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Idea di istituire un nuovo Tribunale della Famiglia
dibattitopubblDate: Lunedì, 18/05/2009, 18:57 | Message # 1
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http://www.ami-avvocati.it/tribunale-della-famiglia.asp - Idea dell' "Asociazione Matrimonialisti Italiani"

"Il Tribunale della Famiglia, nuovo Giudice per la tutela di tutti i diritti"
(ROMA, 29 e 30 gennaio 2009)

Il tema del Nostro Congresso Nazionale, che si terrà presso la splendida e significativa Sala della Protomoteca del Campidoglio, è il più dibattuto negli ultimi anni tra gli addetti ai lavori in materia familiare e minorile.

Anche l’attuale Governo se ne sta occupando dal momento che il Sottosegretario alla Giustizia, Maria Elisabetta Alberti Casellati, ha annunciato l’intenzione di istituire, in tempi rapidi, il “Tribunale della Famiglia”.

Si tratta di un progetto importante che ha radici antiche, che rappresenta uno degli obiettivi principali dell’AMI.

C’è bisogno nel nostro Paese di maggiore rispetto per la tutela dei diritti della Famiglia e delle Persone.

Non sono sufficienti nuove continue leggi se non viene istituito, nel contempo, il giudice adatto a farle applicare.

In Italia la insopportabile frammentazione delle competenze giurisdizionali ( Giudice Ordinario, Tribunale per i Minorenni e Giudice Tutelare), ha creato soltanto discriminazioni, confusione, sovrapposizioni e dilatazione dei tempi processuali.

Urge un nuovo Giudice specializzato (e continuamente formato) competente per tutta la materia relativa ai diritti della persona (minorenne o adulta) e della famiglia nel suo complesso ( legittima o di fatto) con il proposito di abbattere la discriminazione immorale ed incostituzionale tra figli legittimi e naturali.

Un Tribunale nuovo, da collocarsi in ogni circoscrizione, con competenza per i procedimenti di famiglia e minorili (modifica del cognome ed identità sessuale, interdizione, separazione e divorzio, divisione dei beni in comunione legale e successoria, procedimenti sospensivi ed ablativi della potestà genitoriale, dichiarazione di adottabilità, adozioni nazionali ed internazionali).

L’attuale proposta governativa è un segnale importante. Ma non si può condividere l’ipotesi di eliminare il Giudice Minorile in sede penale data la peculiarità e specificità di tale settore.

Il varo di tale nuovo giudice deve riguardare solo il settore civile.

Ma condizione necessaria perché tale progetto possa avere un senso è che venga mantenuta la composizione togata del Collegio con l’eliminazione dei Giudici Onorari, salvo per le procedure adozionali.

L’esperienza giudiziaria di questi ultimi anni in sede minorile ha offerto uno scenario discutibile in cui i giudici onorari, un tempo considerati e coinvolti per dare un ausilio ai giudici togati, si sono di fatto sostituiti ad essi anche nelle fasi istruttorie, contribuendo ad una ingiustificata psichiatrizzazione del processo minorile.

In tale contesto il diritto di difesa, costituzionalmente garantito in ogni procedura, è stato compresso e i difensori sono diventati quasi dei “ sopportati” in procedure prive di un sostanziale contraddittorio e della obbligatoria autentica terzietà del giudice ( art.111 Cost.) nel quadro del cosiddetto “Giusto Processo”.

Anche nel settore ordinario gli scenari non sono stati positivi.

Il numero ridotto di magistrati togati, la loro mancanza di specializzazione, la mera presenza formale dei Pubblici Ministeri hanno contribuito a creare ritardi, incertezze e malcontento, soprattutto tra i cittadini.

Dunque, il Tribunale della Famiglia dovrà restituire fiducia e certezze nel pieno rispetto delle norme costituzionali per riconoscere al diritto di famiglia e minorile la sua assoluta importanza in una società, come quella attuale, sempre più complessa e variegata.

Vi è bisogno di una nuova giustizia che limiti la discrezionalità del giudice e che osservi regole processuali certe su tutto il territorio nazionale.

L’attuale situazione, invece, mostra differenze enormi nelle prassi tra un tribunale e l’altro, sia in sede ordinaria che minorile.

Il Tribunale della Famiglia dovrà osservare regole processuali e orientamenti che restituiscano prevedibilità ai provvedimenti giurisdizionali.

Auspichiamo, noi dell’AMI, un giusto processo in cui, in applicazione della legge 149/01, il diritto di difesa del minore sia concreto nel quadro di una salvaguardia autentica dei diritti del minore.

Anche sul fronte forense urge una rivoluzione culturale e funzionale.

Il difensore, in questa branca del diritto, ha una funzione sociale dovendo intervenire in vicende che riguardano i diritti della persona.

La sua specializzazione in materia familiare e minorile è una necessità improcrastinabile pari a quella dei magistrati.

Il varo del nuovo Tribunale della Famiglia dovrà coincidere con quello di un albo di avvocati specializzati in materia, non essendo più tollerabile la “ tuttologia”, nel mondo forense, a discapito dei cittadini.

Positivi segnali, in tal senso, vengono dall’attuale posizione del CNF e dall’ultima stesura del progetto di riforma dell’ordinamento forense.

Sul come dovrà essere organizzato il Tribunale della Famiglia, saranno i lavori del Congresso ed il confronto ad illustrarcelo.

L’AMI, tuttavia, resta ferma nell’obiettivo di tutelare i diritti degli adulti e dei minorenni attraverso una netta distinzione tra la funzione giurisdizionale e quella amministrativa che sono, e devono rimanere, funzioni distinte, seppure complementari.

Da una parte i giudici che dovranno applicare le leggi, dall’altra i Servizi Socio-Sanitari ed Amministrativi che dovranno conservare una funzione di protezione e di controllo.

L’AMI si augura che tali progetti possano essere condivisi con la magistratura (che comunque ha già mostrato segnali positivi).

Il Tribunale della Famiglia deve diventare un obiettivo condiviso perché tutte le componenti del processo devono avvertire l’esigenza di una riforma globale della giustizia che non può prescindere, quale prima priorità, dall’istituzione di un giudice specializzato e terzo che tuteli, nel modo più qualificato possibile e in tempi ragionevoli, i diritti delle Persone e della Famiglia.

Arrivederci al Congresso.

Roma, 12 gennaio 2009

Gian Ettore Gassani

 
dibattitopubblDate: Lunedì, 18/05/2009, 19:07 | Message # 2
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E perché non intordurre semplicememte LA RESPONSABILITà per il lavoro svolto e per gli sbagli e abusi compiuti?
Ma i giudici saranno gli stessi che da anni compiono abusi sui citttadini? Proprio quelli che non osservano e non applicano la legge già adesso? Questi giudici non saranno puniti per loro reati? E assistenti sociali?

Un assistente sociale e un giudice dovrebbero pagare i danni dalla tasca propria per ogni frase offensiva, non vera, non provata o falsa nei loro scritti, per ogni violazione della legge. E se tale comportamento doloso o involontario ha causato dei danni, allora ci vorrebbe una condanna penale senza possibilità di giovare dei attenuanti, condoni e indulti, e nessuna archiviazione! Dopo condanna a primi 10 tutti gli altri cominciano ad osservare la legge e il problema non esisterà più.

He-he solo allora l'Italia diventa un paese civilizzato. Senza PRINCIPIO DI RESPONSABILITà ogni sforzo è vano e futile. IMPUNITà è la base dei reati.

 
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