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Ha un reddito di 500 euro al mese: troppo poco per mantenere
AmministratoreDate: Lunedì, 16/05/2011, 06:32 | Message # 1
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Ha un reddito di 500 euro al mese: troppo poco per mantenere un figlio - il bambino sequestrato subito dopo al parto

https://www.facebook.com/group.php?gid=130697416972313

RAPIMENTO DI STATO: RIDATE IL FIGLIO A SUA MADRE! VERGOGNA!

TRENTO (20 luglio) - Ha un reddito di 500 euro al mese: troppo poco per mantenere il figlio appena nato. Sarebbe questa motivazione che sta dietro la decisione del Tribunale dei minori di Trento di sottrarre il neonato a una giovane madre in difficoltà economiche subito dopo il parto, in esecuzione di una procedura di adottabilità.

Il caso è stato reso noto oggi dallo psicologo e psicoterapeuta Giuseppe Raspadori, consulente tecnico di parte del Tribunale, che in una conferenza stampa ha criticato il meccanismo con cui i giudici dei minori applicano la sospensione della potestà genitoriale. «La giovane, senza problemi di tossicodipendenza e con un reddito mensile di 500 euro, aveva scelto di tenere il figlio chiedendo un affido condiviso per il bimbo che momentaneamente non era in grado di mantenere» ha detto il dottor Raspadori.

«A questo punto però il Tribunale, senza interpellarla, ha dato avvio alla procedura di adottabilità, levandole il figlio alla nascita». Solo dopo un mese, ha aggiunto Raspadori, la giovane si è potuta incontrare con il giudice, il quale ha deciso di avviare una perizia sulle "capacita" genitorialì della madre. «Una beffa, perché in questo modo la ragazza, cui è stato sottratto il diritto di essere madre dal primo momento, rivedrà il proprio figlio solo dopo otto mesi, con buona pace della fase primaria dell'attaccamento e della giustizia per il minore» ha concluso Raspadori.

Secondo il dottor Raspadori, «i procedimenti con cui il Tribunale dei minorenni separa i bambini dalle madri in nome dell'incapacità genitoriale sono un abuso scientifico». «L'affidamento a terzi di un minore è un'ipotesi che dovrebbe essere perseguita per gravissimi ed eccezionali motivi» sottolinea Raspadori, il quale ricorda come fino a qualche anno fa le cause di allontanamento di un minore dalla sua famiglia era abusi sessuali e violenze, che in Trentino nell'ultimo anno hanno rappresentato il 5% dei casi. «Negli altri casi - dice Raspadori - pretendere di misurare e giudicare la qualità dell'amore materno senza tenere conto della naturale visceralità del rapporto, non solo rischia di far prendere solenni cantonate, ma purtroppo anche commettere ingiustizie e vere e proprie crudeltà». «Dichiarare una madre 'incapace' e sottrarle il figlio è lacerante ben più della galera, molto più vicino a una pena di morte». Secondo lo psicologo, il Tribunale dei minori, «in nome della sacra difesa dei diritti dei minori toglie qualsiasi diritto e garanzia ai genitori, e il giudice non è super partes, è al contempo organo giudicante e assume di fatto le vesti di difensore del minore. Con la conseguenza che la voce del genitore viene disattesa e neppure ascoltata»
 
AmministratoreDate: Lunedì, 16/05/2011, 07:58 | Message # 2
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Prova che magistrati e servizi sociali violano l'art. 1 L. 149/2001 e art. 3 e altri della L. 328/2000 (e apposito della convezione per diritti del Fanciullo), rifiutando di preparare progetti d'assistenza orientati alla risoluzione della situazione

Guadagna troppo poco: le tolgono la figlia appena nata. Intervista all’avvocato

http://blog.panorama.it/italia/2010/09/10/guadagna-troppo-poco-le-tolgono-la-figlia-appena-nata-intervista-allavvocato/

“Rivolgo a lei questa richiesta sperando che arrivi anche agli altri organi di stampa: evitate di dare notizie troppo semplificate su questa vicenda che presenta invece una grande complessità”.

A parlare è Mariastella Paiar, l’avvocato di una ragazza di Trieste (di cui non si conosce il nome per rispetto della privacy ndr) cui il Tribunale dei Minori ha sottratto la figlia perché guadagna troppo poco. A costo di deludere le aspettative dell’avvocato Paiar non possiamo fare a meno di spiegare così, semplicisticamente e banalmente, la sentenza di un giudice per il quale 500 euro non sarebbero sufficienti a garantire alla piccola il sostentamento necessario alla sua crescita. Probabilmente è anche vero, ma è certo che se in altri paesi si facessero simili calcoli, ci sarebbero milioni di bambini strappati ai propri genitori.

“Non si tratta solo di una questione economica – insiste l’avvocato Paiar – il Tribunale ritiene che questa mamma, che ha un passato difficile, non sia in grado di occuparsi della bambina”.

