta Premium che voleva collaborare con i magistrati sia morto. Nessuna stranezza che il suo appartamento sia stato ripulito insieme al suo pc.
La mamma di Niki Ornella Gemini ci chiede aiuto per scoprire la verità. La Rete può fare molto per lei, perché una verità esiste. Come ha scritto un blogger: "Loro hanno archiviato, noi no!"

Intervista a Ornella Gemini, mamma di Niki Aprile Gatti

Arresto e morte di un ragazzo incensurato
Blog: Signora Gemini ripercorriamo in pochissimi minuti la storia, chi era Niki Aprile Gatti?
Ornella Gemini: Niki lavorava a San Marino presso un’azienda e era un informatico.
Blog: Cosa è successo?
Ornella Gemini: E’ successo che era un anno e mezzo che lavorava e il 19 giugno viene arrestato, viene arrestato prima il titolare e poi i tecnici, a me lo fanno sapere le persone che erano intorno a lui che era stato arrestato e da lì è finita la mia vita.
Blog: Perché?
Ornella Gemini: Perché immediatamente sono cominciati degli eventi strani intorno, mi facevano pressione… immediatamente mi sono attivata per chiamare l’avvocato aziendale, che potesse sapere perché erano stati arrestati, immediatamente cominciano... il cambio avvocato e fanno un telegramma dalla casa di Niki e viene spedito al carcere, fanno in modo che Niki cambi avvocato e da lì poi iniziano tutta una serie di altre stranezze, storture in tutta la storia. Niki nei 4 giorni in cui è stato in carcere non mi ha mai chiamato, quindi non gli è stato mai permesso di chiamarmi, non l’ho potuto vedere e quindi tutto questo si inserisce in un quadro più ampio.
Blog: Lui era stato arrestato perché c’era un’indagine che riguardava la sua azienda…
Ornella Gemini: L’indagine si chiama Premium, che abbracciava sia Flynet di Arezzo, quindi con grossi personaggi e sia la parte di San Marino.
Blog: C’è una particolarità però, Niki è stato l’unico a rispondere subito alle domande dei magistrati.

