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QUALI SONO I "GIUSTI MOTIVI" PER ALLONTANARE BAMBINI
MariaRosaDeHellagenDate: Venerdì, 20/11/2009, 13:49 | Message # 1
Group: Amministratori
Messages: 459
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La legge italiana è molto vaga e non spiega per bene quando bambini devono essere allontanati, lasciando tutto alla descrizione dei giudici e assistenti sociali. In rusultato, vediamo tanti bambini lasciati negli ambienti sporchi, coi genitori o affidatari violenti, e al contrario, i bambini si tolgono alle famiglie per bene, senza contestazioni concrete.
Ad alcune famiglie si tolgono bambini perché genitori non lavorano, alle altre perché lavorano. Nulla è chiaro.

Per la mia opinione, i giusti motivi per allontanare i bambini sono:

1. Uso delle sostanze stupefacenti di ogni tipo da parte dei genitori

2. Consumo delle bevande alcoliche da parte dei genitori

3. Fumo in presenza dei bambini

4. L'abitazione nello stato insalubre al punto tale che interventi ordinari non sono risolutivi

5. Malattie mentali dei genitori e mancanza di una badante/baby-sitter per il bambino e un'altra badante per la persona malata

6. Quando bambini sono trascurati dai genitori (cioè hanno vestiti sporchi, non hanno loro spazi per gioco e lo studio in casa, non sanno parlare bene in corrispondenza con l'età, usano imprecazioni e linguaggio osceno, non frequentato pediatra e corsi sportivi e culturali per bambini, non sono avviati allo studio da parte dei genitori)

7. Maltrattamenti PROVATI nei confronti dei bambini

8. Quello che riguarda sospetti di maltrattamenti e di abusi del tipo pedofilo, sostengo che è giusto l'allontanamento breve di durata non superiore a due settimane - il tempo effettivamente necessario per le indagini e perizie medico-psichiatriche

9. Comportamenti amorali e volgari dei genitori, pubblicazione da parte loro delle proprie immagine nude o porno - il che può provocare traumi psicologici irriparabili nei bambini (tanti artisti e personaggi cosidetti pubblici lo fanno)

Per me la conflittualità in sé non può essere il motivo di allontanamento dalle famiglie (dalle comunità sì - però nelle comunità tutto è coperto dell'omerta), se c'è conflittualità in famiglia, i genitori dovrebbero essere invitati di intraprendere un percorso per imparare a gestire l'aggessività, uno dei genitori o membri della famiglia più aggessivo dovrebbe essere invitato di andare via, di allontanarsi dalla famiglia (invito scritto) con il divieto di avvicinamento per il tempo necesario per le cure e il percorso educativo.
Conflittualità deve essere suddivisa sui gradi di gravità: lieve (litigi solo verbale), medio (litigi con urla violente), grave (litigi violenti che arrivano alle percosse o alle risse, o altri atti violenti), e gli interventi dovrebbero basarsi proprio sul grado di conflittualità. Talvolta conflittualità si crea da una persona sola e l'altra ne è solo vittima, talvolta il comportamento ingiusto hanno tutti i membri della famiglia.

Anche "INCOLLABORAZIONE DEI GENITORI" non può essere motivo finchè non ci sono le prove concrete. Cioè deve esistere un proggetto d'assitenza con la proposta di più vie di risoluzione della situazione, tra i quali i genitori hanno il diritto di scelta, se non ci sono offerte risolutive da parte dei servizi sociali sussite incollaborazione e il reato di omissione di atti d'ufficio da parte dei servizi sociali stessi.

"Inidoneità" dei genitori o della famiglia è un concetto troppo oscuro, il quale dovrebbe essere spiegato ai sensi di soprascritto.