E lei, invece, che opinione si è fatta di questa ragazza?
Io posso dire di aver visto una giovane che in questi mesi si è data da fare, è cresciuta e vuole dimostrare di poter essere una buona mamma. Una ragazza che sta lottando per la sua bambina e per se stessa.

Cosa intende quando parla di “passato difficile”?
Questa mamma ha oggettivamente avuto delle difficoltà: è rimasta incinta in fase di separazione dal marito, è rimasta senza casa ed è stata ospitata in una struttura.

Come capita a migliaia di persone. Se si cominciano a togliere i figli a tutti quelli che si separano e restano senza casa ci sarebbero milioni di bambini “orfani”…
Sì infatti. Nel suo caso, però, si sono attivati i servizi sociali e il giudice ha deciso di sottrarre la minore a questo stato di precarietà.

La legge prevede che si possano togliere i figli ai genitori se c’è la prova che essi abbiano subito violenze o rischino di esserne vittime per stati patologici dei genitori o di latri che vivono con loro. La ragazza non può aver fatto nulla di male alla piccola visto che le è stata portata via subito dopo la nascita senza permetterle di allattarla nemmeno una volta. Ma io le chiedo anche: la sua assistita beve?
No

Fa uso di sostanze stupefacenti?
No

Ha un’indole violenta?
Niente affatto.

E’ vero che le fu consigliato anche di abortire? Se sì, da chi?
Sì, le è stato suggerito. Ma visto che l’aborto è un’opzione prevista dalla legge, è prassi che i consultori la facciano presente alle giovani che vi si recano. Lei ha liberamente deciso di portare avanti questa gravidanza.

Cosa chiede questa ragazza?
Chiede un’opportunità. Chiede di essere aiutata a diventare una buona mamma. E’ ben supportata, sta lavorando su se stessa, continua a fare passi in avanti nel suo cammino.

Da chi è supportata?
Ci sono gli enti pubblici e le associazioni di volontariato.

E la sua famiglia d’origine?
No. Come ho detto si tratta di una ragazza che non ha avuto una vita semplice.

Fino ad oggi alla sua assistita non è stato consentito di vedere la figlia e nei giorni scorsi il Tribunale ha dichiarato lo stato di adottabilità della bambina. Farete ricorso in appello?
Sì, se voi giornalisti mi lasciate il tempo di scriverlo.

Che chance ci sono di vincerlo?
Lo saprò valutare quando avrò finito di scriverlo.

Ce l’ha con la stampa?
No, ma vorrei che i giornalisti stessero più attenti a quello che scrivono. La mia cliente legge quello che viene pubblicato su di lei e spesso ne resta confusa.

In rete alcuni gruppi nati su facebook parlano di “rapimento di stato”. Un’espressione forte. Lei si sente di condividerla?
Non in questo modo. Certo è che nonostante la buona volontà e l’impegno per fare l’interesse del minore, capita che si arrivi a sentenze “monstrum” come questa. Grazie al cielo non sono io il giudice.

Se lo fosse stato avrebbe preso la stessa decisione?
Assolutamente no.

claudia.daconto
Venerdì 10 Settembre 2010

 
AmministratoreDate: Lunedì, 16/05/2011, 08:06 | Message # 3
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http://www.dazebao.org/news/index.php?option=com_content&view=article&id=12089:guadagna-500-euro-troppo-povera-le-tolgono-la-neonata-2-mesi-dopo-gia-adottabile&catid=90:cronaca&Itemid=288

Guadagna 500 euro, troppo povera, le tolgono la neonata. 2 mesi dopo già adottabile

Venerdì 10 Settembre 2010 09:40

di Dani Pasqua

TRENTO – Una triste storia di disperazione e di povertà arriva dalla provincia di Trento. Una giovane madre si è vista portare via la neonata poche ore dopo averla messa alla luce perché giudicata troppo povera per provvedere alla bimba. Da due mesi la ragazza, poco più che ventenne, vive nella speranza di poter riabbracciare quella figlia che i servizi sociali e il tribunale le hanno portato via, ma due giorni fa i giudici hanno giudicato adottabile la bimba, scatenando le polemiche e le proteste.

Avevano cercato di farla desistere in tutti i modi dall’avere la bambina. Le avevano addirittura consigliato di abortire, ma lei si era convinta di volerla a tutti i costi. Così, appena nata, i servizi sociali sono dovuti intervenire, dietro l’assenso del Tribunale dei minori, per portare via la bambina. La storia della giovane madre è la storia difficile di chi ha scelto di andar via di casa giovanissima. Fuori di casa la ragazza ha conosciuto e sposato un tunisino dal quale ha avuto un primo figlio. Ben consapevole di poter far fronte a tutte le difficoltà, la giovane madre aveva deciso di dare il piccolo in affido condiviso. Facendo in questo modo ha continuato a vederlo periodicamente. Nel frattempo rimane incinta del secondo figlio proprio nel momento peggiore. Il marito, infatti, era tornato in Tunisia e lei aveva perso la casa, finendo per essere ospitata da una struttura. Qui era stata inserita in un progetto d'avviamento al lavoro che le avrebbe potuto garantire una prospettiva futura e una forma di sostentamento, seppur minima, appena 500 euro al mese.