Niki, l'unico a testimoniare, l'unico a morire
Ornella Gemini: Dei 18 arrestati Niki è l’unico che non si è avvalso della facoltà di non rispondere, ma voleva parlare, voleva spiegare al magistrato quale era il suo lavoro e voleva parlare con i magistrati. Tutto questo nell’interrogatorio di garanzia che è avvenuto il 23 giugno, dopo 10 ore non c’era più.
Blog: Siamo nel 2008.
Ornella Gemini: 24 giugno 2008.
Blog: Concluso l’interrogatorio si trova Niki in cella, però senza vita.
Ornella Gemini: Senza vita, dopo 10 ore da quando aveva dichiarato che voleva parlare, che voleva collaborare con i magistrati.
Niki aveva chiesto di essere messo in cella con due italiani, possibilmente non violenti, invece è stato messo in una cella con due persone extracomunitarie, a alta sorveglianza, quindi estremamente violenti, per questi due non era permesso detenere lacci, mentre siccome Niki era una persona definita, equilibrata, aperta i lacci gli erano stati lasciati, ma come si fa a mettere una persona con i lacci insieme a altri due che non possono averli? Perché a quel punto gli altri due potevano usare quelli di Niki. Poi si parla della sua morte e della sua morte si parla in maniera molto strana subito, dal giorno dopo perché si diceva che Niki avesse fatto delle strisce con i Jeans, quindi il tutto sarebbe avvenuto con le strisce e con i lacci.
Blog: L’ipotesi è di un suicidio sostanzialmente.
Ornella Gemini: Invece ai jeans non sono state fatte le strisce e praticamente il tutto risulta essere stato effettuato con un solo laccio, Niki era alto 1,80 e pesava 92 chili, un solo laccio poteva sorreggere un corpo di 92 chili?
Blog: Quando la informano della morte di Niki, un magistrato dispone l’autopsia oppure no?
Ornella Gemini: Immediatamente viene disposta l’autopsia, ma non viene fatto l’esame tossicologico, l’ho espressamente richiesto perché Niki non beveva, non fumava, non si drogava, quindi qualunque cosa avesse assunto, immediatamente era visibile nelle analisi, perché non hanno voluto fare l’analisi tossicologica? Anche perché Niki era alto 1,80, pesava 92 chili.
Blog: In molti casi simili è stato disposto un esame di questo genere?
Ornella Gemini: In tutte le altre morti in carcere l’esame tossicologico è sempre stato fatto, a me non l’hanno voluto fare, perché? Il carcere afferma che Niki mi abbia chiamato, Niki non mi ha mai chiamato, quindi volevo vedere i tabulati, la mia opposizione è stata fatta per chiarire tutte le cose che non erano chiare. Non ho puntato il dito a nessuno, infatti la mia opposizione era contro ignoti perché volevo sapere e volevo verificare cosa era successo all’interno di quella cella, si è parlato che Niki era andato ai passeggi, Niki ai passeggi non ci è mai andato perché nelle foto risulta essere in pigiama, quindi ho qui un verbale che vorrei farvi vedere, datomi dal carcere, un verbale di trasferimento di Niki alla cella e il verbale è completamente in bianco, il verbale non è firmato da Niki, questo è un verbale praticamente in cui il detenuto firma, insieme all’agente che lo prende in custodia, in quale cella viene messo e con chi viene messo, il verbale è completamente in bianco. Ho avuto, questa è la constatazione di decesso del primo medico accorso, dove si legge: causa apparente o presumibile di morte, arresto cardiorespiratorio, dopo ecchimosi di laccio, però la causa di morte, arresto cardiocircolatorio. Ho fatto un’opposizione perché volevo che lo Stato in cui ho sempre creduto, ho fatto una vita nel rispetto dello Stato e delle leggi, così come avevo anche educato al rispetto dello Stato e delle leggi e questo si è visto, tant’è che mio figlio subito ha detto: voglio parlare, voglio collaborare, credeva nello Stato mio figlio, ho creduto nello Stato io. Sono stata archiviata senza neanche vedere approfonditamente le cose che non quadrano, perché lo ripeterò all’infinito, ci sono i due verbali dei due che erano in cella con lui che dichiarano di essere stati in cella con lui e alla domanda dell’uno, l’uno risponde una cosa, l’altro ne risponde un’altra, quindi non quadrano i verbali, c’è il verbale di un agente di custodia che dice: "Ho parlato con Niki, quest’ultimo era tranquillo, sereno, mi ha detto: quando mi rinterrogheranno adesso?" Tutto questo avveniva alle 10, ora del decesso ore 22, quindi questo agente di custodia dove ha parlato con Niki? Perché non è specificato il posto. Non ho puntato il dito contro nessuno, volevo sapere chi erano gli altri detenuti che erano nella stessa sezione, perché Niki è stato portato incensurato, un ragazzo qualunque, mai avuto problemi con la giustizia, è stato portato in un carcere di massima sicurezza, Solicciano che è uno più duri d’Europa, dove all’interno c’è di tutto, allora avevo fatto opposizione perché volevo sapere chi erano gli altri detenuti che erano in quella sezione perché era l’ora d’aria e perché le celle all’ora d’aria sono aperte. Quindi in questa inchiesta c’è l’ombra della mafia, che significa? Voglio capire, gli occhi saranno puntati in questa inchiesta fino alla fine perché Eutelia, Telecom, Fastweb ci hanno fatto vedere molte cose, ma nell’inchiesta Premium c’è un ragazzo morto e va chiarito come è morto questo ragazzo. Niki non si sarebbe mai suicidato, Niki aveva una solida famiglia alle spalle, mi ha visto fuori al Tribunale e Niki sapeva tutto quello che avrei fatto per tirarlo fuori da là, perché tutto quello che ho fatto in questi due anni non è niente di fronte a quello che avrei fatto per tirarlo fuori da quel carcere.