DITE ANCHE VOI LA VOSTRA!

 
amadeus96Date: Lunedì, 11/01/2010, 15:53 | Message # 2
Group: Moderatori
Messages: 40
Status: Offline
In verità, al proposito, esiste soltanto "un fruscìo di fronde", sufficiente a far accendere la miccia dei sequestri di minore....
Tutta la "pseudo" casistica prevista nelle varie leggi (regalate ai sessantottini dalla DC ed implementate dai compagni per il business di tutti i compagni che detengono il monopolio di questo business), è talmente manipolabile da poter essere utilizzata sotto qualsiasi angolazione, sotto qualsiasi profilo. in base a qualsiasi cavillo che, al magistrato, possa essere "suggerito" dalla pletora dei parassiti che campano sulla fattispecie.
Nei regimi totalitari, questi parassiti, vengono definitio "collaborazionisti" (o spioni); in Occidente, ormai, questi parassiti si sono talmente radicati nel ruolo di "depositari dei segreti per la custodia dei minori" a tal punto da farsi "isitituzionalmente" ritenere gli unici ed esclusivi "depositari" dell'interpretazione delle norme contenute nelle varie leggi, spessissimo neppure da loro conosciute e, quindi, operanti in base alla decisione di perseguitare questo o quel genitore, pur di racimolare "casi" per mantenere in piedi, appunto, il loro business.
Non sono ancora riusciti a far giungere il legislatore a sancire la "statalizzzazione della famiglia" (come nei regimi sovietici) ma poco manca...
Pertanto, ripeto, è sufficiente uno "stormir di fronda" affinché questi paarssiti si gettino a capofitto sul minore e sui (da loro soltanto ritenuti) "responsabili" di atti o fatti contro il minore... E, sul "caso" si gettano con (la tipicamente loro e falsa) apprensività, tanto ostentata da poter essere paragonata a quella dell'impeto con cui, un purosangue, disarciona il fantino allorché, durante il percorso di galoppo, il cavallo crede di aver visto chissà qual mostro quando, invece, si tratta soltanto dell'ombra di un ramo d'albero, proiettata sul terreno dalla luce del sole o della luna, fatta bruscamente oscillare da una semplice folata di vento!...
Aria, quindi, al pari dell'ARIA FRITTA contenuta nelle sempre tutte eguali e farneticanti relazion,i redatte dai servizi sociali e dai loro vari compagni di cordata, quali "esperti", psicologi, CTU e similari!...
...Ma, questi parassiti, (a differenza dei cavalli di razza) sono dei banali brocchi da tiro, neppur tanto eleganti né tanto robusti da poter essere usati per la danza oppure essere usati legati alla noia, accanto da un vecchio frantoio!!!!...


Sergio Sanguineti

Ein Herz für Kinder!

Message edited by amadeus96 - Lunedì, 11/01/2010, 16:02
 
CaterinaDate: Mercoledì, 11/05/2011, 03:04 | Message # 3
Group: Visitatori





Aldilà di tutte le critiche sul lucro politico, la domanda è: chi può realmente stabilire i "giusti" motivi per allontanare un figlio dalla propria mamma?
Personalmente mi trovo molto in linea con le ragioni elencate da MariaRosaDeHellagen, allo stesso tempo però mi sento di dire che è difficilissimo decidere cos'è oggettivamente "meno peggio" per un minorenne.

La storia è questa:
sono la primogenita di una diciassettenne raggirata da un quasi quarantenne alcolizzato e violento dell'est-europa degli anni 80. Forse la mia "fortuna" è che sono stata portata in grembo con l'ingenuità e la speranza che un giorno la violenza di lui sarebbe finita. La violenza non finisce e dopo ripetuti stupri, botte e violenze psicologiche sulla giovane mamma, arriva la secondogenita mia sorella. Dopo il compimento del mio 3° anno di età, nostra madre si trova costretta ad allontanarsi da nostro padre, per programmare una via di fuga sicura per tutte. Lei scappa, pensando che lui mai avrebbe usato la violenza su di noi. Lo fa. A 4 anni il mio "gioco" quotidiano è badare alla mia sorellina di 2, pulire casa meglio che posso ed aspettare in silenzio il ritorno di nostro padre a casa, con la speranza che non sia così ubriaco da picchiarci o abusare di noi. Lo è più spesso di quanto la mia memoria riesca a riportare a galla in anni di psicoterapia. In 3 anni nostro padre viene sfrattato ripetute volte, e ad ogni occasione cambiamo casa, ritrovandoci in bettole sempre più sporche. Subentrano delle compagne e amici con gli stessi vizi di "papà". Poco prima del mio 7° compleanno ed il 5° di mia sorella, mia madre ci ritrova per caso o per destino prescritto, ed "incantando" il suo ex-compagno con la vodka, nel giro di pochi giorni riesce a venire a trovarci, poi a portarci via con lei.