Troppo complicata la sua storia, troppo pochi i soldi con i quali mantenere la figlia. Così il Tribunale dei minori ha deciso di toglierle la potestà genitoriale con una sentenza che ha spiazzato in primo luogo anche l'avvocato della ragazza Anna, Maristella Paiar: “Siamo delusi. La consulenza aveva evidenziato che la madre non ha estremi di irrecuperabilità e che, grazie al sostegno dei servizi, vi era la possibilità di una sua maturazione. E comunque gli orientamenti della Cassazione e della Corte Europea suggeriscono di vagliare ogni strada prima di intaccare il diritto del minore a crescere con i genitori naturali”. Lo stesso perito del tribunale, il professor Ezio Bincoletto, si dice sorpreso: “La perizia individuava nella donna futuri spazi di crescita.” Troppo poco per i giudici che hanno giudicato queste come “Previsioni non realistiche”. Immediato il commento di Gian Ettore Gassani, presidente nazionale Associazione avvocati matrimonialisti, secondo cui si tratta di “una vicenda drammatica che non può non suscitare allarme e sconcerto tra gli addetti ai lavori e tra la gente”.

 
AmministratoreDate: Lunedì, 16/05/2011, 08:08 | Message # 4
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http://www.newnotizie.it/2010/09/10/ragazza-rinuncia-allaborto-ma-le-tolgono-la-figlia-e-povera/

Ragazza rinuncia all’aborto, ma le tolgono la figlia: “è povera”

Le hanno portato via la figlia appena nata senza nemmeno darle il tempo di tenerla in braccio o allattarla. Perché quella ragazza, appena ventenne, non poteva essere una mamma affidabile. Così, ancor prima del parto, avevano già deciso i servizi sociali, che avevano segnalato la situazione, così si era pronunciato il Tribunale dei minori di Trento. La giovane, alla quale era stato anche consigliato di abortire, secondo il loro parere conduceva una vita troppo approssimativa e aveva una personalità troppo debole. E, soprattutto, era troppo povera.

La ragazza infatti guadagnava, e guadagna tuttora, 500 euro al mese. Non ha una casa e si è da poco separata dal marito.

La ‘confisca della neonata’ è avvenuta 9 mesi fa, in un giorno di gennaio. Da allora la giovane non ha più ricevuto la minima notizia della piccola, la figlia che non ha neanche fatto in tempo a salutare. E ha deciso di dare battaglia, ingaggiando un legale.

A dire il vero, nel mese di agosto una perizia prevista dal Tribunale dei minori le aveva aperto la possibilità di una specie di periodo di prova, nel quale la ragazza avrebbe potuto cominciare a vivere e a prendere confidenza reciproca con la figlioletta. Qualche giorno fa, però, lo stesso Tribunale ha negato ogni eventuale riavvicinamento, suscitando ovviamente un gran numero di polemiche, dichiarando “lo stato di adottabilità della bimba e il suo affidamento in strutture”. Il fatto che la figlia possa da ora in poi essere adottata legalmente da un’altra famiglia ha spinto la ragazza a ricorrere in Appello. Il suo avvocato, Maristella Paiar, ha già dichiarato che il ricorso è pressoché certo.

La legale sostiene che in questo caso non sono implicate né storie di droga né vecchie condanne. La sua assistita, una personalità fragile ma non priva di risorse, avrebbe solo vissuto un’esistenza sfortunata. La ragazza è uscita di casa in età molto giovane e si è sposata con un tunisino. Il matrimonio ha portato un primo figlio ma si è ben presto dissolto nel nulla, dal momento che il marito ha cominciato a sparire sempre più frequentemente. Quando il figlio è stato dato in affido condiviso (soluzione che permette alla madre di vederlo periodicamente), è giunta inaspettata la seconda gravidanza. La giovane, senza marito e senza casa, era ospitata da un struttura e aveva un lavoro che le permetteva di guadagnare 500 euro al mese.

Dopo aver preso atto della recente sentenza, l’avvocato della giovane non nasconde la propria delusione: “la consulenza aveva evidenziato che la madre non ha estremi di irrecuperabilità e che, grazie al sostegno dei servizi, vi era la possibilità di una sua maturazione. E comunque gli orientamenti della Cassazione e della Corte Europea suggeriscono di vagliare ogni strada prima di intaccare il diritto del minore a crescere con i genitori naturali”. Anche lo stesso perito scelto dal tribunale, Ezio Bincoletto, afferma di esser rimasto meravigliato, ricordando che: “la perizia individuava nella donna futuri spazi di crescita”. Prospettive che il Tribunale ha negato con decisione.