L'appartamento di Niki svuotato con il suo pc
Blog: C’è anche un fatto, quando si va a visitare la casa di Niki si trova…
Ornella Gemini: Dopo 20 giorni, perché voi dovete capire che a me cominciano a mancare i punti di riferimento, perché i punti di riferimento sono la legge, se ci mancano quelli, noi non siamo più niente! Allora dopo 20 giorni ho mandato mio marito all’appartamento che Niki teneva in affitto, è andato lì, sono entrati, l’appartamento era completamente ripulito, nell’appartamento non c’era niente, cosa succede?
Succede che faccio le denunce, mi viene archiviata anche la denuncia di furto e voi non ci crederete perché tutto questo veramente è un assurdo, perché poi c’erano i colleghi che hanno preso, c’è un’ex fidanzata… la legge dice molto chiaramente che in quella casa potevano entrare solo gli eredi di Niki, quindi poteva entrare la mamma, il padre naturale, il padre adottivo. Ora come si fa a archiviare? Tra l’altro ero interessata a avere il personal computer di Niki, perché solo dal personal computer avrei avuto un’altra chiave di lettura della sua morte e questo, ascoltate bene perché è importante, cosa accade? Accade che questo personal computer viene dichiarato che è stato portato in azienda, l’azienda viene messa in liquidazione, quando il liquidatore va in azienda, l’azienda è stata completamente ripulita, anche l’azienda, quindi non c’è più neanche lo stato patrimoniale, non c’è più niente, cosa succede? Che questa azienda era perfettamente funzionante al 19 giugno, Niki aveva portato il personal computer in azienda? Si archivia anche tutta la questione dell’azienda e come si archivia? Si archivia perché poi vengono portate delle fatture antecedenti al 19 giugno, d’accordo, ma il 19 giugno con cosa stavano lavorando? Niki il 18 giugno a chattato con me dal personal computer, io ce l’ho ancora in memoria, sapete com’è finita la storia dell’appartamento? Perché qua c’è dell’incredibile: se manca qualcosa allora è stato Niki, ma se il Niki era in carcere, se Niki è morto, come faceva? Guardate i giornali che sono usciti a San Marino!
Blog: Il paradosso!
Ornella Gemini: Ditemi voi, ma bisogna credere ancora alla legge? Ma a quale legge dobbiamo credere? Niki non si è suicidato, fino all’ultimo giorno della mia vita e nessuno si sta fermando, delle persone che sono intorno a me nessuno si sta fermando! All’archiviazione dell’appartamento mi è stato detto che non sono stata sollecita e che non sono stata precisa nell’elencazione dei beni, ma a me cosa fregava dell’elencazione dei beni? Volevo ritrovare le maglie di mio figlio, volevo risentire il profumo di mio figlio! Volevo il personal computer perché io da lì avrei estrapolato le cause della sua morte. Tutto questo mi è stato negato e mi è stato, tra l’altro, archiviato tutto, tutto in questo modo, tutto con questi paradossi, dove è la legge? Non può esistere, ho scritto al Presidente della Repubblica, ho scritto diverse lettere, non ho mai avuto neanche le condoglianze, non si perdono i figli in questo modo, come si può fare? Lo Stato dove è in tutto questo? C’è una circolare, allora mi avevano affiancato uno degli studi più importanti di Bologna, per i nuovi ingressi in carcere, per chi è la prima volta, per chi viene dalla libertà, questa circolare mi è stata mandata in anonimato, questa è la busta, dove si spiega chiaramente che il primo ingresso in carcere deve essere agevolato il contatto con la famiglia, con il telefono, con le visite, questo grosso studio non era a conoscenza di questa circolare, perché non mi hanno fatto parlare con mio figlio? Perché da quando è stato arrestato non ho sentito più la voce di mio figlio? Perché non l’ho potuto vedere? Ero presente quando l’avvocato si è attivato per farmi avere questo colloquio, ma non ha nominato questa circolare, la circolare non è mai stata nominata, l’ho trovata io! Me l’hanno mandata poi in originale con la carta intestata dal Ministero per farmi vedere che avevo ragione, perché la gente su Internet si sta dando tanto da fare, nessuno mi sta lasciando sola! Ma lo Stato dove è? Ho scritto a Alfano, ho scritto a tutti, ho bussato alle porte di tutti, alla porta del Sindaco di Avezzano, sono stata lasciata completamente sola e tutto questo non è giusto perché è morto un ragazzo di 26 anni incensurato che non ha mai avuto problemi con la giustizia! Volevo, con l’opposizione all’archiviazione, le risposte a tutte quelle cose a cui non avrò mai più in questo modo, ma le avrò lo stesso perché mi mancano i punti di riferimento, ma non si fermano le nostre ricerche! Non si fermano e comunque andiamo avanti, ci sono tante persone che stanno lavorando avrò anche su Internet ci sono tante persone che sono vicine a me. C’è un messaggio anonimo che poi mi è stato lasciato, questo messaggio anonimo che diceva: "So molto di più sull’omicidio di Niki ma siccome sono implicato non posso parlare".. Queste memorie le ho presentate al magistrato, perché lui poteva verificare, lui lo poteva fare Era un pazzo? L’avremmo verificato se era un pazzo, e se invece è vero? Facciamo il caso come quello di Elisa, il messaggio che il corpo era sopra il campanile era scritto da due anni dentro al bar, però nessuno l’ha preso in considerazione, anche Niki dobbiamo aspettare gli anni per sapere quello che realmente è successo? I vecchi saggi dicevano: "Occupiamoci della mafia prima che la mafia si occupi di noi!". Ma erano saggi e non sono stati mai ascoltati.