Oggi, io e mia sorella abbiamo 26 e 24 anni e siamo a nostra volta mamme. Stiamo ancora scontando i traumi infantili, e le nostre strade hanno preso direzioni molto diverse. Io ho una bimba di 11 mesi, convivo con il mio compagno che amo, mi ama, mi rispetta e mi è complice in ogni scelta. Mia sorella ha un bimbo di 15 mesi, che ieri notte le è stato allontanato dal tribunale dei minori. Lei è molto arrabbiata con me ed è convinta che la responsabilità di tutta quest'ingiustizia sia solo mia, perchè 7 mesi fa, la sentii per telefono a mezzanotte, dopo 3 giorni che non si presentava a casa (allora viveva con mia mamma, la quale non riteneva opportuno intervenire), era sotto l'effetto di alcool, e si portava appresso il bimbo che allora aveva 8 mesi: la mattina dopo staccò il telefono per non sentirmi ed io feci la denuncia ai carabinieri per sparizione.
La verità è che io vivo con il senso di colpa nonostante sappia che le mie "buone ragioni" fossero allora come ora molto convincenti.
E' vero che lei non ha rispettato l'accordo preso col SERT, è vero che il mio piccolo innocuo nipote era quotidianamente esposto ad un ambiente pieno di droghe, spaccio, furti, ai quali sua mamma partecipava attivamente, è vero che tutto questo segnerà il suo inconscio per sempre. Ma COME? COME? COME posso io, minuscola goccia in un oceano di ingiustizie, decidere che il suo destino possa essere "meno peggio" come dicevo prima, se lontano dalla sua mamma? COME posso io quantificare l'amore di cui ha bisogno questo bambino e decidere che possa essere un perfetto estraneo e gruppo di estranei ad offrirglielo??? Non è possibile che scelga io per la sua vita. Sceglie la sua mamma: ma la sua mamma sta facendo un sacco di scelte all'ombra delle pessime scelte fatte per lei da altri...ed alle spalle è pieno di catene di questo genere. Allora scelgono i servizi sociali, che passano il testimone al prefetto e dulcis in fundo, è il tribunale a decidere che non ci sono i presupposti perchè il bimbo continui a vivere insieme alla sua mamma.

Lo schifo è che mia sorella fece richiesta poco tempo dopo la nascita del piccolo, per seguire un percorso di disintossicazione all'interno di un centro che accogliesse lei insieme al figlio, di modo che questo le permettesse di entrare pian-piano anche nel mondo del lavoro. I servizi sociali acconsentirono, poi cominciarono a temporeggiare, poi non c'era più posto, poi forse sì...poi hanno deciso di prendere la strada più breve ed economica per loro e più controproduttiva per il futuro di mamma e figlio. Ed eccoci qua, con l'ennesima famiglia sfasciata e l'incognita di un bimbo di meno di 2 anni sballottato qua e là senza che possa capire nulla...in questo momento sta solo capendo che è lontano dalla sua unica certezza: la mamma!
Questo è il fardello che mi porto, pensando anche allo stato d'animo di mia sorella, che starà reagendo nei peggiori modi, mentre qualcuno con leggerezza, ha teso una finta mano d'aiuto, poi l'ha ritratta, ed infine ha sferrato un pugno...

 
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