Molto spesso case famiglia, o orfanotrifi, istituti, strutture protette, ecc., sono esteticamente bruttissimi, sudici, fatiscenti. Il personale che vi lavora può essere di bassissima estrazione sociale e con titoli di studio di livello basso o medio (il che è insufficiente per lavorare coi bambini già vittime di ingiustizie). Il sistema di porte chiuse crea condizioni di omertà, qualsiasi maltrattamento o reato sono possibili. Di solito gli istituti sono negli posti isolati, per imedire ai bambini di avere qualsiasi contatto con il mondo esterno (per evitare che chiedino aiuto ai cittadini) e per rendere più difficili le fughe dei bambini. Per me uno dei requisiti principali deve essere:
PORTE APERTE ai controlli della cittadinanza. Giornalisti e rappresentati delle associazioni devono avere la possibilità di entrare e controllare lo stato dei bambini e dei locali in qualsiasi momento e senza preavviso.