L'appello della mamma di Niki
Quello che voglio dire, queste sono inchieste molto grandi, le mie domande che erano domande quando ho fatto il primo video con voi, qual è il ruolo dei gestori di telefonia? L’abbiamo visto poi dopo quando abbiamo visto anche tutto lo scandalo Telecom – Fastweb, abbiamo visto quali erano i ruoli, guardiamoci in fondo, facciamo che queste cose non accadano più perché è successo a me, purtroppo è successo a me, hanno rovinato la mia vita, la mia famiglia per sempre, ma può accadere a chiunque.
può accadere che un ragazzo va a lavorare in un’azienda e non sa chi c’è dietro a tutto questo! Vi prego aiutatemi, farò riaprire questo caso perché tanto il caso di Niki si archivierà quando si saprà la verità, il caso di Niki non viene archiviato semplicemente come un fascicolo perché mi dispiace, ma per me Niki era la vita e io non ce l’ho più una vita e allora non possiamo fare in questo modo, la giustizia dove è? Vengo accusata che non sono stata sollecita, ma di cosa? Mi avevano distrutto la vita, di cosa dovevo essere sollecita di due mobili? Ma che mi interessa di due mobili? Ma la verità è che la legge dice una cosa e la legge è quella, deve essere rispettata da tutti, non possiamo fare sempre la legge del più forte perché allora noi, povera gente non saremo mai i più forti, i più forti saranno sempre loro! E noi perdiamo i figli però, questo non è giusto! Vi prego non mi lasciate da sola, questa non è una lotta che si può fare da soli, dobbiamo essere tutti insieme, dobbiamo volere il ripristino dello stato di diritto, dobbiamo volere che certe cose siano chiare, alla luce del sole se andiamo a lavorare in un posto, deve essere un posto che ci dia la sicurezza. Andiamo a lavorare lì perché lo vogliamo, perché speriamo in un futuro migliore, non speriamo di finire nei cimiteri, vi prego uniamoci perché insieme ce la possiamo fare!

 
MariaRosaDeHellagenDate: Sabato, 15/05/2010, 03:23 | Message # 3
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Niki Gatti. Loro hanno archiviato, noi no- Intervista alla mamma Ornella Gemini

http://www.youtube.com/watch?v=qtQf1wddaVM

 
MariaRosaDeHellagenDate: Sabato, 15/05/2010, 03:24 | Message # 4
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Le interviste del blog beppegrillo.it: Ornella Gemini

http://www.youtube.com/watch?gl=IT&hl=it&v=4Ii_FjHjPWg

 
MariaRosaDeHellagenDate: Sabato, 15/05/2010, 03:37 | Message # 5
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Gatti, fu suicidio. Solo per i Pm

