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COMPORTAMENTO DI AVVOCATI NEI PROCESSI RELATIVI A MINORI
dibattitopubblDate: Mercoledì, 01/06/2011, 05:30 | Message # 1
Admin
Group: Amministratori
Messages: 782
Status: Offline
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dibattitopubblDate: Mercoledì, 01/06/2011, 05:31 | Message # 2
Admin
Group: Amministratori
Messages: 782
Status: Offline
Cari Avvocati Matrimonialisti Italiani, rendete pubbliche le vostre parcelle!


L’associazione degli avvocati matrimonialisti italiani (AMI), sistematicamente presenti – anche troppo – assieme ai cosìdetti vip nel dibattito mediatico sulle problematiche legate alle separazioni e divorzi, sembra essere l’unica istituzione interprete delle difficoltà dei separati e dei loro figli. In verità parla poco dei figli dei separati. La sua attenzione è incentrata prevalentemente sui loro genitori, sulla povertà economica dei padri e sulla preoccupazione di rendere obbligatoria la presenza di uno psicologo nelle separazioni.

L’attenzione ai figli è giustificata dalla necessità di far emergere risvolti che non vanno ben oltre l’esigenza della notizia spettacolare e di far predisporre interventi, legali prevalentemente, che dovrebbero essere pagati dallo Stato. Interessa più il patrocinio gratuito che non le problematiche esistenziali dei separati e dei loro figli.
I padri separati sono ridotti in povertà per tanti motivi e ridurre la responsabilità solo alla giustizia o all’esosità del genitore affidatario o alle conseguenze della separazione sarebbe un’analisi superficiale e dannosa non solo per i padri in quanto tali ma anche per le tantissime madri separate che vivono nella miseria proprio per le inadempienze dei padri. Si è poveri, talvolta, per proprie responsabilità esistenziali e non sempre per colpa dell’altro coniuge o delle istituzioni pubbliche.
Nelle separazioni ci dovrebbe essere meno intervento a pioggia delle istituzioni pubbliche e più responsabilità del singolo che deve acquisire, se non le possiede, la capacità e la volontà di affrontare le conseguenze delle separazioni con personale responsabilità e lungimiranza. Con ciò non nego l’esistenza di casi specifici, le cui difficoltà non sono imputabili al proprio comportamento, che costituiscono solo rare eccezioni.
Abbiamo, nelle separazioni, una presenza dei sevizi sociali, talvolta invadenti, di psicologi pubblici e privati, di cooperative sociali e di una miriade di educatori per incontri protetti genitore-figli: tali operatori risultano non sempre professionalmente preparati a svolgere la mansione a cui sono chiamati. A queste figure professionali, i Tribunali delegano responsabilità di verifica, di sorveglianza e di formulare proposte operative e, troppo spesso purtroppo, tale incarichi vengono svolti senza la equa compresenza di ambedue i genitori e senza conseguire la sbandierata tutela dei minori.
Si assiste a proposte e consequenziali provvedimenti per i minori che sono frutto di compromessi o che rispecchiano solo le esigenze degli adulti o dell’adulto più forte. E i minori?
Si continua a chiedere la obbligatorietà della mediazione familiare e molti giudici la prescrivono, così come fa il medico con l’antibiotico per il malato, pur essendo consapevoli che quando ci sono diritti negati ci sarà sempre la naturale tensione tra i genitori separati e la presenza di una persona terza, più che mediare, costituisce occasione per alimentare la conflittualità e sperare nella mancata giustizia.
Alcune genitori, stanchi di tribunali, di servizi sociali e delle parcelle dei legali, fingono di accettare un modus vivendi per defilarsi, poi, dalle loro responsabilità genitoriali. Tutto ciò lo sanno bene i legali ma dinanzi al giudice tacciono. Lo sanno i servizi sociali, che gestiscono la mediazione familiare, ma nessuno lo ammetterebbe perché queste nuove strategie danno lavoro ed incentivi. Lo sanno i genitori separati che troppo spesso devono dimostrarsi accondiscendenti ai “consigli” loro imposti.
Cari avvocati matrimonialisti, tanto premurosi per i separati e per i loro figli, perché non rendete pubbliche le vostre parcelle, ovviamente ricordandovi che i minimi non esistono più e che pertanto potrebbero divenire anche accessibili alle tasche di tutti. La pensate così anche voi?
Tanti giovani avvocati – slegati da studi associati - hanno parcelle bassissime e fanno un ottimo lavoro in difesa del genitore emarginato e dei loro figli ostaggi. L’ordine degli avvocati da anni chiede – a gran voce – che per la serietà della professione debbono essere reintrodotti i minimi obbligatori. Peccato che tanti padri hanno potuto difendersi e tutelare i propri figli grazie a questi giovani avvocati che hanno considerato la loro professione un servizio più che un lusso!
Dopo averci parlato delle vostre reali parcelle pretese - in linea con la sensibilità per i padri poveri e per i figli da tutelare e per le loro consequenziali tasche - potremmo anche ascoltarvi con più serenità e credibilità. Altrimenti c’è da presupporre, come troppo spesso avviene, che il volontariato e le modiche parcelle appartengono solo alla sensibilità e alla coscienza di altri.

Ubaldo Valentini
 
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