Il presidente degli avvocati matrimonialisti, Gian Ettore Gassani, sostiene che la sentenza è “sconcertante”. Lo stesso pensano numerosi utenti di Facebook che, nei riguardi nel caso specifico, non esitano a parlare di ‘rapimento di Stato’.

Gianluca Bartalucci

 
dibattitopubblDate: Sabato, 11/06/2011, 08:20 | Message # 5
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https://www.youtube.com/watch?v=1c_SyuRWYOA&feature=player_embedded



TRENTO - Le avevano sottratto la neonata subito dopo il parto, avvenuto due mesi fa. E da allora non ha più potuto vederla né avere sue notizie. Secondo i giudici il provvedimento era necessario perché con un'entrata di soli 500 euro al mese la madre non sarebbe stata in grado di provvedere alle necessità di entrambe. Ora il Tribunale dei minori di Trento ha deciso che la bambina è adottabile: in base alla sentenza, nei confronti della bimba potrà essere avviato da subito un affidamento preadottivo, senza attendere il mese utile per l'impugnazione della sentenza.

«ATTO CONTRO NATURA» - Il caso era stato sollevato due mesi fa dallo psicologo Giuseppe Raspadori, consulente di parte, che aveva parlato di «atto contro natura» da parte dei magistrati che «avevano messo in dubbio la capacità genitoriale contrapponendo l'interesse della madre a quello del minore». La madre, cui era stato proposto l'aborto, aveva deciso di partorire nonostante uno stipendio di 500 euro al mese. «La decisione attuale viene vissuta come profondamente ingiusta dalla mamma», dice il suo avvocato Maristella Paiar. «La signora è molto delusa e triste perchè non vede la sua bimba dal giorno in cui è nata e non ha potuto neppure avere notizie dirette dagli operatori che la curano per divieto imposto dal Servizio sociale. È però decisa a proseguire nei suoi sforzi per riavere la sua bambina che non vuole in nessun caso abbandonare. Stiamo, dunque, già predisponendo l'atto di appello».

«NON HANNO RISPETTATO I TEMPI» - Secondo l'avvocato, la sentenza che ora sancisce l'adottabilità della piccola «riprende le inesatte informazioni del Servizio sociale che imputano alla mamma immaturità, povertà materiale ed emotiva e l'avvio della gravidanza come elemento di fragilità, colpa e incoscienza». Secondo il legale, «la sentenza fraintende la consulenza che aveva invece evidenziato come la mamma non ha estremi di irrecuperabilità tali da negarle di essere una mamma sufficientemente capace e 'grazie alla adesione ai programmi di sostegno dei servizi sembrano dimostrare una evoluzione positiva che indica la possibilità di intraprendere una relazione assistita con la figlia». «La consulenza non era nemmeno incerta quanto a tempistiche perchè prevedeva una rivalutazione dopo un anno - aggiunge l'avvocato Paiar -. Un anno è sicuramente un tempo ragionevole per verificare le capacità ed il rapporto mamma-bambina». I giudici - conclude il legale - hanno disatteso, dunque, «sia la consulenza sia le conclusioni di tutti i difensori e del pm che proponevano di offrire una opportunità alla mamma e alla bambina conformemente alle numerose sentenze della Cassazione e della Corte Europea che dichiarano come prima di un simile distacco vadano indagate ed attivate tutte le possibilità di sussidi ed aiuti territoriali per rispettare il diritto del minore a crescere con i genitori naturali».

«ALLARME E SCONCERTO» - Anche il presidente dell'Associazione degli avvocati matrimonialisti italiani, Gian Ettore Gassani, prende le distanze dalla sentenza: «La drammatica vicenda della giovane madre di Trento a cui, subito dopo il parto, è stata sottratta la figlia dal locale Tribunale per i Minorenni, non può non suscitare allarme e sconcerto tra gli addetti ai lavori e tra la gente». «La bambina è stata già dichiarata adottabile. Si tratta di un provvedimento grave che reciderà per sempre i rapporti tra la madre e la figlia. La legge sancisce che lo stato di adottabilità di un minore debba essere considerato come 'l'ultima spiaggià di un lunghissimo e serissimo percorso, organizzato dal Tribunale al fine di recuperare ogni problematico rapporto tra i genitori ed i figli. Secondo le cronache, la donna avrebbe da subito espresso la ferma volontà di costruire un significativo e valido rapporto con la piccola. Non si comprende il motivo per cui non le sia stata offerta, come è previsto, la possibilità di essere madre».
 
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