Daniele Nalbone

Archiviata, come suicidio, la morte di Niki Aprile Gatti. La magistratura fiorentina ha deciso. Sull'inchiesta per la morte del 26enne informatico abruzzese, avvenuta nel carcere di Solliccian...o il 24 giugno 2008, arriva, in data 5 maggio 2010, la parola fine. Questa la notizia che, probabilmente, in qualsiasi altro quotidiano sarebbe relegata fra le brevi, sempre che vi trovasse spazio. Ma c'è qualcosa che non convince nessuno, non solo mamma Ornella, i parenti e gli amici di Niki, il Comitato Giustizia e Verità che è nato, pochi mesi dopo la sua morte, per non dimenticare, per non arrendersi. Quel qualcosa emerge semplicemente ricordando come andarono le cose. Ne scrivemmo, su questo giornale, il 29 aprile 2009. Ornella commentò così, sul blog che porta il nome di suo figlio, quell'articolo: «Sfondato il silenzio stampa intorno alla morte di Niki». Da allora diversi giornali e molte televisioni raccontarono quella triste storia che, partita dal sito di Grillo, è ormai di dominio pubblico. La speranza, di tutti noi, era che parlandone si sarebbe evitata l'archiviazione. Che su quelle ore trascorse all'interno del carcere di Sollicciano fosse fatta chiarezza. È la mattina del 19 giugno 2008 quando Niki viene arrestato, a Rimini, insieme ad altre diciotto persone, tra le quali il titolare della Oscorp, la ditta per la quale Niki lavorava, nell'ambito dell'inchiesta Premium per truffa telefonica e frode informatica condotta dal magistrato fiorentino Paolo Canessa riguardante quattro società sammarinesi, la Fly Net di Piero Mancini, presidente dell'Arezzo Calcio, e diverse società con sede a Londra. Già, proprio quell'asse, San Marino - Londra, balzato sulle pagine di tutti i giornali per il famoso caso Eutelia - Gruppo Omega. Un'asse sul quale è la criminalità organizzata a farla da padrone. Niki viveva a San Marino da due anni e mezzo: «Fin da piccolo» ricorda sempre mamma Ornella «era un genio del computer. Un genio purtroppo finito nelle mani sbagliate». Niki fu l'unico dei diciannove ad essere condotto nel carcere di Sollicciano. Niki fu l'unico a non avvalersi della facoltà di non rispondere davanti ai Pm. Nel carcere, però, Niki riceve, il 21 giugno, dopo tre giorni di isolamento, un telegramma che lo invita a cambiare avvocato. Il 23 giugno mamma Ornella parte per il Tribunale di Firenze. Sarà quella l'ultima volta che mamma e figlio potranno incrociare i loro sguardi. Ventiquattro ore dopo, alle 13,25 del 24 giugno, con una telefonata sul cellulare Ornella viene a sapere che Niki si è suicidato, in bagno, durante l'ora d'aria. Pochi giorni dopo, il marito di Ornella, rimasta a casa distrutta dal dolore, e suo cognato partono alla volta di San Marino per chiedere al padrone di casa di Niki un mese, due, per svuotare l'appartamento. Ma appena il proprietario di casa apre la porta, i tre si trovano davanti a una "rapina perfetta". La casa di Niki è stata completamente svuotata. Niente pc, niente effetti personali, nemmeno una maglietta. Come non bastasse la criminalità organizzata sull'asse San Marino - Londra e l'appartamento perfettamente ripulito da ogni possibile prova per l'inchiesta Premium, come non fosse già troppo strano che un indagato che decide di collaborare si suicidi pochi giorni dopo aver cambiato legale con un telegramma, altre due elementi contribuiscono a gettare ombre sul caso. La prima: Niki, evidentemente sapendo di correre rischi, chiese di essere lasciato in cella da solo o, almeno, di essere recluso con detenuti non violenti. Di tutta risposta, venne messo in una cella della quarta sezione con due detenuti per i quali era stata disposta una sorveglianza assidua. La seconda, agghiacciante, riguarda l'autopsia sul corpo del giovane informatico: il medico che ha effettuato l'esame atuptico, il dott. Fortuni, perito di parte degli agenti incriminati nei casi Aldovrandi e Bianzino, nella rappresentazione suicidaria ha riferito di un segno di circa 6-7 centimetri lasciato sul collo dal cavallo dei jeans con i quali Niki si è tolto la vita. Ebbene, nelle foto inserite nella documentazione non c'è traccia di nessuna striscia ma solo del segno di un laccio. Discrepanza confermata anche dalla consulenza tecnica medico/legale. E, sinceramente, che un ragazzo di 92 kg possa impiccarsi con un laccio o con dei jeans tagliati, scusateci, ma ci sembra quantomeno difficile. Ma evidentemente tutto questo non è stato sufficiente a far sì che la morte di Niki non fosse archiviata come suicidio. In attesa delle motivazioni per l'archiviazione la sensazione è che, come ha scritto sul suo blog mamma Ornella, «il 5 maggio 2010 Niki è stato ucciso per la seconda volta».

09/05/2010

Da http://nikiaprilegatti.blogspot.com/2010/05/niki-aprile-gatti-liberazione-la-poesia.html

 
MariaRosaDeHellagenDate: Lunedì, 24/05/2010, 00:35 | Message # 6
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Ornella Gemini restituisce il suo certificato elettorale

In data 23 marzo 2010 in occasione delle imminenti elezioni provinciali del 28 marzo 2010, Ornella Gemini, la mamma di Niki Aprile Gatti, restituisce il proprio certificato elettorale all'ufficio elettorale del Comune di Avezzano (AQ)

 
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SKY TG24 INTERVISTA Ornella Gemini

 
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